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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

mercoledì, marzo 29, 2023

💛Sephiroth sarda e la Tau

 Ritorno un attimo a sottolineare come, i sigilli di Tzricotu di Cabras, ( che rappresentano un sigillo reale di tipo funerario, databile tra il XIV e il XII sec. a. C., dove sono presenti sono anche i nomi dei re srdn, Shardana, e il trigramma YHW), per chi ancora non notasse l'evidente disposizione grafica e strutturale dei sigilli, e prima che qualcuno, arbitrariamente, ne rivendichi la paternità della similitudine, riproducano l'esatto schema della Sephiroth ebraica, dell'albero della vita. 

Sulle Sephiroth e il suo significato ho già approfondito, più di due anni fa. Ricordo brevemente, come esse rappresentino la manifestazione, l'emanazione divina, nella materia, ed abbiano valenza universale e cosmologica, essendo dei centri energetici interconnessi tra loro, ai pianeti e al sole, e finalizzate all'avvicinamento dell'Umano al Divino. 

https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/la-sephiroth-sarda.html

Quindi non ritorno sul loro significato specifico. 

Voglio solo sottolineare come queste dieci Sephiroth, siano dieci come le dieci scanalature nella  "buttoniera" del costume di Ittiri ( provincia di Sassari) e la protezione dell'avambraccio dell'Arciere di uno dei Giganti di Mont'e Prama.

( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/costume-ittiri-e-gigante.html) 

Dieci come l'Archetipo Ebraico Yod, il decimo, la prima lettera del tetragramma divino YHWH,. 

Dieci come le dieci tavole della Legge  dettate da Divino a Mosè sul Sinai ( simile alla nostro Sinnai...) 

Le dieci sĕfirōt ebraiche, in questo schema sono collegate da 22 canali. 

Ogni canale corrisponde ad una delle ventidue lettere ebraiche, che sono considerate degli Archetipi, con valore universale. 

Il percorso completo di quest'Albero della vita, è rappresentato dalla lettera Tau, che conosciamo molto bene, in quanto rappresenta proprio il sigillo dell'Antica Tribù dei Dan, come avevo approfondito, anche questo, quasi due anni e mezzo fa.

(  https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html) 

Infatti Sotto il sigillo della tribù di Dan, ci sono due lettere ebraiche, due sacri archetipi ebraici

La lettera "Nun", a sinistra, e la lettera "Dalet", a destra. 

Il simbolo della Tau, è quello che sintetizza la Dalet e la Nun, che appartiene alla tribù dei Dan, gli Antichi Shardana. 

Lettere ebraiche, che unite insieme, formano la Tau, che significa "Giudice". E, i Giganti di Mont'e Prama Sardi, in quanto Giudici, hanno la Tau impressa nel volto, con l'arcata sopraciliare e il setto nasale, che formano una T. 

La T dei Sacri Iniziati. I Giudici( da cui Giudicati, i 4 Giudicati con i quali era divisa la Sardegna). Dei Giudici equilibrati, con le polarità in equilibrio. 

La Nun, la cui radice "Nu-" è la stessa di nuraghe. 

Perché la Nun, quattordicesimo Archetipo, con funzione trasformazione, rappresenta quella doppia polarità della Vesica Piscis, in cui è presente sia la polarità femminile, che quella maschile, sia l'acqua ( "Nun"), che il fuoco ("Nur"), come ho scritto tante volte 

Tutta la nostra Antica Civiltà, è improntata su questa complementarietà tra opposti. 

Non c'è manifestazione, simbolica e architettonica, che non riveli questa sinergia creatrice. 

La T della Tau, come un Sacro Sigillo divino. 

Ma la si vede visibilmente, nella struttura stessa del viso dei  nostri Giganti di Mont'e Prama. 

Nel viso delle nostre Dee Madri. 

Nella struttura del nostro pugnaletto sardo, 

che, come una svastica solare, e come la traccia del carro dell'Orsa Maggiore intorno alla stella Polare, unisce il giorno e la notte, ancora, in una sovrapposizione di Opposti, come avevo già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/pugnaletto-svastica-solare.html?m=0) 

E ancora, nella stessa struttura dei bronzetti sardi, come ho scritto più volte, che nella struttura richiamano questa Tau degli Iniziati, perché tali, erano i nostri Padri e Madri, e che, nello specifico, hanno, come simbologia del saluto a mano aperta, con le quattro dita unite e il pollice separato, proprio la Nun (archetipo 14) e la Dalet (Archetipo 4), in un atto di potere, di emanazione di energia terapeutica. 

Perché i Dan, gli Shar-Dan, sono degli Iniziati, sono uomini divinizzati. 

La Dalet è la porta di iniziazione sulla terra, nella materia, nella carne. La Dalet è il verbo incarnato. 

È l'energia maschile primordiale che si esprime nella forma femminile della terra. 

"Porta", in sardo si scrive "Janna", cui poi il nome "Jana", perché la Jana è un portale. 

Conduce nelle sue strette aperture uterine delle Domus de Janas, per consentire la rinascita. 

Nel piccolo pertugio nella stele centinata delle Tombe dei Giganti, attraverso il quale, il sole arriva, lungo il corridoio, per garantire la rinascita dopo la morte. 

Perché è nei piccoli stretti passaggi, che si concentra tutta l'energia. 

E la lettera Dalet, è un portale, un unione, tra Cielo e Terra, che rappresenta anche il tetragramma di Dio, YHWY, formato da 4 lettere, e la Dalet, è il quarto Archetipo. 

Quindi rappresenta la divinità sulla terra

E quelle quattro dita unite,  separate dal pollice, esattamente come il saluto dei nostri Bronzetti, sardi indicano le quattro lettere del tetragramma divino, che si esprimono nella terra insieme al pollice, un "4 + 1", che rappresenta la Quintessenza  dell'umano, che è unito alla divinità. 

Un uomo che si è sacralizzato con il candore di un'opera  purificatrice, che è diventato "Nun", un essere Divinizzato, che ha entrambe le polarità in equilibrio, come lo fu il Cristo/Ichtys (il "pesce" divino, sempre collegato al concetto della Geometria Sacra, estremamente presente nella nostra Antica Civiltà Sarda, e della Vesica Piscis, base della Geometria Sacra), che può indossare la maschera bianca e il velo bianco, come una suora, simbolo, del Divino e della purezza raggiunta, perché è riuscito a varcare la porta, la Dalet del proprio Ego. 

Che può salutare mostrando il palmo della mano radiante di energia terapeutica,  chiropratica, pranica, ipnotica, che rappresenta la forza della divinità scesa, incarnata nell'umano . 

Quindi, capite bene, come sia logicamente plausibile che i sigilli di Tzricotu, riproducano esattamente, lo schema della Sephiroth, poiché combaciano perfettamente. 

Voglio sottolineare come, l'antico simboli della Tau, anticamente era una croce ad X, quello spazio in cui gli Opposti si complementano. 

E le lettere Dalet e Nun, erano le lettere intermedie del nome del Dio Adonai, una manifestazione solare del dio Yahweh

Adonai in ebraico significa “mio Signore" ed era l'appellativo di Dio nell'Antico Testamento

È anche il Dio  del diritto e degli oracoli [Adonai ha il suo oracolo sul Monte Oreb, il monte Sinai, quello sul quale hanno trovato un sigillo come i sigilli di Tzricotu]. Il suo simbolo è il disco solare unito a una stella. 

Un Dio potente, che incarna la vegetazione bruciata dal sole estivo, e nei culti misterici veniva adorato come dio che muore e risuscita», proprio come il Sole, che al crepuscolo “muore”, secondo la simbologia degli antichi Semiti ed Egizi, per poi “resuscitare” al mattino seguente. 

Tutto ciò si collega anche alla simbologia cristiana.

Un dio solare, quindi. 

Ma, proprio qui in Sardegna, abbiamo un grande culto di Adon/Adonai. 

L'ho ricordato proprio nel mio precedente post ( 

https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/su-nenniri.html?m=0) 

 dedicato a "su Nenniri", l'usanza di celebrare il passaggio della morte e resurrezione, legato al contesto amoroso tra Adone e Afrodite

In Sardegna abbiamo proprio un villaggio di Gadoni, il cui nome richiama Adone e quello che fu il Dio Adonai prima del mitologico Adone ( G-Adoni) , provincia di Nuoro, Barbagia centrale, e un nuraghe Adoni( risalente al 1350 a.C., così dicono, ma a molto prima sicuramente) entrambi dominanti la gola selvaggia, simile  al fiume Adone a Biblo, in Libano,  che ogni anno prendeva una coloritura rossa il giorno in cui si celebrava la morte di Adone, quando le vestali di Adone( in Siria - Libano, c'era l'antica Fenicia, che m aveva lti sostengono fosse territorio Shardana) piangevano la crudele morte del loro Dio Adone( "Ad -Un" significa "zoppo del cielo", perché Adone morì per emorragia all'arteria femorale per l'attacco di un cinghiale e dal suo sangue germogliarono anemoni rossi)..colore dato dalle foglie morte del cisto. 

Nella zona di Gadoni, e del nuraghe Adoni, si estraeva il componente essenziale del bronzo, fuso per modellare statuine, utensili, gioielli e armi. 

Funtana Raminosa tra i più ricchi giacimenti di rame in Europa, è una delle otto aree che compongono il parco geominerario della Sardegna, annoverato tra Geoparks dell’Unesco, un museo a cielo aperto, e protagonista della metallurgia in ambito Mediterraneo. 

Ad Alessandria d'Egitto le effigi di Afrodite  e del suo amato Adone  venivano collocate su due giacigli affiancati con accanto frutti maturi, e le donne, le vestali,  spruzzando acqua sul nenniri, imitavano la pioggia. 

Come vedete, c'è tutto un giro di rimandi che riportano sempre alla nostra terra, alla simbologia che comunemente si reputa "ebraica", ma che, stiamo scoprendo, strada facendo, con ricerche e scoperte, ci accomuna srmpre di più, fino a trovare sovrapposizioni evidenti di simboli  e Archetipi, come nel caso dello schema a delle dieci Sephiroth e della Tau. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com

Sephiroth sarda e la Tau 
















💙Annunciazione

 Oggi, 25/03/2023, abbiamo un allineamento straordinario, di ben cinque pianeti , che saranno visibili nello stesso angolo di cielo. 

Giove, Mercurio , Venere , Urano e Marte, che si trovano “vicini” dal 25 al 30 marzo.

A livello archetipale, siamo governati dal Sacro Archetipo Ebraico 17,

con una Luna Crescente in Toro, prima della Luna piena in Bilancia del 6 Aprile, che viene di giovedì.

Stiamo ancora beneficiando delle forti energie della luna Nuova in Vergine di martedì, 21 marzo.

Si spinge verso l'equilibrio, verso il pieno potere equinoziale delle nostre due polarità.

Oggi, la spinta propulsiva è particolarmente sentita.

Oggi infatti si celebra anche l'Annunciazione.

Trovo straordinario, questo rimando tra l'Annunciazione e l'Archetipo Phe che governa questa data.

L'Archetipo Phe ha la funzione di "espansione", ed è rappresentato da un simbolo che rappresenta, metaforicamente, una bocca nell'atto di pronunciare qualcosa.

La stessa potente energia delle parole dell'Arcangelo Gabriele e Maria, e del suo "si".

La Phe, rappresenta l'estendersi, il rivelarsi, la manifestazione del Divino, in noi, in un ambiente sacro, protetto.

Nelle rappresentazioni, infatti l'Annunciazione avviene in un ambiente chiuso, spesso con una pavimentazione a scacchi.

Un tessuto, come una trama e un ordito, in cui si intrecciano le due polarità, in questo caso, umano e divino.

Nell'antico Egitto, la parola "conoscenza" era indicata proprio da un tessuto..

Noi siamo quel tempio sacro, in cui la divinità si può manifestare

Una divinità, trascendente, al di sopra di tutte le cose, e immanente, dentro tutte le cose.

"Viviamo nel mondo, ma non siamo del mondo" (Gv 17, 14).

Questa frase, oggi, trova un senso più che mai. Le energie del mondo, da cui spesso prendiamo le distanze, perché non trovano risonanza in noi, spessissimo non ci toccano, non ci riguardano.

Non per menefreghismo.

Ma perché abbiamo già attiva, la dimensione divina in noi.

C'è già stata la rivelazione, la chiamata, il nostro "si"

Il nostro "hineni", il nostro "eccomi".

Con fiducia.

Con ri-conoscenza.

Con quel senso, appunto, del riconoscere un qualcosa, un battito, una pulsazione ancestrale, un'emanazione, che è sempre stata in noi, e che aspetta solamente di essere attivata.

Magari, proprio dalle circostanze del mondo, che fungono da propulsori, ma non ne sono Matrice.

Sono solo occasioni che attivano.

Perché è in questa dimensione, che bisogna esperire, per sperimentare l'essere.

Per sentire, anche a livello materico, cellulare, quella innata propensione, quell'anelito a ripristinare, a ri-pronunciare, quell'Antica Alleanza tra Umano e Divino, per ristabilire il giusto equilibrio tra corpo e psiche, tra materia e spirito.

La Luna Piena in Bilancia del 6 Aprile, ancora, come oggi, governata dall'Archetipo Phe, spinge prepotentemente verso questo equilibrio.

Un equilibrio, che, paradossalmente, può dare un po di ebrezza, un po di instabilità.

Un po di oscillamento.

Ma è un'ebbrezza necessaria, funzionale.

È come se ci mancasse la terra sotto i piedi.

È come quando si sale in montagna e si respira ossigeno puro.

Non ci siamo abituati.

Ci dà un po di stordimento.

Tanta è la purezza. 

Tanta è l'espansione dei polmoni che finalmente lavorano al meglio, non ovattati da incrostazioni gelatinose, poco fluide. 

Siamo abituati alle cose ovattate, impure.

La luna Nuova in Vergine, così potente, di martedì scorso, è stata propedeutica a questa ulteriore pulizia, filtratura e affinamento di pensieri e di intenti.

Precisi come una katana.

Perché quando c'è da raggiungere un equilibrio, qualsiasi peso inutile, sbilancia.

Falsa l'equilibrio, che non deve dipendere da fattori esterni, ma solo da noi, da ciò che è la nostra Sacra Essenza.

Lasciate che sia.

Che tutto venga alla luce.

Che tutto si riveli.

O che abbia ulteriore conferma del fatto che non sono occasioni/cose/persone, con cui siamo in risonanza.

E che non hanno, non possono avere, nessun potere di squilibrarci.

Il nostro Cuore, la nostra Anima, appartiene alle Stelle, come l'Arcano Maggiore XVII, alla dimensione spirituale, che trascende la densità dell'umano, della materia.

La stella a 8 punte presente, indica Venere, il Sacro Femminino. 

Quello fertile, che accoglie la chiamata, e che riversa, sulla terra, e nell'acqua, metaforicamente, le due polarità energetiche, quella lunare, l'argento, e quella solare, l'oro. 

Diventa veicolo di fertilizzazione, così come lo fu Maria, e tutti i Sacri Femminini prima di lei, nutrendo la dimensione terra, dando alla luce il Cristo, l'Horus, e tutte quelle Sacre Essenze androgine che hanno nutrito l'umanità. 

Chiunque voglia assurgere a Stella, ad una dimensione spirituale più elevata di quella materiale, deve nascere e rinascere a sé stesso, deve lavorare nella materia, con le due polarità.

Con totale nudità, come l'Iside svelata, come la Divina Madre che offre il suo puro Cuore, al totale ascolto e accoglienza della Parola, nella sua mente, nel suo cuore. 

Nel suo ventre. 

Per partorire poi, la meraviglia, l'incanto, al mondo. 

Si nasce nudi. 

Come nella mangiatoia di Betlemme

L'allineamento dei 5  pianeti di oggi, Giove, Mercurio, Venere, Urano, Marte, è molto particolare.

Giove, espansione, fertilità, potere, giustizia, equilibrio. Energia maschile 

Mercurio, la mente intuitiva, la velocità, lo scambio, la connessione, la capacità trasformativa, alchemica. Energia femminile. 

Venere, capacità di accoglienza, di ascolto, di essere propulsori d'amore.

Venere/ Sirio/ Iside/Afrodite/Lucifero,  intesa come portatrice di Luce, del Cristo, dell'Horus, che annuncia l'arrivo del sole e la sua partenza, l'inizio e la chiusura di ogni giorno, l'alba e il tramonto. 

Il primordiale Femminino, Alfa e Omega. Prima del Cristo e di tutte le figure divinizzate, mascoline, ma veicolo di quell'energia androgina, di cui è custode il Femminino. 

Urano, capacità di realizzazione dei propri talenti. Ingegno. Genio. Dio del cielo, delle stelle. Dalla sua evirazione, dalla spuma del mare fecondata dal suo Seme, nasce Venere.

E poi Marte, Dio delle forze della natura.

L'autoaffermazione personale.

In quanti, ci riconosciamo, in questa chiamata di oggi?.

In quanti sentiamo, la dimensione della nostra personale Annunciazione?

Oggi è una giornata energeticamente molto, molto potente, con una concomitanza di più fattori che contribuiscono a questa espansione energetica.

A questa fertilità di dimensione universale, cosmica.

Ogni nostra parola, ogni nostro decreto, ogni nostro intento energetico, oggi, ha un riverbero propulsore, di espansione, potentissimo.

Oggi accogliamo, ri-accogliamo, ri-cordiamo, il richiamo, l'energia di questa antica Alleanza, che pronuncia il nostro nome.

Oltre la contingenza.

Oltre le coordinate terrestri spazio temporali.

Oltre noi stessi, come occasione temporale di evoluzione.

In un "qui", in un "eccomi", in un "hineni" ebraico, di cui avevo già scritto, e che amo profondamente, perché è un impegno con me stessa, Inanzittutto.

Per ricordare chi sono.

Per non dimenticarmi di Me.


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com 

Nell'immagine "L'Annunciazione di Cestello", di Sandro Botticelli, 1490, piena di simbolismi di cui approfondiro' in un'altra occasione.

Annunciazione



💙Giornata mondiale dell'acqua

 #giornatamondialedellacqua


Il periodo che stiamo attraversando corrisponde secondo molti,  alla fine del Kali Yuga, previsto per il 2025, durato 25.260 anni, il periodo dell'età del Ferro, il periodo più oscuro della terra e delle conoscenze umane, anche se sulle date, ci sono tanti pareri discordanti. 

Finisce il Kali Yuga e inizia il Sathya Yuga , la tanto attesa età dell'Oro, un lungo periodo di pace e di tranquillità, secondo quanto descritto nelle dottrina  Indugrave, una dottrina orientale, correlata allo Shivaismo. 

Siamo su un pianeta karmico, dove torniamo ad incarnarci per evolverci sempre di più, di vita in vita, di era in era, di eone in eone. 

Ci saranno dei cambiamenti, che stiamo già sperimentando, come la  diversa polarizzazione dell'asse polare, che poi ritornerà in breve tempo, alla posizione originaria, ma soprattutto ci saranno dei cambiamenti a livello di consapevolezza e del corpo fisico,  che modificherà completamente la sua struttura , divenendo un Corpo di Luce. 

Tutto sta convogliando verso una profonda pulizia e scrematura. 

La Merkaba, il Corpo di Luce, non si può attivare, se non ci predisponiamo in pulizia e in consapevolezza a diventare veicolo attivo, noi stessi, di questo stato dell'Essere. 

Dobbiamo Essere centrati, allineare il nostro sentire del cuore/ mente/ anima. 

Dobbiamo alimentare i nostri pensieri con il nettare del fiori più belli e profumati, e dobbiamo lasciare fuori qualsiasi tossicità. Per essere sicuri che all'interno della vostra celletta merkabica , possiamo attivarci correttamente, al centro di tutti i meridiani energetici che la compongono, in modo che la struttura si materializzi bene nella materia, nel corpo, attraverso quell'imprinting di Geometria Sacra, presente in tutta la natura in modo naturale, che ci identifichi immediatamente come il "Fiore della Vita" vivente. 

Dobbiamo diventare lo stesso Fiore. Contemporaneamente Ape e Fiore. Questo è il salto quantico tridimensionale che ci sdogana dalla linearità  di questa dimensione duale e karmica sulla quale si sta sviluppando la nostra timeline terrena. 

In questa Età dell' Oro, nella quale, come Api guidate dal Sacro Femminino dell'Ape Regina, che davvero ha una "corona" sulla testa, diversamente dalle api operaie, dobbiamo essere in grado di produrre da noi stessi, all'interno della nostra strutturata e pulitissima Merkaba fatta di cera( si, superiamo il "c'era" e diventiamo presenza costante in cera che sorregge la fiamma di vita, cristica), precisa e perfettamente incastrabile con altri milioni di cellette, quell'Oro puro, quel miele, che diventa nutrimento per noi e per gli altri. 

L'Ape che mangia il suo stesso miele. 

Come il leone che mangia il Sole alchemico di conoscenza che l'ha nutrito e fatto evolvere e diventa tutt'uno con esso. 

Adesso ci viene chiesto di superare la dualità karmica, e di tridimesionalizzare la linea temporale che ha scandito il nostro passaggio qui sulla terra. 

Il passaggio quantico è dall'Eone( dalle ere temporali) al Leone. 

L' eone/Leone. 

Quel Leone lemuriano che assurge a guida di ogni nostro passo astrale verso il cambiamento. 

Cambierà anche la struttura del DNA,

Da doppia elica, diventerà a 12 eliche. La struttura base del corpo si tramuterà da Carbonio a Silicio. 

E la nostra frequenza energetica vibrazionale  aumenterà a tal punto da assottigliare e alleggerire le nostre cellule. 

Sta diminuendo il magnetismo terrestre, e lo farà fino a fermarsi e invertire i poli, durante la precessione degli equinozi(che dura 26.000 anni) il tempo sembra rallentato. Gli orologi si fermano, rispetto alla velocità con cui va il nostro pensiero. 

L'energia della Terra, rilevata con la risonanza Shumann è passata dai 7, 83 Hz degli anni 70, fino a picchi di 180 e oltre di dicembre 2019, dove il superamento dei 13 Hz ha indicato l'ingresso nella civiltà galattica. 

Tutto questo avverrà con tutta una serie di cambiamenti anche esterni, da parte di Madre Terra che cercherà un suo equilibrio per adattarsi a questa nuova dimensione quantica

In modo naturale. Perché sa già come fare

Anche noi sappiamo come fare. 

Abbiamo dentro noi a livello di DNA degli enzimi di origine lemuriana. 

Gli enzimi T.F. 

T.F. , Twin Flame, le Fiamme Gemelle, che a Lemuria avevano la loro città Sacra, a Telos. 

Per anni sono stata affascinata dai telomeri, poi, ho capito, il disegno globale, che ora mi è perfettamente chiaro. 

Questi enzimi TF, cosi importanti per la trascrittasi del DNA in RNA  sono di Matrice Lemuriana, e sono stati attaccati proprio nella loro Matrice, per uno scopo ben preciso, che conosciamo bene. 

Hanno in sé, tutta una serie di codici alfanumerici che aspettano solo di essere attivati dalla nostra consapevolezza. Si attivano soprattutto con la consapevolezza dell'Essere, del Cuore ( la coscienza degli atlantidei era invece più proiettata sul "fare") perché i Lemuriani tirarono su la prima civiltà illuminata della Terra, perche la loro conoscenza proviene  dal cuore ed essi rappresentavano le energie della Divina Madre e della Compassione. 

Quella Divina Madre che è la Shekinah, lo Spirito Santo,la parte femminile di Dio, quella creativa, che una volta incarnata, diventa Kundalini, il Cristo stesso. 

Quel GPS terreno che connette l'Umano con il Divino, e ci permette , visto che da Lemuriani, eravamo abitanti della Sacra Città di Telos, la città delle Sacre Fiamme Gemelle, di riconoscere anche la nostra Fiamma incarnata

E la riconosceremo quando si creerà tra i due, la stessa Merkaba di Amore Puro e di Luce, che fu all'Origine, durante la Creazione a Lemuria. 

E infatti, questi enzimi TF, con il loro corredo genetico akashico lemuriano composto da precisi codici alfanumerici, si trovano nel nono strato del DNA, quando si attiverà in consapevolezza. 

Nono. Come il nono archetipo Teth, il Sacro Grembo, il Cedente( quelli che cede la vita), la Kundalini, il serpente, la conoscenza. 

Ma anche 9 come L'Eremita. 

Perché il percorso iniziatico, la consapevolezza, l'attivazione, avviene in solitaria, in piena presenza e coscienza di Sé. 

E  anche come la Runa Isa, legata al Sacro Archetipo 9,  quella che coltiva la Primavera anche sotto il ghiaccio, in attesa di poter esplodere in colori e profumi. 

I Lemuriani ci stanno guidando in questo difficile periodo. 

Siamo geneticamente portatori dello stesso gene divino che avevano loro. 

Vivevano in comunione con gli elementi della Natura. Vivevano nell'età dell'Oro, come questa che è iniziata nel 2020. Con la loro fine si chiuse il terzo occhio dell'uomo, quello esoterico, che si è trasformato in ghiandola pineale. Esseri altissimi, dalle fattezze serpentine. 

I lemuro- atlantiani furono i primi ad avere una dinastia di Semi-Dei. 

Non avevano bisogno di scoprire e fissare le cose con la memoria. 

Perché il loro principio informatore conosceva tutto fin dal momento dell'incarnazione come prima razza fisica. 

Nella loro città Sacra, Telos, la città delle Sacre Fiamme Gemelle, le Fiamme erano considerate come Leoni. 

Perché il Leone è il nucleolo del Mondo Divino superiore. 

Le Fiamme divine sono dette "Leoni Ardenti" e "Leoni di vita". 

I latini chiamavano la costellazione del leone , Stella Regia". 

Ma già in tempi antichissimi, la stella Regolo, della costellazione del Leone, era considerata Sacra, in quanto custode del sud e legata, in quanto, metaforicamente legata al Sacro Femminino( il sud), alla nascita degli Dei

Insieme ad Aldebaran, Sentinella dell’Est, costituiva una delle quattro Stelle Regali con Antares (Ovest), e Fomalhaut (Nord), Guardiane del Cielo, in quanto marcavano la croce dei solstizi e degli equinozi. 

Nella mitologia troviamo Ercole alle prese con il Leone di Nemea. 

Lo scuoia e ne indossa la pelle. 

Tra i filistei, invece è Sansone a squartare un Leone. 

Tornato qualche tempo dopo a visitare la preda sconfitta, scopre la pelle piena di miele di api

Ape in ebraico si dice "dbure", che significa parola. 

Ape-parola, che sgorga da un leone. 

La parola di verità del Cristo. 

E non so come, l'ape/parola in questo periodo, attivata forse da un leone merkabico, e coadiuvata dalla presenza continua, di ogni modo, dell'ape, mi è particolarmente prolifera. 

Nelle religioni , tutti i messia hanno un qualcosa di leonino, sempre comunque presente a livello teologico e alchemico. 

I babilonesi chiamavano la costellazione del leone, Ur- A ( leone) e Ur- Gu- La( leonessa)

I Lemuriani sono il popolo delle Stelle, i discendenti di Sirio, la Stella Blu , il grande Sole centrale. 

Il Sole dietro il Sole, quello che mantiene vivo il Fuoco Spirituale, l'Amore,  mentre il sole, mantiene in vita il fuoco fisico. 

Sirio è la Loggia Blu della Creazione, abitato da anime di alto livello, i primi abitatori della terra

I portatori di un' altissima vibrazione d'Amore. 

Il simbolo del leone è l'Oro, e il Blu, in senso spirituale come rappresentativi della stella Sirio , rappresentati dalle Sacre Fiamme Gemelle nella città lemuriana di Telos, capace di costruire intorno a se una Eliopoli, una città della Luce, perché esotericamente custodisce in se i 12 Misteri d' Amore. 

L'Italia è astrologicamente sotto il segno del Leone. 

Il cambiamento doveva, deve, iniziare da qui. 

Qui che è la nazione dell'Amore, con la sua vastissima memoria akashica e artistica come in nessun' altra parte del mondo. 

Sappiamo cosa fare. Le api richiamano al ripristino della Merkaba per produrre il nostro Oro miele. 

I Leoni-Fiamme ruggiscono e ardono. 

Molte Fiamme si stanno riconoscendo e riattivando in Sacra Merkaba cristallina, per sostenere e coadiuvare l' innalzamento delle vibrazione D'Amore della terra, in questo passaggio necessario per una ricostruzione che ci tridimensionalizzi in consapevolezza Cristica. 

Ci siamo. 

Il "Leon /Ita- lion" è ritornato, e le Api, dopo la trasmutazione alchemica,  si librano in volo dalla sua criniera per essere loro stesse Fiore della Vita merkabizzate. 

Questo, dobbiamo essere. Ce l'abbiamo nel sangue. Nel DNA. 

Nei nostri enzimi lemuriani( ma anche biologici proprio) T.F.

Siamo Twin Flame, in consapevolezza di Vibrazioni di Ottave altissime, quantiche, tridimensionali. 

Trasformiamo questo eone in Leone. 

L' Old in Gold. 

Il Bee di Ape in " be" di " to Be"..essere in consapevolezza. 

Stranamente " ape" in inglese significa anche scimmia. 

E questa grandiosità del poter scegliere, che ci ha dato Dio, è fantastica ..

Ape/Scimmia o Ape Merkaba?

Flower..(fiore)..to flow...fluire...

Oggi, 22 marzo, è la giornata mondiale dell'acqua. 

Acqua che, in forma di cristallo di acqua, in forma solida, si cristallizzato in una perfetta conformazione di stella a sei punte, di stella di David, il cui numero simbolo è proprio il 22. 

Archetipo 22, la Tau, il Sigillo divino, il completamento del percorso. 

L'Archetipo di oggi, è l'Archetipo Nun, con funzione trasformazione, indissolubilmente legato all'Archetipo che lo precede, la Mem, l'acqua, il Sacro Femminino. 

La trasformazione che avviene nel nostro stesso grembo, in ciò con cui entriamo in risonanza. 

Con ciò con cui creiamo una certa gemellarita' energetica, che ci consente di ardere come una Sacra Fiamma. 

Perché siamo Fuoco e acqua contemporaneamente. 

Capaci di fluire, e adattarci a qualsiasi forma, ma con l'Essenza perfetta, pura, proprio come un cristallo d'acqua, come un fiocco di neve, capace di preservarsi, di ritornare alla sua perfezione originaria, se non vi è primavera nella quale può sbocciare, disciogliersi e fluire nel mondo. 

I cristalli di neve, insegnano. 

L'Universo non ama gli sprechi. 

E non è più tempo, non è più tempo, non è più tempo, di dare energia a ciò che non ci consente di manifestarsi, a ciò che ci inficia, ci abbruttisce, ci spegne 

L'acqua è Mem, anche memoria. 

L'ho scritto tante volte. 

E memoria, significa la forma più pura di noi stessi, che si rivela quando ci preserviamo da tutto ciò che può contaminare la nostra limpidezza, pensieri compresi. 

Siamo fatti per lo più di acqua. 

L'acqua, a livello esoterico, è ciò che cambierà le sorti dell'umanità, simbolo di un Femminino fertile, accogliente, comunicativo, massimo conduttore di energia. 

Perfezione cristallizzata, nella sua forma più pura, nella sua dimensione cristica. 

"Siamo polvere, e polvere ritorneremo" 

No. 

Siamo acqua. 

E acqua, ridorderemo di essere. 

Come l'impronta genetica delle nostre stesse cellule. 


Tiziana Fenu

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Giornata mondiale dell'acqua







🖤Come quel Dono

 Come quel Dono 

che non hai mai ricevuto. 

Che non hai mai chiesto. 

Perché ti appartiene. 

E che ora scarti. 

Con la vita negli occhi

e il cuore tra le tue mani calde.

(https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=917716039169009&id=100027918655564)


#RebelSoul©®

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Aykut Aydogtu Surrealist Art

Come quel Dono



🖤L'intelligenza

 L'intelligenza

limita il capire.

L'intelletto lo amplifica.


#RebelSoul©®

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Catrin Welz Stein Surrealist Art

L'intelligenza



🖤Raffinatezza

 Raffinatezza

non è ciò che si ostenta.

È ciò che si emana.

Come una Frequenza discreta.


#RebelSoul©®

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Chie Yoshii Artist

Raffinatezza



🖤La donna è Acqua

 #giornatamondialedellacqua.


La Donna è Acqua.

Deve poter fluire.

È Custode di Memorie, 

di Emozioni, 

che vanno rivelate.


#RebelSoul©®

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Samy Chamine Surrealist Art

La donna è acqua



🖤Ciò che seduce

 Ciò che seduce

è l'inesprimibile.


#RebelSoul©®

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"Lamia" Roberto Ferri Artist

Ciò che seduce


🖤Siamo stati abituati

 Siamo stati abituati

a vedere solo con gli occhi.

Vedere con il cuore

disintegra l'ovvio.


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"Agnus" di Konstantin Korobov Surrealist Art

Siamo stati abituati



🖤Si fa un passo indietro

 Si fa un passo indietro

per lasciare la scena

a chi necessita dei riflettori

per brillare.

Per fare numero.

Per il tempo di un applauso.


#RebelSoul©®

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Aykut Aydogtu Surrealist Art

Si fa un passo indietro



🖤Il sapere

 Il Sapere

non è mai elitario.

È selettivo.


#RebelSoul©®

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Mark Ryden Surrealist Art

Il sapere



🖤Amore

 Amore non è ciò che fai.

È ciò che sei.


#RebelSoul©®

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Michael Parkes "Pale Swan" 1966

Amore



💚Inanna e Dumuzi

 Oggi, in ambito Mesopotamico, si celebrava il rito dell'Unione ierogamica, l'unione Sacra tra la dea Inanna, la dea della fertilità e Dumuzi o Tammuz, il Dio pastore della vegetazione, figlio della pecora Duttur, il pastore che muore per poi rinascere ciclicamente, come gli altri rappresentanti di questo ciclo di vita, come Afrodite con Adone, di cui ho parlato recentemente(https://www.facebook.com/103659844591320/posts/490840119206622/).

https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/su-nenniri.html

Questa placca rappresenta gli Amanti che si abbracciano.

Questo mito non riguarda quindi, soltanto il rapporto amoroso tra Inanna e Dumuzi, ma è una metafora che riguarda la dimensione agricola, del Seme inteso metaforicamente anche come Seme spermatico maschile, che rende feconda la terra, e quindi, la loro unione ha un valore anche sociale, perché rende feconda la terra, mettendo i frutti di questa unione a disposizione della comunità. 

Questo aspetto è molto bello e importante, perché in questo modo, gli esseri umani si rendono attivamente partecipi alla creazione divina, influenzandola con le loro azioni. 

Infatti ogni anno, con l'arrivo della primavera, pochi giorni dopo l'equinozio di primavera, il re della città e l'alta sacerdotessa del tempio, nel regno Mesopotamico, assumevano il ruolo di Dumuzi e Inanna, celebrando l'unione Sacra, per garantire fertilità e abbondanza, identificandosi per la durata del rituale, con le stesse divinità. 

Inanna è potentissima. È la regina del cielo e della terra, dell'amore e della guerra, del bene e del male. Gli accadi la chiamavano Ishtar, e il dio principale centro di culto era Uruk, nell'odierno Iraq. Naturale discendente della Dea Uccello neolitica, viene rappresentata con ali e zampe da uccello, mentre poggia, in atteggiamento di dominio, sui due leoni.

È l'equilibrio delle due polarità contrapposte, del maschile e del femminile, che le consente questa potenza. Sempre accompagnata da due civette, perché suo è anche il regno delle tenebre, e insieme a sua sorella Ereshkigal, dea dell'inferno sumero, la sorella oscura, formano la bipolarita' di questo potente Archetipo Femminile. 

Una dea potente, sicura di sé, che chiede con grande sicurezza e determinazione, al suo consorte Dumuzi, di penetrarla, di toccarle la vagina, perché il ciclo dell'accoppiamento, della fertilità, si deve compiere, per portare abbondanza.

Un aspetto che veniva considerato sacro, nel campo della ierodulia, della prostituzione Sacra, nella quale la femminilità viene liberamente manifestata. 

Una Dea associata a Ecate, alla Sophia della gnosi, alla Shekinah del misticismo giudaico. Un veicolo del Divino, in quanto pura, lucente, vergine, legata al pianeta Venere, e alla costellazione della Vergine, chiamata Spica in greco, che significa spiga di grano, simbolo della fertilità che questa coppia divina incarna. 

Ancora oggi, è tradizione regalare una cornucopia che trabocca di fiori e di frutta, agli sposi, eredità di quel corno, legato alla Fertilità, a quel Dio che  risale dagli Inferi, e che dimora nell'Ariete, segno che inaugura la primavera, il cui simbolo, che identifica "fallo e corno", porta in sé abbondanza, grano, elevazione spirituale. 

Perché l’antico culto di Tammuz, o Damuz, il Dio risorto(come lo sarà il nostro Cristo, due millenni dopo) è legato con i culti misterici babilonesi di Nimrod, Semiramide ed Horus, loro figlio illegittimo, quindi alla lettera Tau, il simbolo degli Iniziati, come ho scritto tante altre volte, che poi verrà adottato anche dai cristiani. 

La figura di Dumuz è più fragile, rispetto alla Dea Inanna. 

Incarna la forza, rappresentando un pastore, del latte, del nutrimento degli agnellini che nascono proprio in primavera. Latte che in natura, si altera facilmente. È il dio dell'ovile, mentre Inanna è la dea della palma, dei Datteri. 

Le nozze sacre proponevano anche un nuovo modello di regalità, che rinsaldava la dinastia dei sovrani di Ur, non solo di abbondanza pratica nei raccolti, e di rinnovamento vegetativo.

I due amanti, Damuz e Inanna, in questa placca, formano una M con l'incrocio delle gambe.

La M è il tredicesimo Sacro Archetipo Ebraico, Mem, con funzione "fluidità". Indica la Madre delle Madri, la Madre delle acque primordiali.

La Madre Amniotica, il veicolo di tutto il nostro DNA animico e mnemonico.

Un Archetipo, principio di vita, correlato e complementare al suo opposto, l'Arcano Maggiore XIII della Morte.

Vita e morte insieme, perché sono imprescindibili l'uno dall'altra.

Quindi stanno configurando l'unità monadica per eccellenza, la Sigizia primordiale, formata dall'unione degli opposti.

Lei, con la mano sinistra, quella del Femminino, offre il seno destro(il lato destro, maschile, è il lato che alchemicamente, offre).

Lui, con la mano destra, accarezza il grembo di lei, sede della creazione. 

E per finire, lei porta un ornamento, un

"collarino" con tre moduli, al collo, che indicano "nascita/morte/rinascita", il potere rigenerativo della stessa dea. 


Placca di argilla, Mesopotamia, periodo Isin-Larsa-antico babilonese, ca. 2000-1600 a.C. Argilla cotta. Basilea, Collezione Erlenmeyer.


Tiziana Fenu

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Inanna e Dumuzi



💚Zodiaco di Esna( Sagittario)

 Da un recente articolo 


https://mediterraneoantico.it/articoli/egitto-vicino-oriente/egitto-i-restauratori-scoprono-lo-zodiaco-di-esna/

Un  team di restauratori del Consiglio Supremo delle Antichità è riuscito per la prima volta a indagare e rendere nota una porzione dello Zodiaco presente sul soffitto della Sala Ipostila del Tempio di Khnum a Esna (60km a sud di Luxor). L’obiettivo è quello di censire, studiare e documentare tutti i rilievi raffiguranti divinità ed animali ed è parte di un progetto congiunto dell’Università di Tubinga e del Ministero delle Antichità egiziano.

Si tratta di una scoperta certamente molto importante, infatti questa porzione del soffitto non compariva nella celeberrima pubblicazione di Serge Sauneron, l’egittologo francese che ha dedicato la sua vita allo studio non solo del tempio, ma anche delle sue iscrizioni e raffigurazioni, molte delle quali a metà del ‘900 era ancora totalmente ricoperte dalla fuliggine e quindi invisibili.

Come afferma il Dott. Hisham Al-Laithi, capo della missione egiziana e dell’amministrazione centrale dell’Egyptian Antiquities Recording Center, sono raffigurate le dodici costellazioni, dall’Ariete ai Pesci, oltre ai pianeti di Giove, Saturno e Marte e ad una serie di costellazioni che gli antichi Egizi utilizzavano per misurare il tempo. Un simile esempio si trova solo presso il Tempio di Hathor a Dendera, che fino a questo momento era un unicum nel suo genere.

Oltre alle già note raffigurazioni di animali come coccodrilli e serpenti, compaiono anche figure molto particolari: un serpente con testa di ariete e un uccello con testa di coccodrillo, coda di serpente e quattro ali, accompagnato da iscrizioni con nomi divini"


Mi soffermo un attimo su questa splendida immagine, che rappresenta il segno zodiacale del Sagittario. 

Sulla testa del centauro, nove fiori con 5 petali ciascuno. 

Si suppone che il suo nome egizio (diw) possa derivare da un antico nome della mano;oppure potrebbe indicare la Terra, il dio Geb, quinto in ordine di creazione, o, ancora, Thot che a Ermopoli veniva indicato come l'ultimo dei cinque (wr-diw).

Il 9, riprende la perfezione ciclica del Sagittario/Chirone/Pegasus.

I nove fiori a 5 petali, riprendono la conformazione della stella a cinque punte, come la Tanit, che indica la connessione con il Divino, oltre che il Sacro Femminino, perché il 9, è non solo legato alla nona sfera, anello di congiunzione tra Umano e Divino, ma è anche legato all'Archetipo Teth, il grembo, il Femminino, la Kundalini.

9 fiori con 5 petali ciascuno.

9 x 5= 45

45= 4+5= ancora 9

La perfezione del ciclo, del Tempo.

Chirone era figlio di Cronos ed è un Centauro come il Sagittario, strettamente legato alle erbe medicinali, alla guarigione 

Chirone il grande guaritore.

Secondo la tradizione giunta fino a noi, la raffigurazione classica del Sagittario è quella di un centauro dotato di arco e frecce. Tale rappresentazione, però, non è di origine greca, ma babilonese: la costellazione, infatti, rappresenta il dio Nergal, che in alcune immagini viene dipinto come un centauro alato.

L’identificazione più nota, invece, è quella con il centauro Chirone, che però è molto probabilmente rappresentato nella costellazione del Centauro

Chirone figlio di Cronos, del dio del Tempo, perché il tempo guarisce le ferite.

Sono 9 fiori, perché il Sagittario è il nono segno.

Il numero 9 oltre che rappresentare il Sacro Femminino inteso come Kundalini, Sapienza misterica, Sophia celeste, esotericamente è il numero considerato più sacro di tutti, quello che contiene tutti gli altri numeri. 

Nell'antico Egitto in particolare, era considerato la Matrice di tutti gli Dei ( "Matrice" lo è anche per il nono Archetipo Ebraico Teth, in quanto la sua funzione è "cedente". È la forma, la Matrice, attraverso la quale si manifesta lo spirito), perché si parlava di divinità raggruppate in gruppi di nove, chiamate Pesedjet. 

La città di Heliopolis, infatti, secondo questa struttura cosmogonica, fu fondata dal Dio Atum e dai suoi discendenti : Shu( aria), Tefnut( umidità), Geb( cielo), Nut ( terra), e i loro figli Ese ( Iside), Usir ( Osiride), Sutech ( Seth), e Nebethut ( Nefti) 

In questa rappresentazione, il centauro ha una coda quasi da scorpione, con 8 elementi, chiaro riferimento al segno dello scorpione, ottavo segno, la coda a cui subentra il Sagittario.

Una rappresentazione straordinaria, che lascia immaginare la bellezza di tutta la composizione astrologica narrata in  questo contesto.


Tiziana Fenu

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Zodiaco di Esna ( Sagittario)



💚La navicella di Baunei

 La navicella di Baunei

 La navicella nuragica ritrovata a Baunei, è attualmente esposta al Museo Archeologico di Cagliari, rappresenta una scimmia a carponi, su un'imbarcazione a forma di goccia/cuore/vulva.

Una forma del genere, l'abbiamo trovata anche nel petroglifo di Ilbono (  https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/la-sacra-vulva-di-ilbono.html?m=0), di cui ho già approfondito, e che considero come simbologia del Sacro Femminino, della creazione.

Che vengano rappresentati degli animali, nelle nostre Navicelle nuragiche, piuttosto che umani, è quanto mai simbolico.

Come ho scritto altre volte, sembrano la rappresentazione di piccole Arche di Noè (quel Noè, il cui nome vero, Ziusuddu, è un nome molto sardo, come ho scritto altre volte -https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/stele-israele-con-capovolto.html?m=0), con gli animali in rappresentanza del regno animale, preposti alla creazione di una nuova civiltà, dopo il diluvio.

Simbolo quindi, di una continuità genetica.

Mi colpiscono sia la posizione delle zampe, anteriori e posteriori, sia la mezzaluna sulla schiena.

Potrebbe essere funzionale ad un qualcosa. Se fosse davvero una lucerna votiva, come molti sostengono siano le navicelle nuragiche, la mezzaluna potrebbe servire a sostegno di un qualche elemento che brucia.

Ma a livello simbolico, credo che ci sia molto altro.

La forma delle zampe anteriori e posteriori, insieme, in questa posizione, sono molto simboliche.

Ho già visto questa "struttura", a "porta", in un altro contesto.

Quando parlai dei due Sacri Archetipi Ebraici, Nun e Dalet, presenti sotto il simbolo della tribù dei Dan ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0). 

L'Archetipo Nun, il quattordicesimo, ha la funzione di "trasformazione", mentre il quarto Archetipo Ebraico Dalet, ha la funzione "solidità".

La Dalet, simboleggia la porta, la zona di confine tra una dimensione e l'altra, la conoscenza alchemica degli Iniziati, che trasforma, che trasmuta.

Infatti, se uniamo la Lettera Nun, con la Dalet, abbiamo la ventiduesima lettera Tau, la tappa ultima, il livello finale della Conoscenza.

L'acquisizione della consapevolezza di essere degli Iniziati giunti al termine del percorso misterico iniziatico, che deve essere svolto sempre in umiltà, come indica la Dalet, come un uomo piegato disposto a ricevere le iniziazioni misteriche.

Per arrivare ad essere un Giudice.

Infatti, la Nun e la Dalet, insieme, formano anche la parola Giudice.

Per questo motivo sono le due lettere presenti nel simbolo della tribù dei Dan. Indica la tribù di Giuda, dei Giudici.

Quelli che poi fondarono i quattro Giudicati in Sardegna( Cagliari, Arborea, Torres/Logudoro, e Gallura).

Quattro, come i quattro punti della Nun e della Dalet insieme.

Quattro come il quarto Archetipo Dalet, che ha un'energia Femminina, la materia, la Forma, dove trova espressione la Sostanza.

I nostri Giudici, come i Giganti di Mont'e Prama, rappresentati con l'arcata sopraciliare e il setto nasale, con la T della Tau. Un simbolismo che indica degli esseri Iniziati, semidivini.

Ma, il simbolismo trasformativo dell'Archetipo Nun, insieme a quello della Dalet, che indica il passaggio, la porta, si lega benissimo alla valenza mercuriale, trasformativa, e al contempo, assolve alla funzione di "giudice", che proprio questa scimmia rappresenta.

Scimmia che potrebbe essere anche un Babbuino che rappresenta l'elemento mercuriale, trasformativo, per eccellenza, il Dio egizio Toth, collegato a Mercurio, in quanto pianeta che governa la scrittura, il calcolo e in quanto messaggero degli dei. E in quanto raffigurato mentre impugna lo scettro dai due serpenti, tra l'altro simbolo dei medici e dei farmacisti, ma soprattutto, simbolo della sinergia delle due polarità, maschile e femminile.

E qui in Sardegna, abbiamo una rappresentazione ben precisa del dio Toth, come sinergia delle due polarità, rappresentato dalla sacerdotessa di Sardara, della quale ho approfondito in un mio post ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/la-divinita-androgina-di-sardara.html?m=0), rappresentata proprio con un viso da scimmia, da Babbuino.

Una figura sciamanica che è insieme, femminile e maschile, che si pone come elemento vettoriale, di comunicazione, tra le due dimensioni. 

Il Dio Toth, era il guardiano e giudice della soglia, tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. 

Questo spiegherebbe anche come mai la scimmia ha lo sguardo rivolto verso la parte opposta della prua, dove invece si trova la protome taurina, simbolo di vita, di fecondità, di creazione. 

La scimmia invece è rivolta dalla parte opposta, verso "la morte", la dimensione della non creazione. 

Sta in bilico, come una porta, simboleggiata dalla porta del suo corpo, tra le due dimensioni, quella dei vivi e quella dei morti. 

Ma sul dorso, porta la falce di luna, la coppa, il mezzo anello, che è la simbologia della coppa femminea di luna, che corrisponde, simbolicamente, al momento più fertile tra le due lunazione, quando la luna, è "in falce di luna" come una coppa, e può accogliere simbolicamente, il Seme maschile nella sua coppa, nel suo grembo, come nel quindicesimo giorno dell'ovulazione, il più fertile. 

Il giorno in cui si può creare la vita, e, simbolicamente, rinascere anche dopo la morte, verso la quale è rivolto lo sguardo della scimmietta/Babbuino. 

Perché essa può. 

Il Mercurio è per antonomasia, l'energia femminile della trasformazione. 

Governa la vita e la morte. In essa, gli opposti, agiscono in sinergia. 

Ecco perché la navicella è a forma di vulva femminile. 

Non è a forma di foglia o di cuore. 

Ma ha la forma di quella vulva femminile che è porta, passaggio per il grembo della vita, per la resurrezione. 

Questo senso di continuità, tra la vita e la morte, è estremamente presente nella nostra Antica Civiltà Sarda, ed è rappresentato attraverso molti moduli artistici e architettonici, che lasciano davvero senza fiato. Raffinati, non ostentati, da interpretare. 

Altamente simbolici e spirituali. 

Di una Bellezza senza fine e senza tempo. 


Tiziana Fenu 

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La navicella di Baunei

Nell'immagine, la navicella di Baunei, ripresa dalla mediateca di Nurnet( https://www.nurnet.net/mediateca/14522860_606146026212847_4355147494512293643_n/)



💚Cigno di feltro Kurgan

 Da un post dell'Archeologa Ticia Verveer


https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=763273595162063&id=100044382881604

Cigno di feltro in bianco e nero, risalente a 2500 anni fa ritrovato nei kurgan di Pazyryk e perfettamente conservato grazie al ghiaccio.

Il corpo del cigno è stato riempito con lana di renna


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Questo è ciò che dice la didascalia. 

Ma, a livello simbolico, assume un significato ben più profondo.

La renna è stata sempre rappresentata, fin da tempi antichissimi, come un animale di potere. 

Legata al solstizio invernale, simbolo di un Sacro Femminino che trasporta "il sole tra le sue corna", sopravvive ancora oggi, come tradizione popolare, rappresentata dalle renne che guidano la slitta di Babbo Natale. 

Il Femminino che porta alla luce, il Sol Invictus, il Sole Bambino, e che, per questa sua capacità di portare luce, è chiamata anche ad accompagnare le Anime nell'altra dimensione. 

Un animale di potere, Sacro, il cui nome è legato anche a quella particolare località, Rennes-le-Château, nella quale, il famoso parroco di Rennes-le-Château dal 1885 al 1909, trovò un tesoro, avvolto ancora oggi da un fitto mistero. Il tesoro che arricchì Bérenger Saunière non era di natura materiale ma documentale: si sostenne, infatti, che il parroco avesse trovato documenti che provavano la terribile verità della discendenza di Gesù, conosciuta storicamente come dinastia del Sang Real, il "Sangue Reale", termine in seguito corrotto in San Greal o più precisamente Santo Graal.

Un luogo, quindi che porta il nome delle renne, legato al Sacro Femminino cristico, come lo è anche la figura del Cigno. 

Cigno, che con la sua stella Deneb, della Costellazione del Cigno, e altre due stelle, Vega della costellazione della Lira, e Altair dell'Aquila,  domina, invece, con il cosiddetto triangolo estivo, le sere del solstizio estivo. 

Quindi due solstizi, invernale ed estivo, rappresentati rispettivamente dalla renna e dal cigno. 

È altamente simbolico che si siano scelti questi due animali, perché sono rappresentativi dei due solstizi che traquardano quel momento di passaggio tra la dimensione terrena e quella spirituale, nella trasformazione ultima nella Sposa Celeste, nella purezza assoluta. 

Dalla dimensione terrena (a cui appartengono sia il cigno che la renna) e acquatica( anch'essa dimensione del Cigno, del puro Sacro Femminino), alla dimensione, più spirituale, dell'aria, dell'etere. 

Sappiamo che i solstizi traguardavano i passaggi della nascita e della rinascita. 

Tutte le Domus de Janas, sono orientate ai solstizi, verso la porta degli Umani ( solstizio estivo) e verso la porta degli Dei ( solstizio invernale). 

Sarà un caso, ma la posizione del collo e del corpo del cigno, delinea una S, come la S dei solstizi, simboli di immortalità, di rinascita, di ritorno alla dimensione divina, in seno a quel Femminino, onorato e celebrato proprio da questi due animali, ad esso sacri. 

Le piume dell'ala visibile del cigno, sono sei, chiaro indice della sinergia degli opposti, per la nascita e rinascita. 

In tutto 12 ali, numero che, ridotto ad una cifra, diventa un 3, il simbolo della creazione, della nascita e rinascita. 

Così come è simbolica la scelta dei due colori, il bianco e il nero. 

Ancora le due polarità, necessarie per il volo di rinascita, come la contrapposizione del buio, del nero dell'inverno, e della luce, del bianco luminoso dell'estate. 

Un manufatto straordinario, ricco di simbolismo anche cosmogonica, che riflette una profonda spiritualità. 


Tiziana Fenu 

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Cigno di feltro Kurgan



giovedì, marzo 23, 2023

💛Spirale speculare Domus di Oredda

 Dal blog Nero Argento ( http://www.neroargento.com/page_galle/oredda_gallery.htm) 

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2512561598897072&id=100004297686858

curata dal fotografo Paolo Lombardi, una carrellata di stupende immagini di una Domus de Jana che si trova a Oredda, in provincia di Sassari, in un terreno privato. 

Ma la mia curiosità e il mio stupore, si soffermano su un pilastro che riporta un simbolo che abbiamo già visto tante volte, ma in una forma più completa( prima immagine) 

Avevo già affrontato una comparazione tra questo simbolo, presente come petroglifo in bassorilievo nella Domus de Janas dell'Ariete, a Perfugas(Ss), in Sardegna, nella seconda immagine, metà IV millennio a. C., comparandolo ad un petroglifo in bassorilievo proveniente dalla Necropoli di Castelluccio, nella terza immagine, in Sicilia, in provincia di Siracusa, ed esposto al museo Paolo Orsi di Siracusa, fine III millennio a. C.

Ne avevo parlato in un mio post ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/petroglifo-sardo-e-siciliano-confronto.html?m=0), ignara del fatto che potesse esserci un simbolo, completo, molto tempo prima di quello di Castelluccio. 

Perché parlo di simbolo completo? 

Perché quello di Castelluccio, e, in modo molto evidente, quello della Domus di Oredda, che risale a due millenni prima, esprime in modo inequivocabile la sinergia del maschile e del femminile in un atto quasi "copulatorio", perché nel simbolo della Domus di Oredda, si vede benissimo anche la parte sottostante, con le due spirali in direzione ascensionale, quasi insinuate all'interno delle due spirali speculari, che indicano l'utero femminile, stilizzato. 

Questa simbologia si espande, in una simbologia cosmica più universale, dove il macrocosmo si riflette nel microcosmo.

Dove l'energia di espansione, e nel contempo, di contrazione, è la stessa energia creativa e orgasmica che è alla base della vita stessa. 

Le spirali come due riflessi, simili ed opposte, complementari l'una all'altra, perché le due energie, maschile e femminile, sono simili ed opposte, complementari e imprescindibili l'una all'altra. 

Sono, in questa forma, dentro una Domus de Jana, perché la nascita /rinascita, necessita della sinergia del Padre/Madre, affinché possa compiersi, anche e soprattutto, nell'altra dimensione, come abbiamo visto anche nella griglia della "scacchiera" di Pubusattile, a Villanova Monteleone, come ho già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/la-scacchiera-de-sa-pala-larga-bonorva.html?m=0), e che è la stessa griglia, a 64 quadratini, che sarà poi la griglia portante del basilare testo delle vibrazioni, il Kamasutra ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/il-kamasutra-e-la-scacchiera-di.html?m=0). 

Ne parlavo già due anni fa, con intenso intento, con la certezza che, pur azzardando, avrei trovato conferme sempre maggiori. 

Non è forse la rappresentazione di una copula, di una Sacra unione energetica, dinamizzata dalla dinamica aurea delle spirali, che danno a questo simbolo una valenza archetipale, oltre che simbolica, che va molto oltre lo stesso segno grafico? 

Osservatelo bene. 

Ha lo stesso schema dei capovolti  delle Domus de Janas  Sas Concas, di Oniferi, in provincia di Nuoro, risalenti al III millennio a.C. nel periodo della cultura di Abealzu-Filigosa. 

Sono le due polarità sinergiche, opposte e speculari, necessarie sia per la nascita in terra, che per la rinascita dopo la morte. 

E ora, possiamo dire con certezza, che molto prima del bassorilievo di Castelluccio, così esemplificativo, poiché trovato anch'esso in una necropoli,  simbolo della rinascita dopo la morte, abbiamo il nostro Archetipo nella nostra Domu de Jana. 

Completo, inequivocabile, potente, universale. 

Potente come un Vajra indiano, simbolo della forza del fulmine, della potenza dell'energia. 

Perché di creazione di energia si tratta, come un dipolo elettrico, un sistema formato da due cariche elettriche uguali e di segno opposto. 

I fulmini sono fatti di plasma. 

Ciò che vedevano i nostri Antichi Padri e Madri, nei cieli, prima che fossero ovattati da scie chimiche e atmosfera inquinata, erano dei rilasci elettrici di plasma, che vengono comunemente ed erroneamente, chiamati "squatter man", uomo acquattato, in posizione di difesa, studiati per lungo tempo dal fisico amaricano Anthony Perratt. 

Manifestazioni di  plasma, che è un gas ionizzato caratterizzato dalla presenza di elettroni e ioni, molto presente nell'universo, ma raro sulla terra, se non in particolari circostanze, come l'aurora boreale. 

Un fenomeno che è presente in forma di petroglifo, in moltissime parti del mondo, in forma trasversale, anche in petroglifi che hanno una datazione molto antica. 

Rappresentazione, che riconduce, simbolicamente a quell'unico concetto universale di creazione. 

Un fulmine, d'altronde, nasce come risultato dell'accumulo e della conseguente scarica di energia elettrica tra zone a differente potenziale elettrico, come tra l'energia femminile( che ha un polo negativo) e l'energia maschile( che ha un polo positivo) 

Quando si dice "un colpo di fulmine", non è solo un modo di dire. 

E la manifestazione della dimensione divina, del Sacro, come ho scritto tante volte, avviene attraverso la sinergia delle due polarità, come sono sempre state rappresentate, in ogni civiltà di ogni tempo, specialmente il Sacro Femminino, in equilibrio, a mani tese, in posizione di potere, con due elementi speculari tra le mani( spesso animali). 

Il gemellare, lo speculare, è sempre manifestazione di dimensione divina, di Sacro, come ho già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html?m=0), e a maggior ragione, dentro un ambiente sacro di trasmutazione come in una Domus de Jana, già altamente divinizzato da simboli archetipali, veicolo di trasmutazione per l'altra dimensione. 


Tiziana Fenu 

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Spirale speculare Domus di Oredda



Petroglifo Domus di Oredda, con doppia spirale speculare



Petroglifo in bassorilievo nella Domus de Janas dell'Ariete, a Perfugas(Ss), metà IV millennio a. C

Petroglifo in bassorilievo proveniente dalla Necropoli di Castelluccio, nella terza immagine, in Sicilia, in provincia di Siracusa, ed esposto al museo Paolo Orsi di Siracusa, fine III millennio a. C.

Capovolti nella Domus de Janas  Sas Concas, di Oniferi, in provincia di Nuoro, risalenti al III millennio a.C. nel periodo della cultura di Abealzu-Filigosa.

Srmpre capovolto nella Domus de Janas di Oniferi

Sacro Vajra indiano 

Rappresentazione grafica di un dipolo elettrico, un sistema formato da due cariche elettriche uguali e di segno opposto

"Squatter Man", manifestazioni di plasma, riscontrabili come petroglifi, in ogni parte del mondo


mercoledì, marzo 22, 2023

💛Pozzo S. Cristina /Pantheon

 L'equinozio di primavera, ha appena varcato il suo ingresso, e vorrei sottolineare la similitudine tra le nostre architetture a tholos, nei nostri nuraghi, e nel pozzo di Santa Cristina in particolare, e un tempio romano edificato, come già avevo accennato, con i parametri e l'architettura della nostra Antica Civiltà Sarda, nella quale i parametri della Geometria Sacra, delle ierofanie, e della trasfigurazione sotto il fascio di luce divinizzante che entra dagli oculi, è fondamentale. 

La cupola del Pantheon, il tempio romano dedicato a tutti gli Dei, fatto costruire nel 27-25 a.c. dal console Marco Vipsanio Agrippa, architetto preferito e genero dell'imperatore Augusto, presenta, sulla sommità, un grande oculo, attraverso il quale, i raggi del sole, delineano con la loro inclinazione, delle traiettorie luminose. 

Il 21 dicembre, per il Solstizio invernale, l'angolazione del raggio luminoso è di 24°

Per i due equinozi,  di primavera e d'autunno, 21 marzo  e 23 settembre, l'inclinazione è di 48°. 

Quindi anche per questo equinozio di primavera, si è verificata l'inclinazione del fascio di luce, a 48°

Ma, il momento più interessante, è il 21 giugno, al solstizio d'estate, quando il sole proietta sul pavimento un disco di 9 metri di diametro, con l'angolazione di 72°. 

Nella stessa data del 21 giugno, insieme al 21 aprile e il 21 agosto, come rilevato e approfondito dal ricercatore Sandro Angei, si verifica la ierofania sul dodicesimo anello della tholos del pozzo di Santa Cristina, sul quale mi sono già soffermata per il significato simbolico. 

Notate come, i numeri dell'angolazione dei raggi che entrano nel Phanteon, rispettivamente, agli equinozi(48°), solstizio invernale (24°), al solstizio d'estate( 72°), in sequenza, diventino un 

48/24/72

E ancora, ridotti 

12/6/9

E ancora, un

3/6/9

La sequenza triadica dell'universo che crea. 

Sottolineo come, i nostri nuraghi, come già avevo esposto, così come il pozzo di Santa Cristina, hanno gli angoli dell'ingresso, a 72°,  e sottolineo come, proprio al solstizio d'estate, quando gli angoli del fascio di luce nel Pantheon è a 72 °, nei nostri nuraghi si verifica la trasfigurazione nel "corpo di luce" 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/trasgirazione-solstizio-estivo.html?m=0).) 

Il raggio di sole che entra nel Pantheon, per il Solstizio estivo, ha un raggio di 9 metri ed un'inclinazione di 72°. 

Ha un'estensione di 9 metri, che richiama il numero 9 degli  angoli 72°/72°/36°,  dell'ingresso del pozzo di Santa Cristina e dei nostri nuraghi. Sommati singolarmente, diventano dei 9

72/72/36

9/9/9

27

Ancora un 9

Il 9 è il numero del grembo, del Sacro Femminino, della Creazione.

L'Archetipo Teth, la Kundalini divinizzante.

L'imperatore romano si trasfigurava sotto questo raggio. 

Il gioco di luce nel Pantheon, del 21 aprile, invece, con una inclinazione del raggio, a 60°, è un effetto pensato per scandire le stagioni e allo stesso tempo, per accogliere l'ingresso trionfante dell'imperatore, che entrava da nord,  con il raggio di sole che illuminava il suo ingresso, partendo dal portale. 

L'ingresso del pozzo di Santa Cristina, è a sud, leggermente verso est, di pochi gradi. 

Quindi, verosimilmente, la ierofania sul dodicesimo anello, dovrebbe manifestarsi sul lato opposto, verso nord, che, metaforicamente, risulta il nord, illuminato dal raggio di sole, nel Pantheon, per il 21 aprile, quando di illuminava il portone e l'ingresso trionfale dell'imperatore, con un angolo a 60°. 

Una similitudine non casuale, evidentemente. 

Ma abbiamo visto, come quest'angolo a 60°, sia uno dei simboli dei Giganti di Mont'e Prama, quello che porta sul mento il Gigante Efis, con l'esagono e i suoi lati interni ed esterni ben delineati, come simbolo di Costruttori divini della Geometria Sacra ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/la-geometria-del-6-nel-mento-del.html?m=0) 

Teniamo presente che durante il Regno egizio, la Geometria  era basata sul 6, come nella nostra Antica Civiltà Sarda, ed era prodotta dal Sole equinoziale a Heliopolis, la città più importante del culto del Sole, al trentesimo parallelo Nord, con la sua ombra rapportata all'altezza, di 1:3, con un angolo di 60°, in riferimento all'obelisco di Atum Re, il prototipo di tutti gli obelischi-orologi-meridiane. 

Su questo angolo a 60°, si è poi sviluppata anche la piramide di Cheope, per simulare in scala più piccola, il sole all' Equinozio. 

È abbiamo visto come la Geometria Sacra sia presente, non solo nella nostra Architettura, ma anche nelle proporzioni dei nostri stessi Giganti di Mont'e Prama, nelle Dee Madri, e del bronzetto di Teti, e in molto altro, come ho già approfondito, visto che il simbolo di questa Geometria Sacra, il Fiore della vita e la stella a sei punte, ancora vivono nella nostra tradizione, come simbolo della Maschera dei Boes, e della Sartiglia di Oristano. 

Possiamo immaginare, quindi, quale meraviglia potesse suscitare tale investitura solare e regale, in un personaggio di potere della nostra Antica Civiltà Sarda, o in una coppia che si univa in un sacro legame. 

È una cosa che ci hanno copiato gli antichi romani, poiché è un fenomeno che si verifica anche nel Pantheon romano. 

Ora, nel 753 aC, proprio il 21 aprile, Romolo scelse il colle Palatino per la fondazione di Roma. 

Scelse quella data, perché avveniva la congiunzione del Sole con Palilicium, che era il nome latino di Aldebaran. 

Il nome Palatino, da cui deriva Palatium e Palazzo, discende da Pales, antica divinità agropastorale, celebrata proprio sul colle, il 21 aprile. 

Quindi, il 21 aprile, traguardava la levata eliaca, di Palilicium, il nome latino di Aldebaran, e l'intero colle Palatino, e il Palazzo imperiale, sede dell'imperatore Augusto,  era dedicato a Pales e a Palilicium. 

Palatino/Pales/Paulilatino. 

Un altro referente per la mietitura e per l'armatura, era la levata eliaca delle Pleiadi, figlie di Atlante sempre della costellazione del Toro. 

Guardacaso, la ierofania nel pozzo di Santa Cristina, si manifesta in concomitanza dell'ingresso della costellazione del Toro. 

 Io credo che i romani non si siano inventati nulla. Hanno ripreso le ierofanie trasmutanti che si formano all'interno dei nuraghi, proprio durante il Solstizio (https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/trasgirazione-solstizio-estivo.html?m=0). Hanno ripreso la data del 21 aprile, e ne hanno fatto la celebrazione della Dea Pales, della fondazione di Roma. 

Nella prima immagine abbiamo la  Tholos con foro apicale del pozzo di Santa Cristina, a Paulilatino, come ne abbiamo tanti, nei nostri nuraghi. 

Nella seconda immagine, la cupola del Pantheon "romano". 


Tiziana Fenu 

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Pozzo Santa Cristina /Pantheon




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