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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

domenica, marzo 19, 2023

💛Abu/babbu

 Oggi 19 marzo, è la festa del papà, la festa del San Giuseppe cristiano.

Il papà.

Il padre 

"Su babbu", in sardo. 

La  particella lessicale "abbu/ Abu" si trova spessissimo presso i nomi della civiltà sumera. 

Infatti "Abu" deriverebbe dall'accadico "Abu", cioè padre, Avo.

Ma mi viene in mente un' altra parola 

Balbuziente. 

Balbuziente/ babbuziente..ancora babbu. 

Ma stavolta legato al concetto di parola, di Logos. 

"All' inizio fu il Verbo", il Logos Manifestato.

Dio manifestato. 

Ma l'altra parola per indicare una balbuzie è 

" disfemia"

Il suffisso "dis" indica un' alterazione

Trasforma il significato della parola a  cui si lega, nel suo opposto ( disinfettare, disconoscere, dissacrare..)

E la radice "femia" è troppo simile alla parola sarda " femmia", che significa femmina. 

Quindi disfemia significa il contrario della femmina, quindi il maschio , il Padre, il Verbo , il Logos. 

Ma non solo.

Tante sono le parole sumere simili al sardo, la stessa parola Sumeri, rimanda al sardo "su meri", il padrone

"Abu", nel cui nome è evidente l'assonanza con il  Babbu sardo ( e di solito le consonanti iniziali si perdono per strada, quindi ritengo personalmente più probabile che il sardo sia più antico del sumero) era considerato il Dio Sumero padre della vegetazione e della fertilità. 

Il tempio quadrato a lui dedicato è stato ritrovato all' interno della Ziqqurat di Uruk del XX sec.a C., che è quella che ha resistito meglio all'erosione del Tempo ( ne abbiamo una anche noi qui in Sardegna, sul Monte d'Accodi, unica in tutto il Mediterraneo)

Delle montagne artificiali sacre, quadrate, così come il quadrato è il simbolo di Madre Terra, del Femminino. 

La Ziqqurat di Uruk, è quella che ha ben resistito all’erosione del tempo. Dedicata alla dea Inanna (Istar) fa parte dell’Eanna, il Santuario dedicato al dio Anu.

Nel tempio quadrato del Dio Abu ( 2750-2600 a.C.), sotto  il suo altare, vennero rinvenute 12 statuette,  conosciute come "gli oranti di Tell Asmar", con occhi enormi( troppo simili a quelli dei Giganti di Mont' e Prama), con mani giunte come per pregare, di cui 10 sono elementi maschili e 2 sono elementi femminili, con una figura portante, più grande, il Dio Abu, che regge un bicchiere dai bordi a profilo sfasato , che poteva essere sorretto solamente da un Re o una Divinità. 

Forse il  Santo Graal dei  Giganti Semidei, dei primi inseminatori dell'umanità. 

Tra le mani, un vaso simile a quello che ho riportato nell'immagine, con i bordi sfasati,, in clorite verde, trovato a Shahdad, in Iran. 

Ma le decorazioni, non sono forse quelle che rimandano alle decorazioni a Chevron che abbiamo nelle nostre Domus de Janas?

Per esempio, nella "tomba dei pilastri scolpiti" della necropoli di S'ena de cannuja, Bessude, nella Sardegna nord occidentale, a pochi km da Sassari, e nella Domus de Janas a Ossi, in provincia di Sassari, necropoli di Mesu 'e Montes. ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/motivi-chevron-nelle-domus.html?m=0). 

Ma è una decorazione che ritroviamo anche nelle nostre pintadera sarde ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/la-pintadera-sarda-e-un-ancestrale.html?m=0) 

Quindi.

Dodici statuine con le mani giunte che pregano, con gli occhi enormi. 

Dodici, come "su Santu Doxi" e multipli, sempre presente nella nostra Antica Civiltà Sarda, il dodicesimo anello nella tholos del pozzo di Santa Cristina, in cui si manifesta la ierofania del 21 aprile e 21 agosto, i 12  gradini speculari ai 24, sotto) di simbolica Ascensione verso il Divino, e molto altro. 

Dieci maschili e due femminili. 

Il 10 è il numero legato al Sacro Archetipo Ebraico Yod, con funzione "concentrazione". 

È il punto di inizio, quello da cui parte tutto. È la prima lettera del tetragramma divino YHWH, che troviamo anche qui in Sardegna.

Un'energia archetipale, completa, androgina, creatrice, divina. 

Il numero due, è invece, legato al Femminino la Beth, con funzione "contenitore". È il Grembo Cosmico, della Dea Madre. 

Quindi abbiamo  simbolicamente, la rappresentazione di entrambe le energie creatrici, maschile e femminile. 

Sono in atteggiamento di preghiera. 

Le braccia ad angolo, per convogliare energia, le mani raccolte, e la coppa del dio Abu, sul chakra del Cuore. 

Se pregano, vuol dire che parlano, che manifestano. 

Che emettono parola, verbo. 

Balbettare. 

Si puo' chiamare anche Disfemia. 

Dis- femia. 

Due femmine. 

Forse due femmine che ripetevano le preghiere pronunciate dai maschi, guidati dal Dio Abu. 

Un dio Abu-Babbu, alto, imponente, un Gigante, con gli occhi a doppia pupilla, come i nostri Giganti. 

"Dus femmiasa chi sighianta su babbu"

"Due femmine che seguivano il babbo'

Due femmine, che nella loro particolarità di essere volutamente "balbuzienti", ripetevano in disfemia ( con un parlare, un verbo, maschile, contrario quindi alla loro parola femminea) il Verbo del Padre/Babbu/ Abu

Consacrando queste parole, queste preghiere, magari attraverso "su binu" ( il vino) consacrato, come in un Sacro Graal in un rituale sacro, attraverso le loro 12 presenze.

"Binu" ( vino in sardo), molto simile alla parola "biu", che significa vivo. 

E "biu", e uguale al "vedo". 

"du biu", "lo vedo"

Su Binu, il vino, sacro, santificato, che rende vivi, che consente di vedere. 

Realmente. 

Il sangue di vita eterna. 

Il significato intimo, esoterico, simbolico dell'Eucarestia è questo. 

E questa, sembra una primordiale funzione eucaristica, santificata attraverso questi 12  officianti, il cui numero, ridotto, è un 3, un numero sacro di manifestazione divina, spirituale

I dodici apostoli che celebrano attraverso il loro Logos ritualistico verbale, il Logos divino , guidati da su Abu/Babbu terreno, padre delle piante e della vegetazione, Dio della fertilità

Con quelle "dus femmiasa"(due femmine) che facevano da coro balbuziente e ripetitivo per potenziarne il potere verbale liturgico. 

Oggi il mio pensiero va a quel Dio terreno, che è nostro Padre/Babbu/Abu, Dio della fertilità e della vegetazione, celebrato fin da tempi antichissimi. 


Tiziana Fenu

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