Si pone spesso l’accento sul fatto che le sue idee riposavano soltanto su intuizioni, magari geniali ma non accettabili dall’emergente spirito scientifico, per la mancanza di un’esatta “matematizzazione”.
Ma è proprio qui la grandezza di Bruno, ciò che fa di lui un vero e proprio profeta, il fascino della sua complessa personalità, del culto della magia naturale, della mnemotecnica, tutte attività evocatrici e precorritrici di moderni sviluppi.
E quando, nel settembre del 1599, messo alle strette dalle intimazioni del Santo Uffizio, che bene aveva intuito le devastanti implicazioni di quella dottrina, prese la decisione di non abiurare i capisaldi della sua filosofia, il suo spirito non era quello di un martire, ma di un pensatore illuminato e coerente fino allo stremo.
La sua storia ci dà una direzione, un metodo, un insegnamento che al di là delle contraddizioni, delle distorsioni o delle oscurità della sua opera, costituiscono una inestimabile eredità che il Nolano ha lasciato a tutti gli uomini di libero pensiero. Il lettore contemporaneo trova in lui lo stimolo a illuminare senza posa questa realtà che, pur essendo “umbra profunda”, può essere conosciuta da ognuno, con l’applicazione e lo studio, e superata mediante uno sforzo “eroico” capace di rivelarci il divino che è in noi. Purificato dalle scorie di dispute teologiche che poco gli interessavano, egli aspetta ancor oggi di essere letto, giudicato e capito per la sua filosofia, la sua visione della natura e del cosmo, al di là di ogni strumentalizzazione.
Tratto da : Guido del Giudice "Giordano Bruno Il Profeta Dell Universo Infinito"
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