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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

giovedì, luglio 17, 2025

💛Cappello ad atza

Tre  immagini a confronto
A sinistra, il nostro bronzetto di Vulci ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/11/bronzetto-sciamano-vulci.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/simbologia-delle-trecce-nel-bronzetto.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/sacchetta-sciamanica.html?m=0

Al centro, la nostra Sacerdotessa ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/bronzetto-sacerdotessa_27.html?m=0)
A destra un aruspice etrusco, Museo Gegoriano Etrusco Vaticano.
Le sacre scritture” etrusche erano racchiuse in tre grandi gruppi di libri, gli  Aruspicini, Fulgurales e Rituales.
Depositaria della letteratura sacra e della disciplina rituale era la casta sacerdotale.
Il cappello a punta, ad "atza", in sardo, è un convogliatore di energia.

Parole sarde..

"Atziccau" , spaventato, all'apice emozionale dello spavento

"Atzudua", uno/una, con un carattere "spigoloso", "appuntito" 

I nostri Antichi sciamani sardi, ancora prima degli Etruschi, come quello rappresentato dal nostro antico  bronzetto di Vulci, ne facevano uso.
Dal mio scritto
"Un copricapo pileato e conico, con carattere rituale, fatto in origine con una pelle di pecora non rasata, e poi in feltro o pelle, attribuito in epoche passate agli sciamani e poi attribuito, insieme al manto, alle figure religiose di potere, come i pontefici.
In Grecia era considerato un cappello da viaggio, e attributo specifico dei Dioscuri, i figli del Cigno, di Zeus, che si trasformò in cigno per sedurre la bellissima Leda, del quale parlai in un mio precedente post.
I Dioscuri, i gemelli Castore e Polluce, naviganti come gli Shardana, protettori dei naviganti.
Quella costellazione del Cigno, o Croce del Nord, così importante per gli Antichi Sardi, perché la sua stella più brillante Deneb, era la stella Polare 12.000 anni fa, e la cui croce astrologica, come abbiamo visto di recente, è una delle tre croci del cielo, sulla via Lattea, di Ascensione verso il Divino.
Gli emettitori viventi della forza primordiale", li avevo chiamati.
Un Nun che non è un uomo normale, ma è consacrato al Divino("Nun" in inglese significa anche  suora, cioè "consacrata" , oltre i suoi significati come "pesce/acqua/balena")
Un Alchimista Sacro, che è capace di costruire la sua zona Sacra, il suo Tempio, e può guidare gli altri, come fa su Componidori della Sartiglia, come fa su "Isshuadore", guidando l' animalita' dei Mamuthones.
Un uomo che è rinato a se stesso, che ha compiuto il percorso iniziatico attraverso le " tre croci simboliche", in cielo, lungo la via Lattea, così in terra.
Ecco il perché del copricapo simile al pileo, tipico dei Dioscuri, i figli del Cigno, di Zeus.
E questa alchimia trasformativa si può ottenere solo quando le polarità entrano in sinergia". Anche nell'arciere di Serri( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/arciere-santa-vittoria-di-serri.html?m=0), così come nel gonnellino del Gigante di Mont'e Prama, notiamo un gonnellino a punta( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/orioneurina.html?m=0)

"La posa dell'arciere della costellazione di Orione, come quella del nostro bronzetto, ad arco teso
La parte finale della parte posteriore del gonnellino, come la conformazione della costellazione del Cigno, a vertice verso il basso, importantissima per la nostra antica civiltà sarda( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0)
Un ingresso triangolare per convogliare energia, perché i nuraghi, come struttura corrispondono alle dinamiche energetiche della cimatica ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/10/nuraghi-e-cimatica.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2024/03/barumini-cimatica.html?m=0)e della radionica ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/nuraghe-suraki-antica-citta-di-neapolis.html?m=0)

Con il cappello "ad atza", abbiamo anche il nostro bronzetto di Funtana Padenti ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/bronzetto-di-funtana-padenti.html?m=0) e il nostro bronzetto

Sempre a Funtana Padenti, Lanusei, una sacerdotessa offerente ( https://www.nurnet.net/mediateca/page/6/?s=Bronzetti) di cui ho già approfondito per la particolarità degli anelli al collo, che ho ritrovato anche in una statuina iraniana (https://maldalchimia.blogspot.com/2022/10/statuina-iraniana-con-anelli-al-collo.html?m=0) 

Anelli al collo che mi rimandano alla simbologia di Saturno, quindi del Femminino, e che amplificano, secondo me, il convogliare delle energie, visto che la stessa conformazione l'abbiamo anche nello spillone nuragico ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/plasma-e-civilta-sarda.html?m=0) 

Abbiamo anche una sacerdotessa di Teti, sempre con il cappello ad Atza ( https://www.nurnet.net/mediateca/page/3/?s=Bronzetti) 

Tiziana Fenu
©®Diritti intellettuali riservati
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Cappello ad atza










mercoledì, luglio 16, 2025

💚Hator /S'ator/Sator

"sciranchizzi" sardo/egizio
( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/esiste-un-giochino-sardo-chiamato.html?m=0)
Le spirali, i 12 elementi( su Santu Doxi), compreso quello centrale, all'interno della torre.
I 5 sonaglini
5 numero di Venere/Tanit, associato anche al Toro.
Quinto Chakra della gola Vishudda, creatore di frequenze, come il correlato apparato riproduttivo femminile ( Vishudda-udda https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/blog-post_18.html?m=0)
Simbolo di sinergia creatrice, 

Monadica.

La Dea Hator appare anche vestita come un guerriero Shardana in alcune rappresentazioni ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/08/hatorshardana.html?m=0)
Sator
S' ator
La ruota del tempo
Precessione degli equinozi
Il nostro Sator sardo( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/i-grandi-architetti-costruttori-della.html?m=0)
TeNet
TaNit, presentissima in Sardegna, ne ho sempre parlato
SiNis
Palindromo come TeNet
"Infatti, le lettere della parola Sinis, traslate in numero( sapete che per gli antichi, erano importantissime queste corrispondenze alfanumeriche) danno come somma un 25, che ancora sommato (2+5), fa 7. 
Sette come i sette pianeti allineati che formano lo stargate di Ascensione verso il cielo. .

Quindi già il nome Sinis, è indicativo dello stesso stargate astronomico, già rilevato sul braccio teso di Orione/Osiride che regge l'Ankh, in corrispondenza del labirinto a 7 percorsi di Benetutti( lo stargate di Orione https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/lo-stargate-di-orione-attraverso-sa.html?m=0).

Gli Antichi, per avere un preciso riferimento cosmogonico, identificavano alcune zone del cielo, da cui ritenevano provenissero le divinità Creatrici o Generatrici

Chiamavano queste costellazioni, costellazioni Generatrici, e tra queste, sicuramente, la più importante era Orione. 
Nel quadrato di Sator, e in quello "del Sinis" a cui mancano delle lettere, e delle parole, ma una di queste potrebbe essere Tanit, seguendo un ordine ben preciso, si ottiene un reticolo, una specie di matrice universale".
Sulle varie interpretazioni del quadrato di Sator, ci sono tante chiavi di lettura, a cui è bene dedicare uno scritto a parte.
N, comunque, simbolo del serpente Neushan, il serpente bronzeo di Mosè, simbolo di potere, della Kundalini in equilibrio con le sue due polarità.
Serpente presente nel simbolo della tribù dei Dan ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0)

Tiziana Fenu
©®Diritti intellettuali riservati 

Hator/S'ator/sator




lunedì, luglio 14, 2025

💙Crop circle ragno

 

Un crop circle a forma di ragno è comparso  nel Dorset.

10/7/2025

Plenilunio in Capricorno

Sole in Cancro.

Le due porte, Umana e Divina.

Le due polarità in equilibrio

17 Archetipo Phe, espansione.

Ragno

Rango

Solo le due polarità in equilibrio, come la tessitura tra trama e ordito, consentono l'espansione

La Vesica Piscis del corpo.

8 zampe e il corpo.

9

Specularmente, forma un altro ragno con altre 8 zampe e un altro corpo.


16 zampe

Archetipo Ayin, corrispondenza tra il sotto e il sopra

L'occhio divino, il terzo Occhio.

Arcano Maggiore XVI della Torre. 

Torre in ebraico è Mgd 

Amigdala 

Magdalena 

Il Sacro Femminino con il suo potere di connessione, innato, con il Divino. 

2 corpi

16+2= 18

Archetipo Tsade, la forma del Femminino . Frattali divini

Arcano Maggiore XVIII della Luna.

Ancora Femminino.

13 circonferenze che si intersecano

13

Costellazione dell'Ofiuco.

L'Ofiotauro, con la testa di serpente, che ho approfondito svariate volte, proprio in concomitanza con la nostra Antica Civiltà Sarda, visto che è estremamente presente, come simbologia.

Il Serpente, simbolo del Femminino, della Sophia Superna.

13

Sacro Archetipo Mem, le acque Cosmiche, amniotiche, della creazione.

Arcano Maggiore XIII della Morte

Vita e Morte, i due aspetti della ciclicità.

I due vettori della creazione.

Il ragno Aracne

Simbolo archetipale. 

Ne ho parlato svariate volte, perché qui in Sardegna, la figura del ragno è molto importante. È legata al rito antichissimo de S'Argia Mexina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/s-argia-mescina_17.html?m=0) 

"Una Dea Ragno può essere affrontata solo da chi è del suo stesso rango. 

Perché lei è di un rango superiore.

È la Demiurga , la Dea Creatrice, "s'argia", "s'aranzolu", nome molto simile ad Arianna del Filo d'Oro, del labirinto

E come Neith , la Dea Ragno  egizia, filatrice  del destino, la dea guerriera dalle frecce incrociate sopra uno scudo,  fissate ad archi , con una valenza simile a quella di Atena

E' come una divinità che ha tessuto tutto il mondo,  e che è rappresentata da un telaio, e' la Grande Mucca che ha dato alla luce il Dio Sole Ra , in grado di partorire senza un partner, la più anziana tra le divinità.

Icona  del ragno , che si ritrova in tutte le civiltà,  in tutti i periodi storici

Del mito di Arachne si racconta che fosse bellissima e bravissima al telaio, tanto da  sfidare Atena, la quale perdente , stracciò la  la tela di Aracne in mille pezzi,  la quale scappo via , tentando di impiccarsi ad un albero

Allora Atena , non paga, decise di condannare Arachne a tessere per il resto dei suoi giorni , e a dondolare sullo sesso albero dal quale voleva uccidersi, ma non avrebbe mai  più filato con le mani,  ma con la bocca, poiché  fu trasformata in un gigantesco ragno.

Questo è ciò che racconta la mitologia su Arachne". 

La bocca femminile, proprio la simbologia del Sacro Archetipo Phe, del plenilunio, ciò che consente l'espansione, l'oracolare, il decretare.

L'oracolare della Pitonessa dell'oracolo di Delfi, che Apollo volle uccidere, invidioso del suo Dono, diciamocela tutta. 

Ma è legata anche alla nascita stra antichissima e archetipale Tanit tessitrice, che in testa porta un fuso, come la Dea Neith( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-tanit-di-tresnuraghes-la-nostra.html?m=0)

Discorso che ho ampliato in un successivo mio scritto, perché quella del telaio tra i due poli, la tessitura, rimane come iconografia, trasversalmente, in ogni civiltà, fino ad arrivare ai giorni nostri( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/la-tanit-di-tresnuraghes-tessitrice.html?m=0)

Tutto molto interessante e simbolico. 

La tessitura tra i due poli, tra Cancro e Capricorno di questo plenilunio, che ha segnato un passaggio importantissimo, come ho già sottolineato.

Ha delineato la nostra personale tessitura, quella manifestata dalle nostre due polarità, umana e divina..

Ci ha indicato l'equilibrio.

Ed equilibrio, dobbiamo rispettare.

Mai, come in questo periodo, si sono manifestate interferenze di squilibrio.

Siamo tenuti a riportare al giusto ordine, ad armonizzare, per rispetto dell'equilibrio dell'Universo, e verso noi stessi.

Una grande lezione, che ci richiama ad essere attivamente presenti.


Tiziana Fenu

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Crop Circle ragno



domenica, luglio 13, 2025

💛Domus de janas Unesco. Non sono case delle fate.

 

Ma NON SONO "CASE DELLE FATE" 

12 luglio 2025
"Le domus de janas entrano a far parte del patrimonio dell’umanità dell'UNESCO La decisione è stata ufficializzata oggi a Parigi, dove il Comitato Unesco ha decretato l’iscrizione delle “case delle fate” nella lista del Patrimonio mondiale.
L’atteso verdetto del Comitato porta a compimento un percorso iniziato nel 2018 che – su iniziativa del Centro Studi “Identità e Memoria” (Cesim) – ha coinvolto la Regione Sardegna, l’ufficio Unesco del Ministero della Cultura e numerosi comuni sardi, con Alghero capofila".

Adesso mi aspetto che le nostre Domus de Janas NON VENGANO  PIÙ CHIAMATE "CASE DELLE FATE", perché con le fate, non hanno nulla a che vedere.
Le nostre Domus de Janas sono tutte orientate ai solstizi, e sono la primordiale Matrice di quel Dio Janus/Giano, romano custode dei solstizi, del passato e del futuro.
I solstizi, le due porte estreme del percorso del Sole, di cui il Femminino è custode.
"Qui in Sardegna, la figura ancestrale che rappresenta i due momenti solstiziali, è rappresentato simbolicamente dalla Jana, il cui nome deriva da Janna, "porta", in sardo.
Una porta alchemica, rappresentata nelle Domus de Janas come passaggio nell'altra dimensione". ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/01/3112-2021-solstizio-dinverno-toro.html?m=0), traguardate, come zone sacre, da torii, come quelli giapponesi, di cui i nostri, sono evidente Matrice ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/02/torii-giapponesi-domus-de-janas.html?m=0)
Lo porta in grembo
Lo porta tra le corna taurine /uterine
Lo porta tra i due estremi del telaio, per tesserne l'esistenza, la manifestazione.
I telai d'oro delle Janas.
D'oro come il sole.
Perché sono custodi dell'Horus ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/04/locchio-di-horus-e-la-scacchiera-di.html?m=0)
Janas
Letto al contrario, è sanaj
Sanai, guarire, in sardo.
Luoghi alchemici di guarigione, di transizione, di trasmutazione
Sanai
Su nai, il dire in sardo.
Luoghi in cui si praticava la medicina del suono, delle frequenze de is brebus ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/archeoacustica-degli-ipogei-in-sardegna.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2024/12/brebusbrebeis.html?m=0
Sa nai
La nave
Le Domus de Janas NON SONO NEMMENO RIPRODUZIONI DI ABITAZIONI
Il soffitto come il fondo rovesciato di una nave, quella che trasporta il sole nell'altra dimensione
La carena.
Carena in sardo è lo sterno, che custodisce i polmoni, l'afflato divino, il soffio divino che restituisce alla vita, anche dopo la morte ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/le-domus-de-janas-non-sono-capanne.html?m=0)
Sono luoghi in cui il Sacro si manifesta, per divinizzare il passaggio nell'altra dimensione, attraverso ierofanie che benedicono i portali alchemici ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/allineamento-domus-sincantu.html?m=0) o attraverso la simbologia delle tre cornici nelle false porte ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/05/le-tre-corniciil-dio-enki.html?m=0), perché la simbologia del 3, creatrice, "nascita /morte/rinascita", è sempre presente nella nostra Antica Civiltà Sarda (https://maldalchimia.blogspot.com/2022/12/il-3-e-multipli-nellantica-civilta-sarda.html?m=0)

I siti archeologici e naturalistici inseriti nel progetto approvato dall’UNESCO sono:

🔴1.    Necropoli di Anghelu Ruju (Comune di Alghero)
Su Angelo Ruiu https://maldalchimia.blogspot.com/2024/09/anghelu-ruju.html?m=0

🔴2.    Necropoli di Puttu Codinu (Comune di Villanova Monteleone)

🔴3.    Necropoli di Monte Siseri / S’Incantu (Comune di Putifigari)
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/allineamento-domus-sincantu.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/05/laquila-e-il-torolamassu-s-incantu.html?m=0

🔴4.    Necropoli di Mesu e Montes (Comune di Ossi)
Ho definito questa Domus come il nostro primordiale Presepe sardo, ricchissimo di simbologia, in cui è presente anche una primordiale Sheela Na Gig
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/perche-il-nostro-presepe-in-sardegna-lo.html?m=0
Sempre ad Ossi, è presente una primordiale chakana (https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/chakana-domus-di-ossi.html?m=0)
Sempre ad Ossi( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/09/domu-di-ossi.html?m=0)
E, ancora ad Ossi, zona ricchissima di simbologia ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/domus-de-janas-di-ossisamech.html?m=0) . 
Sempre ad Ossi https://maldalchimia.blogspot.com/2023/05/domu-de-jana-della-clessidra-ossi.html?m=0

🔴5. Necropoli di Su Crucifissu Mannu (Comune di Porto Torres)
-https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/simbologia-solchi-nella-necropoli.html?m=0
-https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/necropoli-su-crucifissu-mannu.html?m=0

🔴6.    Domus de janas dell’Orto del Beneficio Parrocchiale (Comune di Sennori)

🔴7.    Domus de janas della Roccia dell’Elefante (Comune di Castelsardo)
Una Domu de Jana che al suo interno presenta  un petroglifo abbastanza particolare, legata a questa Roccia dell'Elefante, come simbologia
Una protome taurina, sembrerebbe, a prima vista, ma è più una falce di luna che sovrasta una colonna, simbolismo che evidenzia una chiara corrispondenza tra Sardegna/India ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/pozzo-santa-cristina-pozzo-indiabadlapur.html?m=0)

🔴8.    Parco dei Petroglifi (Comune di Cheremule)

Cheremule, tanti capovolti ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/capovolti-musicamedicina.html?m=0) 

🔴9.    Necropoli di Sant’Andrea Priu (Comune di Bonorva)
Bonorva, il Toro dei solstizi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/12/toro-bonorva-solstizi.html?m=0)

10.    Necropoli di Sa Pala Larga (Comune di Bonorva)
All'interno, un bassorilievo unico, spettacolare, ricco di simbolismo
( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/10/domus-de-janas-bonorva-sa-pala-larga.html?m=0)
L'immagine postata, è di Nicola Castangia

🔴11.    Necropoli di Los Forrighesos (Comune di Anela)

🔴12.    Necropoli di Ispiluncas (Comune di Sedilo)

🔴13.    Necropoli di Mandras / Mrandas (Comune di Ardauli)

🔴14.    Necropoli di Brodu (Comune di Oniferi)
-https://maldalchimia.blogspot.com/2024/09/la-h-e-il-ka-nella-domu-de-jana-di-brodu.html?m=0
Alla simbologia presente nella Domu di Brodu, è collegata la simbolgia della nostra Tanit tessitrice, con le braccia a squadra, come le "corna squadrate" presenti in questa Domu( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/la-tanit-di-tresnuraghes-tessitrice.html?m=0)

🔴15.   Necropoli di Istevene (Comune di Mamoiada)
Questa è spettacolare.
Una primordiale rappresentazione del serpente a tre anse, simbolo della tribù dei Dan
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/il-monolite-di-mamoiada.html?m=0

🔴16.    Parco Archeologico di Pranu Mutteddu (Comune di Goni)
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/pranu-mutteddu.html?m=0
Goni, il Gone della vita ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/goni-il-gone-della-vita.html?m=0)

🔴17.    Necropoli di Montessu (Comune di Villaperuccio)
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/imbarcazioni-egizie-montessu.html?m=0

Mi sembra assurdo che sia stata esclusa la Domu de Jana di Pubusattile, a Villanova Monteleone, forse più rappresentativa della nostra Antica Civiltà Sarda, con un simbolismo  archetipale, la "scacchiera", Matrice di una simbologia che si è diffusa trasversalmente in ogni civiltà, arrivando fino ai giorni nostri, con l'oduerna simbologia della scacchiera, diventata un passatempo ludico, ma che in origine, indicava lo spazio sacro del Padre e Madre creatori, che in sinergia, generano l'Horus
Aggiungo i miei link di approfondimento, perché, per quel che mi riguarda, é al primo posto in quanto ad importanza, tra le Domus de Janas.
-https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/la-scacchiera-de-sa-pala-larga-bonorva.html?m=0
-https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/il-kamasutra-e-la-scacchiera-di.html?m=0

-https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/la-vela-egiziascacchiera-pubusattile.html?m=0

-https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/la-melagrana-e-la-scacchiera.html?m=0

-https://maldalchimia.blogspot.com/2023/09/pubusattile-tre-falli-tempio-di-malta.html?m=0

-https://maldalchimia.blogspot.com/2024/04/locchio-di-horus-e-la-scacchiera-di.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/scacchiera-indiascacchiera-pubusattile.html?m=0

Tiziana Fenu
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Foto di Nicola Castangia

Domus de janas Unesco



sabato, luglio 12, 2025

💛Domus de Janas patrimonio Unesco

 12 luglio 2025 

Sassari Le domus de janas entrano a far parte del patrimonio dell’umanità. La decisione è stata ufficializzata oggi a Parigi, dove il Comitato Unesco ha decretato l’iscrizione delle “case delle fate” nella lista del Patrimonio mondiale. 

L’atteso verdetto del Comitato porta a compimento un percorso iniziato nel 2018 che – su iniziativa del Centro Studi “Identità e Memoria” (Cesim) – ha coinvolto la Regione Sardegna, l’ufficio Unesco del Ministero della Cultura e numerosi comuni sardi, con Alghero capofila.


«L’ingresso delle domus de janas nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco rappresenta un riconoscimento di straordinaria importanza per la Sardegna e per l’intera Italia – commenta la presidente della Regione Alessandra Todde –. 

Questo risultato è il frutto di un lavoro corale della Regione, del Ministero della Cultura, del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, della Rappresentanza italiana presso l’Unesco, del Cesim e dei comuni sardi coinvolti. È un traguardo storico che rafforza il senso di appartenenza delle nostre comunità e apre nuove opportunità di crescita: dallo sviluppo di un turismo culturale sostenibile alla creazione di occupazione, fino alla valorizzazione dei territori più interni e delle giovani energie locali».


«Il riconoscimento di Parigi arriva dopo la prestigiosa presentazione all'esposizione universale di Osaka, dove qualche settimana fa abbiamo potuto raccontare al mondo la nostra storia più antica – le parole dell’assessora regionale ai Beni culturali, Ilaria Portas 

–Le domus de janas sono una testimonianza di valore inestimabile della Sardegna preistorica e devono essere valorizzate al massimo perché diventino un attrattore socioeconomico per l’intera isola. Con questo obiettivo il nostro Assessorato ha introdotto un finanziamento di 15 milioni che permetterà ai Comuni di realizzare interventi per garantire la messa in sicurezza, l’accessibilità e la piena fruibilità dei siti riconosciuti dall’Unesco».


Si tratta di manufatti che risalgono al Neolitico e all'Età del Rame e testimoniano una delle epoche più interessanti della antica civiltà sarda. Se ne contano circa 3500, distribuite in tutta l'isola con particolare concentrazione nel centro-nord. 

Una parte, esattamente 210, sono decorate con simboli di credenze e pratiche rituali e rappresentano una testimonianza unica della civiltà prenuragica sarda. 


Il riconoscimento dell’UNESCO riguarda in particolare i monumenti ricompresi nel sito seriale “Arte e architettura della Sardegna preistorica. Le domus de janas". 


I siti archeologici e naturalistici inseriti nel progetto approvato dall’UNESCO sono:


1.    Necropoli di Anghelu Ruju (Comune di Alghero)

2.    Necropoli di Puttu Codinu (Comune di Villanova Monteleone)

3.    Necropoli di Monte Siseri / S’Incantu (Comune di Putifigari)

4.    Necropoli di Mesu e Montes (Comune di Ossi)

5.    Necropoli di Su Crucifissu Mannu (Comune di Porto Torres)

6.    Domus de janas dell’Orto del Beneficio Parrocchiale (Comune di Sennori)

7.    Domus de janas della Roccia dell’Elefante (Comune di Castelsardo)

8.    Parco dei Petroglifi (Comune di Cheremule)

9.    Necropoli di Sant’Andrea Priu (Comune di Bonorva)

10.    Necropoli di Sa Pala Larga (Comune di Bonorva)

11.    Necropoli di Los Forrighesos (Comune di Anela)

12.    Necropoli di Ispiluncas (Comune di Sedilo)

13.    Necropoli di Mandras / Mrandas (Comune di Ardauli)

14.    Necropoli di Brodu (Comune di Oniferi)

15.    Necropoli di Istevene (Comune di Mamoiada)

16.    Parco Archeologico di Pranu Mutteddu (Comune di Goni)

17.    Necropoli di Montessu (Comune di Villaperuccio)


Fonte https://www.lanuovasardegna.it/regione/2025/07/12/news/unesco-domus-de-janas-ecco-la-lista-dei-siti-sardi-riconosciuti-patrimonio-dell-umanita-1.100734156


Nell'immagine Domu de Jana S'Incantu, Putifigari, Sassari

Foto Fabrizio Bibi Pinna Artist

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Domus de Janas patrimonio Unesco



💚Dea Nanaya in alabastro e rubino

 Statuetta in alabastro raffigurante una dea; rinvenuta in una tomba elleno-babilonese (250 a.C. - 250 d.C.), a Hillah, Iraq. Statuetta con occhi e ombelico in rubino, raffigurante la dea babilonese Nanaya, chiamata anche Nana, presente soprattutto nell'impero Kushana, antica popolazione nomade dell'Asia centrale. 

 Impero sincretico, la "grande stirpe della luna" ( siamo tra il 30/ 375 dC ) una variante della Dea assira Ishtar/Inanna, sincretismo che nel Pakistan viene assimilato dalla figura della Dea Nawi, che significa sposa. 

Viene associata alla simbologia del Leone, nella sua forma zoomorfa,  come tutte le Dee, simbolo dei solstizi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/08/dea-cibele-con-leone.html?m=0)

Una Dea che nel suo culto assimila anche altre Dee in altre parti dell'Asia, compreso il culto persiano di Anahita, e della Dea Durga hindu. 

La divinità nuda indossa una mezzaluna in bronzo tra i capelli ed è ornata da collana e orecchini d'oro

5 anelli sul quinto chakra della gola, Vishudda, correlato all'apparato riproduttivo femminile ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/blog-post_18.html?m=0)

Il numero 5 è il numero di Venere, che traccia un percorso pentacolare nel cielo nell'arco di 8 anni.

Il segno del Toro, con la sua simbologia delle corna taurine /uterine, simbolo sinergico lunare e solare, è governato proprio da Venere.

La Venere archetipale.

Il pentacolo.

La Tanit.

Il Sacro Femminino per eccellenza. 

La dea lunare dagli occhi rubino.

Il rubino si incastona nella pelle diafana e lunare della Dea, a rappresentare la sua Essenza spirituale, ma anche legata alla materia, alla carne, al sangue.

Il nobile rubino, considerato il re delle pietre preziose, legato al chakra del cuore, quindi alle emozioni, alla passionalità, al sangue come veicolo di vita e di morte.

Aspetto, in assoluta complementarietà con l'aspetto diafano e asettico della Dea.

È tutta negli occhi, nello sguardo, specchio dell'Anima, la sua energia, la sua vitalità.

Rubino anche per l'ombelico.

Per il "biddio", in sardo.

Intorno al quale si forma la "bidda", il paese, la comunità.

Perché il Femminino crea la comunità, intorno a sé.

Omphalos antropologico e sociale. 

La mano sinistra, pronta a ricevere, ad accogliere.

Perché il Femminino è accoglienza e ricezione.

Regalità, misticismo, eleganza.

Capolavoro assoluto.

Un Femminino che governa, con la sua semplice Presenza.

Che non necessita di invadere.

Perché, semplicemente "È"


Tiziana Fenu

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Dea Nanaya in alabastro e rubino



venerdì, luglio 11, 2025

💛Plasma e civiltà sarda

 In riferimento al post sul plasma , sull'uso del plasma atmosferico nelle navigazioni, trovato in un gruppo, ( post di Caio Clistian - https://www.facebook.com/share/p/1VpeYTxPqx/-"Gruppo Old World-Tartaria, Mudflood, giganti, Gruppo italiano"-Canale Youtube UFFICIALE VEDUNELA https://www.youtube.com/@Tartaria YouTube ) in cui parla dell'uso del plasma atmosferico nella navigazione, citando il Fuoco di Sant'Elmo, fenomeno durante il quale il plasma viene convogliato sulle corna presenti sulle imbarcazioni, specialmente quelle nuragiche sarde, e poi trasferito in una bobina presente nella protome, per agevolare la navigazione, ho già scritto qualcosa a riguardo 

Avevo parlato della bobina di Tesla e del Fuoco di Sant'Elmo, in un mio scritto, giugno del 2020

( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-queste-tre-immagini-la-prima.html?m=0) 

Dal mio scritto 

"Gli Shardana

"Non si poteva resistere davanti a loro e che non si sapeva come combatterli"

Ma cosa avevano di così eccezionale?

Perché erano rappresentati con due scudi e due braccia? Non erano un popolo aggressivo e non credo che portassero con sé, in battaglia questi due scudi rotondi. 

Sarebbero stati ingombranti. 

A meno che , non si azzardi, e qualcuno lo avrà già fatto, che questi scudi,  non fossero un tipo di trasformatore risonante con circuiti elettrici accoppiati, rappresentati proprio da questi due scudi vicini

Inoltre dall'impugnatura dei due scudi, si ha un collegamento che termina dietro la nuca. 

Anche se non mi intendo di elettronica, sono andata a leggere qualche cosa riguardo le bobine di Tesla, e ne sperimento' una grande varietà. 

La bobina di Tesla è un dispositivo formato da un trasformatore che sfrutta l'induzione  elettromagnetica ed altri effetti simili ai fulmini, anche se di entità molto ridotta

Praticamente gli scudi ,in particolare gli umboni, potevano fungere da accumulatori di energia. 

Bastavano due piastre affiancate (in questo caso gli scudi) tra di loro, con un isolante tra le due parti (e il cuoio che le rivestiva poteva fungere da isolante), e in questo modo accumulavano tensione. 

Praticamente erano come un condensatore, o capacitore, usato come accumulatore di energia elettrostatica, collegato poi ad una batteria con diverso potenziale. 

Così facendo tra  gli elementi di quest'armatura(scudi ed elmo), si creava un campo uniforme ,e probabilmente il circuito si creava con le corna dell'elmo che erano in contatto( con una forma inusualmente bombata). 

La bobina di Tesla è famosa anche per la sua capacità di far accendere i tubi fluorescenti a grande distanza senza collegamento elettrico. 

Ora, pensando ai due protagonisti della mitologia sarda , Maschinganna e Maimone,  uno che emana corrente elettrica, l'altro che rappresenta la pioggia, e che comunque veniva usato come spaventapasseri, e pensando ai guerrieri sardi rappresentati del Bronzetti, ci si chiede se anche questi non fossero capaci di emanare corrente elettrica e spaventare il nemico. 

Credo che Tesla si sarebbe divertito molto, con i suoi esperimenti, con gli antichi Sardi.

I buoi con le corna addobbate, che sfilano per le sagre, per la festa di Sant'Efisio il primo maggio, con "is traccas", i carri addobbati a festa, per auspicare abbondanza, fertilità, fulmini che presagiscono ai temporali, portatori di acqua e nutrimento per la terra, custodiscono ancora oggi, questa usanza che evidentemente ha radici antichissime. 

Tutte le  strutture megalitiche in Sardegna, sono estremamente sinergiche. Tutte.

Certo e', che nel complesso, gli antichi Sardi erano abbastanza strani, visti da " un' occhio esterno". 

Più di 7000 nuraghi non idonei all'abitazione, senza tiraggio per il fumo, e soltanto una dozzina di persone all'interno. 

Con questi giganti di Mont'e Prama che facevano la guerra non con le armi, ma con dei "guantoni," che non avevano uno scudo ma una specie di protezione flessibile  con la quale si ricoprivano la testa, con una bassissima valenza sia difensiva che offensiva.

Ci si chiede, in modo azzardato,  se in guerra si difendevano o se preferivano spaventare  il nemico, visto che " non si sapeva come combatterli". 

Questi guerrieri nuragici sembravano più preoccupati di sfidare la morte, di gestire la morte, piuttosto che  cimentarsi in vere e proprie azioni belliche. 

Culturalmente i sardi sfidano la morte ,lo si vede all'interno delle Domus de Janas. 

Lo si vede anche nelle Tombe dei Giganti. 

Lo si vede anche nella peculiarità del riso sardonico, tipico del Popolo Sardo. 

Una sfida che  è uno sberleffo alla morte. 

Il guerriero sardo sembra doppio. 

Ha due occhi ,due  braccia, due scudi rotondi, gli  stessi occhi tondi della Jana. 

E' un "Janus" tridimensionale , quasi cubico.

Una tridimensionalità visibile. Non metaforica, spirituale, divinizzata.

No. È materiale e ben visibile.

Ed è sempre questa visione del doppio che ritorna prepotente, della sintesi degli opposti, vita e morte, passato e futuro, come è presente in ogni aspetto della manifestazione dell' Essenza dei Sardi.

Questo bronzetto incredibilmente bello ed enigmatico, è un guerriero potenziato.

Come dice la Stele di Tanis "non si poteva resistere davanti a loro".

Quindi aveva una potenza ben visibile e non trasfigurata.

Nel senso che non ricorrevano a nature diverse per impressionare il nemico, ricorrendo ,per esempio, alla combinazione tra uomo e animale, o tra  uomo e divinità

Tutto era concentrato in questo guerriero umano, che diventa quasi stereofonico, capace di difendersi da ogni  lato , perché ha quattro occhi,  quattro braccia e due scudi. 

Come se  fosse, non sono un guerriero , ma custode  di un qualcosa di più importante, forse di un'altra dimensione. 

Perché il guerriero sardo con questa altra dimensione ci gioca, non la teme, è il suo habitat naturale. 

Il guerriero sardo è un illusionista, se pensiamo che le sue armature, casco, corna e scudi,  potessero creare un circuito elettrico capace di spaventare i nemici, di paralizzarli di timore ,così come fa su Maschnganna quando si presenta all'improvviso, con  effetti sonori e ottici, che riguardano l'elettricità e i fulmini. 

Così come fa su Maimoni , con i suoi temporali che fertilizza la terra. 

Il guerriero nuragico a quattro occhi,  come Fanes, il primo nato, la divinità priginenia della cosmogonia orfica. 

Fanes che in greco significa "il brillante", il Dio luminoso,e questo ricorda molto Amon la divinità egizia, che veniva chiamato la "luce splendente". 

L' Eros primordiale, ingoiato, inglobato da Zeus, per manifestarsi in tutta la sua potenza, tramite il fulmini e le saette

Elettricità. 

Filo conduttore tra Amon, su Maschinganna, Maimone, e anche, credo proprio il guerriero sardo dai 4 occhi che spaventava i nemici. 

E il caos della materia prima del tutto in Potenza. 

Lo spirito vitale increato e ingenerato. 

Fanes il donatore di vita , Eros primordiale, le forze contrapposte che si manifestano eternamente. Estasi e terrore, vita e morte, creazione e distruzione, dolore e silenzio

Fanes è ciò che si crea dall'uovo primordiale. 

E questo spazio di creazione che unisce gli opposti- contrapposti, i  Sardi l'hanno trovato nella pietra e della Pietra ne  hanno fatto un Uovo Cosmico Narrante. 

I Sardi nascono dalla Pietra e nella Pietra.

Così come diceva Pinuccio Sciola di sé stesso

Fanes mise in moto l'universo. 

L'ermafrodito dalle Ali d'oro. 

E ali d'oro, verranno poi rappresentate, come due angeli Custodi, nella riproduzione dell'Arca di Noè, che ha la stessa dinamica elettrica della bobina di Tesla, come ho scritto in un altro post.(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/s-arca-sacra.htm) "


Aggiungo, Fanes, è la nostra ancestrale Filonzana ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-be-fana-jana-fanes-sa-filonzana-e-la.html?m=0) 

I Fanes, i custodi dell'arte della metallurgia ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/10/i-fanes.html?m=0)

E abbiamo la stessa dinamica anche nel nostro Sommo Sacerdote ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/sommo-sacerdote-approfondimenti.html?m=0) 

Tutto molto interessante, a conferma

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Vorrei aggiungere alcune cose importanti. 

Inanzittutto, un argomento, quello del plasma, che mi ha sempre affascinata, e che ho ritrovato, come costante, anche nella nostra Antica Civiltà Sarda

Ne parlai già nel 2020( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/ho-incominciato-pensare-su-plasma.html?m=0)

Dal mio scritto

"Il plasma è il quarto stadio della materia. 

Il plasma è un gas ionizzato( il gas è inizialmente neutro, si ionizza facendogli passare la corrente elettrica), e a differenza del gas , ha una conducibilità molto molto alta e risponde bene ai campi magnetici, formando molti fenomeni (jets  e filamenti)

[...] La presenza del plasma sulla terra è quasi inesistente( è nell' etere), si manifesta solo nei fulmini e nell'aurora boreale, mentre nell' universo il plasma costituisce il 99% della materia sconosciuta. 

Quindi il plasma ha cariche in continuo movimento e hanno altissime temperature elettriche, come quelle del fulmine( 30.000°per il fulmine, milioni per il sole). 

Il plasma è un campo magnetico che si autogenera continuamente perche gli elettroni e gli ioni interagiscono continuamente grazie alla forza di Couloumb e nel nostro corpo i portali attivi di questo "accesso" all'antimateria , alle dimensioni "altre" sono i nostri chakra, che fungono da acceleratori di particelle. 

Non tutti sanno che la materia oscura porta molta più luce della materia in questa dimensione, e possiede una frequenza molto più alta della materia fisica. 

Solo campi magnetici specifici  sono in grado di sostenere il plasma dell' antimateria

Il nostro campo elettromagnetico della Merkaba, ben sviluppato è in grado  di trattenere questa energia e di trasportarla all' interno del nostro corpo. 

Tutto il nostro corpo fisico, tutto il nostro sistema nervoso è elettrico, e il nostro corpo di carbonio funge da condensatore. Quindi i campi elettrici naturali del corpo sono collegati ai campi elettromagnetici aurici attraverso i chakra. 

Il corpo bioplasmatico si evolve nella stella a tetraedo della Merkaba, che è una forma ibrida bioplasmatica. 

È gemellato al corpo fisico a base carbonio attraverso i coni doppi dei chakra, attraverso dei cristalli bioplasmatici che operano allo stato fluido, passando dalla materia all' antimateria. 

Quando si impara a sviluppare la Merkaba, i chakra sono in grado di emettere flussi che permettono geometrie più complesse verso gli stati Merkivici , e vengono attivati un maggior numero di chakra e sottochakra. 

Il corpo di luce è legato alla fisica dei quanti"


Ma è anche vero che la stessa parola plasma, riguarda anche la dimensione materica, non solo quella eterica, perché che il sangue, è composto per lo più di plasma, che è sostanzialmente acqua. 

La stessa acqua che esce copiosa, insieme, e poco prima del sangue, quando il Cristo viene ferito al costato, in cui la lancia, perfora il pericardio e il cuore, prima di arrivare al cuore, partendo dal basso, perché è la membrana plasmatica, a proteggere tutte le cellule, e anche il cuore, protetto dal pericardio, una membrana sierosa di plasma, appunto. 

Ed è singolare che il plasma, come parola, identifichi sia la componente principale del sangue, sia l'etere, la componente animica, che è pura energia, la stessa dei fulmini, perché un'energia altissima, quella monadica della creazione. 

I "fotoni di luce"


Il fenomeno del corpo di luce, si manifesta proprio all'interno dei nostri nuraghi durante il Solstizio estivo. 

Una trasfigurazione in Merkaba, in Corpo di luce. Dal mio scritto a riguardo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/trasgirazione-solstizio-estivo.html?m=0) 

"Ma nei nostri Nuraghi, in alcuni, in particolare, come nel nuraghe Ruju di Torralba, o nel Nuraghe Aiga di Abbasanta, solo per citarne due, si verifica, nel solstizio estivo, quando il sole è nel suo punto più alto, il fenomeno della trasfigurazione, della "trasformazione della figura", in senso letterale, in corpo eterico, di Luce. 

La luce del sole entra dal foro apicale, sulla sommità  del nuraghe, attraverso un oculo dal quale, può essere rimossa o meno, la pietra di chiusura, accedendovi attraverso un soppalco che i nostri Antichi Padri, avevano ben progettato.

Questa luce, incanalata nel foro apicale, investe, come una investitura regale, il soggetto che soggiorna sotto il suo fascio di luce, trasfigurandolo, divinizzandolo, illuminandolo, fino a trasfigurare la sua fisionomia, che si amalgama con la luce, che diventa, così incanalata, fluida, pura, potente.

Si crea, in questo modo, un "gemello divino" in terra.

Si divinizza, e si altarizza, in questo modo, un "semplice umano", alla vigilia, sulla soglia della "Porta degli Uomini", traguardata dal segno del Cancro, che subentra il 22 giugno", e lo si fa assurgere a divinità luminosa, attraverso la trasfigurazione, attraverso l'investitura regale, del Dio Sole.

In questo modo, la "Porta degli Umani ", del Solstizio estivo, può diventare passaggio alchemico per la "Porta degli Dei", del Solstizio invernale, traguardato dal Segno del Capricorno, il segno esotericamente più spirituale e trasmutante dello Zodiaco.

Il Cancro è un segno d'acqua.

È sull'acqua, che il Sole, manifesta la sua ierofania dorata.

È attraverso l'acqua, che si manifestano le ierofanie nel pozzo di Santa Cristina(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/solstizio-21-giugno-ierofania-del-9.html?m=0

Attraverso essa, il Divino si manifesta.

Attraverso il riflesso nell'acqua, l'Ombra speculare nel pozzo, di manifesta, in modo da enfatizzare l'immortalità degli Umani, in questa, e nell'altra dimensione.

Il solstizio estivo era considerato un momento importantissimo in passato.

Era considerato la "porta degli Umani", segnata dal segno del Cancro, contrapposta alla porta degli Dei, quella del Capricorno , custodite dal Giano bifronte, con i due volti, uno per vedere il passato, e uno per vedere il futuro.

Giano bifronte romano che potrebbe essere un'evoluzione della nostra Jana(Jana /Jano), poiché anch'essa è un portale, una porta, una "Janna", 


I nostri Antichi Padri e Madri, conoscevano bene le manifestazioni del plasma. 

Quelli che noi chiamiamo i "capovolti", nelle nostre Domus de Janas, specialmente in quelle di Oniferi, in ogni parte del mondo, vengono chiamati Squatter Man, e sono considerate manifestazioni grafiche, simboliche del plasma. 

Ne ho parlato in un mio scritto, in relazione anche ad altri due petroglifi, quello nella Domu de Jana di Oredda e quello di Perfugas, nella Domu de Jana dell'Ariete. 

Dal mio scritto a riguardo, un breve estratto( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/spirale-speculare-domus-di-oredda.html?m=0) 

"[...] Non è forse la rappresentazione di una copula, di una Sacra unione energetica, dinamizzata dalla dinamica aurea delle spirali, che danno a questo simbolo una valenza archetipale, oltre che simbolica, che va molto oltre lo stesso segno grafico? 

Osservatelo bene. 

Ha lo stesso schema dei capovolti  delle Domus de Janas  Sas Concas, di Oniferi, in provincia di Nuoro, risalenti al III millennio a.C. nel periodo della cultura di Abealzu-Filigosa. 

Sono le due polarità sinergiche, opposte e speculari, necessarie sia per la nascita in terra, che per la rinascita dopo la morte. 

E ora, possiamo dire con certezza, che molto prima del bassorilievo di Castelluccio, così esemplificativo, poiché trovato anch'esso in una necropoli,  simbolo della rinascita dopo la morte, abbiamo il nostro Archetipo nella nostra Domu de Jana. 

Completo, inequivocabile, potente, universale. 

Potente come un Vajra indiano, simbolo della forza del fulmine, della potenza dell'energia. 

Perché di creazione di energia si tratta, come un dipolo elettrico, un sistema formato da due cariche elettriche uguali e di segno opposto. 

I fulmini sono fatti di plasma. 

Ciò che vedevano i nostri Antichi Padri e Madri, nei cieli, prima che fossero ovattati da scie chimiche e atmosfera inquinata, erano dei rilasci elettrici di plasma, che vengono comunemente ed erroneamente, chiamati "squatter man", uomo acquattato, in posizione di difesa, studiati per lungo tempo dal fisico amaricano Anthony Perratt. 

Manifestazioni di  plasma, che è un gas ionizzato caratterizzato dalla presenza di elettroni e ioni, molto presente nell'universo, ma raro sulla terra, se non in particolari circostanze, come l'aurora boreale. 

Un fenomeno che è presente in forma di petroglifo, in moltissime parti del mondo, in forma trasversale, anche in petroglifi che hanno una datazione molto antica. 

Rappresentazione, che riconduce, simbolicamente a quell'unico concetto universale di creazione. 

Un fulmine, d'altronde, nasce come risultato dell'accumulo e della conseguente scarica di energia elettrica tra zone a differente potenziale elettrico, come tra l'energia femminile( che ha un polo negativo) e l'energia maschile( che ha un polo positivo) 

Quando si dice "un colpo di fulmine", non è solo un modo di dire. 

E la manifestazione della dimensione divina, del Sacro, come ho scritto tante volte, avviene attraverso la sinergia delle due polarità, come sono sempre state rappresentate, in ogni civiltà di ogni tempo, specialmente il Sacro Femminino, in equilibrio, a mani tese, in posizione di potere, con due elementi speculari tra le mani( spesso animali). 

Il gemellare, lo speculare, è sempre manifestazione di dimensione divina, di Sacro, come ho già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html?m=0), e a maggior ragione, dentro un ambiente sacro di trasmutazione come in una Domus de Jana, già altamente divinizzato da simboli archetipali, veicolo di trasmutazione "


Tra parentesi, anche un altro protagonista divinizzato del nostro Carrasegare sardo, Su Componidori, tiene tra le mani un mazzolino benedicente  di viole mammole, doppio, come un Vajra 

" Il mazzolino di viole mammole, ha la stessa forma del Vajra indiano, e di quel simbolo che nel Menhir di Laconi, viene chiamato il doppio pugnale. 

Credo che rappresenti invece la dualità che si fa una, il Maschile è il femminile, l'anima e il corpo dopo la morte, tant'è che si intravede, al centro del "doppio pugnale", una H Mercuriale, che unisce, come il gradino di una scala, tra il sopra e il sotto, tra il capovolto e chi sta in piedi. Tra la vita e la morte. Tra i due opposti, come il maschile e il femminile. 

È l'elemento di unione, rappresentato dal Sacro Vajra, dove la sinergia maschile e femminile, diventa sinergia creativa, energia dinamica che eleva l'uomo a stati di consapevolezza superiori, ad una maggiore unione con il divino, rappresentata anche da quel colore viola, che indica spiritualità. "


Gli antichi Sardi erano abilissimi fulguratores 

Da un mio scritto, un breve estratto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/moneta-dio-beskabirios.html?m=0) 

" La  radice della parola nuraghe, "nur-"significa anch'essa fuoco, inteso come fuoco sacro

Secondo l’Insegnamento Tradizionale, al pari delle Piramidi i Nuraghi erano un luogo sacro dove si svolgevano i Misteri del Fuoco (Misteri Kabirici), e pertanto sono da considerarsi centri di Iniziazione

I fulguratores etruschi erano noti per essere  i custodi del Fuoco Sacro. 

Ma, lo erano sicuramente, prima di loro, gli antichi Sardi, che con dei cerimoniali  svolgevano sulla sommità dei Nuraghi le cerimonie del Fuoco Sacro.

Non era solo "fuoco", erano cerimoniali che avevano a che fare anche con l'energia toroidale in particolare.

Infatti, nel Museo Archeologico di Cagliari, vi è un reperto, la pietra del tuono, che aveva questa funzione, di cui ho già parlato ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/pietra-del-tuono-pinacoteca-cagliari.html?m=0), creatrice di energia toroidale, fatta roteare a mulinello per attivare l'energia dei fulmini

Erano dei Sacri Fulguratores, dei Cabiri, divinità del fuoco e del fucina, considerate difensori delle navi e protettori dei viaggiatori.

È interessante che questa rappresentazione del Dio Bes, venga definita come un Kabiro.

È una rappresentazione del Dio Bes, presentissimo qui in Sardegna, di cui ho parlato svariate volte. 

[...] Il culto Misterico dei Kabiri è attestato per lo più sull'isola di Lemno, e i suoi abitanti venivano identificati come Pelasgi, identificati con i Dioscuri, e gli Dei onorati in questo culto, discendevano direttamente da Efesto, il Dio principale dell'isola, zoppo anch'esso, Dio del fuoco, dei vulcani, delle fucine, degli artigiani. 

Efesto allevato dalle Nereidi, in particolare da Teti, ed Eurinome (nel mio ultimo post ho parlato proprio di Teti e della grande importanza che ha nel ritrovamento dei bronzetti sardi), buttato giù dall'Olimpo dalla madre Era, per poi finire nell'Oceano. 

Zoppo e sciamano anche lui, che si reggeva con bastone. 

I treppiedi umani. Gli Sciamani.

I figli del Cigno. 

La costellazione del cigno era importantissima per gli Antichi Sardi 

Stella Polare con la sua stella Deneb, 12.000 anni fa, ma anche Cigno come "signum-cunnum-cunno", come una delle tre croci astrologiche di rinascita, sulla via Lattea, come ho scritto altre volte, importantissima per gli antichi Sardi (https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0).

O forse si trattava della nostra isola, visto che Sant' Efisio, nome così simile a Efesto, Sant'Efisio, che è copatrono di Cagliari, insieme a San Saturnino.

Stranamente, Cagliari, Cabras e Cabiri, hanno la stessa radice "Ca-".

Nell'Isola  di Lemno,  vi erano culti rivolti alle corporazioni di fabbri. 

E anche Tartesso, sede della Sacra metallurgia, che aveva come simbolo un'omega, con i suoi fabbri, era qui

E i Cabiri indossavano il tipico copricapo( il pilos) dei Dioscuri, i figli di Zeus e Leda, per la quale Zeus si trasformò in Cigno per conquistarla. Copricapo che somiglia molto alla nostra "berritta Sarda" 

"Berritta" sarda, che secondo me, rappresenta il Femminino, per tutta una serie di motivi che ho spiegato in questo mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/baal-e-tanit.html)

Quindi, è molto probabile che gli Antichi Kabiri, che in questa moneta vengono rappresentati come il Dio Bes, in realtà fossero delle sciamane, delle antiche Janas, visto che è presente, nell'iconografia del Dio Bes, anche una sovrapposizione Dio Bes/Gorgone

[...] Si ritiene che i Pelasgi siano stati i primi Costruttori". 


Ma c'è anche un altro aspetto. 

Santa Barbara, patrona dei fulmini, è molto sentita qui in Sardegna. 

Un estratto da un mio scritto, un approfondimento su uno scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/12/santa-barbara.html?m=0) 

sempre su Santa Barbara, dell'anno precedente. 

"Santa Barbara è la patrona dei fulmini. 

Quindi dell'elemento Fuoco. 

Ma, fulmine, in sardo è "frumini", e l'elemento opposto e complementare, è "frumi", fiume in sardo, quindi l'elemento acqua. 

Un fulmine che si dirama in cielo, come un fiume di fuoco, con i suoi affluenti. 

Quindi vediamo, già da questo aspetto, che la simbologia di Santa Barbara, in quanto Sacro Femminino, risponde alla simbologia archetipale, antichissima, della custode degli Opposti, acqua e Fuoco. 

Nella nostra tradizione, sappiamo che fulmini e temporali, sono legati anche alla figura de "su carru de Nannai", di cui ho approfondito in un mio post 

Riporto un breve passo che rimanda ad una corrispondenza in ambito sumero, con la Ninḫursaĝ. 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/la-simbologia-del-tuono-e-del-fulmine.html) 

"Dea Nunhsarg, chiamata anche Ninmah, Mami, Mama, la signora del cielo . 

Il cielo, che era di dominio del fratello AN. 

Essendo la padrona del cielo insieme al fratello AN, viene spontaneo l'accostamento con il modo di dire sardo " su carr'e nannai", nel quale la parola "nannai", sembra una ripetizione del blocco sillabico "AN", un modo di dire sardo per indicare il temporale  e  i fulmini. 

Un riferimento all' antica figura mitologica della tempesta, dei temporali, che correva con un carro trainato dai cavalli neri e che trasportava dei massi, che sbattendo tra di loro  facevano scintille e  rumore. 

Il riferimento al nome "nannai", può essere collegato al signore dei cieli sumero An, che viveva nelle Ennai, "la  Casa dei cieli", un dio dei temporali e dei fulmini. 

Una sorta di Dio primordiale. 

Un Dio "nonno", più importante del padre stesso. 

Questo potrebbe essere l'interpretazione più immediata, accostando "nannai", alla parola "nonno", in senso di importanza genealogica come capostipite. Interpretazione che è anche la più diffusa. 

Ma c'è anche un'altra interpretazione da considerare. 

"Nannai" potrebbe essere riferito anche ad una dimensione femminile lunare. 

"Nannai", come "sa Nai", la nave. 

Nave intesa come utero primordiale, traghettatrice tra le  dimensioni. 

Sappiamo bene come la falce di luna taurina, simile alle corna del toro, sia anche rappresentativa dell'ut*ero". 

Ed ecco, che abbiamo una magnifica rappresentazione di questa triade creatrice, "acqua/fuoco/terra", proprio in uno dei nostri nuraghi più belli, il nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu, in provincia di Oristano(  https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/ierofania-del-torello-nelle-canarie.html?m=0) 

Il 21 dicembre, in occasione del solstizio d'inverno, si manifesta la ierofania di una protome di torello sulla parete di un altare rivolto all'alba del solstizio d'inverno, quindi a sud-est. 

Un orientamento che corrisponde anche al l'orientamento del nostro pozzo di Santa Cristina, di cui ho approfondito tante volte, che è orientato, nel suo ingresso, verso sud-est, come il nuraghe Sisini( speculare al pozzo di Is Piriois ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/09/orientamento-solstizio-invernale-pozzo.html) all'alba del solstizio invernale, in cui domina, in questo orientamento, sud-est, l'elemento maschile, fuoco e aria, che va a fecondare, simbolicamente, l'elemento terra e acqua, Femminino, della struttura, del nuraghe Santa Barbara, il cui nome, per antonomasia, legato al Sacro Femminino dell'acqua, dei fiumi/fulmini, "frumi/frumini", è simbolo di un Sacro Femminino, custode dell'Abbondanza, fecondato in un alba di un solstizio invernale ( che rappresenta il Fuoco fecondante, attraverso la ierofania taurina proprio sul lato sud-est. 

Le corna, per antonomasia, sono veicolo simbolico di fertilità, perché, non solo rimandano alla simbologia lunare del Femminino, del grembo, ma anche alla forza fecondante del Toro, astrologicamente appartenente alla dimensione "terra" e, per antonomasia, segno femminile governato da Venere. 

Ma c'è anche l'aspetto importantissimo, che lega le corna all'abbondanza, all'energia dei fulmini che veicolano l'acqua, portatrici del Fuoco di Sant'Elmo

"I buoi con le corna addobbate, che sfilano per le sagre, per la festa di Sant'Efisio il primo maggio, con "is traccas", i carri addobbati a festa, per auspicare abbondanza, fertilità, fulmini che presagiscono ai temporali, portatori di acqua e nutrimento per la terra, custodiscono ancora oggi, questa usanza che evidentemente ha radici antichissime". 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-queste-tre-immagini-la-prima.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2022/01/fuoco-di-santelmo.html) 

Come vedete, una Santa Barbara, ricca, nella nostra civiltà sarda, di corrispondenze, soprattutto con il suo complementare Mascolino. 

Non a caso Santa Barbara, viene invocata insieme a Santu Jaccu". 


Quindi, di cosa ci stupiamo se si ipotizza che, in una civiltà evoluta come quella sarda, in cui la sinergia delle due polarità è presente ovunque, sia stata utilizzata anche per attivare le navicelle? 

Anche la stessa conformazione delle navicelle parla di sinergia di polarità. Sono una rappresentazione di Vesica Piscis ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/navicella-e-vesica-piscis.html?m=0) 

O pensiamo allo spillone ritrovato a Teti, ora al Museo Archeologico di Cagliari( https://www.nurnet.net/mediateca/?s=Spillone), lungo 22 cm, con avvolgimento a spirale, come la bobina di Tesla .

Sempre Teti, dove è stato ritrovato il nostro Guerriero divinizzato, anch'esso, molto probabilmente, veicolo di emanazioni elettromagnetiche ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/geometria-sacra-guerriero-teti.html?m=0) 

Pensiamo anche ai bronzetti rappresentati con gli anelli al collo, come quello di Lanusei( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/10/statuina-iraniana-con-anelli-al-collo.html?m=0) o il bronzetto di Nurri( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/bronzetto-di-funtana-padenti.html?m=0) 

O vogliamo pensare che davvero sia una tradizione tibetano-birmana, riservata alle "donne giraffa"? 

Anche il nostro Sommo Sacerdote ha tutte le caratteristiche di un Custode della potenza dell'energia. 

Dal mio ultimo approfondimento riguardo il Sommo Sacerdote, sul quale, non smetto mai di stupirmi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/sommo-sacerdote-approfondimenti.html?m=0) 

"Ma allora, possiamo pensare che anche le armille ai piedi del Sommo Sacerdote, potessero, per contatto tra loro, generare una tale tensione elettrica da risultare pericolosa per chi ne venisse a contatto, non con quello che definiscono flauto(  anche se, come ho scritto prima, il potere del suono aveva  sicuramente una forte valenza sacrale, terapeutica e fisica, pensiamo anche alla levitazione tramite le frequenze del suono), ma tramite un vero e proprio "taser", ancestrale, uno strumenti che "spara" scariche elettriche a basso voltaggio, comunque sufficienti per dissuadere, o anche per portare alla morte. 

D'altronde, sono convinta che avessero la stessa funzione i doppi scudi rappresentati nel bronzetto di Teti( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-queste-tre-immagini-la-prima.html) 

E, sottolineo, che il guerriero di Teti, non è un demone, ma un Essere divinizzato, che corrisponde a precisi parametri della Geometria Sacra ( https://maldalchimia.blogspot.com/search?q=Teti&m=0), così come corrisponde il nostro Sacerdote, il cui fulcro, è proprio su quella mano destra che tiene in mano questo dispositivo. 

La mano destra, il Mascolino, anche nei trattamenti energetici, è il lato che è in grado di emanare, trasmettere energia, come ho detto altre volte, anche attraverso il saluto tipico dei Sardi, "saludi", a palmo aperto, che ha una precisa simbologia ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/simbologia-delle-trecce-nel-bronzetto.html?m=0) 

Trovo questa rappresentazione di questo Sacerdote, abbastanza complessa, per essere semplicemente un Sacerdote. 

Le raccomandazioni per proteggere gli arti inferiori, e superiori descritte nell'Esodo, verso Mosè, per Aronne /Aronn/Nora, letto al contrario, come si scrivevano e leggevano le scritture antiche, e i suoi figli, potrebbero essere dettate proprio da questo tipo di accorgimento per non incappare in prese di corrente accidentali.

Sulla melagrana, a parte la sua infinita simbologia di morte e rinascita legata al Femminino(  il Sommo Sacerdote rappresenta un'energia androgina, come è per tutti gli Esseri Divinizzati), ho trovato una particolare informazione tecnica riguardo l'elettricità. 

Casualmente, ma mai per caso, ho scoperto che dei ricercatori  hanno progettato un elettrodo che, simulando la struttura della melagrana, è capace di immagazzinare fino a dieci volte l’energia che le pile riescono normalmente ad accumulare.

Nasce dalla melagrana l’ispirazione per l’innovativa batteria più leggera, che rende dieci volte di più delle tradizionali batterie. 

Può essere questo, il motivo per cui YHWH raccomanda che l'orlo del manto sia corredato da una melagrana e un anello d'oro. 

Sull'oro, si può dire che è buon conduttore di elettricità, ma la sua conduttività è leggermente inferiore al rame e all'argento, ma viene usato tantissimo per creare contatti elettrici in oro, perché non si ossia con il tempo e conserva le sue caratteristiche di ottimo veicolo di energia. 

Questo potrebbe farmi pensare che il supporto sulla schiena, che arriva sino al disco sulla testa del Sacerdote, potrebbe essere stato di rame o d'argento, che sono conduttori elettrici migliori dell'Oro, ma per i contatti, avrebbero usato un anello d'argento. 

Per quanto riguarda la seta, pare che non conduca elettricità, da quel che ho letto. 

Visto in quest'ottica, tutto l'insieme ha una certa logica. 

Ho scritto prima, che ciò che cinge la testa del Sommo Sacerdote, mi ricorda la forma dell'Ankh, ma mentre scrivo, mi sta venendo in mente, che una conformazione simile l'ho vista in un petroglifo, quello presente a Bruncu Suergiu, nell'area archeologica all'interno del Parco della Giara, di cui ho approfondito in un mio post( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/petroglifo-bruncu-suergiu-dendera.html?m=0), in cui ho trovato una forte correlazione tra le lampade di Dendera, che la danzatrice del Nilo, che il petroglifo di Bruncu Suergiu, con la nostra danzatrice, hanno esattamente la stessa forma, e riproducono le due polarità che si toccano e creano energia in queste lampade, che sono definite in ambito archeologico, degli OOPArt, cioè oggetti estranei al periodo storico degli stessi. 

Sono state rappresentate in un bassorilievo nel Tempio di Hator a Dendera, in Egitto, 4500 anni fa. Tempio che risale alla IV dinastia. 

Un bassorilievo che rappresenta sacerdoti officianti ad una sorta di "fiore di loto", con una serpentina al centro. Un cavo elettrico, forse, il gambo del fiore di loto, è la serpentina che si vede all'interno, un filo metallico conduttore, come quello che vediamo nelle lampadine, con un supporto che funge da isolatore elettrico. 

Tenendo presente che gli antichi Egizi chiamavano il serpente nato dal loto con il nome “SEREF”, che significa “illuminare”, solo un caso? Forse il mito del serpente nato dal fiore di loto può essere ricondotto in senso figurato alla luce che nasce da una lampadina…"

Quindi erano i sacerdoti, ad officiare con l'energia elettrica. 

Dei tecnici. 

Così come prof Biglino, ha definito" tecnico", chi avrebbe dovuto creare questo complesso abbigliamento sacerdotale, rappresentato proprio dal nostro bronzetto. 

Se ciò che intuisco è giusto, e, nella mia prospettiva trova una giusta spiegazione più che logica, siamo difronte ad un ennesimo rappresentante di coloro, che non si sapeva come contrastarli, perché evidentemente, usavano espedienti particolari, come l'uso dell'energia elettrica, per dissuadere e magari, annientare i nemici, come scritto nella Stele di Tanis  risalente al Faraone Ramses II, del 1287 a.C., in si dice testualmente : 

"Gli Shardana dal cuore impavido. Da sempre non si sapeva come combatterli, essi arrivavano con il cuore fiducioso, sui vascelli da guerra dal mezzo del Grande Verde, la parte tirrenica del Mediterraneo, e non  si poteva resistere davanti ad essi".

Un Sommo Sacerdote che aveva il potere di usare l'energia elettrica, attraverso il contatto delle armille dei piedi, e che veicolava, attraverso la bacchetta che tiene in mano". 


Per finire.. 

Nuraghi e cimatica  

https://maldalchimia.blogspot.com/2023/10/nuraghi-e-cimatica.html?m=0

Ogni cerchio è un modello cimatico che rappresenta le sottili frequenze della Terra che salgono dalla superficie in quel punto. I muri di pietra amplificano semplicemente le frequenze attraverso il concentrato  contenuto di quarzo/silice e creano frequenze sonore amplificate in movimento e anomalie magnetiche, che a loro volta creano campi elettromagnetici emanati dalle pareti di pietra.  Michael Tellinger 


 "Gli antichi architetti erano molto intelligenti: sapevano come prendere il flusso costante di sottili frequenze sonore dalla superficie della Terra, come amplificarlo, e trasformarlo in energia utilizzabile per tutti i tipi di bisogni che potevano avere in quel momento.  ."  Michael Tellinger 


Nuraghi e radiostesia 

https://maldalchimia.blogspot.com/2024/03/nuraghe-surakidecagono-radiostesia.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/nuraghe-suraki-antica-citta-di-neapolis.html?m=0


https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/i-nuraghi-riflesso-dellarmonia-musicale.html?m=0


I nostri Antichi Padri e Madri, sapevano governare e gestire benissimo l'energia, basta vedere le finissime tecniche costruttive dei nuraghi, e ancora abbiamo dei dubbi sul fatto che possano averla utilizzata per le navicelle 

Tutto parla di sinergia, nella nostra Antica Civiltà, e l'energia, non è altro che sinergia tra due poli opposti. 


Tiziana Fenu 

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Plasma e civiltà sarda



































giovedì, luglio 10, 2025

💙Runa Isa Plenilunio del Cervo

 Runa Isa, per questo plenilunio del Cervo, in Capricorno, con Archetipo Phe di espansione e Arcano Maggiore XVII della Stella.

La runa del Ghiaccio.

Correlata al Sacro Archetipo Teth, il Femminino, il Grembo, la kundalini, la Sophia Superna, e all'Arcano Maggiore IX dell'Eremita. 

Isa 

Iside 

La divina Madre. 

Impara a preservare.

A custodire.

A non dissipare. 

La memoria di Te, è Te-soro che ti permette di immagazzinare energia, senza dispersione.

Sei colonna di Diamante che si erge verso il Cielo.

Sei Memoria, Presente e Futuro.

Non aspetti la Primavera.

Sei Seme di Abbondanza che può germogliare ovunque, perché hai in te, la memoria della Primavera, della tua espansione, della tua Nascita e Rinascita in ogni contesto.


Tiziana Fenu

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Runa Isa



💙Plenilunio del Cervo

 

Plenilunio del Cervo, di cui ho già approfondito
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/plenilunio-in-capricorno-1072025.html?m=0
https://www.facebook.com/share/p/19WB1jZajk/
Traguardato dal Sacro Archetipo Phe, il diciasettesimo, con funzione "espansione ".

L'Archetipo Phe di questo Plenilunio, è legato alla fase alchemica dell'Albedo, la fase bianca, il Femminino trasmutato dal piombo della fase Nigredo, all'argento della fase Albedo. 

L'argento vivo che vivifica tutto.


"Diana di Versailles", nella prima immagine, rappresentata con un piccolo cervo. Museo del Louvres.
È una copia romana (I-II sec. d) da un originale bronzeo greco,, attribuito a Leocare( 325 a circa), andato perduto.
Diana, l'Artemide greca, era sorella gemella del dio solare Apollo, figli di Zeus e Latona.
Ad entrambi era sacro il cervo.
La simbologia delle corna, il gemellare, le due polarità.
L'espansione possibile solo se siamo connessi con la nostra polarità complementare.
Polarità, che, come ci indica il Cervo da psicopompo quale è, è nella dimensione divina, quella che trascende l'umano e ci consente l'espansione verso la Stella( Arcano Maggiore XVII).
Lo rappresenta bene anche il dio celtico Cernunnos, di cui ho già parlato, rappresentato sul Calderone di Gundestrup( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/il-dio-cornuto-dei-celti.html?m=0).
Come ho scritto in uno dei miei  scritti sulla simbologia del Carnevale Sardo(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/il-grembo-alchemico-delle-maschere.html?m=0)
"Uomo e animale che si scambiano i ruoli in una fluidità di confini, che è possibile solo in quella dimensione trasformativa della ciclicità che si ripete, nel ventre della Madre
Gli animali che si trovano maggiormente riprodotti, nell'arte paleolitica, sono gli stessi che vediamo nelle rappresentazioni dei Carnevali arcaici, rimasti fino ai giorni nostri
Il toro, l'orso, la capra, il cervo
Le primissime maschere in assoluto, pare siano state proprio quelle del cervo, ritrovate in Gran Bretagna e risalenti a 10.000 anni fa
Ne sono state ritrovate circa una ventina, con corna e calotta cranica, e magari sono state usate per dei riti collettivi

[...]Ai celti era caro anche il toro, che era considerato importante per la fertilità e per le sue capacita oracolari propiziatorie, anche se poi fu demonizzato dal cristianesimo come animale lussurioso
Mentre il cervo ha maggiori connotazioni femminili, con capacità terapeutiche, anche contro il morso di serpenti
Nel nostro Carnevale Sardo, il cervo è rappresentato dalle maschere dei Los Corriolos  di Neonelli.
La raffigurazione più nota della divinità celtica di Cernunnos, è quella del calderone di Gundestrup. "
Perché il cervo è ciclicità, simbologia cosmogonica dei cicli di morte e rinascita, come è rappresentato anche dalla perdita periodica del palco delle sue corna.
Un sacri-ficio necessario, di morte, per accedere a nuova vita, guardiano delle dimensioni, quale è.
Lo stesso anello al collo che porta Cernunnos, è simbolo di ciclicità, come un orobouros.
Ciclicità che appartiene a Saturno, alla dimensione femminile.
Sulla mano destra, infatti, ad equilibrare la polarità energetica della parte destra, che è mascolina, tiene in mano un oggetto circolare, che ha le due polarità, i due estremi, pomellati, uniti.
È la simbologia della dimensione mercuriale femminile, custode mercuriale delle due polarità, che entrando in contatto, consentono la ciclicità, l'espansione spiralizzata.
Sul lato sinistro, invece, tiene un serpente "cornuto", arrotolato come un Omega, la stessa sbologia che ritroviamo in Inanna, che tiene in mano due serpenti arrotolati ad Omega.
Omega, che rappresenta il Femminino.
L''Alfa e Omega primordiali, cosmogonici(https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/alfa-e-omega.html?m=0) come è presente anche in una rappresentazione della Dea celtica Freya, alla quale è Sacro anche il cervo( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/05/ciondolo-vichingo-freya-angolo-54.html?m=0).
Il Serpente cornuto, come ho sottolineato in un mio scritto riguardo il simbolo della Tribù dei Dan ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0) è presente in questo simbolo, come simbologia astrale
"All'interno è rappresentato un serpente, che verosimilmente è assimilabile a quello della figura della Cerasta Cornuta , chiamata anche vipera  Cornuta del deserto, con due piccole cornine sul capo,  spesso presenti anche negli elmetti dei nostri Bronzetti sardi
"Nachas" e "Tannin" sono due parole ebraiche, ed entrambe significano "drago", poiché la connessione tra drago e serpente era già presente in  forma della figura del Leviatano, il mostro Marino dalla leggendaria forza, nato per volere di Dio, che rappresenta la grande potenza di Dio, il caos primordiale, nella Genesi
Infatti viene indicato come il "serpente del Polo Nord", perché nella etimologia ebraica, indicava la costellazione del dragone, di 4500 anni fa, il Polo nord, che era vicino alla stella Thuban, che invece si trovava nella coda del dragone.
E il Dragone rappresentava astronomicamente sia  il nodo nord che il nodo Sud"
Ne ho parlato anche da poco( https://maldalchimia.blogspot.com/search?q=Piastrella&m=0)
E d'altronde, il cervo,  nell'area circumpolare il cervo era  associato col simbolismo del Sole e della luce.
Simbolismo in cui gli Opposti, proprio come la simbologia delle corna, si integrano.
Questo plenilunio richiama alla connessione con ciò che ci fa espandere, a ciò che ci integra.
A ciò che dobbiamo sacri-ficare, affinché il Sacro, emerga.
Con infinita gratitudine sempre.

Tiziana Fenu
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Plenilunio del Cervo