Statuetta in alabastro raffigurante una dea; rinvenuta in una tomba elleno-babilonese (250 a.C. - 250 d.C.), a Hillah, Iraq. Statuetta con occhi e ombelico in rubino, raffigurante la dea babilonese Nanaya, chiamata anche Nana, presente soprattutto nell'impero Kushana, antica popolazione nomade dell'Asia centrale.
Impero sincretico, la "grande stirpe della luna" ( siamo tra il 30/ 375 dC ) una variante della Dea assira Ishtar/Inanna, sincretismo che nel Pakistan viene assimilato dalla figura della Dea Nawi, che significa sposa.
Viene associata alla simbologia del Leone, nella sua forma zoomorfa, come tutte le Dee, simbolo dei solstizi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/08/dea-cibele-con-leone.html?m=0)
Una Dea che nel suo culto assimila anche altre Dee in altre parti dell'Asia, compreso il culto persiano di Anahita, e della Dea Durga hindu.
La divinità nuda indossa una mezzaluna in bronzo tra i capelli ed è ornata da collana e orecchini d'oro
5 anelli sul quinto chakra della gola, Vishudda, correlato all'apparato riproduttivo femminile ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/blog-post_18.html?m=0)
Il numero 5 è il numero di Venere, che traccia un percorso pentacolare nel cielo nell'arco di 8 anni.
Il segno del Toro, con la sua simbologia delle corna taurine /uterine, simbolo sinergico lunare e solare, è governato proprio da Venere.
La Venere archetipale.
Il pentacolo.
La Tanit.
Il Sacro Femminino per eccellenza.
La dea lunare dagli occhi rubino.
Il rubino si incastona nella pelle diafana e lunare della Dea, a rappresentare la sua Essenza spirituale, ma anche legata alla materia, alla carne, al sangue.
Il nobile rubino, considerato il re delle pietre preziose, legato al chakra del cuore, quindi alle emozioni, alla passionalità, al sangue come veicolo di vita e di morte.
Aspetto, in assoluta complementarietà con l'aspetto diafano e asettico della Dea.
È tutta negli occhi, nello sguardo, specchio dell'Anima, la sua energia, la sua vitalità.
Rubino anche per l'ombelico.
Per il "biddio", in sardo.
Intorno al quale si forma la "bidda", il paese, la comunità.
Perché il Femminino crea la comunità, intorno a sé.
Omphalos antropologico e sociale.
La mano sinistra, pronta a ricevere, ad accogliere.
Perché il Femminino è accoglienza e ricezione.
Regalità, misticismo, eleganza.
Capolavoro assoluto.
Un Femminino che governa, con la sua semplice Presenza.
Che non necessita di invadere.
Perché, semplicemente "È"
Tiziana Fenu
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Dea Nanaya in alabastro e rubino


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