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mercoledì, marzo 17, 2021

💛 La Y taurina di Ascensione lungo la via Lattea attraverso i "tre Soli".

 La Y taurina di Ascensione lungo la via Lattea attraverso i "tre Soli". 


Sulla scia dei miei precedenti post, e rivedendo alcune cose in chiave archeoastronomica, oggi tracciamo insieme quel che erano le linee guida del cielo, delle costellazioni, in un periodo astrologico particolare.

Quello che riguarda la cosidetta "era del Toro", che è stata così tanto influente nella nostra Antica civiltà sarda. 

Ogni età prende il nome dalla costellazione che ospita l'equinozio di Primavera. Il ciclo completo dura 25.920 anni e comincia sempre dall'Acquario. 


"Era del Toro", preceduta da quella dei Gemelli, e prima ancora da quella del Cancro, fino ad arrivare  all'era del Leone, (dal 10000 all'8000 a. C.), governata dall'elemento Fuoco, e dall'elemento Sole, con i suoi eroi Ercole, Gilgamesh, Enki, e che fu il periodo della costruzione delle Sfingi, come quella Egizia, e probabilmente anche quella del nostro Sinis.

L'era del Cancro(8000-6000 a.C.) era governata dall'acqua e dalla Luna. Diluvi e maremoti distrussero le antiche civiltà, probabilmente anche Atlantide. 

Successivamente, l'era dei Gemelli(6000-4000 a.C.) fu governata dall'elemento aria e da Mercurio, e vide contatti tra popoli, spostamenti, e nella luna nuova di primavera, nel cielo si potevano vedere le due Stelle gemelle, Castore e Polluce. 

È il periodo a cui risalgono le nostre Domus de Janas, il cui nome riporta a quel Giano bifronte, custode dei due portali, della vita e della morte. 

Lo stesso nome Jana, è una forma contratta di "janna", che significa porta. 


Poi, dal 4000 al 2000 a.C. circa, abbiamo l'età del Toro, governata da Venere e dall'energia di Madre Terra, della fertilità. 

Una figura estramente predominante nella nostra antica civiltà sarda, come ben sappiamo.

È un'energia, quella del. Toro, che sentono in ogni civiltà. 

In India il dio Shiva è sul dorso di un toro e porta tra le corna una mezzaluna. 

Il Toro è l’energia forte che procrea e corrisponde, nell’Egeo, alla Civiltà Minoica o della "Grande Madre", in India ad Agni (fuoco) e Shiva.

La simbologia del Toro riporta all’elemento Terra, ad un'epoca pacifica, fondata sull’agricoltura, l’armonia con la natura e il culto della Grande Madre. Il Minotauro, i Tori celesti babilonesi, il Dio Api agizio. 

L’epoca del Toro è connessa alle civiltà matriarcali, i cui simboli sono l’acqua, la mucca, il serpente, le corna di toro, la falce lunata o mezzaluna, che diventano simbolo di molti popoli, come quello islamico.

Ne abbiamo prova qui in Sardegna, dove tutto ha un'impronta "taurina/uterina" e infine, abbiamo l'era dell'Ariete, che va dal 2000 a.C.,all'anno zero, che comincia come "era dei Pesci"(quella del Pesce Cristico, il Salvatore). 

Era dell'Ariete dominata dal fuoco, dal Vulcano, dalla metallurgia. Il periodo in cui sicuramente la nostra Tharros /Tartesso, ha avuto il suo maggiore fasto. 


Ma è su questa era del Toro, che voglio soffermarmi, poiché tutte le civiltà antiche del grande inizio erano ossessionate dal Toro Cosmico. 

In tutte le grandi civiltà megalitiche, compresa la nostra, adorano, hanno come punto di riferimento della loro spiritualità, un toro cosmico, un sole, una falce a mezzaluna.

Ma non era il sole normale, come lo vediamo noi, ad essere adorato, come punto di riferimento.

Il sole, dettava semplicemente un'orientamento terreno, come molti nuraghi rivolti ai solstizi, o gli ingressi delle Domus rivolti ad est, alla rinascita.

Ma quel che veramente interessava ai nostri Antichi Sardi, era arrivare al Divino anche a livello astrale, per ascendere e accedere al divino. Anche e soprattutto dopo la morte. 


Solo un'accurata osservazione del cielo, e di tutta la mappatura stellare ha consentito agli antichi Sardi (ma anche alle altre civiltà), di individuare questi precisi punti, di Ascensione, e li avevano individuati già 17.000 anni fa nelle costellazioni delle Pleiadi, del Toro e di Sirio, tutte sulla stessa linea. 

Ci sono pitture rupestri che 17.000 anni fa rappresentavano il Toro dalle lunga corna, pur non essendo presente come animale, in quanto arriverà 10.000 anni dopo. 

Le stelle più luminose del cielo erano Sirio, con le sue 3 stelle più luminose, l'occhio luminosissimo del Toro, Aldebaran,  le tre stelle della cintura di Orione e le Pleiadi. 

Erano i "tre Soli", di cui Sirio era il primo sole, la Madre Divina creatrice, Iside. 

Abbiamo disposizioni triangolari anche qui in Sardegna. Come i nuraghi trilobati, specie il Santu Antine e il Nuraghe Losa, e di triangoli raffigurati, ne abbiamo ovunque, anche nelle Domus de Janas. 

Centri di creazione. 

Nascita, morte e rinascita, ma intesi ad un livello superiore, nei loro stargate stellari, che avevano individuato in questa conformazione stellare triadica. 


Le antiche mappe di Orione e delle Pleiadi, in ogni civiltà antica, mostrano tre "stelle solari", ma è come se fosse una mappa del paradiso dei loro antichi antenati. 

I "tre Soli" sono spesso rappresentati anche nelle pitture, e rappresentavano questo che è chiamato Il "Triratna" , il simbolo tibetano dei Tre Gioielli, una pietra meteorica Chintamani, che si presume che sia un pezzo di moldavite, scura, e di dice che venga da Orione. 

E queste mappe stellari hanno tutte la X che  segna il punto con tre stelle simili al sole, molto luminose, sia nelle Pleiadi, sia nella costellazione  del Toro sia nella cintura di Orione

La croce di Orione che poi diventa il Chi-Rho identificativo di Cristo, come lo furono le tre stelle della cintura di Orione per identificare, dai tre "astronomi - Magi", dove fosse il Messia, e prima di lui, Osiride, e tutti gli avatar che lo hanno preceduto. 


Ho sempre sostenuto che questo simbolismo del tre volesse indicare "nascita/morte/rinascita".

Pensavo giusto.

Ora ho capito, che nello specifico si riferisce a queste tre costellazioni così importanti, che per brillantezza equiparavano il Sole, ed erano considerate delle conformazioni sacre per l'ascensione al Divino dopo la morte. 

Del sole ne tenevano conto per "fertilizzare' di vita gli ingressi delle Domus, delle tombe dei Giganti, dei nuraghi, ma" l'ossessione " era ascendere al divino.

Una frenesia costruttiva di migliaia di nuraghi che puntano al cielo. 

Penso ai doppi gradini speculari scendendo nei pozzi Sacri, di cui quelli superiori, impraticabili, servono per l'ascensione. 

Penso alle precise angolazioni osservate anche di giorno, per poter scoprire quell'angolazione perfetta di 60°, che potessero ricreare in terra, attraverso quella Geometria Sacra, che portasse il Divino anche nella Materia, nella pietra, nelle piramidi, nei nuraghi, nei pozzi Sacri.

I nostri Giganti ne hanno il marchio addosso. Esagono con angoli interni a 60° e quadrato divino delle possibilità costruttive, addosso.


Abbiamo visto, come nelle tholos dei nuraghi, a chiusura della stessa, abbiano lasciato una pietra esagonale, ma grazie alla segnalazione di un mio contatto, il sign.Pino Fiore, admin di un gruppo di archeologia, attraverso una sua foto, che vi posto, scattata all'interno di un  Nuraghe nell'alta Nurra, si vede chiaramente una pietra di chiusura di una ghiera circolare, a forma pentagonale, a 250 cm da terra. 

Ho scritto "sembrava" poiché il riconoscimento di un fossile di riccio risalente a 18 milioni di anni fa, da parte del geologo Luigi Sanciu, non ha più lasciato dubbi in proposito. 

Quindi potrebbero aver scelto di proposito questo elemento decorativo "pentagonale" dentro il quale si inscrive benissimo un pentacolo, una stella a cinque punte, che simboleggia Venere, e che soprattutto indica quella porzione di cielo, proprio a forma di Pentagono, che vi ho evidenziato nelle immagini, che sta alla base della "V" delle corna della costellazione del Toro, perfettamente in mezzo alla fronte, e che ha come vertice la stella Aldebaran, l'occhio del Toro, il terzo occhio necessario ad acquisire la consapevolezza utile all'ascensione. 

Terzo occhio che viene chiamato Anja, che vuol dire "conoscenza", che corrisponde al sesto chakra e che è rappresentato da un fiore di loto blu con due petali, il perfetto equilibrio tra maschile e femminile. 

Anja, che guardacaso, è l'anagramma di "Jana". 

E, guardacaso, come ho già spiegato, nella maschera Ghignante di San Sperate, sono stati rappresentati i fiori di loto, con l'occhio di Aldebaran al centro e cinque diramazioni per lato che partono dal terzo occhio centrale. 

Perché quella è la porticina, il portale, la janna/Jana/Anja, che fa accedere all' Ascensione Divina, rappresentata globalmente dall'asse 

"Sirio/cintura di Orione/pentagono-pentacolo della stella Aldebaran e Pleiadi", con uno snodo a Y che si dirama esattamente tra la traiettoria sulle Pleiadi, e il corno superiore del Toro (passando per la sua stella beta Tauri, chiamata anche Elnath) tracciando un Y che risulta avente il corno sinistro più corto. 


Ecco rivelato il mistero sulla Y, sempre così presente, nella nostra Antica civiltà sarda, come scrittura e simbologia, rappresentata sempre con la stanghetta sinistra più corta. Così come è rappresentata anche la protome taurina, il torello, sempre con il corno sinistro un po più corto. 

Perché riproduce fedelmente, la via astrale, la Y dell' Ascensione divina, attraverso il portale Aldebaran del terzo occhio. 

Esattamente quel Pentagono rappresentato sulla tholos del Nuraghe dell'alta Nurra. 


Il pianeta Venere tracciava un pentacolo perfetto sull'eclittica ogni otto anni. Gli antichi che avevano osservato quel fenomeno erano rimasti talmente stupefatti che Venere e il suo pentacolo erano divenuti i simboli della perfezione, della bellezza e degli aspetti ciclici dell'amore sessuale.

La correlazione tra questo simbolo e il femminino sacro è ben nota agli storici dell'arte e agli studiosi di simbologia.

E Venere è il pianeta che domina la costellazione del Toro.

Il pentacolo, sovrapposto alla Dea Tanit, simbolo equinoziale antichissimo del sole in equilibrio tra gli equinozi, di perfetta armonia tra maschile e femminile, da cui trasse ispirazione anche Leonardo da Vinci per il suo Uomo vitruviano, rappresenta, anche come simbologia di Toro e Venere(la stella del mattino, l'Omega, l'inizio del tutto) uno Stargate stellare. 

Ecco perché Osiride è rappresentato sulla barca stellare, con la chiave di Ankh in mano, e circondato da stelle a  5 punte. 

È il portale magico di Aldebaran. 

Ed ecco perché la dea Nut, la dea egizia che rappresenta l'arco del cielo, la via Lattea, ha il corpo ricoperto da stelle a cinque punte. 

Così come erano rappresentati i sacerdoti egizi, gli Iniziati, con una veste con stelle a cinque punte. 

Questa Omega pentacolare, che simboleggia Toro e Venere si può vedere anche dalla forma della testa della Tanit con le braccia aperte.


Avevo già scritto come l'Omega fosse il simbolo della Sacra Metallurgia di Tartesso, identificabile nella nostra Tharros, anch'essa nella zona della cintura di Orione in terra, Oristano, e di come siano state trovate delle "T", di cui i Giganti hanno la stessa conformazione "sopracciglia naso". 

È la T di questa triade "solare", la "Y" considerata l'Omega, l'inizio del tutto, che troviamo anche nei trilobati, nella conformazione delle Tombe dei Giganti, nelle protomi taurine all' interno delle Domus de Janas, nella stessa scrittura, sempre presente. 

Non, una divinità solare, ma una vera e propria traccia astronomica di via ben precisa di Ascensione al Divino, a  cui i Nuraghi, nella loro struttura che punta verso l'alto, sono i rappresentanti più esemplificativi. 


Un'asse Sirio(l'Iside cosmica), Orione, Aldebaran(la stella piu luminosa di Taurus) e le Pleiadi, tutte lungo la via Lattea, considerata l'equatore galattico(mentre la cintura di Orione è considerato il piano dell'equatore terrestre). 

Iside, Osiride e Horus, cioè Aldebaran, il terzo occhio celeste, proprio quello che abbiamo visto nella maschera ghignante, Sole, tra due soli, da cui si diramano cinque linee simboleggianti i cinque vertici della conformazione della costellazione

Questa conformazione in cielo, con Iside/Sirio, e Osiride/Orione con la piattaforma(come il quadrato di Sator/Sinis) delle tre stelle della cintura, e Aldebaran al lato opposto, formano una conformazione di due piramidi  unite per  il vertice. 

Questa intersezione, forma una quadratura del cerchio tra equatore terrestre ed ecclittica, creando la via più diretta per raggiungere la via dello spirito. 


Orione è considerato il grande uomo cosmico, il cacciatore della Luce. 

Infatti cerca di prendere Taurus, per arrivare a quel suo terzo occhio della rivelazione, quale è Aldebaran, intimamente connesso alle Pleiadi. 

Orione è considerato il nostro centro super cosmico del plesso solare, la consapevolezza, prima di arrivare alla rivelazione del terzo occhio Aldebaran, verso la quale sono orientate le Tombe dei Giganti di Dorgali, Paulilatino e Thiesi, così come sono orientate verso Orione e le Pleiadi, altre strutture megalitiche, come le tombe dei Giganti di Tamuli. 

E questo centro cosmico di rotazione, è indicato con quella X(la conformazione di Orione è una clessidra) e Rho(che rappresenta la via retta che arriva sino ad Aldebaran, la consapevolezza). 

La Cruz Christi, il monogramma di Cristo Chi Rho, il Chhrismon, che non è un simbolo solare, ma la via Lattea, via retta per l'Ascensione percorsa attraverso queste X,  queste croci. 

Infatti la via Lattea è percorsa da tre croci :


1)La X di Orione, con la sua conformazione a clessidra (clessidra che ritroviamo anche nei nostri manufatti sardi) che è una croce primaria, cardinale, identificata con Cristo, Osiride e tutti gli Avatar, intorno alla quale ruota tutto, come è sottolineato dalla centralità della cintura dei Giganti di Mont'e Prama inseriti nella quadratura del cerchio, nel pentacolo dell' uomo vitruviano, e nella geometria sacra della Vesica Piscis.


2)La Croce del Nord del Cigno, fissa(altro punto di riferimento importante per gli antichi Sardi. La croce del "cigno/cunnus", la via per la rinascita, di cui già parlai in un mio precedente post).


3)E la Croce che passa attraverso l'occhio del Toro, la stella Aldebaran. Costellazione del Toro, di cui fanno parte le Pleiadi, che si trovano sul "suo collo", nel chakra della gola, da dove si esprime  il verbo della Creazione, il Logos divino


Il grande uomo cosmico Orione/Osiride, produce la sua manifestazione divina, solare(il suo nome è luce, è Aur, Or, come Oristano), dà la caccia al "Toro materia", con la complicità di sua moglie Sirio/Iside attraverso le Orse, maggiore e minore, attraverso le quali passa la costellazione del Drago(di cui la sua stella Thibau era la stella Polare 2700 anni fa, che ha in sé, anche la costellazione del Cigno). 

Sirio che era chiamata "dente di serpente" o "arco" che scaglia la triplice freccia, le tre stelle della cintura di Orione, verso l'occhio centrale Aldebaran del  Toro/Apis, porta e perno(con l'opposto Antares-scorpione) verso il cuore solare. 

Orione è come Atlante che sorregge il mondo. Come i Giganti di Mont'e Prama, che reggono l'arco della via Lattea dell'Ascensione. 

La X di Orione, la doppia piramide, il Vajra degli opposti dinamici, la croce ad elica, ed è il motore della vita cosmica. 

Orione è come un Fuoco solare dinamico che consente l'ascensione. 

È una svastica con i rebbi, che gli consentono il movimento dinamico. 


E una rappresentazione di questo movimento primario di uno di questi tre soli, che per gli antichi eran più importanti del sole stesso, l'abbiamo in quei pugnali ad elsa gammata, che contraddistinguono i guerrieri sardi. 

Sembrano delle svastiche, ma anche questo l'avevo già scritto tempo fa. 

Svastiche stellari. Non propriamente solari. 

Perché l'ascensione per il divino avveniva attraverso questi "soli/stelle". 


Attraverso queste costellazioni equatoriale, Sirio, Orione, Toro, Pleiadi, per arrivare, attraverso questo percorso nella via lattea, dove queste costellazioni sono allineate, al portale della consapevolezza, l'Aldebaran del terzo occhio. 

L'occhio divino, l'Horus, che tutto vede. 

Sirio, Orione, Drago, Cigno, Toro, Pleiadi. Le Iadi del Toro. Sono tutte Costellazioni importanti per i sardi. 

Sono sulla via dell'Arca che porta ai loro portali, quelli che avevano individuato per l'ascensione. 

La Via lattea che è un'archetipo, che trasporta i semi della vita. 

Arca è  anche "Argha" , ma ne avevo già parlato in un mio precedente post sulla simbologia del labirinto in Sardegna. 

"Arca che protegge e porta in Salvo come un grembo, il puntino, il sole. 

Come l' Arca solare egiziana a Mezzaluna. 

" Arca/Arga/ Argha" che indica la matrice, l'utero. 

" Argha" è un termine sanscrito, e secondo il glossario della dottrina segreta della società teosofica significa "vagina/yoni" 

Quindi l'arca è una vagina cosmica. 

L' Arca come una vagina cosmica, un'imbarcazione, una traghettatrice come lo è la "Jana/Yoni", una traghettatrice tra due dimensioni poiché Iana e anche "janna" cioè porta. 

La Vesica Piscis, nell' intersecazione dei due cerchi, forma un pesce, una vagina ma anche straordinariamente, ha la stessa forma delle imbarcazioni degli Shardana, del popolo del mare

Guardando la forma della navicella nuragica, si può notare come sia assolutamente identica vista dall'alto  alla forma ogivale del "pesce/ vagina/ogiva" della Vesica Piscis, ottenuta dai due cerchi, maschile e femminile che si intersecano"


L' Arca, la via Lattea, è un portale, dove si incontrano gli opposti, e la rinascita si compie capovolti, stavolta, come il riflesso capovolto nel pozzo di Santa Cristina, benedetto dal fuoco(Sole) e dall'acqua. 

Non per niente la dea della via Lattea, si chiama Nut, con la stessa radice di Nuraghe, di Nur(fuoco) e Nun(acqua). 

Perché l' Ascensione può avvenire solo dove si incontrano gli opposti, dove agiscono in sinergia maschile e femminile, e solo in una linea equatoriale celeste, poteva avvenire. Quella che poi verrà riflessa in terra, cercando la stessa perfezione del divino celeste, attraverso la Geometria Sacra ottenuta dai calcoli a 60° dei raggi solari agli equinozi, come indice di perfezione Divina e marchio, come abbiamo visto, nel mento dei Giganti, dei Sacri Architetti Divini. 


È un portale che culmina con l'attraversamento del terzo occhio del Toro, di Aldebaran, dello Anja, o della Jana. 

Ne parlerà anche la Bibbia : "la lucerna del tuo corpo è il tuo occhio" (Matteo 6,22)

La Via Lattea per i celti era un arco, chiamato Iris, e apparteneva al Dio Lugh, si, lo stesso dio Lugh ridente della maschera Ghignante. 

E l'Iris era sacro agli Egizi. Estraevano l'olio profumato di Iris per preparare i corpi per l'imbalsamazione. 


Ecco perché i antichi sardi  fecero le  piccole  dee madri di Cuccuru s' arriu di Cabras,  4.500 anni prima degli Egizi, a forma di scarabeo. 

Perché lo scarabeo è l' unico animale che si orienta seguendo la via Lattea, e quindi animale sacro che conosce  la via per il Divino

Orione è importantissimo per ritrovare queste altre stelle fondamentali, perché estendendo la sua cintura verso sud est, di trova Sirio, e verso Nord est, si trova Aldebaran. 

Anche Shiva è portatore del tamburo di Orione, a forma di clessidra, come il Sacro Vayra, e grazie ad Orione, può cavalcare il Toro bianco. 

Lo stana, come fece Ercole nel catturarlo. 

Ne fa strumento di ascensione, lo divinizza, perché è lungo l'equatore celeste, esattamente in equilibrio, come le braccia della Tanit che tengono il sole in equilibrio , durante gli equinozi di primavera. 


Soltanto l'equilibrio e la sinergia delle forze opposte consente l'ascesa. 

Orione/Osiride è insieme maschile e femminile, per questo indica la via, perché ha inglobato in sé anche il Femminino, Iside/Sirio. 

Non c'è da distinguere tra maschile e femminile. 

Non c'è un prima e non c'è un dopo. 


Orione è un Eroe

"Eroe" da "ierogamos", nozze mistiche tra maschile e femminile.

Come sono Eroi, i Giganti di Mont'e Prama 

Eroi androgini divinizzati, che mostrano la parte femminile, inglobata, attraverso l'uretra/Ureo, la via dell' Urina, dell'Oro, che conoscevano la via per l' Ascensione, che arriva a Horus, ad Aldebaran, il portale di trasmutazione, che ha come perno la cintura di Orione, con le sue tre stelle, l'elemento triadico, sempre presente nell'antica civiltà Sarda. 


Orione, è la chiave per capire le altre coordinate. Da Orione parte tutto

Ecco perché la cintura dei giganti di Mont'e Prama corrisponde esattamente ad una precisa Geometria Divina, al centro dell'uomo vitruviano, della stella a cinque punte, perché da essa si arriva all'occhio centrale di Aldebaran. 

All'Anja

O alla Jana, anagrammato. 

Al portale galattico. 

Come sempre tutto torna, con una precisione millimetrica. 

I nostri Antichi Sardi erano degli astronomi straordinari. 

Puntavano in alto. 

I nuraghi lo dimostrano. 

Puntavano ad essere eroi in terra, figli di quella ierogamia Monadica di cui avevano memoria, ai tempi dell'Oro. 

Ai tempi di Atlantide. 

Costruttori Divini, grazie alle coordinate di Orione, Monade di per sé. 

Costruttori sempre attenti all'equilibrio tra gli opposti. 

Sardegna/Osiride/Iside

SRD. 

Sardi.


Tiziana Fenu


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La Y taurina di Ascensione lungo la via Lattea attraverso i "tre Soli".


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Dea Nut  del Cielo con stelle a cinque punte

Foto Nuraghe alta Nurra con ghiera con Pentagono centrale



Asse Orione/Aldebaran /Pleiadi/beta Taurus

Pentagono al centro della fronte della costellazione del Toro

Triratna tibetano. I tre Soli. 

Sempre particolare della ghiera con Pentagono centrale. 

Pitture rupestri di 17.000 anni fa con Orione, Taurus e Pleiadi


Tanit e Stella a cinque punte, si corrispondono

Antica scrittura sarda

Ierofania della protome bovina Nuraghe Santa Barbara Villanova Truscheddu

Pugnaletti ad elsa gammata. Nuraghe Albicciu di Arzachena. XI sec.a.C.
Svastica stellare 

Sempre nuraghe santa Barbara 

Nuraghe zuras Abbasanta 

Protome taurina

Protome taurina Domus  de Janas

Gigante di Mont'e Prama 

Dea Madre Di Cabras-Oristano 4500/5000 a.C.


Chrismon, monogramma di Cristo, o Chi Rho

Maschera Ghignante di San Sperate (Cagliari), VI sec.a.C.

Antica scrittura Sarda 

Sacerdote egizio con la veste decorata con stelle a cinque punte

Sovrapposizione Gigante Mont'e Prama e uomo Vitruviano di Leonardo da vinci 

Sovrapposizione Gigante di Mont'e Prama e uomo vitruviano di Leonardo da vinci 



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