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mercoledì, marzo 17, 2021

💛 La Maschera dell'Aldebaran Solare di San Sperate.

 La Maschera dell'Aldebaran Solare di San Sperate. 


Sulla Maschera Ghignante di San Sperate, provincia di Cagliari, risalente al VI sec.a.C., si è detto di tutto un po' e non voglio essere ripetitiva su cose già approfondite.

Vorrei sottolinearne la peculiarità, le caratteristiche, che non sono state trovate in maschere nelle terre fenice di occidente, visto che viene considerata una maschera fenicio-punica, quindi è su questi aspetti che la contraddistinguono, che voglio soffermarmi. 

Il fatto che questa maschera sia stata ritrovata a San Sperate, non è un caso. 

San Sperate si trova nel Campidano. 

Campi-Dan-o. 

"Campi di Dan".

"Shar-Dan-a" sicuramente. Un marchio inequivocabile. 

Sottolineo che il re dei Tuatha de Daanan, era "Lugh il luminoso", il Dio della fertilità, del Sole e della Luce, abile in molte tecniche, che gli valsero il nome di Salmidanach, il "multiforme artigiano", come scrissi in un mio precedente post. 

Il "Mercurio Lugh", esattamente, per la sua capacità alchemica di trasformare le cose in oro.

"Lugh" , che assomiglia tantissimo al verbo inglese "laugh", "ridere" 

Questa maschera ghignante rappresenta una risata di gioia, in onore della divinità solare. 

Ne porta i segni. 


Ha il fiore di loto impresso. 

Presso gli Egizi(ormai conosciamo benissimo quale stretto legame leghi la nostra civiltà alla loro, e di come io consideri la civiltà egizia una derivazione di quella sarda) il fiore di loto era sacro. 

Era chiamato "Seshen", emblema di rinascita, per la sua caratteristica di chiudere la propria corolla, sprofondando nell'acqua la sera e di schiuderla riemergendo all'alba, orientandola verso la luce del sole. 

Il "loto primordiale" o "grande loto", il bocciolo dell'inizio dei tempi, quello che sboccio' sul grande stagno di Ermopoli, fecondato dagli Dei dell'Ogdoade, e che genero' il dio Solare Atum Ra. 

O era il grande stagno di Cabras? Il "Cabras/Cobras", il femminile acquifero della divinità solare Ra? 

Cab-Ra-s. 


Il suo bocciolo semiaperto, simbolo araldico dell'Alto Egitto, con i sepali stilizzato e arrotondati, sono rappresentati specie nella I dinastia, all'epoca del sovrano Den. 

Le stele funerarie in cui viene rappresentato, hanno la forma delle Tavolette, dei Sigilli di Trzicotu, ritrovate a Cabras. 

Il sovrano Den, fu incoronato nel 3050 a.C, faraone della I Dinastia. 

Il suo nome significa "colui che colpisce( Horo). 

Ma anche" le due signore, in riferimento alla doppia corona dell'alto e del basso Egitto(Nebti). 

E ancora, "Horo d'oro", è colui che regna sul giunco e sull'ape.

"Is fassones" di Oristano, fatti di giunchi, ancora vivono nella tradizione, e sembrano le imbarcazioni solari egizie. 


Un sovrano che si chiama Den, della I Dinastia. 

Uno Sher-Den. 

Un Sardo. 

Una maschera, unica nel suo genere (non ne sono state ritrovate altre così riccamente decorate) ritrovata nel 1876, in un paese, San Sperate, i cui i primi insediamenti umani, secondo i reperti archeologici ritrovati, compreso anche il ritrovamento di un nuraghe fortificato, risalgono al XVIII a.C, e che era comunque un punto di passaggio per la via che da Kalaris, portava a Tharros. 

Tharros, Tartesso. Città dell'alchimia dei metalli in oro. 

Come il dio Solare della risata, il Re Lugh, della gioia Solare, dell'abbondanza, dell'alchimia. 


Abbiamo una maschera totalmente solare, divinizzata. 

Ha il doppio simbolo del sole, sulla fronte e sul mento, due fiori di loto, e un simbolo centrale che non si vede bene, e che quindi, non riesco a decodificare, ma che mi sembra un occhio. 

Cinque linee orizzontali che solcano la fronte. Cinque per lato. Che si diramano da quel simbolo che sembrerebbe un Occhio di Ra. 

E cinque linee orizzontali che solcano le guance, cinque per lato, anche qui. 

Il cinque è la somma di un numero maschile (il 3), e un numero femminile, (il due). 

Indica anche il 4( terra) + 1( lo spirito). 

E rappresenta la stella a cinque punte, la perfezione del pentacolo, dell'uomo vitruviano  divinizzato che può essere inscritto perfettamente in un quadrato, e nel cerchio. 

La Perfezione. 

La Quadratura del Cerchio. 

Come i cinque punti della Dea Tanit, che come ho già spiegato, indica la perfezione ed equilibrio equinoziale, da cui poi, si esplica tutta la Sacra Geometria, di cui i nostri Architetti Divini, i Giganti di Mont'e Prama, sono la massima espressione, con le loro proporzioni auree, e custodi del Sacro Quadrato creativo del Sator/Sinis. 


Gli Iniziati. 

E anche questa Maschera, parla di Iniziati solari, poiché l'anello al naso, era spesso indossato nei rituali di iniziazione (lo vediamo anche in altre zone, come in America del Sud e del Nord, portato anche sotto forma di legnetti o ossa dagli uomini di medicina). 

Ma in questo contesto in particolare, può essere anche un chiaro riferimento al Toro, poiché il numero 5, esotericamente, è legato al Toro e al pianeta Venere e alla conformazione astrologica dei 5 pianeti disposti come una stella a 5 punte, con Venere sulla Sommità che indicava una conformazione particolare che rappresentava la manifestazione del Verbo creativo. 

Infatti, il Toro, era astrologica di quel periodo, tra il 4000 e il 1800 a.C.,è legato al chakra della laringe. 

Laringe/utero, visto che rappresenta anche la fertilità. 

Quindi un cinque di perfetto equilibrio di maschile e femminile, in cui, dal punto di vista astronomico, si esplica al meglio la piena manifestazione solare equinoziale

Il sole in perfetto equilibrio tra le due braccia/orizzonte della Tanit. 

La Tanit come una stella a cinque punte, come ho già avuto modo di spiegare. 


Questa maschera è altamente simbolica.

Indica potenza solare.

Indica il potere della parola, della laringe, di governo del Toro, perché il connubio sessuale della Parola, rende fecondo il grande Ventre del Caos, da cui nasce l'universo. 

Si crea con il 5, con il potere della Parola.

Anche il quadrato di "Sator/Sinis", ha una N centrale, che ha valore numerico 5, in entrambi. 

Poiché la laringe, è un utero dove si crea la Parola, che è Verbo. 

Laringe creatrice.

Magari si officiava cantando, sotto gli effetti allucinogeni del fiore di loto blu, in particolare, per ascendere alla consapevolezza dell'occhio Sacro di Aldebaran, portale astronomico per l'ascensione divina. 


Mercurio, il nostro re Lugh, re dei Tuatha de Danaan, divinità solare, rubo' le vacche del sole, Iside, la Divina Madre. 

L' occhio centrale della maschera, può rappresentare l'Occhio rossiccio del Toro, la stella Aldebaran, perché, se capovolgiamo la stella a cinque punte, abbiamo la simbologia di un toro con corna e orecchie. 


Identificazione Venere /Toro,/numero cinque dei solchi, nella Maschera Ghignante, confermato anche dalla presenza, nell'altra maschera ghignante ritrovata a Tharros (pur se esteticamente molto meno bella e meno decorata di quella di San Sperate), di un glifo astrologico e astronomico, che rappresenta Venere, composto dalla Croce e il Cerchio, che rappresenta la materia (la croce, Mercurio, unità degli opposti, Logos, Verbo creatore ) che viene purificata dallo Spirito (il cerchio). 

Due simboli, croce e cerchio, che si sono poi sviluppati in croce ansata del Sacro Ankh, simbolo di Vita, e simbolo di Venere, nonché della Tanit stilizzata

Venere, il cui animale Sacro è il cigno

Costellazione del Cigno, che abbiamo visto, essere legata agli antichi sardi, come riportato nella stele di Thutmose III datata più o meno 1500 a. C, nelle quale si legge delle 9 stelle della costellazione del Cigno, in riferimento  alla confederazione sarda dei "nove archi", i Pelasgici, gli Antichi Sardi

“Ho legato in fasci i Nove Archi, le Isole che sono in mezzo al mare, i popoli stranieri ribelli. Come in cielo governano 9 dei , così in terra dominano i Nove Popoli. Il mio bastone ha colpito i Nove Archi”.


Cerchio e croce sono inseparabili.

La Croce indica il ciclo dell'anno, con i suoi equinozi e solstizio. 

Per gli equinozi passa l'equilibrio. 

L'equinozio di Primavera rappresenta l'est, l'alba, il sorgere del sole, il momento più importante. 

L'equinozio d'autunno, il tramonto, l'ovest. 

Il solstizio estivo il mezzogiorno, il sud. 

Il solstizio invernale la mezzanotte, il Nord

Al centro, l'eterno presente, il quinto punto, simboleggiato dall'occhio Udjat, l'occhio del Cuore, che simboleggia tutte le divinità Creatrici, assemblando in sé anche la simbologia del sole(occhio destro) e della Luna(occhio sinistro).

È l'ayn ebraico, simbolo della contemplazione divina, della fonte divina, del sole primigenio, in perfetto equilibrio, in questo caso, tra i due moduli di 5 solchi ciascuno.


Siamo in un periodo, dal terzo millennio in poi, in cui avviene un capovolgimento cosmogonico, e si assiste al progressivo passaggio dai culti stellari ai culti solari. 

Di conseguenza, cambia anche la forma dei complessi megalitici, che assumono un andamento circolare, come i nostri complessi nuragici, come stonehenge. 

In particolare si sviluppa, in perfetto accordo con l'era astrologica di quel periodo, il "culto della costellazione del Toro". 


Si ipotizza che nel 2002 a.C., esistesse un culto di Maggio legato al primo maggio, quindi ad Aldebaran, considerata l'occhio del Toro, associato all'egizio Horus, il cui sacro Occhio, sarebbe proprio la rossa stella Aldebaran, la stella più luminosa della costellazione del Toro. 

Horus "il lontano", non è il sole. 

È la sua forma giovanile, figlio di Iside e Osiride. 

Il nome antico di Aldebaran è Sar. 

Straordinario. 

"Sar" come Sardegna. 

"Ar" è il verbo che significa ascendere e la "S" , quella stessa S così importante anche in Sinis, ne determina una coniugazione causativa. 

"Ar" è ascendere. 

"S-Ar" significa "causare l'ascensione". 

Quindi Aldebaran è la stella che causa l'ascensione, l'occhio del Toro, l' Udjat, l'occhio di Horus. 

"As Ar" è il nome egizio di Osiride, divinità associata ad Orione, come abbiamo visto ultimamente. 

Quindi, l'insieme delle due costellazioni, del Toro(Horus) e di Orione(Osiride) si riferiscono ad una regalità condivisa. 

"Sar" (Aldebaran-Horus) e "Asar" (Osiride) 

Infatti i faraoni egizi si ritenevano i legittimi successori di Horus, cioè dell'occhio del Toro, la stella Aldebaran, in riferimento ad una regalità divina, e diventavano, dopo la morte fisica, Osiride/Orione, ossia ancora Re divini. 


Ricordo, come scrissi in un mio post, che le tombe dei Giganti di Dorgali, Paulilatino e Thiesi, sono orientate verso la stella Aldebaran della costellazione del Toro, in una conformazione a triangolo, che indicherebbe la A di Aldebaran. 

Aldebaran è il Tau, ventiduesimo Sacro Archetipo Ebraico, colui che guida, la sentinella delle stelle a est, contrapposta ad Antares, la sentinella delle stelle a ovest. 

È l'inizio e la fine delle cose, la nuova vita dopo la morte, come un portale. 

É il femminile da dove nasce il sole. 

E si trova sulla stessa linea, prolungata, della cintura di Orione. 


Quindi, alla luce fu queste cose, possiamo capire, quanto Orione, perfettamente sovrapponibile alla cartina della Sardegna, con cintura su Oristano - Sinis, e rappresentata dal baricentro della cintura dei Giganti di Mont'e Prama, e Aldebaran, che ha la A di Atlantide, e la Aleph, come prima lettera, del Toro, siano due chiavi di lettura astronomiche che ci indicano come la Sardegna, in quella zona mediana che attraversa il Sinis fosse veramente importante. 

Come una maschera così importante e simbolica, sia stata ritrovata proprio a San Sperate, in perfette condizioni e totalmente diversa dalle altre, per ricchezza di simbolismi è un mistero. 

Certo, in una zona che fa parte di quel "Campi-Dan-o" forse regnato da un Dan, o un Den, il faraone egizio, in periodi passati. 

Certo è che rappresenta la centralità di  questo culto solare taurino/uterino, in cui Toro e Venere sono indissolubilmente legati. 

Questa maschera rappresenta dei precisi riferimenti astronomici. 

Nulla a che vedere con le altre maschere puniche ritrovate nel bacino del mediterraneo in quel periodo. 


È una maschera Regale, che parla di divinizzazione solare, di ascesa, attraverso il portale di Aldebaran. 

Maschere divinizzanti, così come è rimasta nella tradizione sui nostri Giganti divinizzati, e con le maschere, in particolare in quella de "su componidori" e "su Isshuadore". 

Non sono semplici decorazioni, e men che meno indicano lo sberleffo della vita alla morte. 

Potrebbe essere una maschera regale

Di certo simbolica di un regno terreno, che si è manifestato qui in terra. 

Magari la stessa maschera di un sovrano egizio. 

E il che, sinceramente, mi stupisce sempre meno. 

Il cerchio si stringe, e la storia si ribalta. 

Nel verso giusto, finalmente.


Tiziana Fenu 


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https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/il-lugh-d-oro-di-orotelli.html


https://maldalchimia.blogspot.com/2020/05/osservavo-la-conformazione-triangolo.html


La Maschera dell'Aldebaran Solare di San Sperate.


Mi trovate anche in questo sito inglese

https://antichecuriosita.co.uk/blogs/








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