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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

martedì, settembre 28, 2021

💛Fiore della vita

 Il fiore della vita è il modo in cui lo Spirito, la coscienza divina, si geometrizza in forme geometriche  perfette, e si manifesta nel mondo materiale. 

È la forma dell'acqua quando si cristallizza. 

In una terra come la Sardegna, totalmente dedita al culto dell'acqua, come fonte di vita, ma anche come manifestazione, attraverso le ierofanie, del Divino nella materia, oltre l'aspetto architettonico, del cubito reale, adottato anche in Sardegna, parametro della Geometria Sacra ("Il cubito reale, in relazione alle lunghezze, che universalmente  è calcolato in 52,36 cm, si otteneva tracciando un esagono regolare all'interno di un cerchio di diametro di un metro. La lunghezza del suo lato ne determinava il cubito reale, che a sua volta, era diviso in 7 palmi"- https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/il-cubito-reale-sardo-simbolo-dei.html?m=0), di cui i Giganti di Mont'e Prama hanno il simbolo nel mento, abbiamo anche questa valenza simbolica, legata all'acqua, in una terra del "culto delle acque" per eccellenza, dall'altissimo valore spirituale, alchemico e trasmutativo. 

Persino le navicelle Shardana, così come rappresentate nei bronzetti, rispettano fedelmente la conformazione centrale e primaria della Vesica Piscis, ottenuta da due circonferenze che si intersecano, in modo da formare il "pesce/Mandorla Mistica", maschile e femminile insieme, perno su cui si costruisce tutto il fiore della vita. 

Una Sacra navicella, che è sinergia di opposti, per navigare sull'acqua, che era sacra, per i nostri Antichi Padri e Madri

Tutta l'Antica Civiltà Sarda, è impregnata di proporzioni auree, di Geometria Sacra, in ogni manifestazione, dai bronzetti, alle navette, ai Giganti di Mont'e Prama, alle Dee Madri, pozzi Sacri, nuraghi.. Tombe dei Giganti.. 

Ci sono tracce di proporzioni auree ovunque, per chi mi sta seguendo in questo percorso, attraverso le mie pubblicazioni, e molto altro c'è da scoprire.. 

La prima immagine riporta il fiore della vita in varie parti del mondo

La creazione sulla terra è descritta, in senso biblico, ma di origini molto più lontane, come una creazione iniziale di cielo e terra, da parte di Dio, che simbolicamente rappresentano le due circonferenze della Vesica Piscis, che rappresentano l'energia maschile (il cielo) e l'energia femminile (la terra). 

Dall'unione di esse, si crea l'acqua, tradotto poi in questi termini, in senso biblico, in tempi più recenti, rispetto al concetto di creazione primordiale, a livello biologico:

"«Lo spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque».(Genesi 1:1)

Le acque, quindi, sono manifestazione del Divino sulla terra, perché attraverso le acque, il liquido amniotico, si crea la vita, tutta la sequenza del fiore della vita, a partire dalla Vesica Piscis, dall'incontro delle due energie opposte, del Maschile e femminile.. 

Ma questo, gli Antichi Sardi, lo sapevano molto bene. 

Hanno fatto le navicelle a forma di "pesce mistico", rappresentato dal  Sacro Archetipo Ebraico Nun, il quattordicesimo, con funzione "trasformazione". 

La stessa lettera ebraica che troviamo nell'antico simbolo della tribù dei Dan, insieme alla lettera Dalet, la porta, la Jana, la stabilità, di cui avevo già parlato(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=1), simbolo che contiene un altro elemento importantissimo, di cui sviluppo la simbologia nel prossimo post 

Le navicelle che servivano per "aleggiare sulla superficie delle acque", come lo spirito divino di cui parla la Genesi. 

"Aleggiare" 

Le navicelle Shardana erano idrodinamiche, velocissime, andavano a pelo d'acqua, non violavano l'acqua con la loro pesantezza. 

Avevano una valenza quasi "cristica", come il Cristo che cammina sulle acque, poiché l'acqua è il veicolo attraverso la quale, si manifesta il divino, in sinergia con l'elemento sole, la scintilla divina che consente la manifestazione.

L'acqua manifesta la ierofania di rinascita, di nastita, di trasformazione, come abbiamo visto con la ierofania capovolta sulla tholos del pozzo di Santa Cristina per l'equinozio(https://www.facebook.com/103659844591320/posts/377151217242180/) 

Ma è l'elemento acqua, a consentire questa manifestazione. 

"Nun" significa "pesce/mandorla mistica" prodotta dalla Vesica Piscis, ma significa anche Balena, il luogo alchemico dove avviene la trasormazione

"Ma la cosa straordinaria è che "Nun", rappresentava anche  il  salutare primordiale, chiamato " NYNY", il cui segno era un uomo che trasmette energia, come un fulmine a zig zag, come  il saluto dei nostri Bronzetti sardi, che hanno quasi tutto il palmo della mano rivolto in avanti"

Uomini straordinari, i nostri Antichi Padri e Madri, divinizzati.. 

Al prossimo post per ulteriori rivelazioni.


Ps : a conferma dell'immenso valore dell'esagono e del fiore della vita, nell'antica civiltà Sarda, vi è un gioiello del quale avevo già perlato, nell'altra mia pagina Sacred Symbologies, la Mura Sarda, la mora Sarda, che, nella sua formazione centrale, con i 7 granati, forma esattamente un esagono centrato, come i 7 cerchi del fiore della vita. Lascio il link (https://maldalchimia.blogspot.com/search?q=Mora+Sarda) 


Tiziana Fenu 

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Prima immagine

Scozia (1), Israele (2), Cina (3), Turchia (4), Egitto (5), India (6), Germania (7), Bulgaria (8), Svezia (9), Francia (10), Ceco (11), Grecia (12) e almeno 14 altri posti. La fondazione più antica risale al II secolo aC È conosciuta sia come "Il seme della vita" che come "La rosetta a sei petali".


La seconda è la divisione cellulare nell'utero della madre quando viene creata la vita.


Fiore della vita

💛Fiore della vita Chiesa Sorgono

 Da un mio caro contatto, Michela Loi, che ringrazio di cuore per la presenza e interesse per le mie pubblicazioni, vi mostro le immagini dall'album personale della sign. Bettina Pinna, che documentano la presenza di bellissime decorazioni nella Chiesa di San Mauro, a Sorgono,  vicino alla zona di Biru e Concas, menhir.

Come potete vedere è rappresentato un Fiore della vita a sei petali/punte,, in entrambi i casi, circoscritto da un esagono, e, in entrambi i casi, con un ulteriore fiore della vita a sei punte, nella parte centrale.

Questo a conferma, che oltre l'importante valenza simbolica dell'esagono come parametro architettonico di una Geometria Sacra e Aurea, simbolo degli Architetti Divini, con precise proporzioni degli opposti e valenze simboliche, come ho approfonditamente scandagliato(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/il-cubito-reale-sardo-simbolo-dei.html) 

vi era una particolare attenzione al numero 12(un doppio fiore della vita, come in questo caso, ha 12 petali/punte), "su Santu Doxi", importantissimo parametro dell'antica Civiltà Sarda, tanto da essere protagonista di una sacra ierofania che si manifesta nel nostro pozzo Sacro di Santa Cristina a Paulilatino, come verificato e scoperto dal ricercatore Sandro Angei, quando il 21 di aprile, ( e anche il 21 di agosto) dopo svariate osservazioni, ha rilevato che nel pozzo, avviene il cosidetto "miracolo della resurrezione," quando i raggi solari si allineano in asse con la scalinata, e battendo sul primo bordo Inferiore , proiettano un'immagine luminosa nel  dodicesimo anello, a salire, della tholos, sul cerchio "anomalo", quello più grosso(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-la-piantina-del-pozzo-di.html) 

Manifestazione luminosa amplificata  e magnificata da un' accorgimento tecnico dovuto alla presenza dell' olio, che avrebbe reso calmo lo specchio circolare della "funtana" unta, rendendo ancora più magnificente  il riflesso dorato sul dodicesimo anello

In questo lasso di tempo, che durerebbe una mezz' ora circa, si osserva la "divinità solare" che si manifesta e benedice simbolicamente il raccolto del grano

È simbolico come la precisione  dell'inclinazione del riflesso porti alla manifestazione proprio sul dodicesimo anello. 

Su questo "12", e sull' importanza che avesse per i Sardi nuragici e prenuragica, si sono soffermati anche alcuni studiosi, (come il prof. Gigi Sanna) in particolare su questa formula santificante del nome di Dio, "Santu Doxi", " Santo Dodici"

 Il che è perfettamente consono, dal mio punto di vista, visto che la numerazione nuragica era sessagesimale, cioè in base 12, al considerare il 12 e i suoi multipli ( come i gradini del Pozzo, 24 e 12) come simboli portatori di sacralità. 

Dodici che è un perfetto equilibrio di riduzione teosofica(1 + 3) e di materia (4) che si unisce al divino (3)

Perché proprio Il dodicesimo anello?

Il 12 è un numero molto importante  È un numero sacro. 

Sul 12 si è scandita tutta la misurazione del tempo, degli eventi. 

12 ore, 12 meridiani, 12 mesi. 

E poi ancora a livello sacro, le 12 porte della Gerusalemme Celeste, i 12 apostoli, le 12 tribù di Israele, i 12 cavalieri della tavola rotonda, e via dicendo. 

Nei Sacri Archetipi ebraici, il 12 corrisponde alla lettera Lamed, con funzione "misura". Quindi rappresenta il calcolo, la misura.

Come se il momento esatto di quella ierofania dorata sul dodicesimo cerchio, indicasse proprio un parametro, sia per il raccolto, ma anche per un qualcosa di molto più elevato. 

La Lamed, nella sua forma, ricorda molto l'ureo egizio, che ornava la fronte dei Faraoni, e indicava il potere amplificato verso poteri divini, l'apertura del terzo occhio, l'estensione intorno e verso l' alto, pur mantenendo la stessa forma. 

Iside, l'ureo, era rappresentata come la signora Cob-ra ( Ra significa Dio del Sole). 

 La più alta forma di energia del serpente è la "saggezza".  Il Cobra rappresenta il Basso Egitto e la mente subconscia, l'espansione della psiche e una coscienza elevata.  Ulteriore iniziazione del Cobra - inizia all' 'energia del Serpente con due teste - l'altra è quella di Nepthys.

 Il Serpente Ureo  quindi era il simbolo della Divinità. 


La Lamed  è rappresentata  dal dodecaedro, la forma che fa parte solidi platonici della geometria sacra, e rappresenta l'universo, il punto terminale delle geometrie. 

La Lamed, il 12, è limite, la misura dell'universo. Subito dopo c'è la sfera delle stelle fisse, del Divino. 

Il dodecaedro stellato, in particolare, rappresenta la  merkaba, quella dimensione di coscienza che consente di viaggiare ad un'altra dimensione, un veicolo in grado di elevarsi in dimensioni ad un ottava Superiore, un portale per l'ascensione dell'essere. 

Ho scritto nel mio precedente post, come i 24 gradini che portano al bacile della Tholos, rappresentino l'ascesa, prima in verticale come gerarchizzazione egoica, poi la discesa dell'uomo all'interno di se stesso,, in umiltà e accoglienza. 

24 gradini per scendere nel grembo di se stessi. 

E 12  gradini per risalirne trasformati. 

Infatti il 12 è composto da "1 + 2", e rappresenta il ternario divino, nella sua riduzione teosofica. 

A 12 anni si facevano anche tutti i riti iniziatici nelle culture antiche di passaggio verso un età adulta, che si lasciava le spalle la fanciullezza". 


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Capite, quindi, quanto sia importante il simbolismo del doppio rosone "a sei", del doppio fiore della vita, all'interno di questi esagoni decorativi, già simbolici di per sé stessi.

Un simbolismo dentro un simbolismo, come una matrioska, tipico  dell'antica Civiltà Sarda, sempre estremamente polisemantica in ogni sfumatura.


Dalla foto di un'altra pagina, invece(https://www.facebook.com/146865778708328/posts/4584457251615803/?app=fbl), ecco, come in tanti altri paesi, tra cui spicca Abbasanta, per uno spettacolare fiore della vita con dei particolari bassorilievi a forma di tetraedro all'interno dell'esagono, come abbiamo visto nel mio precedente post(https://maldalchimia.blogspot.com/search?q=Abbasanta), ecco che spicca l'architrave di una abitazione, dove sono incisi 5 fiori della vita, ognuno dentro un esagono, e sotto quello centrale vi è una configurazione a triangolo con il vertice verso l'alto, con una decorazione a spiga, un po particolare.

Perché sembrerebbe sul lato sinistro suo, delineata con 5 solchi, e sul suo lato destro, con 6 solchi.

Il che, se fosse vero(impossibile stabilirlo da una foto), farebbe pensare al 5, nella parte sinistra come il Femminino (il 5 è il.pentacolo che segna Venere nel cielo nel suo percorso in 8 anni), e 6 nel suo lato Maschile, come unione degli opposti e forza creativa. 

Insieme, "5+6", fa "11", come le due colonne che reggono l'architrave, simbolo di Atlantide. (sulla simbologia del numero undici, rimando a questo post su Atlanta Micenea sull'altalena, dell'altra mia pagina-https://www.facebook.com/104545201465861/posts/335640958356283/?app=fbl).

Nel contempo, un Femminino "5", con i suoi 5 fiori della vita all'insegna di Venere, e quindi dell'Amore, protegge e custodisce la casa, come Femmineo, e come sinergia dell'Unione degli Opposti.


Riguardo il rosone della chiesa a Sorgono, è formato da 14 petali.

Il numero 14 è legato al Sacro Archetipo Nun, trasformazione, che è simboleggiato dal pesce/Mandorla Mistica che compone la figura base del fiore della vita, quando le due circonferenze, le due polarità opposte si intersecano. È la figura base, la Vesica Piscis, del Fiore della Vita, che nella sua versione completa di 19 circonferenze, rivela al suo interno, due perfetti esagoni e due perfetti fiori della vita.

Il rosone indica, nel suo significato numerologico, che è necessaria la sinergia degli opposti, ben è semplificata dal fiore /stella a sei punte, emblema anche della nostra Sartiglia, affinché avvenga la trasmutazione


Il fiore della vita era molto diffuso in Sardegna, e rappresenta l'essenza stessa dei Sardi, che ancora oggi lo portano inciso nella maschera dei Boes. (https://maldalchimia.blogspot.com/search?q=Boes)


Tiziana Fenu

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Fiore della vita Chiesa Sorgono

💛Pugnaletto svastica solare

 #piccoliappunti


Da un post in una pagina(https://www.facebook.com/1978572555803256/posts/3006550033005498/) 

"Monumento megalitico Tomba dei giganti Iloi di Sedilo

" Si presenta con un corridoio di circa 9 metri, realizzata con grandi conci di basalto. Tra gli oltre 1200 reperti rinvenuti nella tomba, nell’esedra e attorno (ceramiche, bronzi, oggetti in pietra, betili e mini-betili) ne spicca a uno anche per la particolare collocazione: si tratta di un pugnaletto in bronzo trovato nel 1990 in una fossa scavata nella parte est dell’esedra".

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Conformazione chiaramente "taurina/uterina", dove l'una è l'anagramma dell'altra, dove l'una si sovrappone all'altra, come ho sempre scritto, poiché la sinergia "maschile/femminile" è il canovaccio simbolico ed ermeneutico di tutta l'Antica Civiltà Sarda. 

Ma anche rivelatore e simbolico, il fatto che il Pugnaletto, immagino ad elsa gammata, sia stato ritrovato in una zona est della struttura, e non mi stupisce affatto, poiché non si tratta, anche qui, come ho sempre scritto, di un'elsa gammata, che con la lettera gamma greca non ha nulla a che fare, ma è la riproduzione di una svastica solare, da "figli del Sole/Toro), con i suoi rebbi.

L'averlo ritrovato sulla parte est, è rivelatore, poiché è il punto cardinale nel quale il Sole sorge, e non solo. 

Il lato est corrispondente al lato destro, il Mascolino, un chiaro riferimento a questa energia solare Mascolina, che viene esplicata attraverso la simbologia solare e lunare insieme, già insita nel Pugnaletto. 

"Non solo una Tomba dei Giganti, ma un vero e proprio rito da "figli del Sole", con "s'arrasoja" sul petto. 

Ar/Ra.

(ancora gioco degli specchi, in questa parola, dello speculare, del capovolto, del gemellare, tanto sentito nella nostra Antica Civiltà, del quale ho già parlato - https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html?m=1) 

Ra significa Sole. 

Tendenti al divino, con il simbolo atlantideo, solare, sul petto, s'arrasoja, che con il suo movimento di apertura, emula il movimento del sole, con i suoi raggi, e i suoi rebbi, come gli antichi Pugnaletti. 

Svastica solare che rappresenta anche Orione, fuoco solare dinamico che consente l'ascensione(ricordiamo che anche gli inumati di Mont'e Prama sono rivolti ad Orione, ma di questo avevo già parlato (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html) 

Origine della cultura di tutta l'umanità: osservazione dell'astronomia, della geologia e di tutti gli esseri viventi.

Il punto di partenza è l'astronomia.

Lo stesso vale per la cultura di origine cinese, con le sue caratteristiche e i suoi sviluppi:

leggi del cielo (Yang) da sinistra a destra,

leggi della terra (Yin) da destra a sinistra.

Questi due movimenti opposti creano un'energia a spirale

La svastica, rappresenta anche il moto perpetuo di rotazione notturno della costellazione del Carro (Orsa Maggiore) attorno ad un punto fisso che è la Stella Polare. La Stella Polare, vista dalla Terra, appare nel cielo come l'unica stella che non si muove, a simboleggiare l'eternità. 

Eroi, uomini solari e lunari, stellari, androgini, completi, divinizzati, come è sempre nella spiritualità della nostra Antica Civiltà, che tende sempre al divino, rappresentato come il Sole e la sua Ombra, il lunare, il buio, il suo doppio, il suo riflesso, il suo capovolto, in perfetta sinergia e manifestazione 


Tiziana Fenu

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Pugnaletto svastica solare







💛Ombra capovolta Santa Cristina

 L'ombra capovolta del pozzo di Santa Cristina alle h 12:00 dell'equinozio di oggi. 


Anche quest'anno, alle 12:00, nel giorno dell'equinozio autunnale, come succede per l'equinozio primaverile, ma alle 11:00, del 21 marzo, nel pozzo di Santa Cristina  a Paulilatino,, i ventiquattro gradini che portano verso il fondo del pozzo saranno completamente illuminati dalla luce del sole, e questo consentirà di vedere la propria ombra proiettata sulla parete di fronte capovolta.

Un'immagine altamente simbolica, perché il doppio, il gemellare, il capovolto, consente simbolicamente la rinascita, l'ascensione alchemica.

È un doppio, uno speculare che rimanda fedelmente a quel concetto di equilibrio di cui è portatore l'equinozio.


Scrivevo, nel recente post riguardo il concetto di gemellare

(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html?m=0) 

"Io credo proprio che i nuraghi, in numero così alto, indichino la divinità demiurgica solare primigenia, quella collina androgina che significa fuoco, inteso come fuoco solare, luce, come il Benben, come la radice di piramide(il pyr greco), come la radice di Nuraghe, Nur.

E questa concezione cosmogonica del "doppio", delle coppie primordiali Gemelle cosmogoniche che creano la prima civiltà, ha un'enorme importanza, perché astrologicamente, quella che venne definita l"eta' dell'Oro, si trovava, come cloruro equinoziale, quando il sole sorge, all'equinozio di primavera, sotto la costellazione dei Gemelli.

Si narra che il primo fuoco degli umani, venne acceso nell'età aurea dei Gemelli, forse un milione e mezzo di anni fa, quando si scoprì che con due bastoncini "gemelli", per confricazione, cioè per notevole sfregamento, si poteva creare la scintilla di vita, di sopravvivenza, del fuoco.

Questo concetto del "gemellare", dal quale scaturisce il fuoco vitale, poi è rimasto nel corso dei secoli, fino ad arrivare anche al periodo che riguarda le concezioni cosmogoniche in Egitto, quindi sino al 6000/4000 a.C.circa, periodo dell'era dei Gemelli, appunto.

Ecco perché le divinità creatrici sono come gemellari in una stessa entità, androgine.

Ed è per questo motivo che crearono coppie(maschio e femmina) in numero uguale, per creare i primi nuclei di Umani.

Ed ecco perché questo è stato riflesso anche sul piano terreno

Abbiamo un nuraghe che è contemporaneamente fuoco(nur) e acqua(Nun), e questo equilibrio lo si è cercato in tutte le manifestazioni architettoniche.

Il nuraghe è fallico, maschile, ma nel contempo, cavo come un utero.

Unisce cielo(maschile) e terra( femminile)

Ha il pieno(maschile) e il vuoto(femminile)

Ha la luce(maschile) e anche l'ombra( femminile)"


Ed è proprio sulla tholos del pozzo di Santa Cristina, la parte che più somiglia al nuraghe, che viene impressa questa immagine capovolta. 

Immagine capovolta che è veicolo della divinizzazione, che ha in sé gli elementi maschili e femminili che gli vengono "rilasciati" dalla stessa pietra su cui si manifesta, come fosse una parete all'interno di un nuraghe androgino, divinizzato. 

Il pozzo di Santa Cristina, ha un suo gemello nel pozzo di Sant'Anastasia. 

I due gemelli, speculari, custodiscono gli opposti, custodiscono il Divino e ne sono sua manifestazione

L'ombra proiettata, capovolta, custodisce il divino, e permette la divinizzazione dello stesso umano, che, solo illuminato dal Sole, si rivela nella sua parte divinizzata. 

L'ombra è la prova speculare che l'Umano è stato divinizzato dal Sacro potere del Sole, e nella sua forma capovolta sta rinascendo.


Cosi come sono capovolti e speculari, i 12 gradini che sono al di sopra dei 24  gradini di discesa che portano verso la cisterna del pozzo. 

Dodici come il dodicesimo anello della tholos del pozzo, sul quale, il 21 aprile di ogni anno si verifica una ierofania, con un preciso significato simbolico

Scrivevo in un post a riguardo

"(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-la-piantina-del-pozzo-di.html?m=0) 

" Abbiamo un elemento maschile di luce del sole, che penetra nell'umido ambiente ipogeico della Madre Terra e crea simbolicamente, ma anche realmente, una ierofania di luce dorata e vibrante sul dodicesimo anello il più spesso rispetto agli altri 23

Perché proprio Il dodicesimo anello?

Il 12 è un numero molto importante  È un numero sacro

Sul 12 si è scandita tutta la misurazione del tempo, degli eventi

12 ore, 12 meridiani, 12 mesi

E poi ancora a livello sacro, le 12 porte della Gerusalemme Celeste, i 12 apostoli, le 12 tribù di Israele, i 12 cavalieri della tavola rotonda, e via dicendo

Nei Sacri Archetipi ebraici, il 12 corrisponde alla lettera Lamed, con funzione "misura". Quindi rappresenta il calcolo, la misura.

Come se il momento esatto di quella ierofania dorata sul dodicesimo cerchio, indicasse proprio un parametro, sia per il raccolto, ma anche per un qualcosa di molto più elevato

La Lamed, nella sua forma, ricorda molto l' ureo egizio, che ornava la fronte dei Faraoni, e indicava il potere amplificato verso poteri divini, l'apertura del terzo occhio, l'estensione intorno e verso l' alto, pur mantenendo la stessa forma

Iside  era rappresentata come la signora Cob-ra ( Ra significa Dio del Sole)

 La più alta forma di energia del serpente è la "saggezza".  Il Cobra rappresenta il Basso Egitto e la mente subconscia, l'espansione della psiche e una coscienza elevata.  Ulteriore iniziazione del Cobra - inizia all' 'energia del Serpente con due teste - l'altra è quella di Nepthys.

 Il Serpente Ureo  quindi era il simbolo della Divinità. 

La Lamed  è rappresentata  dal dodecaedro, la forma che fa parte solidi platonici della geometria sacra, e rappresenta l'universo, il punto terminale delle geometrie

La Lamed, il 12, è limite, la misura dell'universo. Subito dopo c'è la sfera

Il dodecaedro stellato, in particolare, rappresenta merkaba, quella dimensione di coscienza che consente di viaggiare ad un'altra dimensione, un veicolo in grado di elevarsi in dimensioni ad un ottava Superiore, un portale per l'ascensione dell'essere. 

Ho scritto nel mio precedente post, come i 24 gradini che portano al bacile della Tholos, rappresentino l'ascesa, prima in verticale come gerarchizzazione egoica, poi la discesa dell'uomo all'interno di se stesso,, in umiltà e accoglienza

24 gradini per scendere nel grembo di se stessi. 

E 12  gradini per risalirne trasformati

Infatti il 12 è composto da 1 + 2 e rappresenta il ternario divino, nella sua riduzione teosofica. 

A 12 anni si facevano anche tutti i riti iniziatici nelle culture antiche di passaggio verso un età adulta, che si lasciava le spalle la fanciullezza

Il 12 si ottiene anche moltiplicando il 3 per il 4

Il divino che entra e si manifesta nella materia

Abbiamo un 3 e un 4, anche nella data del 21 aprile

21 aprile

21 e 4

3 e 4.. Divino e materia

12 come i gradini virtuali superiori di risalita. Si risale divinizzati.

E la ierofania  solare proprio sul dodicesimo anello lo dimostra

Sì scende percorrendo 24 gradini

24 come somma fa 6. Il "6" è l'unione degli opposti. Il Maschile e il Femminile. La Co-creazione. "Gli Amanti" degli Arcani Maggiori

Su questo "12", e sull' importanza che avesse per i Sardi nuragici e prenuragica, si sono soffermati anche alcuni studiosi, (come il prof. Gigi Sanna) in particolare su questa formula santificante del nome di Dio, "Santu Doxi", " Santo Dodici"

 Il che è perfettamente consono, dal mio punto di vista, visto che la numerazione nuragica era sessagesimale, cioè in base 12, al considerare il 12 e i suoi multipli ( come i gradini del Pozzo, 24 e 12) come simboli portatori di sacralità

Dodici che è un perfetto equilibrio di riduzione teosofica(1 + 3) e di materia (4) che si unisce al divino (3)

È tutto un richiamo finissimo ed estremamente equilibrato, alla complementarietà degli opposti

Alla sinergia creatrice energeticamente, verso la quale gli antichi erano estremamente attenti e devoti

Nei  I Ching, l'elemento acqua è simbolo di trasformazione ed è la Suprema legge del cosmo perché è fluido. È diverso dalla stabilità della terra, dal concetto tutto occidentale di stabilità

Il Tao stesso rappresenta questo principio acquatico di incontro fluido senza mai fusione

L'acqua è pura, semplice, veritiera

Ha una simbologia iniziatica esplicata anche attraverso il battesimo

Acqua e Pozzo intimamente connessi) 

[...] Acqua e Pozzo dove si scende per incontrare se stessi e la propria ombra, per risalire poi verso la conoscenza, verso l'alto

24 gradini per scendere e 12 gradini per risalire , e acquisire, dopo la trasformazione, la vera conoscenza, la consapevolezza divina dei 12 gradini divini ( 1 +2= 3, il Divino)

Dentro il vaso, l'anfora, la tholos, il grembo , l'acqua uterina, dentro la Vita stessa.

Dove si sottolinea il potere trasformatore dell'energia femminile, fucina alchemica, che trasforma generando la vita

L'uscita dal "pozzo /utero" è possibile solo se  ci si eleva spiritualmente verso il divino

È un passaggio di stato, è un parametro (ricordo che  l' Archetipo Lamed, quello che simboleggia il 12, significa misura, parametro)

È il "dunque", è mettere a prova la propria forza. La misura del nostro essere umani di ascendere verso il divino

Una prova iniziatica per passare dal piano ordinario a quello sacro

A 12 anni si facevano anche tutti i riti iniziatici nelle culture antiche di passaggio verso un età adulta che si lasciava le spalle la fanciullezza

La perfezione in terra è rappresentata dal sole al suo Zenit, a mezzogiorno, alle 12. 00

Lo sapevano bene anche i costruttori delle Tombe dei Giganti, con la precisa architettura dell' Esedra con la Stele centrale che catalizzava il calore del Sole alle 12:00

Momento mistico che enfatizza l'incontro di due elementi"


E consideriamo, che oggi, 22/09/2021, equinozio di autunno, come somma di data, numero per numero, manifesta un Sacro  Archetipo EbraicoTsade', il diciottesimo, con funzione "divisione", nella quale vi è la consapevolezza di essere frattali di un divino molto più ampio. 

Il diciotto è legato proprio al pozzo di Santa Cristina, oltre che all'altare di Oschiri,

(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/la-tredicesima-luna.html?m=0) 

"Cioè, praticamente, sia le tredici coppelle dell'altare di Santo Stefano a Oschiri, considerando quella doppia, sulla prima della serie, intorno a quella più grande centrale, che  la disposizione del pozzo di Santa Cristina, da osservatorio lunare, rilevano lo stesso periodo di tempo, il periodo della tredicesima Luna. 

Uno, inciso sulla pietra, nell'altare di Oschiri. 

Uno, "inciso" nell'acqua, nel pozzo di Santa Cristina. 

Infatti ogni 18 anni e 6 mesi, quando la luna raggiunge la sua altezza massima, la sua luce attraversa l’apertura sulla sommità del pozzo, riflettendosi sull'acqua.

[...] La Tredicesima luna è collegata al mondo degli spiriti, ai reami dell'oltretomba, agli antenati. 

È una luna oscura, che porta in sé estrema energia alchemica, trasformativa.

Vengono richiamate, in queste lune, gli spiriti delle Antiche Madri, come le banshees, in alcune culture, quelle che sono in contatto con il mondo dei morti, e la pietra più usata in genere, è l'ossidiana.

Mi viene in mente il rito dello specchio di ossidiana presso la cultura tolteca. 

Il rito di iniziazione, di divinazione per le curandere, alle quali viene fatto il Dono di vedere attraverso lo specchio di Ossidiana, attraverso l'oscurità della sua pietra, e di poter fare delle divinazioni, o riuscire vedere il passato attraverso esso."


Il riflesso, su uno specchio di ossidiana, risulta nero, come un'ombra. 

Come l'ombra capovolta che verrà riflessa oggi, sulla tholos del pozzo Sacro. 

Un'ombra divina. 

Perché solo l'ombra può rivelare la presenza della Luce, del Divino nello stesso umano. 

A mezzogiorno non si crea nessuna ombra di riflesso, poiché i raggi del sole cadono perpendicolari e la stessa ombra(il divino), è implementato nell'umano.. 

E allora, diventa veicolo di Manifestazione l'acqua, il Femminile alchemico, che purifica e proietta un'immagine capovolta, divinizzata. 

L'acqua, speculare e gemella della sua controparte solare, il Fuoco. 

Il matrimonio alchemico tra le due energie, maschile e femminile, che consentono l'alchimia, il salto di Ottava, l'Unione Mistica. 

Acqua e Fuoco che agiscono insieme, in sinergia, in contemporanea, per divinizzare l'Umano in un abilissimo e sofisticato gioco di riflessi, con un alto valore simbolico e alchemico. 

Solo qui in Sardegna, sempre attentissimi all'equilibrio degli opposti, potevano creare una tale perfezione.

Una rifrazione che rappresenta la stessa rifrazione dell'occhio umano.

Sulla retina le immagini si imprimono al contrario. È il cervello, ad elaborare nel verso giusto.

Stupefacente.. 

Il capovolto, qui da noi, è Vita!! 


Tiziana Fenu 

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Ombra capovolta S. CRISTINA

💛22/09/2021 equinozio autunno

 Domani 22/09/2021, alle 21:20,ci sarà il passaggio dal solstizio estivo all'equinozio d'autunno.


Abbiamo qui in Sardegna, uno straordinario marcatore di questo passaggio: uno scarabeo inciso nella roccia è stato trovato proprio a Nord della penisola del Sinis, che presenta l'asse longitudinale segnato come linea mediana nel suo corpo, perfettamente orientato all'alba e al tramonto negli equinozi, quindi su una linea "Est-Ovest".

Ne avevo parlato in un mio post (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/lo-scarabeo-umanoide-egizio-khepri-e-la.html) 

"E questo discorso degli equinozi, come abbiamo visto nei miei ultimi post, si aggancia perfettamente a quel discorso di Geometria Sacra, basata sul "6", che era prodotta dal sole equinoziale a Heliopolis, la città più importante del culto del Sole,( si dice egizia, ma si parla anche di uno stagno vicino, e che quindi potrebbe essere il Sinis, Cabras), con la sua ombra rapportata all'altezza, di 1:3, con un angolo di 60°, in riferimento sll'obelisco di Atum Re, il prototipo di tutti gli "obelischi-orologi-meridiane. 

Su questo angolo  a 60°, si è sviluppata poi anche la piramide di Cheope, per simulare, in scala più piccola, il sole all'equinozio. 

Angolo a 60°, come abbiamo visto, marchio nel mento dei nostri Architetti Divini, i Giganti di Mont'e Prama, che hanno il loro baricentro corporeo sulla loro cintura, ad indicare la cintura di Orione, baricentro del Sinis, su Oristano.

E se il baricentro, viene stabilito con il sole agli equinozi, come nella Tanit, ha senso parlare anche della Dea Madre, come Scarabeo che indica i punti equinoziali all'interno dei quali si sviluppa la massima manifestazione solare di un Divino che si esplica in forme di architettura perfetta e di Sacra Geometria, come già sviluppato approfonditamente nei miei precedenti post

[...]lo scarabeo, durante il tragitto dal luogo di raccolta fino al nascondiglio, segue l'orientamento della Via Lattea, seguendo appunto uno schema simmetrico di Luce polarizzata, che noi umani non possiamo vedere, ma gli insetti si, grazie a speciali fotorecettori di cui sono dotati i loro occhi.

E questo è straordinario, se pensiamo che la via Lattea, la nostra galassia di appartenenza, come sistema solare, è attraversata proprio dal braccio di Orione(il più importante, oltre quello di Perseo, e del Sagittario). 

Orione che ricalca esattamente la sagoma della nostra Sardegna. "


" Stiamo parlando di una Dea Madre di Cabras, che sarà l'archetipo dello psicopompo scarabeo egiziano, 3000/3500 anni dopo. Una perfezione di forme e di equilibri sacri, assoluta, che come portatrice della simbologia della Mimosa, è essa stessa Mim- osa, creazione della perfezione divina.

[...] Dea Madre, mim-osa, "sa sposa" del Dio Min Creatore di tutti gli Dei, preistorico dio della fecondità. 

Dea Madre Mim e Mem( acqua) 

Sole( i fiori della Mimosa sembrano dei piccoli Soli) e Acqua, per portare a battesimo il Tempio divino, qui sulla Terra. Il Sinis. "


Dea Madre equinoziale, in perfetto equilibrio nelle due energie, maschile e femminile(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-dea-madre-di-cabras-mimosa-solare.html), che  si è rivelata  proprio ieri, nel Plenilunio, come un capolino dorato, sferico, come quello di una mimosa.

Il Sacro Femminino isiaco, con Sirio, che accompagnava l'argentea luna piena, che sembrava volesse esplodere in cielo, tanto era vibrante e pulsante. 


Dea Madre di Cabras, che ha in sé anche la perfezione aurea, non solo degli equinozi terrestri, ma anche di quelli astrali, come un frattale, come il Sacro archetipo ebraico Tsade', il diciottesimo (come i 18 menhir orientati verso la direttrice equinoziale di Goni)che governa energeticamente la giornata di domani, giorno dell'equinozio(la cui somma della data, 22/09/2021, è proprio un diciotto) che rappresenta il frattale terreno che riproduce il divino, l'universo.

Il microcosmo che riproduce il macrocosmo

Perché la nostra Dea Madre, le nostre Dee Madri Sarde, riproducono anche, la precessione degli equinozi.


"E le Madri, le Sacre Madri, cosa portano in grembo?

(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/le-tre-dee-madri-cosmiche-sarde-della.html) 

Portano in grembo un messaggio più raffinato.

Il messaggio del Codice della Vita, quello che si può ottenere solo con la sinergia degli opposti, come il 6 dell'angolo a 60°, della loro controparte maschile, ma in un modo più raffinato, da Madri Cosmiche.

Infatti ho scoperto che le loro figure, sono perfettamente inscrivibili in parametri sacri, in proporzioni auree ben definite. 

Tutta l'umanità ha ricercato sempre queste proporzioni auree, che si trovano in modo naturale, nella geometria della Natura. 

E questo rapporto aureo si trova nel pentagono(e nei solidi ad esso legati), dove il rapporto tra diagonale e lato, è pari al rapporto aureo.

Pentagono/Pentacolo che corrisponde alla costellazione del Toro, che astrologicamente è legato al Pianeta Venere. 

Pentagono, che  suo interno, ha gli angoli interni, che passano per le basi e il vertice opposto, a 72°. 

E le Dee Madri sono caratterizzate, nelle loro proporzioni, da questi angoli a 72°

Avevo già visto questo "72°".

Ricorre spesso nella Geometria architettonica sarda.

Ed è presente anche nelle nostre tre Dee Madri, oltre che essere, il pentacolo/pentagono stesso, sovrapponibile con la Tanit e l'Ankh egizio, simboli come abbiamo visto dell' equilibrio equinoziale.

Il numero 72, il numero più importante inserito nelle mitologie di tutto il mondo, e anche nelle religioni, corrisponde agli anni necessari per lo spostamento di un grado precessionale durante la precessione degli equinozi, che è quel movimento della terra che fa cambiare in modo lento ma continuo, l'orientamento del suo asse di rotazione, rispetto alla sfera ideale delle stelle fisse. 

Il sole equinoziale impiega 72 anni per spostarsi di un grado, e ogni costellazione occupa 30° dell'orizzonte celeste, su un totale di 360°

Quindi per percorrere tutte le dodici costellazioni e i 360° dell'orizzonte celeste, il Sole equinoziale  impiega 2160 anni, solo per attraversare una costellazione (26.000 per attraversarle tutte, e completare il ciclo di precessione)."


Anche a Goni, a Pranu Mutteddu, vi è una fila di 18 menhir allineati  a nord della tomba del Capo, sulla direttrice equinoziale est-ovest.(video sui 18 menhir https://youtu.be/kPnsY5NpVkM)

Goni che io avevo considerato come il Gone della vita(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/goni-il-gone-della-vita.html)

"... una struttura, una "tomba" a forma di cellula pronta alla separazione, proprio in un paese, Goni, il cui nome sembra la forma sincopata della parola Gonadi

Gonadi deriva dal greco "gone", che significa "seme" 

Goni, nel quale si rappresenta un seme riproduttivo pronto alla separazione, nel triplice recinto in pietra della creazione

Non può essere un caso"


L'equinozio, come anche il solstizio, qui in Sardegna, aveva dei marcatori di eccezione.

Le Dee Madri, con i loro angoli a 60° e a 72°, con le loro proporzioni perfettamente auree, nella loro conformazione scultorea, sono testimoni e protagoniste del loro essere manifestazione della Perfezione archittetonica(come lo sono i Giganti di Mont'e Prama, con il simbolo esagonale nel mento  https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/la-geometria-del-6-nel-mento-del.html) degli equinozi terrestri e della precessione degli equinozi astrale. 

E ancora prima dello scarabeo, vi era la dea Madre di Cabras, perfetta sintesi dell'equilibrio equinoziale delle energie, perché come lo scarabeo, segue la linea della via Lattea, la via della nascita e rinascita, perché essa stessa è veicolo di trasformazione alchemica, possibile solo nel pieno equilibrio delle due energie.


Il passaggio equinoziale autunnale è chiamato anche Mabon, la controparte maschile, fertilizzante, di Persefone, e qui in Sardegna, abbiamo un tipo di melone molto equinoziale, poiché non solo si chiamava "brutto bello", in quanto è brutto esternamente, tutto striato e spaccato, ma tanto è brutto, quanto è buono, e il periodo in cui raggiunge la maturazione ottimale, è proprio adesso a settembre, e si conserva bene per molte settimane durante l'inverno. I miei genitori li appendevano con le cordicelle in cantina, e per Natale potevamo ancora gioire della loro bontà.

Naturalmente, ma che ve lo dico a fare, il nome sardo di melone, è "maboi", molto simile a Mabon.. 


Tiziana Fenu

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22/09/2021 equinozio autunno

💛Nemetona (Roberto Giacalone)

 Molto interessante questo post.. 

Ne avevo già sentito parlare, ma non ho mai approfondito. Sapevo che questa Dea era anche la custode delle sorgenti Sacre (questo collegato a

ciò che è scritto nel post, che il Lago di Nemi è in onore di questa Dea), e il culto delle acque, è molto diffuso qui in Sardegna

In Britannia e in Germania, Nemetona era associata a Marte, come nell’iscrizione di Bath, in cui viene indicata come sua consorte, probabilmente perché era una Dèa della guerra, forse identica all’irlandese Nemon.

Probabilmente era associata al pianeta Marte perché è simboleggiato dal Fuoco, e non poteva che essere una sua controparte femminile, associata all'acqua, per equilibrare la coppia di divinità 

In Irlanda, le Dèe guerriere erano più importanti degli dèi guerrieri e di solito formavano una triade: Morrigan, Neman e Macha. Apparivano in forma di corvo. Talvolta Neman era consorte di Net, uno dei Tuatha De Danann, forse equivalente di Neton, che in una iscrizione spagnola è identificato con Marte. Forse Neman può essere identificata con Nemetona.

I Tuatha de Danaan sono considerati gli Antichi Shardana irlandesi...sicuramente ne abbiamo tracce anche qui in Sardegna..


https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2952179185110248&id=100009545872101


Nemetona(Roberto Giacalone

💛3/6/9

 "La natura usa tre codici per tessere i suoi fili magici"

3/6/9


*Lo schema dell'esagono( simbolo esagonale nel mento del Gigante di Mont'e Prama)


*Il fiore della vita a sei petali( lo si trova ovunque in Sardegna, simbolo della maschera dei Boes)


*La stella a sei punte( simbolo della Sartiglia di Oristano). 

Ingresso dei nuraghi e del pozzo Sacro di Santa Cristina, con angoli 72°/72°/36°/

Quindi un 9/9/9, che sommato, fa 27, che mi dà ancora un 9

Sacro Archetipo Ebraico Teth, il nono, il grembo, la creazione. 



Esagono come simbolo della struttura sociale più raffinata ed evoluta, la sinarchia, come quella delle Sacre Api, dove vige la meritocrazia e il riconoscimento dei propri talenti.

C'è molto da riflettere, a riguardo

Gli Antichi Sardi avevano capito "come si sta al mondo" nella piena manifestazione di Umani con l'imprinting divino.

Chi mi segue, sa quanto abbia scritto e approfondito a tal proposito, sulla Geometria Sacra in Sardegna e sinergia degli opposti, e altro c'è da indagare e da portare alla luce. 


(https://www.facebook.com/235043736681367/posts/1733727056813020/)

Il perché di tanta perfezione architettonica e di equilibrio di energie sta proprio nel fatto che avevano colto la proporzione divina e aurea, e in essa, con essa, e attraverso essa, espandendola in codici binari e sequenza di Fibonacci, e il codice triangolare creativo  "3/6/9", tanto caro a Nicola Tesla("con il codice 3/6/9, l'universo crea"), si creava una dimensione dove le forze contrapposte, elettrica e magnetica, agivano invece in sinergia.

La Sardegna è una centralina elettrica a cielo aperto, ovunque, in ogni manifestazione.

La potenza della sua energia non è una scoperta umana. È un qualcosa che nasce con essa, fin dalla sua origine come terra Sacra, Atlantidea.

I suoi figli, non hanno fatto altro che cercare di manifestarla, di liberarla, di metterla al servizio dell'umanità, chiedendo in cambio, soltanto che venga riconosciuta, e che riconosciamo questa sacralità anche in noi, come suoi Figli


Tiziana Fenu

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3/6/9

💛Sacchetta sciamanica

 Da un post in un gruppo(https://www.facebook.com/groups/2282617378676051/permalink/3021403154797466/) 

dove vi è la rappresentazione  di alcune pitture rupestri  risalenti al Paleolitico e al Neolitico, localizzate in Niger e in Russia. 

Rappresentano degli sciamani guaritori, probabilmente con il loro "sacchettino" di erbe medicinali legato al polso, per le guarigioni.

Lo ha anche il nostro bronzetto sardo, lo sciamano ritrovato a Vulci. La stessa dimensione e la stessa forma.

Ho già approfondito in un post, il significato di questo sciamano(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/simbologia-delle-trecce-nel-bronzetto.html?m=1), e questo post mi da conferma.

Una caratteristica che accomuna il nostro Sciamano di Vulci, e altre rappresentazioni in altri bronzetti, come ho già approfondito, e queste paleolitiche rappresentazioni parietali, è il palmo della mano bene in vista. 

Un palmo radiante, un emettitore di energia pranica, terapeutica. 

Entrambe le braccia aperte, con i palmi delle mani bene in vista, indicano un'equilibrio energetico, tra le due polarità, maschile e femminile, raggiunto, in modo da poter essere in grado di praticare la guarigione. 

Le figure sono quasi sempre stilizzate,  e spesso geometrizzate, ridotte all'essenziale, perché così deve essere uno sciamano, uomo o donna che sia. 

Infatti nella seconda immagine in basso, a sinistra, la sciamana, come quasi fosse ai raggi X, così come spesso venivano rappresentati, denudati di tutto, e spesso in posizione itifallica da trance sciamanico come il nostro bronzetto, suonatore di Launeddas di Ittiri, presenta, nel ventre, due segni ad X, uno proprio ad X, e l'altro, con due triangoli che sono uniti per i vertici, simbolo delle due polarità maschile e femminile che si uniscono in sinergia nel ventre femminile, e poi, poco sopra, due triangoli con il vertice verso l'alto, simbolo del Mascolino ma anche della spinta animica verso il divino, verso le dimensioni spirituali, con le quale gli sciamani riuscivano ad entrare in contatto. 

Parlare di sciamanesimo è molto più di questo, e merita un approfondimento a parte. 

Mi premeva sottolineare, in questo contesto, la corrispondenza, pressoché identica tra la rappresentazione di quel segno circolare appeso al braccio, delle rappresentazioni rupestri, e il nostro "sacchetto/contenitore", sempre circolare, del nostro bronzetto di Vulci, una figura sciamanica sicuramente, che custodisce ancora tanti altri segreti.


PS. Mi è stato obiettato che nel bronzetto di Vulci e in altri due bronzetti, di cui attendo riscontro, il contenitore, a differenze dei disegni rupestri è posizionato al vertice del gomito

Il che, è facilmente giustificabile.


I Giganti sono sicuramente figure sciamaniche semidivine. Umani divinizzati. Sui bronzetti di Ozieri e Dorgali non so a quali ti riferisci nello specifico.

Nei disegni rupestri primitivi, il contenitore appare nel polso, perché, come ho spiegato, queste figure umanoidi erano spesso molto geometrizzate e rappresentavano figure sciamaniche importanti.

La piega e la posizione ad angolo del braccio, fungeva simbolicamente da catalizzatore energetico, da convogliatore di energia.

Quindi anche il contenuto del "contenitore", quali erbe ed unguenti, tipici dello sciamano, risultavano carichi energeticamente, come strumenti "magici" di guarigione 

"S'atza", come si dice qua  in Sardegna. In fisica quantistica la maggior carica di energia si concentra nei vertici.

Infatti anche il cappello dello sciamano di Vulci è a vertice. Era un modo iconografico primitivo ma molto efficace, per rappresentare la potenza energetica di questi sciamani.

Rappresentare lo stesso contenitore circolare nel polso, che non si può piegare a "vertice" quanto un gomito, non avrebbe reso simbolicamente lo stesso concetto di "potenza energetica" degli sciamani. Sui bronzetti è più facile posizionare il contenitore dove deve stare.


Per chi obietta che il bronzetto di Vulci sia un Pugilatore rispondo che  quando mai si è visto un Pugilatore con un cappello del genere stile "mago Merlino"? 

Il cappello a punta è rimasto nel corso del tempo a rappresentare una certa categoria di personaggi "magici, alchemici", sciamani, fatine, maghi, streghe, proprio per lo stesso motivo della rappresentazione del gomito ad "atza", a vertice. Il vertice è convogliatore di energia e consente il contatto con il soprannaturale. È un concetto rimasto fino ai giorni nostri, e che comunque ha una base scientifica 


Un'altra precisazione sullo "scudo" morbido e arrotolato dello Sciamano di Vulci

 È uno scudo inusuale, morbido, alto quasi quanto la figura dello sciamano. Dal mio punto di vista potrebbe anche essere un futon arrotolato, perché si deve arrotolare e non ripiegare, per una questione energetica, come quello che usano e si portano sempre appresso gli operatori olistici, come i maestri di Shiatsu o i maestri di campane tibetane o altro. Che usano il proprio personale futon perché lo energizzano e lo caricano con le proprie energie. Si spostano con il futon appresso generalmente. Potrebbe essere anche una pelle di animale ripiegata su sé stessa, o ancora più verosimilmente, di sughero, visto che la quercia da sughero, in particolare, di cui è ricca la Sardegna, era considerata, in svariate culture antiche, un albero sacro, che aveva funzioni cerimoniale ed oracolari, il cui sughero poteva essere prelevato solo dai sacerdoti, offerto dalla quercia, come un Dono Sacro, con funzione protettiva e isolante dalle energie negative. 

D'altronde anche il Gigante di Mont'e Prama lo tiene sulla testa, non in modo bellico in posizione di difesa o attacco. Una simbologia che tiene conto del modo in cui è tenuto lo scudo morbido, arrotolato in modo che formi un vertice verso l'alto, a dimostrazione che anche esso funge da convogliatore di energia divina. 

Tiziana Fenu

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Sacchetta sciamanica



💛Monolite di Mamoiada

 Da un post in una pagina(https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=361967281952531&id=100044177872325), per il quale l'autore della foto si chiede che significhino quei tre solchi, ecco una piccola Domus de Janas vicino a Mamoiada

A parte la definizione di "case spiritiche", che non si può sentire, le Domus de Janas  erano e sono luoghi Sacri di trasformazione alchemica, nascita, rinascita e guarigione

Quei tre segni, i tre solchi, indicano il potere di rinascita che questa piccola e deliziosa Domus de Janas offre.

Sono i tre simboli della triade "nascita/morte /rinascita", sempre presenti nelle Domus de Janas.

L'ingresso quasi perfettamente circolare indica la circolarità del grembo femminile che viene reso fertile dal potere del Sole fecondante.

Di solito gli ingressi nelle Domus de Janas sono quadrati, perché indicano l'elemento terra con i suoi 4 elementi e i suoi punti cardinali(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/gli-ingressi-quadrati-delle-domus-de.html?m=1), ma è simbolico anche l'ingresso circolare.

L'altro ingresso laterale invece, mi sembra maggiormente squadrato.

Probabilmente è orientata verso nord est, l'asse della rinascita alchemica


Aggiungo delle interessantissime osservazioni nate da un confronto con il ricercatore ed esperto della Preistoria Siciliana ed Europea, Roberto Giacalone , che sottolineano come la forma della roccia abbia una forma di testa di serpente. Il serpente per antonomasia è l'animale monadico e androgino per eccellenza.

L'unico animale che striscia sulla terra, ma che ha gli occhi rivolti verso il cielo.

Cielo e  terra.

Mascolino e Femminino creativi. 

Si è presentato cosi ai primi umani sulla terra, ad Adamo ed Eva, come unità monadica e androgina, simbolo di Saggezza e Conoscenza primordiale.

Simbolo della ciclicità, dell'eterno divenire, rappresentato dall'Oroborus, del Femminino, della Kundalini, del cerchio del grembo, del potere creativo..

Sacro Archetipo Ebraico Teth, funzione ricevente. Riceve per rilasciare in conoscenza, il grembo, la fucina alchemica di ogni sapere.

La forma fallica è evidente anche nella parte superiore della Domus, di questo gioiellino, che termina con il vertice rivolto verso l'alto, simbolo del Mascolino.

Femminile e Mascolino insieme..

E non c'è mai fine alla meraviglia..


Tiziana Fenu

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Monolite di Mamoiada



mercoledì, settembre 22, 2021

💙22/0/2021 Equinozio

Oggi 22/09/2021, alle 21:20, ci sarà il passaggio dal solstizio estivo all'equinozio d'autunno. Un passaggio importante, dal punto di vista alchemico, poiché segnava il momento della discesa di Demetra nell'Ade, alla ricerca della figlia Persefone, rapita da Ade, per farne sua sposa, nel mondo sotterraneo degli Inferi, nel quale resterà, per un terzo dell'anno, e trascorrendo due terzi nel mondo dei vivi, con lei Persefone si presenta sotto due aspetti, di cui uno, è Kore, la fanciulla. 
In realtà, Persefone, la terra fertile durante la primavera, rappresenta solo un'altra forma della stessa Demetra, tanto da poter parlare di identità tra le due, ed essere chiamate entrambe "damatres" (madri), ed essere raffigurate in modo indistinguibile. 
Un equilibrio tra le due, come tra il giorno e la notte, il mondo degli inferi e il mondo della luce, tra luce e ombra, tra sole e luna, tra maschile e femminile. 
E questo bilanciamento energetico, equinoziale, è stato onorato in tutte le culture e civiltà, come portale di accesso a tutte le dimensioni, come momento di grande sacralità e di iniziazione, dove gli opposti si integrano in perfetto equilibrio. Questo equinozio è benedetto da questa sacralità di integrazione e bilanciamento, perché cade appena sotto una Luna Piena sotto il segno di Pesci, e abbiamo visto, dal mio precedente post, quanto sia importante dal punto di vista energetico. 
Questo perché l'energia dominante di questo Plenilunio è stata quella della corrispondenza, guidata dal Sacro Archetipo Ayin, il sedicesimo, che enfatizza la polarità di corresponsione, come un Tao, del glifo dei Pesci, immersi in un Femminino acquifero, uterino, di profonda trasformazione e purificazione. 
È un equilibrio, questo, che ha voluto manifestare l'Universo, perfettamente coordinato in ogni suo passaggio e ingranaggio. Infatti, se il Plenilunio, è capitato in un giorno archetipale Ayin di corrispondenza, l'equinozio autunnale segna ciò che fa la differenza qualitativamente, energeticamente. 
L'equinozio autunnale, il 22/09/2021(la cui somma totale, numero per numero, fa 18 ), ha l'energia del Sacro Archetipo Ebraico Tsade', con funzione "divisione", assimilabile alla Lettera "S" , simile al Serpente tentatore che divise Adamo ed Eva tra loro, ma soprattutto dalla loro corrispondenza d'Anima con Dio. 
Ma essendo un Archetipo, ha una funzione ben precisa che avvicina al Divino, e non il contrario. 
Assistiamo, in questi giorni, alla preparazione di un evento, di una manifestazione, di un'opera che "vorrebbe" enfatizzare proprio questo aspetto, di "divisione". La "porta infernale" del Rodin. 
 Molto scenografico. 
Molto illusionistico. 
 Molto mistificatore. Così come hanno mistificato, come già scrissi in un mio precedente post, un numero Sacro e portante come il diciannove, simbolo del Sole, della Luce, della Conoscenza e consapevolezza. 
Agire in un giorno di perfetto equilibrio energetico, come quello dell'equinozio di oggi, tentando di squilibrare verso l'oscurità infernale, veicolata da questa "porta infernale", significa non essere tanto abili come ci si crede di essere. 
Perché l'archetipo Tsade', che viene poco prima dell'archetipo diciannove Qoph, archetipo e numero divino per eccellenza con funzione "legante", in piena consapevolezza e liberazione delle proprie capacità, rappresentando il Sole, l'Oro, antagonista dell'ombra, rivelatore di verità, simbolo della vita stessa(è rappresentato geometricamente da un esagono/fiore della vita), è ciò che deve essere fermato nella sua funzione preparatoria di consapevolezza, poco prima della rivelazione solare. 
Squilibrare il naturale equilibrio dell'universo. Appesantire questo squilibrio con la "pesantezza energetica" di questa porta degli Inferi. Ma, come tutti i dilettanti, come tutti i portatori di "non verità", non possono cogliere ciò che non hanno in loro stessi. Non sono frattali divini. Sono aborti mal riusciti, delle caricature della vera consapevolezza, che si fermano alla superficie, che "costeggiano i bordi". Come il "lanciatore di coltelli, per fare scena". Uno spettacolo che non tiene conto, di ciò che è il vero significato dell'energia di questo Sacro Archetipo Tsade'. Divide, ma per creare la consapevolezza dell'appartenenza, del sentirsi un frattale, con una propria "omotetia" interiore, dove il piccolo, mantiene la stessa forma del grande. 
E questo vale molto più di mille porte e portali messi insieme, poiché veicola le memorie akashiche del grande, anche nel piccolo, consentendo l'accesso a più dimensioni. La coscienza è un frattale del Divino. Non può essere fermata dai limiti della tridimensionalità Terrena. È un portale multidimensionale. Un "18", che è un "9+9" Il 9 è l'Archetipo Teth, il Femminino, la "non Forma" cedente, accogliente, che accoglie il Divino nella materia, nella dualità del due. 
Un Femminino, Sirio, che il giorno del Plenilunio sembrava volesse esplodere da quanto brillava nella sua luce dorata. 
Alcuni astronomi, oggi, come i Sumeri, sostengono che il Sole ruoti intorno alla stella Sirio, il Sole nero degli Egizi, Iside. 
 Ma il "18" è anche un "6x3" Un sei ripetuto tre volte, uno stato di coscienza nel quale l'uomo non può stagnare, poiché deve acquisire consapevolezza e superare questa tappa, sublimando la sua Essenza. 
Un argento, che non è ancora diventato Oro. 
Ma i segni dell'Universo, e in cielo, sono stati inequivocabili, per questo passaggio verso la più totale completezza, nel giorno del Plenilunio. 
 Sotto il segno dei Pesci, e con un Femminile, Sirio, che brillava quanto un Sole Mascolino. Oro e Argento lunare nello stesso cielo. 
Un traguardo importantissimo, come quando si compiono i 18 anni, e ciò che abbiamo proiettato verso la Luna (Arcano maggiore XVIII) ci riporta alla nostra integrità, poiché è nella divisione, come in una "meiosi/mitosi" cellulare, che comprendiamo, che in questo vuoto, che si forma con la divisione, possiamo creare la nostra completezza, in un Femminile in piena accoglienza e creazione. 
In accoglienza del Sole, (l'archetipo del giorno 23 settembre), per essere fecondato in una continuità che mai si interrompe, proprio come la Runa che rappresenta questo archetipo Tsade', la Runa Algiz, rappresentata come una Y(ancora una Y, come Ayin e Tsade'), simile ad un fiore aperto pronto a ricevere il Sole, in perfetta connessione tra umano e divino. Come in un frattale, appunto, perché siamo già parte del Divino, come Forme Sacre, perfette, in protezione, in perfetto equilibrio e connessione con le energie dell'universo. Che nessun elemento esterno, né tantomeno una "porta infernale", né un percorso sull'inferno dantesco(chiaro monito per i "disallineati" alla non verità), può squilibrare. Questo, in termini pratici, significa avere piena padronanza del concetto stesso di creazione Posso creare, perché sono un frattale divino, e in me, ci sono già tutti i portali necessari, quelli veri, multidimensionali, che creano una continuità, e non una divisione. Una fluidità che è un includere. In piena consapevolezza. Non, un'escludere, che sembra l'imperativo di questo momento. 
 La realtà è il riflesso di ciò che abbiamo dentro. 
 Ma che è solo l'effetto della nostra creazione. 
Noi, in consapevolezza, siamo Matrice creativa. 
E certe porte, si possono chiudere anche di tacco, girati di spalle. Energeticamente. Perché non è un luogo dove non soggiorna la nostra Anima. Essa soggiorna in luoghi di Bellezza e Verità. 
Dove c'è Amore, Unità, Appartenenza, che creano increspature nelle linee temporali che invece, si ripetono sempre uguali a sé stesse. Per imparare sempre qualcosa di nuovo. Ma è giunto anche il tempo di insegnare, e fare la differenza, senza più vivere nella paura, nel ricatto. 
Nella suggestione di incantatori di serpenti. 
 Il Divino non ricatta. 
 Il Divino non crea paura. 
 Non crea pesantezza. 
 Non ha porte. 
 Nel Divino si fluisce. 
 Come in uno stato di grazia inattaccabile. 
 E ringraziamo chi ci offre, dalla sua ombra, la possibilità di vedere questa grande opportunità, in un giorno Sacro come questo dell'equinozio d'autunno, dove Demetra e Persefone, la luce e il buio, si fondono in un'unica Essenza. 
 Dove ciò che non ha più linfa, si sgretola sotto i piedi. Come foglie secche al nostro passaggio. 
È tempo di cogliere i frutti più dolci, i più colorati. Cachi, uva, fichi, melagrane. E di brindare, all'equilibrio e consapevolezza raggiunti. Bianco, color oro, rigorosamente freddo. 
E che equinozio di equilibrio e discernimento sia. (Aprite l'immagine per poter vedere i due Archetipi Ayin e Tsade')

 Tiziana Fenu 
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💚Atlanta minoica su altalena

 Riproduzione di una figura in terracotta di una ragazza su un'altalena

Periodo: tardo minoico 

Circa.  1600-1450 a.C.

 Origine: minoica

Gesso dipinto e spago

Totale: 6 5/16 pollici (16 cm)

 tramite > metmuseum.org

Straordinaria rappresentazione perfettamente armonica, anche se mancante della testa.

Le due colonne che reggono "l'altalena", presentano una decorazione in ocra rossa con 11 anelli concentrici, che richiama la stessa architettura geometrica della composizione.

Due "numeri uno" che reggono le due colonne.

In Numerologia il numero "11", è un Numero Maestro, un Numero Sacro.

È come un portale, uno stargate, che apre a nuove consapevolezze e conoscenze.

È il numero degli Iniziati, indivisibile, se non per sé stesso, o per 1, duale e palindromo.

Ridotto teosoficamente diventa "1+1", quindi un due, ma in un'Ottava superiore.

Energeticamente, presenta entrambe le polarità, maschile e femminile, e questa conformazione ricorda le divinità(come anche la Tanit, e la stessa Dea dei Serpenti minoica) di ogni antica civiltà, che venivano rappresentate in questa posizione, con le braccia aperte e in genere con due animali, uguali, in verticale, tenuti tra le mani, ad indicare l'equilibrio delle due polarità, maschile e femminile, simbolo della Kundalini, con le sue Nadi laterali, Ida e Pingala. 

È quindi anche il numero delle Fiamme Gemelle, considerate, ognuna delle due, una colonna portante, integra e completa di per sé.

Coloro che hanno raggiunto il massimo grado di consapevolezza, il settimo chakra, Sahasrara, la Corona della Realizzazione, lo stato più elevato di coscienza.

E forse una corona, è posta sulla sommità di queste due colonne, anche se non è molto chiaro

L'undici è un numero primo, e nei Sacri Archetipi Ebraici corrisponde alla lettera Kaf,  con funzione penetrante, e rappresenta la forza, la potenza, l'intelligenza che forgia la materia

L' Archetipo Kaf ha una funzione penetrante, perché ne simboleggia la forza e la volontà, ma è anche rappresentato con una mano a coppa, in apertura, pronta a ricevere, a prendere e a realizzare, con vigore, con potenza. 

Così come questa figura femminile, dai fianchi larghi, pronta a varcare la soglia, il portale "11" della consapevolezza, e a realizzare.

Lo può fare, perché ha in sé la forza delle due polarità, maschile e femminile.

Così è rappresentata nell'Arcano Maggiore XI, la forza della fanciulla che riesce ad aprire le fauci del Leone.

Lo può fare, perché ha in sé, già integrate, le due polarità, maschile e femminile.

Così dimostrano non solo le due colonne speculari, ma anche i motivi a Chevron, le due bande, sul suo "grambiule" ( decorazione e grembiule mi ricordano la Sardegna) 

Gli  Chevron hanno il vertice (maschile) verso la sua sinistra, che rappresenta il femminile, e la "concavita'"(femminile), verso il suo lato destro, che rappresenta il maschile.

Una perfetta e armonica complementarietà creativa, sottolineata anche dai tre moduli di bande parallele, ognuna in gruppo di tre, che accompagnano questi due Chevron decorativi.

Una statuina straordinaria altamente simbolica, forse con due serpenti(simbolo androgino), o due nastri, che le scendono  dal collo.

Apparentemente, la rappresentazione di un momento giocoso, ludico, ma di estremo e alto valore simbolico.

È l'oscillare della ciclicità della vita, tra gli opposti, tra vita e morte, tra Sole e luna, tra luce e ombra, come una falce di luna, e, al centro, il grembo della Creazione, frutto della sinergia degli Opposti. 

Nota aggiuntiva sul dubbio che queste due colonne possano rappresentare le colonne d'ercole. 

Mi sono informata prima, perché è venuto il dubbio anche a me. Si parla per la prima volta di Colonne di Ercole, in Grecia, da parte di Pindaro, nel 476 a. C, e all'epoca di Solone, sempre greco, assolutamente non esisteva la definizione di colonne di Ercole, e si parla del 600 a.C.circa.

E cmq vero che questa figura femminile sta su un'altalena, che pensandoci potrebbe essere l'anagramma di Atlalena, che somiglia molto ad Atlantide

E Altea era la regina di Calidone, sul golfo di Corinto, ma si parla sempre di quei secoli, 400/500 a.C.

Calidone era identificata per alcuni versi con Atlantide, e la velocità dell'altalena nell'oscillare era simbolo del cinghiale. 

Il cinghiale calidonio che  non è altro che la famosa guerra condotta dalla civiltà minoica contro gli invasori achei.

Atlante infine può essere riferita alla parte alta dell'isola di Creta, la parte orientale, dove sorgeva un tempio sacro, e questa era chiamata ATLUNUS, "alla luna", molto simile alla parola Atlante

Quindi probabile che la civiltà minoica si autodefinisse come la regione Atlantidea oltre le colonne simboliche del mondo umano, "normale".

Il riferimento al numero 11 è alle Fiamme, ed é perfettamente consono, perché Atlantide e Lemuria erano considerate il Sacro luogo delle Fiamme, considerate come esseri divinizzati, colonne della luce e della Sapienza ancestrale dell'umanità. 

Sottolineo come le due colonne, sono come i due numeri "1", della nostra strada principale, la 131, che è quasi una rappresentazione delle sue colonne d'Ercole, con al centro il serpente a tre anse( il numero tre), simbolo della tribù dei Dan. 

Energeticamente, la statale 131, è considerata, in ambito sciamanico, l'asse del mondo. Atlantide. 


Tiziana Fenu

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Atlanta minoica su altalena

💚Conchiglie isole Salomone

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Conchiglie isole Salomone