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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

venerdì, settembre 10, 2021

💛I costruttori dei pozzi sacri

#elementiaconfronto 
 I Sacri Scavatori dei pozzi in Sardegna. 

 Dopo il ritrovamento del bronzetto sardo nel Lago di Bolsena, risalente, pare, a 3000 anni fa, ci si chiede chi realmente voglia rappresentare. Quale importante figura. Ho già espresso le mie considerazioni in proposito. (https://www.facebook.com/103659844591320/posts/345273230429979/) 
 Il fatto che si sia risaliti ad uno spillone nuragico in bronzo, risalente all'VIII sec. a. C., non ne spiega la simbologia, che per me, personalmente rappresenta una figura importante, magari un Iniziato, con quegli occhi a doppia pupilla come i Giganti di Mont'e Prama, e l'arcata sopraciliare a "T", insieme con il naso, la stessa dei Giganti, che rievoca la Tau degli Iniziati. 
L'acqua era considerata sacra, abbiamo pozzi sacri ovunque. 
E un personaggio "cordonato" come un argano vivente, con una bobina sulla testa che ne ricorda le fattezze, potrebbe simboleggiare questo ruolo così importante. 
Confrontando questo bronzetto con quello ritrovato a Genoni, nel pozzo di Santu Antine, di cui vi lascio il link per la descrizione accurata(https://www.nurnet.net/mediateca/?s=Genoni), trovo delle analogie. Un bronzetto raffigurato nudo, con un bastone di comando sulla mano sinistra. 
Ha un copricapo a calotta, che sembrerebbe un elmetto di protezione. 
Al collo presenta un giro di corda ben visibile, indossata come se fosse quasi una cravatta. L'asse sopraciliare e il naso, ricordano moltissimo i simboli incisi nei due conci delle due file di conci basaltici, nel villaggio-santuario di S'arcu e Forros, di Villagrande Strisaili, in provincia di Nuoro, nell'altare di uno dei due templi a megaron, dove si praticava il culto dell'acqua e della fertilità, come ho già in precedenza descritto(https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=301883571732022&id=104545201465861) 
 Se ci badate bene, anche i Giganti di Mont'e Prama, hanno questa Raffinatezza nell'arcata sopraciliare. 
Un bassorilievo che, nell'attaccatura del volto, presenta una conformazione a T netta, spigolosa, ma che si ammorbidisce verso l'esterno, diventando come due archi vicini, quasi a rappresentare il Maschile e il Femminile, che si sovrappongono, come i bulbi oculari doppi, concentrici. 
Una Raffinatezza estetica degna solo di abili scalpellini e Architetti Divini. Ritornando quindi al bronzetto del pozzo di Genoni, mi fa pensare ad una figura importante per lo scavo dei pozzi. 
Un maschio sicuramente, ma che è guidato dal Femminino, dalle acque, che magari come un rabdomante, ha captato nel sottosuolo. 
Quel "bastone di comando" sembra contrassegnato da tacche, magari serviva per testare la profondità del pozzo pian piano che si scavava. 
Ma c'è un'altra figura, che mi ha molto incuriosita, trovata sempre nel pozzo di Genoni. Viene chiamata "offerente". Anche questa presenta una sorta di elmetto, di calotta. 
La mano sinistra è mancante, mentre la destra presenta, come la definiscono nella didascalia, "fasciata e steccata", con delle dita mancanti" Sostengono si tratti di un uomo, anche se ha un abbozzo di "bozze mamillari". 
Ora. 
Ragioniamo. 
Trovare due bronzetti in un prossimità di un pozzo, con una "calotta/elmetto" in testa, significa solo una cosa: che si dovevano proteggere la testa dall'eventuale caduta di pietre o materiale, durante un'escavazione. 
Che sicuramente, visto il periodo, doveva essere manuale. Quella mano sproporzionata, che definiscono "steccata", innaturale nelle proporzioni, mi sembra invece, uno strumento straordinario di eventuale scavo. 
Una mano non può essere così grande da avere dita così lunghe. Se il braccio fosse disteso, la punta di quell'unico dito rimasto, arriverebbe fino alle caviglie. Non mi sembra verosimile. 
Mi sembra invece, piuttosto verosimile, che i pozzi, venissero scavati con scanalature concentriche ravvicinate, come mostra la foto di un pozzo scavato interamente nella roccia, a sud ovest di Mont'e Prama (https://www.facebook.com/146865778708328/posts/4432464973481699) Quella "mano steccata", potrebbe benissimo essere un "guantone", o un attrezzo da indossare (non so come definirlo) rinforzato, che lascia dei solchi regolari, equidistanti durante la scavatura, proprio perché è già impostato dalle fattezze, nella conformazione, che presenta una sporgenza marcata, centrale.. 
La forma è molto strana, per essere una mano steccata. E l'elmetto mi da molto da pensare. Secondo me, queste, queste tre figure, il bronzetto di Bolsena, e questi due di Genoni, rappresentano gli "addetti alla scavatura dei pozzi" Delle figure di tutto rispetto. Forse rabdomanti, che una volta finito di scavare il pozzo, hanno ideato anche il modo di tirare su l'acqua, agevolmente. 
O forse, addirittura, si calavano con lo stesso argano ideato, durante la scavatura. Le corde intorno al corpo, il bronzetto nudo, il bastone con delle tacche, gli elmetti, l'argano. Non mi sembra proprio si tratti di semplici offerenti. Ingegneri durante l'opera. 
Chi ci lavorava aveva un grandissimo valore "Su Maistru de s'opera" "Il Maestro dell'opera" Grandi, grandissimi e ingegnosi costruttori. 
Come loro, nessuno, in quanto a perfezione. 

 Tiziana Fenu 
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