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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

martedì, settembre 28, 2021

💛Sacchetta sciamanica

 Da un post in un gruppo(https://www.facebook.com/groups/2282617378676051/permalink/3021403154797466/) 

dove vi è la rappresentazione  di alcune pitture rupestri  risalenti al Paleolitico e al Neolitico, localizzate in Niger e in Russia. 

Rappresentano degli sciamani guaritori, probabilmente con il loro "sacchettino" di erbe medicinali legato al polso, per le guarigioni.

Lo ha anche il nostro bronzetto sardo, lo sciamano ritrovato a Vulci. La stessa dimensione e la stessa forma.

Ho già approfondito in un post, il significato di questo sciamano(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/simbologia-delle-trecce-nel-bronzetto.html?m=1), e questo post mi da conferma.

Una caratteristica che accomuna il nostro Sciamano di Vulci, e altre rappresentazioni in altri bronzetti, come ho già approfondito, e queste paleolitiche rappresentazioni parietali, è il palmo della mano bene in vista. 

Un palmo radiante, un emettitore di energia pranica, terapeutica. 

Entrambe le braccia aperte, con i palmi delle mani bene in vista, indicano un'equilibrio energetico, tra le due polarità, maschile e femminile, raggiunto, in modo da poter essere in grado di praticare la guarigione. 

Le figure sono quasi sempre stilizzate,  e spesso geometrizzate, ridotte all'essenziale, perché così deve essere uno sciamano, uomo o donna che sia. 

Infatti nella seconda immagine in basso, a sinistra, la sciamana, come quasi fosse ai raggi X, così come spesso venivano rappresentati, denudati di tutto, e spesso in posizione itifallica da trance sciamanico come il nostro bronzetto, suonatore di Launeddas di Ittiri, presenta, nel ventre, due segni ad X, uno proprio ad X, e l'altro, con due triangoli che sono uniti per i vertici, simbolo delle due polarità maschile e femminile che si uniscono in sinergia nel ventre femminile, e poi, poco sopra, due triangoli con il vertice verso l'alto, simbolo del Mascolino ma anche della spinta animica verso il divino, verso le dimensioni spirituali, con le quale gli sciamani riuscivano ad entrare in contatto. 

Parlare di sciamanesimo è molto più di questo, e merita un approfondimento a parte. 

Mi premeva sottolineare, in questo contesto, la corrispondenza, pressoché identica tra la rappresentazione di quel segno circolare appeso al braccio, delle rappresentazioni rupestri, e il nostro "sacchetto/contenitore", sempre circolare, del nostro bronzetto di Vulci, una figura sciamanica sicuramente, che custodisce ancora tanti altri segreti.


PS. Mi è stato obiettato che nel bronzetto di Vulci e in altri due bronzetti, di cui attendo riscontro, il contenitore, a differenze dei disegni rupestri è posizionato al vertice del gomito

Il che, è facilmente giustificabile.


I Giganti sono sicuramente figure sciamaniche semidivine. Umani divinizzati. Sui bronzetti di Ozieri e Dorgali non so a quali ti riferisci nello specifico.

Nei disegni rupestri primitivi, il contenitore appare nel polso, perché, come ho spiegato, queste figure umanoidi erano spesso molto geometrizzate e rappresentavano figure sciamaniche importanti.

La piega e la posizione ad angolo del braccio, fungeva simbolicamente da catalizzatore energetico, da convogliatore di energia.

Quindi anche il contenuto del "contenitore", quali erbe ed unguenti, tipici dello sciamano, risultavano carichi energeticamente, come strumenti "magici" di guarigione 

"S'atza", come si dice qua  in Sardegna. In fisica quantistica la maggior carica di energia si concentra nei vertici.

Infatti anche il cappello dello sciamano di Vulci è a vertice. Era un modo iconografico primitivo ma molto efficace, per rappresentare la potenza energetica di questi sciamani.

Rappresentare lo stesso contenitore circolare nel polso, che non si può piegare a "vertice" quanto un gomito, non avrebbe reso simbolicamente lo stesso concetto di "potenza energetica" degli sciamani. Sui bronzetti è più facile posizionare il contenitore dove deve stare.


Per chi obietta che il bronzetto di Vulci sia un Pugilatore rispondo che  quando mai si è visto un Pugilatore con un cappello del genere stile "mago Merlino"? 

Il cappello a punta è rimasto nel corso del tempo a rappresentare una certa categoria di personaggi "magici, alchemici", sciamani, fatine, maghi, streghe, proprio per lo stesso motivo della rappresentazione del gomito ad "atza", a vertice. Il vertice è convogliatore di energia e consente il contatto con il soprannaturale. È un concetto rimasto fino ai giorni nostri, e che comunque ha una base scientifica 


Un'altra precisazione sullo "scudo" morbido e arrotolato dello Sciamano di Vulci

 È uno scudo inusuale, morbido, alto quasi quanto la figura dello sciamano. Dal mio punto di vista potrebbe anche essere un futon arrotolato, perché si deve arrotolare e non ripiegare, per una questione energetica, come quello che usano e si portano sempre appresso gli operatori olistici, come i maestri di Shiatsu o i maestri di campane tibetane o altro. Che usano il proprio personale futon perché lo energizzano e lo caricano con le proprie energie. Si spostano con il futon appresso generalmente. Potrebbe essere anche una pelle di animale ripiegata su sé stessa, o ancora più verosimilmente, di sughero, visto che la quercia da sughero, in particolare, di cui è ricca la Sardegna, era considerata, in svariate culture antiche, un albero sacro, che aveva funzioni cerimoniale ed oracolari, il cui sughero poteva essere prelevato solo dai sacerdoti, offerto dalla quercia, come un Dono Sacro, con funzione protettiva e isolante dalle energie negative. 

D'altronde anche il Gigante di Mont'e Prama lo tiene sulla testa, non in modo bellico in posizione di difesa o attacco. Una simbologia che tiene conto del modo in cui è tenuto lo scudo morbido, arrotolato in modo che formi un vertice verso l'alto, a dimostrazione che anche esso funge da convogliatore di energia divina. 

Tiziana Fenu

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