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domenica, settembre 12, 2021

💛La Madonna dei Naviganti

 La Madonna dei Naviganti, simbolo del Sacro Femminino. 


Santa Teresa Gallura, in provincia di Sassari, Sardegna

L'artista che ha realizzato questa bellissima opera in granito è la bravissima Maria Scanu.

Il titolo dell'opera è la Madonna dei Naviganti .

Trovo quest'opera estremamente bella e simbolica, rappresentativa della più profonda spiritualità e Antica Civiltà Sarda, il cui imprinting è rimasto fino ai giorni nostri. 

La forma stilizzata di questa statua riprende quella che è la simbologia della creazione per eccellenza, la vulva femminile, il Sacro Rombo, formato da due triangoli uniti per la base, che rappresentano le due polarità, maschile e femminile, creature della figura Madre per eccellenza, la Vesica Piscis, e, a loro volta, Creatrici della stessa vita, rappresentata dall'elaborazione, più complessa, della stessa Vesica, il Fiore della Vita. 

L'aspetto straordinario di questa bellissima statua, che non poteva non essere che la Madonna dei Naviganti, per il suo chiaro riferimento all'acqua, come simbologia del Femminino, è che, in questo gesto mistico e antico, del portarsi il velo sulla testa, vi è un'antica tradizione dell'abito tradizionale femminile sardo. 

Lo chiamo abito, perché non lo considero un costume. Un costume si usa a Carnevale, per impersonare qualche ruolo, invece un abito sardo è di uso quotidiano, impreziosito o meno, e rigorosamente differenziato da comune a comune, in tale varietà è ricchezza di ricami, monili e smerletti, da lasciare senza fiato. 

Ebbene, tipica usanza di alcuni abiti sardi, è quella di essere indossati con "sa fordetta", la gonna, plessettata proprio perché serviva a questo uso, tirata, nella parte posteriore, su, per la testa, creando un velo, che diventa tutt'uno con la gonna, in una trasposizione simbolica della "Mandorla mistica/pesce" della Vesica  Piscis, creando un'ogiva "a sesto acuto", perfetta, come le tholos dei pozzi sacri, dei nuraghi, che sono grembo femminili che accolgono il Sole Maschile. 

Una "Mandorla Mistica" perfetta, che ha anticipato di secoli, la classica iconografia religiosa delle Vergini Marie immortalate dentro la Sacra Vesica Piscis. 

Un abito che è il riflesso di quell'equilibrio tra Nur(fuoco) e acqua(Nun), tra maschile e femminile, esplicato nelle migliaia di nuraghi, di pozzi sacri, Domus de Janas e Tombe dei Giganti. 

Le Donne Sarde, primordiali Madonne Nere della creazione. 

Le Madonne del tessuto, della rete, della prima losanga che simboleggia la vita, e di cui, come scrissi tempo fa, abbiamo il nostro primo esempio nella  piccola Tanit del concio di Tresnuraghes, nella provincia di Oristano, con il volto a forma di "cuore/vulva", e che appare svariati secoli prima della Dea Neith egizia, la tessitrice, detta Sais. 

Sais che come lettera finale e iniziale, ha la S, come Sole, come Sinis, divinizzata alle conoscenze misteriche. 

Conoscenze misteriche e Sapienza, che erano indicate con il glifo del tessuto. 

Un "tessuto/griglia" dove si incrociano gli opposti. 

E la griglia a "quadretti/rombi" della Tanit del concio di Tresnuraghes, è forse una delle prime rappresentazioni di quelle Madonne del passato che sono rappresentate con una griglia a scacchiera /rombi sotto i piedi o alle spalle. 

Il rombo fonte di vita, prodotto delle ascisse e delle coordinate della tessitura, del maschile e del femminile. 

Nel nostro abito sardo si vedono queste Madonne nere, che non sono "vedove", come vengono erroneamente chiamate. 

Le prime Madonne erano Nere, come Iside. 

Il nero, il fango, l'humus del Nilo. 

Perché il Femminile è sempre nero. 

É grembo oscuro. È ciò che non si vede. È sottoterra. È grotta. 

È Domus de Janas, è vulva tra le cosce. 

È velo che non si può sollevare, se non sei puro per entrarci 

Nel tempio di Iside-Neith, c'era la statua sempre velata di Neith, essendo Neith e Iside, intercambiabili. 

Ha generato, come Sole Nero, Ra, il sole. 

La Vergine del Sacro Femminino che poi ritroviamo nel corso della storia, fino ad arrivare alla Vergine Maria, e all'Immacolata Concezione, rappresentata in bianco, simbolo di purezza. 

Il culto delle Vergini Nere


Scrivevo(https://maldalchimia.blogspot.com/search?q=Madonna+nera)

"La Dea Madre primordiale è colei che crea nel buio, nell'oscurità.

Nel magma indefinito primordiale, come un enorme buco nero.

Infatti le prime Madonne, sono Nere.

E le Madonne nere sono tra le immagini più sacre della Chiesa Cattolica, e si trovano in tutti i più importanti santuari e cattedrali d'Europa.

Questo perché il Cristianesimo ha dovuto soppiantare, per potersi imporre, i culti esistenti, quelli originari legati alla Grande Madre, culti che risalgono fino al Paleolitico, con le abbondanti figure della Dea Madre dai ventri e seni prosperosi, legati al concetto di fertilità.

Grande Madre spesso differenziata in diverse divinità, all'interno della stessa, per sottolinearne i vari aspetti legati allo scorrere del tempo, all'alternarsi delle stagioni o alla sessualità.

Spesso si trattava di culti ctoni, cioè svolti in caverne, grotte, come nelle nostre Domus de Janas, cioè luoghi dove erano particolarmente forti le energie di Madre Terra, vulcaniche o telluriche.

Erano Dee che si imposero in tutto il Mediterraneo, con nomi diversi. 

Inanna, Ishtar, Iside, Astarte, Cibele, Rea, Gaia, Afrodite, Demetra, Persefone, Venere..

Il culto delle Vergini Nere, delle Madonne Nere, si diffuse soprattutto durante il Medioevo, di cui i massimi promulgatori furono i Templari, diretti discendenti di quelle che anticamente erano le Antiche Scuole Iniziatiche esoteriche, quelle, del Re Salomone, della Regina di Saba, e dei suoi discendenti Falasha/Shardana, degli antichi cabiri persiani, delle scuole Misteriche di Iside, a cui seguirono, per esempio, in tempi più recenti, i misteri Eleusini.


Si dice che la maggior delle Madonne Nere sia stata dipinta da San Paolo, discepolo di Luca, e questo è particolare, perché Luca, nella rappresentazione simbolica dei quattro evangelisti. cristiani (il cosidetto Tetramorfo) è associato al Toro(Matteo, Marco e Giovanni, all'angelo, al leone e all'aquila).

Questo perché il Toro, come per millenni è stato nella nostra civiltà, è associato alle energie della fertilità, e quindi alla Grande Madre.

Energie "taurine/uterine", le ho sempre chiamate, in quanto inseparabili.

Secondo alcune ipotesi sulla "stirpe reale" di Cristo, la Madonna rappresentata da Paolo non è Maria, la Madre di Cristo, che a quell'epoca era già anziana, ma Maria Maddalena. 


E pare proprio che la Maddalena appartenesse ad un Ordine Sacro regionale chiamato "Ordine di Dan"("Dan/Shar-Dan".. Il cerchio si stringe..)le cui adepte erano naziree laiche, e le cui madri superiori, come lo era appunto Maddalena, avevano il diritto di vestire di nero, come i nazirei.

Guardacaso, il nostro costume tradizionale di Tempio Pausania, in provincia di Sassari, è un costume tutto nero, con un copricapo bianco, esattamente come le suore, le Vergini.

Magari vi era un antico Tempio delle Naziree.


Quando la chiesa ortodossa cercò di occultare la verità sulla discendenza di Cristo, i suoi difensori continuarono a promulgarla segretamente, adorando le immagini della Madonna dalla pelle scura, la Sposa perduta del Cantico dei Cantici di Salomone, soprattutto a partire dalla Francia, luogo di rifugio dopo la fuga dalla Palestina, collegata al Priorato di Sion (.. Sion/Sais/Sinis, tutte Madri Oscure del Sole, della luce). 

Uno dei versetti che la descrivono, si trova in un passo del Cantici dei Cantici, composto non prima del IV sec. a.C. :"Nigra sum sed formosa" ("sono nera ma bella"), riferita anche all'avvenenza della compagna di Re Salomone, la regina di Saba. "


E immagino una Maddalena proprio con" sa fordetta "(con la gonna) sollevata sulla testa, come in questa rappresentazione

" Una gonna plissettata. Che rivela la perfezione sacra geometrica, romboidale, solo quando si apre del tutto.

Non visibile subito, ma da rivelare.

Come lo sguardo altero e sfuggente delle donne sarde, consapevoli della propria regalità.

Donne "ragno di rango", che hanno sempre tessuto silenziosamente.

Come le Antiche Janas con i loro telai d'oro, all'interno dei loro Templi, le Domus de Janas, nel ventre di Madre Terra, ancora molto prima di Penelope. 

Come un segreto custodito da millenni, tra le pieghe del tessuto"(https://maldalchimia.blogspot.com/search?q=Perfezione)


Tiziana Fenu

©®Diritti intellettuali riservati

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https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-perfezione-della-vesica-piscis-nel.html?m=1


La Madonna dei naviganti

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