Informazioni personali

La mia foto
Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

domenica, settembre 12, 2021

💛La Sacra Vulva di Ilbono

 La Sacra Vulva di Ilbono(Nuoroi-Sardegna) 


"Territorio di Ilbono

Sa Pedra e' Is Cincus coros( "la pietra dei cinque cuori)" 

(questo è il link di riferimento al post originario https://www.facebook.com/127889081248353/posts/820659175304670/?app=fbl)

Nel post originario, viene definita come una stele che presenta 'undici motivi geometrici a cerchi concentrici. Alcuni di essi terminano verso il basso con una appendice acuta(come in una goccia), e almeno in tre casi è presente il motivo della linea retta che parte dalla coppella centrale e termina nella parte apicata, in modo assai simile a quanto riscontrato nei monumenti di Sedilo e Mamoiada"

Fonte : Michele Castoldi archeologo. 


Questo dice la presentazione alle immagini. 

Presentazione dalla quale mi dissocio totalmente, per dei motivi abbastanza ovvi.. 

Inanzittutto non si tratta di cerchi concentrici come nella stele  di Boeli di Mamoiada, che come potete vedere hanno una conformazione totalmente diversa da questi, che non sono cerchi concentrici, ma una semplice e Sacra rappresentazione della vulva femminile, che viene rappresentata in ogni civiltà, proprio come una goccia con una spaccatura al centro.

Avevo giusto analizzato un pendente egizio in oro, con questa conformazione, nell'altra mia pagina( https://www.facebook.com/104545201465861/posts/246824173904629/) 

che aveva esattamente questa conformazione a goccia con una spaccatura centrale nella parte terminale apicale, e che rappresentava la "Madre di tutte le Madri", in quel caso specifico, la Dea Hator, tanto da essere rappresentata come una vulva. 

Foma, questa, che ricorda molto anche lo shiva lingam indiano, dove sono uniti in sinergia, attraverso la forza e la purezza dell'acqua, sia il lingam che la yoni. 

La forma a goccia triangolare, riporta al triangolo pubico e vulvare, centro energetico creativo per eccellenza, come alcuni nostri nuraghi trilobati. 

Il primo centro del Sacro, del rito, di culto, ancora molto prima del culto fallico, nelle antiche civiltà. 

Una vulva che raccoglie in sé il mistero del parto, della vita, della moltiplicazione, della rigenerazione continua, della morte, quando rilascia l'ovulo non fecondato. 

Una yoni il cui nome in sanscrito significa "arca", poiché è arca che targhetta la vita attraverso le sue acque, il liquido amniotico. 

Ogni dea, a partire da quelle antichissime, ne ha un simbolo addosso. Come un simbolo magico, sempre accompagnata dall'ocra rossa, simbolo del sangue mestruale che consente la riproduzione e il ciclo di morte e rinascita ad ogni lunazione. 

Una yoni potente, di discendenza regale e matrilineare, che ha contrassegnato molte generazioni in molte civiltà, compresa la nostra sarda. 

La yoni come origine del fuoco e come porta del mistero, attraverso la quale si passa in un altra dimensione. 

La yoni/jana/janna, la porta, il portale, poiché è quella che porta alla luce ciò che ha custodito nell'oscurità del grembo. 

Quindi, no, non si tratta di semplici centri concentrici come la stele di Boeli a Macomer. 

Sono due cose completamente diverse. 

Si tratta della Sacra rappresentazione della vulva, da sempre rappresentata in questo modo, forse per contrassegnare un luogo particolare di culto, di fertilità, magari. 

I petroglifi principali, quelli più grandi e completi sono proprio a forma di vulva, caratterizzati entrambi da un modulo di percorso a tre linee. 

Il tre indica la triade creativa, il potere di riproduzione, come abbiamo visto tante altre volte, nucleo simbolico importantissimo della antica civiltà sarda.

Poi abbiamo un'altra vulva piccola con un percorso a due, e una coppella centrale, e altri nove elementi formati per lo più, ognuno, da un modulo di due cerchi intorno alla coppella. 

Coppella che accoglie l'acqua, così come l'utero accoglie il liquido amniotico 

Due archi sovrapposti e una coppella centrale, ad indicare il percorso ad arco, del sole e della luna insieme, la cui sinergia genera il potere creativo. 

Infatti il 9 è proprio il numero del ciclo, del ventre, della Kundalini, del potere creativo. E il Sacro Archetipo Ebraico Teth. 

Mentre l'undici, il numero complessivo dei petroglifi, è un numero Maestro importantissimo, perché indica le due colonne portanti dell'universo, l''energia Femminile e Maschile che agiscono in sinergia.

È il numero delle Fiamme, dei Gemelli Divini. 

Quindi niente a che vedere con le altre stele nominate. 

Quella di Sedilo non ho ben capito quale sia, quindi sorvolo. 

Invece sulla stele di Mamoiada, non ci siamo proprio, come potete vedere.

Il nome, "sa perda e is cincus coros",

"la pietra dei 5 cuori", fa sicuramente riferimento ai 5 vertici della stella a 5 punte, che simboleggia il Sacro Femminino, Venere, insieme alla stella a 8 punte, come abbiamo già visto, e i cui angoli interni, di 72°, hanno la proporzione aurea della precessione degli equinozi (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/le-tre-dee-madri-cosmiche-sarde-della.html?m=1) 

Proporzione aurea, che abbiamo trovato in ogni Dea Madre Sarda. 

Questa è la mia personale interpretazione, che svicola da tutte le interpretazioni stereotipate e sommarie di "cerchi concentrici". 

Vulva. 

Si chiama vulva. 

Senza il timore di nominarla. 

Sacra Madre delle Madri, onorata, su questo altare di Ilbono, in un modo sacro e con particolare attenzione anche ai numeri, non solo al segno grafico e alla sua simbologia. 

Sempre con estrema Raffinatezza, come tipico degli Architetti Divini sardi, uomini e donne che hanno contribuito a creare questa Civiltà di Incanto. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com


La Sacra Vulva di Ilbono

Nessun commento:

Posta un commento