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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

lunedì, aprile 24, 2023

💚Drago mesopotamico

 Riflettevo sul Drago, visto che oggi 23 aprile, si celebra San Giorgio, colui che in ambito cristiano, vince e uccide il drago.

Ma l'iconografia e il simbolismo del drago, affondano le radici nelle antiche civiltà, come quella cinese e mesopotamica, presso gli Sciiti, in Iran, fino ad arrivare ad essere rappresentato come "draco" nello stendardo dell'antico romano impero, portato da un soldato draconiano.

Una figura importante, custode tra le dimensioni, per la sua natura ibrida, e custode di grandi tesori. 

Presente anche nei sigilli cilindrici mesopotamici, fin dal IV millennio aC

Ho già approfondito la simbologia del drago in ambito Mesopotamico, quando ho parlato del mušḫuššu, il compagno del Dio Marduk, o  più precisamente, la compagna, perche il mušḫuššu rappresenta il Sacro Femminino ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/drago-drl-dio-marduk.html) 

Drago-serpente (mushkhusshu), simbolo del dio Marduk, che a Babilonia aveva un ruolo protettivo positivo. 

Infatti, così come custodisce, nella terra, la porta Sacra del tempio del Dio Marduk, considerato il Creatore dell'universo, così nella Cabala, in ambito esoterico, Ishtar presiede alla sfera Malkuth, decima e ultima delle  Sephirot nell’Albero della vita. 

Rappresenta la “Sposa” della Sephirot Tipheret , ed è alla base dell’Albero delle Sephirot, l'Albero della Vita, ed è associata alla Terra e significa “sovranità” (della materia fisica), una fonte di vita per tutti gli esseri viventi, che, a differenza delle altre Sephirot, è un’emanazione che emana direttamente da ciò che è stato creato. 

L'unica che genera direttamente dal suo interno, riversano sulla realtà, l'emanazione divina, in piena autonomia, sotto forma di Shekinah. 

Malkuth come il Leviatano, il potentissimo serpente Marino della dimensione terrena, che poi è stato  deturpato nella sua accezione positiva originaria, perché i Levi-tannan, erano gli Iniziati, come Mosè, come anche Cristo, come le divinità femminili delle antiche civiltà legate alla saggezza del serpente. 

Il Dio Marduk infatti viene rappresentato mentre tiene sulla sinistra, la parte del Femminino, un serpente-drago con corna, chiamato Mušhuššu (lett. "serpente terribile")". 


Un drago fedele alla divinità Marduk, uno stretto rapporto di fiducia, come tra il cavaliere e il proprio cavallo.

Iconografia che rimane anche nel più recente San Giorgio, rappresentato a cavallo, che in epoca mesopotamica era rappresentato dal Drago Mušhuššu, rappresentazione delle intere forze della Natura in tutti i suoi aspetti. 

Il Divino che prende Forma nella dimensione terra, sotto forma di kundalini( rappresentata come sinergia di draghi-serpenti), necessaria per ascendere a livelli superiori 

Perché è sempre il Femminino che consente l'accesso alla dimensione divina, in questa dimensione terrena. 

Le antiche dee primordiali, avevano le fattezze di serpenti, come la dea Nammu, la dea primordiale del Caos, delle arcaiche acque primordiali da cui ebbe origine il tutto, e dalla quale ebbe origine anche Tiamat, che nella mitologia Babilonese è la Madre di tutto il cosmo, i cui dodici figli rappresentano le costellazioni. 

Le dee successive, vengono rappresentate, anch'esse, in segno di potere e di rigenerazione ciclica, con dei Serpenti in mano, Inanna, la dea dei Serpenti minoica, giusto per citare le più importanti, che rappresentano le due polarità energetiche della kundalini in equilibrio. 

Iconografia che sarà ripresa, con l'avanzare del patriarcato, anche dalle figure di potere maschili, che piano piano soppianteranno quelle femminili. 

Lo stesso ureo egizio, rappresenta il Sacro Femminino, custode del Mascolino. 

Un Femminino potente, che, proprio per questo motivo, bisogna saper dominare e contrastare. 

Ma anche un Femminino fertile, il cui sacrificio è necessario, per rendere sacro il suo sangue, in modo che fertilizzi la terra, e dia origine al cosmo nella sua completezza. 

Questo sacrificio avverrà per mano del dio Marduk, in una primordiale lotta narrata nel poema Enuma Elish, risalente al secolo XVIII aC. 

È la stessa iconografia simbolica che troviamo in Mitra, quando uccide il Toro, nell'uccisione e smembramento di Osiride, e in tempi più recenti, nel Sacrificio del Cristo, la cui morte e resurrezione, avvengono il primo venerdì e la prima domenica dopo la prima luna piena dell'equinozio di primavera. 

Equinozio. 

Periodo in cui le due polarità, giorno e notte, sole e luna, Mascolino e Femminino, sono in equilibrio, come le due nadi, i due serpenti-draghi energetici della kundalini. 

È in questo momento, che la divinità, nella sua pienezza può manifestarsi, può germogliare.

Nell'equinozio di primavera, in cui avviene il rito sacrificale dell'agnello simbolico, che nel corso delle svariate civiltà, ha assunto sembianze diverse.

Sacrificio necessario, per la fertilità della terra, dell'intero cosmo, rappresentato anche dalla successione ciclica dei segni zodiacali. 

Come ho scritto in altri contesti, all'inizio dei tempi, era il Femminino, a portare la sacralità del Dono, del sacrificio necessario affinché la vita, la terra con i suoi tanti aspetti, potesse manifestarsi. 

Attraverso il suo sangue, metafora del fertile sangue  mestruale che custodisce in sé, contemporaneamente, sia il concetto di vita, che quello di morte. 

Il Mascolino non può prescindere dal Femminino, neanche per contrastare e governare quel Femminino distruttivo rappresentato dalla stessa Tiamat. 

Perché ci vuole equilibrio, affinché la vita si manifesti. 

E, come è nella mentalità del patriarcato, artefice  di questo equilibrio da ripristinare, è il Mascolino. 

Questo ci insegna la storia, la mitologia, anche se antropologicamente, non è andata esattamente così, e lo dimostra, paradossalmente, proprio l'esacerbata volontà di sfregiare il Femminino, ammantandolo di una negatività che non le appartiene, e, anzi, trasfigurando i suoi Doni e Talenti, in elementi castranti e distruttivi. 

Circe, Medusa, le Gorgoni, le Sirene, e mille altri esempi di un Femminino deturpato, che era invece la controparte energetica del Mascolino, come dimostra, in ambito Mesopotamico il Drago Mušhuššu, fedele compagno del Dio Marduk. 

Ciò che si combatte, è ciò che si teme, perché lo si percepisce potente. 

E il Sacro Femminino lo è sempre stato. 

È essa stessa, il simbolismo di questa energia viscerale, primordiale, di Madre Terra, che nel serpente/drago, nella completezza della sua natura, manifesta la perfezione. 

La stessa Vergine Maria, quella rappresentata con il calcagno esposto, nudo, ad un serpente che tiene fermo con la parte più vulnerabile del corpo( nelle mitologie di tutto il mondo, il tallone è sempre simbolo di vulnerabilità), dimostra invece la sua intima connessione e fiducia verso questa creatura, che quasi protegge, perché gli sta offrendo, a protezione, la sua parte più vulnerabile. 

La Chiesa, spesso e volentieri, ha fatto male i conti con una simbologia antichissima, difficile da sradicare, cercando di soppiantarla con valenze negative, che lasciano il tempo che trovano, per chi ha un certo sentire, una certa visione di insieme, che va oltre ogni possibile deviazione culturale o religiosa.


Tiziana Fenu 

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La lotta tra Marduk e Tiamat, particolare da un sigillo cilindrico mesopotamico

Drago mesopotamico



venerdì, aprile 21, 2023

💙Orsa

Notte tra il 5 e il 6 aprile, uccisione di Andrea Papi da parte dell'orsa Jj4. 

Non era un runner che si stava allenando, visto che indosso portava un pesante cappotto, ma un fotografo amatoriale, che forse si è spinto troppo oltre i confini consentiti da una madre che cerca solo di proteggere i suoi piccoli e il suo territorio. 

Così come in natura, in primis tra gli umani, deve essere, così come i Sacri Animali ci insegnano. 

E la figura dell'Orsa, è sicuramente un Archetipo Sacro, in ogni antica civiltà, che affonda le radici nella sua "trasposizione" astrologica, nella costellazione dell'Orsa Maggiore. 

Osserviamo le date di quest'ultimo periodo, e la data del triste epilogo, avvenuto in modo accidentale. 

Una reazione istintiva, ad un'azione, probabilmente, molto azzardata. 

-21 Marzo Luna Nuova in Ariete, Sacro Archetipo Ebraico Mem, acqua, la Madre archetipale, e Arcano Maggiore XIII della Morte. 

-6 Aprile, Luna Piena in Bilancia Archetipo Phe, espansione e Arcano Maggiore XVII della Stella, rappresentato con 7 stelle. 

-12 aprile, Mercoledì, Luna calante in Capricorno, sacro Archetipo Ebraico 14, Nun, trasformazione, con Arcano Maggiore la Temperanza 

-20 Aprile Luna Nuova in Ariete, dinuovo Archetipo Mem, e Arcano della Morte

-Beltane, primo Maggio, dinuovo Archetipo Mem e Arcano Maggiore della Morte

-5 maggio Luna Piena,  dinuovo Archetipo Mem e Arcano della Morte. 

Il 12 aprile giorno del funerale di Andrea Papi, si pone a distanza di 22 giorni a partire dal 21 marzo, e 23 giorni fino alla luna piena del 5 maggio. 

22 giorni +1

Giorno che celebra la trasmutazione alchemica,  con Archetipo Nun, a cui la collettività partecipa. 

Quasi esattamente a metà tra i due Archetipi  e Arcani Uguali, Mem e Morte, e due lunazioni, novilunio e plenilunio, che hanno l'energia del Fuoco( Ariete) e dell'acqua (Scorpione). 

Un battesimo del Fuoco e dell'Acqua. 

Un'iniziazione. 

Il 22 è l'Archetipo Tau, colui che ha ricevuto il sigillo dell'Iniziato, che è rappresentato proprio dal Capricorno, il segno che governava il giorno dell'accaduto, il grande Iniziato, colui che ascende la vetta, i 7 percorsi, le 7 stelle dell'Orsa Maggiore, per raggiungere la vetta, la fine del percorso, il Nord, la stella Polare, l'asse del mondo. 

Capricorno che governa i solstizi, insieme al Cancro, segno d'acqua, quindi legato all'Archetipo Mem, così presente in queste date, mentre Ariete e Bilancia, presenti anch'essi nelle lunazioni di queste date, sono legati agli Equinozi. 

Un Capricorno, che in modo allegorico e metaforico, deve compiere il percorso del Sole, per squarciare le tenebre del suo buio interiore, favorito dalla mancanza di conoscenza ( il ragazzo ha agito senza discernimento, senza consapevolezza), per acquisire la conoscenza del percorso iniziatico, rappresentato, simbolicamente dalle 7 stelle dell'Orsa Maggiore. 

Il Capricorno è un segno di terra, conosce bene il valore, la sacralità di questa dimensione. 

Il ragazzo si è mosso in una energia di terra, che per inesperienza, non ha saputo rispettare. 

È stata la prova estrema, il passaggio "necessario", la Morte metaforica e, purtroppo anche fisica, affinché questa Sacra dimensione venisse rispettata, con una prova, estrema, da Iniziato. 

I sacri confini non si infrangono. 

Perché c'è un'antica alleanza che lega a doppio nodo, anche certe particolari Geometrie sacre, architettoniche, astrali, energetiche, che tengono insieme tutto il sistema solare. 

Inficiarle, squilibrarle, significa fare i conti con la non conoscenza, con l'inesperienza, e a volte, il prezzo da pagare è anche questo, che rientra comunque, in un disegno più ampio, universale, per chi vuole leggere oltre. 

Esotericamente, c'è un significato molto particolare per questo accadimento, che per quanto abbia avuto un triste epilogo, con la morte del giovane, ha in sé, un Metalinguaggio estremamente simbolico e particolare, come lo è questo periodo, come abbiamo visto dal mio ultimo scritto, in cui ci sono rimandi archetipali e lunazioni sotto lo stesso segno. 

L'orso è Inanzittutto un potente Animale lunare, archetipale.

Un potentissimo Animale Totem. 

I Siberiani e gli Inuit dell'Alaska dicono che appartiene alla Luna perché scompare in inverno e riappare in primavera come il ciclo vegetale, che dalla Luna è regolato.

Anche nell'antica Grecia l'Orsa era animale sacro ad Artemide, dea vergine della Luna, cacciatrice solitaria, protettrice della fauna selvatica.

L'Orso proviene dalle caverne della Terra, quindi appartiene all'ovest, direzione del sole che scende nella terra, il periodo che corrisponde a quello del Capricorno. 

Astrologicamente, l'Orsa Maggiore, il Carro dei cieli, guida tutto il Sistema Solare. 

I segni coinvolti in questo periodo, sono Ariete e Bilancia. 

In particolare la Bilancia, che ha traguardato la Luna Piena del 6 aprile, 12 giorni prima dell'accaduto. 

Ariete, Bilancia e Sole, rappresentano, a livello astrale, l’Orsa Maggiore. 

È una triangolazione in cui questa energia si concentra nell'Iniziato, e che lo pone nella giusta energia per percorrere coscientemente la Via Iniziatica. 

È quidato dall'Ariete, il segno della svolta, degli Inizi, con impeto da Eroe arietino, bilanciato dalla Bilancia, che lo svincola definitivamente dagli Opposti e lo riporta alla sua natura androgina, integra, senza separazioni. 

Guardate il glifo dell'Ariete al contrario, sembra una bilancia. 

Il vero significato dell'Essere, si conosce trascendendo questa esperienza di dualità, nel Capricorno, che ha in sé due nature, quella dell'acqua (archetipo Mem, presente in tutte queste date, l'acqua amniotica in cui avviene la trasformazione, la Nun del giorno della morte del ragazzo) e quella della terra, la terra, la Madre Terra in cui si è mossa la vicenda, così visceralmente rappresentata dall'Orsa che difende i suoi piccoli, la sua terra, il suo tempio, il suo territorio. 

L'Orsa Maggiore, esotericamente, è collegata, attraverso il suo fuoco primario Merak(  le due stelle principali, Merak e Dubhe, sono opposte alla coda, si trovano difatti in cima a quello che si può definire il “quadrato” dell’Orsa Maggiore) , che rappresenta la testa, la punta avanzata del nostro Sistema solare, e dei Sette di cui fa parte, come fonti cosmiche di energia, proprio al segno dell'Ariete, il Segno degli Inizi per l’evoluzione della coscienza. 

È come, se quel 12 aprile, ventiduesimo giorno, al centro, tra un polo e l'altro, tra una Luna Nuova e una Luna Piena, entrambe In Mem, nel grembo amniotico di nascita e Morte ( l'Arcano Maggiore), ci fosse stato un passaggio iniziatico importante.

La fine di un percorso terreno iniziatico, finito con il sigillo divino della Tau ( Archetipo 22), che ha portato in sé una certa Giustizia ( la Tau, formata dalla Nun e dalla Dalet, significa Giudice). 

Una Giustizia contemplata e rispettata da un Ordine Universale, più alto e spirituale degli stessi esseri umani, che a noi, può sembrare crudele e ingiusto, ma in un' ottica animica-animale, è perfettamente equilibrata. 

Dove si porta squilibrio per mano umana, la Natura, l'universo, come può, cerca di riportare equilibrio. 

Perché così è stato creato. 

Nell'energia dell'equilibrio, della bilancia, della Temperanza. 

Dove tutto si trasforma e niente va perso. 

Perché l'Universo non ama gli sprechi. 

Tutto fa sempre parte di un disegno più vasto, perfetto, creato con estrema accuratezza, perché fa parte di quel Logos della Geometria Sacra di cui anche noi Umani facciamo parte, se solo lasciassimo che questa nostra dimensione sacrale, non venga inficiata da ulteriori incrostazioni, sociali, culturali, egoiche. 

La Geometria Architettonica, a livello di date, numeri, lunazioni,  eclissi, che è stata potentissima, segni e Archetipi, nella quale si è sviluppata questa vicenda, ha una sua intriseca perfezione, riflesso della perfezione astrale, divina, astrologica, esoterica. 

Magari è difficile, comprenderlo. 

Ma è così.

L'Anima sa e capisce. 

Lo ha dimostrato quel cuore di mamma, che, nonostante la lacerazione per la perdita, ha chiesto che venga salvata la mamma di quei cuccioli, che lei per prima, avrebbe protetto. 

E quanta Bellezza, in questo Amore immenso. 


Tiziana Fenu 

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Orsa



20/4/2023 Novilunio in Ariete

 Giovedì 20/04/2023 abbiamo una Luna Nuova in Ariete, traguardata da due fenomeni molto particolari.

Abbiamo infatti un'eclissi di sole ibrida. 

Cosa significa ibrida? Significa che è, sia eclissi totale, in cui il sole viene completamente oscurato dalla Luna, sia eclissi anulare, in cui si forma un anello di fuoco intorno al sole.

Un evento raro.

Per questo novilunio, abbiamo l'energia solare di Giove, visto che si manifesta di giovedì, l'energia del Sacro Archetipo Ebraico Mem, il tredicesimo, con funzione "fluidità", e l'Arcano Maggiore XIII della Morte.

Abbiamo già avuto, un novilunio in Ariete,  martedì, 21 Marzo, anch'esso, che coincidenza strana, governato dal tredicesimo Archetipo Mem, sempre con Arcano Maggiore della Morte. 

Al centro, a fare da bilanciere, tra una "morte e l'altra", tra un ritorno al nostro grembo amniotico e l'altro, tra una nostra Mem-Oria e l'altra, il Plenilunio in Bilancia, del 6 Aprile, anch'esso avvenuto di Giovedì, il giovedì Santo, guidato dal diciassettesimo Archetipo Phe, "espansione", con Arcano Maggiore XVII della Stella, che ci ha lasciato questo senso di urgenza di equilibrio interiore, di ricerca del nostro baricentro, con un certo senso di distacco, quasi astrale, stellare, da ciò che avrebbe potuto fuorviarci alla ricerca di questo equilibrio. 

Non è stata una scelta razionalizzata, ma piuttosto, un'esigenza dell'Anima, avvenuta spontaneamente, lasciando che agisse, in totale fiducia e resa. 

Un anelito all'equilibrio, nonostante tutto e tutti. 

Nonostante gli squilibri, gli spintoni, lo sgretolamento.

La terra che veniva a mancare sotto i piedi. 

Perfettamente in linea con il periodo quaresimale di snellimento, di filtraggio.

Di scarnificazione. 

Avere il coraggio di togliere.

Per non fidarsi più del ramo, ma solo del nostro volo, delle nostre ali.

Della nostra memoria ancestrale, recondita, amniotica.

Questo passaggio tra i due noviluni, traguardati dalle stesse energie, dagli stessi Archetipi, sembra metaforicamente, un corridoio, un passaggio, un cordone ombelicale tra due morti e due rinascite.

Un periodo in cui siamo stati ridotti all'Essenza.

Senza orpelli, senza mistificazioni.

È rimasta la nostra intima verità.

Siamo in prossimità della celebrazione di Beltane, tra il 30 aprile e il primo maggio, in attesa della luna Piena in Scorpione, del 5 maggio, che viene di Venerdì, ancora un Archetipo 17, la Phe, con funzione espansione, come è stato per la Luna Piena del 6 Aprile.

E, stranamente, anche per Beltane, il primo maggio, abbiamo lo stesso Archetipo Mem, e l'Arcano della Morte, di questo novilunio. 

Trovo stranissimo questo rimando tra Archetipi uguali nei noviluni di marzo /aprile e nei pleniluni di Aprile/maggio. 

Nascita/Morte. 

Espansione. 

Stella. 

Dinuovo nascita/morte. 

Espansione. 

Stella.

Sembra una dinamica energetica di contrazione ed espansione, come l'orgasmo dell'universo, quando crea nuove costellazioni, nuove Stelle, nuove Anime.

È l'orgasmo vitale che ci toglie per un attimo la vita, per restituircela amplificata.

La Luna Piena del 5/5, che già di per sé è un numero particolare, la "Sposa divina", la celebrazione del Femminino, viene di Venerdì, il giorno dedicato a Venere, all'Amore, sotto un segno d'acqua femminile, lo Scorpione.

In preparazione, abbiamo un novilunio che si celebra sotto un Archetipo femminile, la Mem, come è stato per lo scorso novilunio.

Sento questi rimandi, estremamente forti e potenti, come fossero le cinque pietre d'angolo del nostro nuovo tempio, come una Stella, a cui siamo rinati con una nuova pelle.

Questo novilunio in Ariete, non fa che amplificare ed espandere quell'energia di espansione, data dal nostro intimo equilibrio ritrovato, coadiuvato dallo scorso plenilunio in Bilancia, ad una Frequenza di sovranità altissima. 

È la frequenza dell'Eroe arietino, che emerge dalle sue stesse acque amniotiche.

Morto, vinto, vittorioso, dalle sue stesse battaglie contro se stesso.

Il nemico, non è mai fuori.

È sempre dentro di noi

Ciò che sta fuori, per riflesso, può aiutarci a scovarlo.

Ad individuarlo.

Perché, troppo da vicino, non si vede mai troppo bene.

Allora, è meglio fare un passo indietro.

Arrendersi.

Morire un pochino.

È lasciare che l'Universo faccia ciò che deve, mentre noi, da Eroi, ritroviamo la nostra intima e Sacra dimensione ierogamica, integra, non scalfibile,

Cangiante come un opale di Essenza Lattea e spermatica, con la quale l'Universo ci ha ingravidato l'Anima.

I sensi, la percezione.

La prospettiva.

Beltane celebra proprio questo.

Il Fuoco lucente.

La fertilità.

L'unione ierogamica.

L'incontro con il nostro opposto e complementare.

Con noi stessi, innanzitutto.

La doppia eclissi, anticipa in un modo struggente e mistico questo passaggio.

Un'eclissi ibrida, come ibrida è la combinazione dell'acqua (archetipo Mem) e del Fuoco ( il segno di Fuoco dell'Ariete) di questo meraviglioso novilunio, che benedice questo passaggio.

Con un anello di fuoco simbolico, a suggellare questa unione degli Opposti, per portarla ad livello più alto, più intimo.

Quello dello Scorpione, in cui abilmente, si giostrano basse e alte energie,  basse e alte Ottave, in una continua danza tra opposti, tra contrazione ed espansione, che è la stessa dinamica orgasmica della creazione della vita, celebrata da Beltane. 

La forza propulsiva di queste straordinarie combinazioni e rimandi energetici, credo ci scaraventera', metaforicamente, molto in alto. 

Molto oltre ciò che immaginiamo. 

Li dove siamo integri. 

Dove siamo nella nostra pienezza. 

Nel nostro equilibrio. 

Nella nostra verità. 

Nel nostro Sacro Anello di Fuoco interiore, nel quale si suggella, ancora una volta, quella Sacra Alleanza con noi stessi. Inanzittutto. 

Un voto mistico e insondabile, pieno di erotismo, inteso come propulsione alla vita, alla nostra intima Frequenza, al nostro unico e ineguagliabile profumo, che ci riporta alla pienezza primordiale, alla Mem-oria di Noi. 

Prima dello strappo, dell'oblio. 

Prima di noi stessi. 


Tiziana Fenu 

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20/4/2023 Novilunio in Ariete



💙Non esistono donne Sacerdotesse

 Non esistono donne Sacerdotesse o donne Dee che devono risvegliare chissà chi. 

Ogni donna è Sacerdotessa solo di sé stessa.

Etimologicamente "sacerdote " significa "capacita di creare, fare sacro".

E quando non sei capace di fare "sacro" te stesso, non lo sei nemmeno per gli altri.

Questo vale anche nelle relazioni amorose. 

La Donna non cerca mai un uomo da "indottrinare", da "riportare a casa" da "sacralizzare".

Non perché sia un compito "arduo".

Ma semplicemente perché non le interessa. Desidera un uomo già integro, già sacralizzato a se stesso, al suo tempio interiore ed esteriore.

Un uomo con un'energia maschile, ma che abbia integrato in sé anche la sua controparte femminile.

È una questione di equilibrio omeostatico.

Una donna equilibrata non può stare con un uomo che sia in squilibrio con queste energie.

E viceversa.

Lo sbilanciamento avviene sempre verso forme di energia del nostro opposto, che risultano poi distorte.

Ed ecco che avremo un femminile che salta fuori con l'invidia, con la calunnia, con lo sminuire.

Tutte derivazioni e distorsioni di quell'energia femminile che tende a fare pettegolezzo, a non essere alleata delle stesse donne.

Percepire questa energia su un uomo è spiazzante. 

Offusca tutti i tentativi di ammantarsi di mascolinità e saggezza, in modo dirompente. 

E a volte anche irreversibile

Come è stridente, percepire in una donna quei picchi di energia maschile che virano alla prepotenza, all'imposizione, alla castrazione, piuttosto che all'accoglienza, alla gestazione di ciò che è in fase germinale, e che, solo un Femminino integro, può portare a compimento. 

Per quanto una donna possa essere femminile, se non è accoglienza, diventa una tagliola da cacciatore, da predatore, anche nel modo di porsi/imporsi, da grande "indottrinata", verso gli altri, verso le stesse donne. 

Quando ci si scontra/ incontra con questo tipo di energie, talvolta anche le reazioni corporee possono essere rivelatrici di uno squilibrio che non può combinarsi bene con il nostro equilibrio, se mai lo avessimo raggiunto, sempre in modo altalenante e oscillante, che è l'unico modo per stare in equilibrio. 

Dove l'oscillazione tra le due energie è troppa, si creano crepe, e a volte si rischia di caderci dentro. 

Interelazionandoci con queste energie, se siamo dei buoni osservatori di noi stessi, possiamo capire subito se l'uomo che abbiamo davanti, per esempio,  ha un femminile equilibrato. 

Si vede subito.

E la maggior parte delle volte, il nostro corpo agisce di rimando per cercare equilibrio. 

Può essere una sudorazione anche più acre, o delle secrezioni vaginali olfattivamente più forti. 

E questo significa che anche il corpo lavora per adattarsi. Per cercare l'incastro perfetto. 

Ma che non è quello giusto

Perché va a squilibrare il nostro equilibrio già raggiunto, entro quel range di oscillazione fisiologica e naturale, che è stato funzionale e consono alla nostra omeostasi. 

Per questo ribadisco che non esistono donne Sacerdotesse o Dee, che possano agire sugli uomini per ricondurli al loro pieno potere. 

Ciò che può fare una Donna, è essere solo l'altare di sé stessa.

Senza cercare di combinarsi con incastri sfasati.

Senza autocelebrazioni, che invece celano un riconoscimento bramato, ma non riconosciuto, in primis, da sé stesse, se lo cercano all'esterno, profetizzando, oracolando, paghe del fatto che le stesse donne le riconoscano come una di loro.

Avevamo dubbi a riguardo?

L'autocelebrazione spazza via ogni dubbio.

E si lasciano dove sono. 

La complementarietà  tra Anime, arriva solo se abbiamo dei bordi non sfrangiati, ben delineati, compatti. 

Se non oscilliamo troppo verso quell'energia maschile che in noi si distorce, perché la usiamo come lente di ingrandimento verso il maschile. 

Così come fa il maschile verso l'energia femminile. 

Promulga e si fa portavoce e paladino, in modo molto "Mascolino", di un femminile da valorizzare, poi lo si vede manifestare proprio quella stessa energia femminile, ma in modo distorto, eccessivo. 

Che stride terribilmente con ciò di cui loro stessi si fanno portavoce. 

Ognuno cerchi di essere Sacerdote e Sacerdotessa di se stesso. 

Solo cosi, nell'Incontro, si può celebrare insieme, ognuno portando le proprie energie , in gioco,  in armonia, fluidità ed equilibrio. 

La creazione avviene sempre nell'equilibrio.

Forze simili e contrapposte. 

È impossibile nello squilibrio. 

Un puzzle si crea con i giusti tasselli che combaciano. 

Cercarne altri, forzatamente, non crea nulla. 

Così come non porta a nulla, adattarci. 

Adattiamoci solo a noi stessi. 

Il resto, verrà da sé. 


Tiziana Fenu

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Non esistono donne Sacerdotesse



💙6/4/2023 Plenilunio in Bilancia

 Giovedì 06/04/2023, abbiamo un plenilunio in Bilancia.

Come già avevo accennato nel post sull'allineamento dei 5 pianeti, in occasione del 25 marzo, con una Luna Crescente in Toro, giorno dell'Annunciazione, sia per quell'evento particolare, che per questo Plenilunio in Bilancia così importante, abbiamo l'energia del Sacro Archetipo Ebraico Phe, il diciassettesimo, con funzione "espansione", con il supporto dell'energia dell'Arcano Maggiore XVII, la Stella.

La Luna Nuova in Ariete, del 21 marzo, governata dall'Archetipo Mem, il grembo Femminino delle acque della rinascita, sotto la guida dell'Arcano Maggiore XIII della Morte, appena preceduta dall'Equinozio di Primavera in Pesci, ci ha guidato verso questo intenso percorso di introspezione, di purificazione, in cui il nostro fertile Eroe arietino, conciliando la sua sua intrinseca ierogamia tra le sue polarità opposte, è potuto, sta, riuscendo ad emergere.

Questa Luna Piena in Bilancia, richiede equilibrio.

Un equilibrio che si può trovare solo all'interno del nostro Sacro Sepolcro.

Perché è necessario morire a se stessi, per rinascere, per incarnarsi a nuova vita, a nuova energia, e nel nostro intimo Sepolcro, a cui si può accedere, dopo un percorso di "passione" e di crocifissione simbolica.

Tutta la passione di Cristo, è collegata a questo equilibrio e complementarietà di sinergie opposte, che devono essere integrate, interiorizzate.

Già nelle antichissime civiltà, conoscevano questo potere immenso.

Tutte le figure di potere, dalle grandi Dee, alle rappresentazioni maschili più tardive, sono state sempre rappresentate con le due polarità ( spesso rappresentate da animali ricchi di simbolismo) in equilibrio a braccia tese, come una Stella a cinque punte, che indica connessione, equilibrio tra le polarità, ma anche con il Divino.

Ma indica anche il pianeta Venere, e il suo percorso pentacolare nel cielo, per compere l'Intero tragitto nell'arco di 8 anni.

Nel giorno di Venere, di Venerdì, si compie il mistero della crocifissione, alla terza ora, che esotericamente è legata al mistero del risveglio della kundalini.

È il mistero della croce, della sinergia di Fuoco delle due polarità che si implementano a vicenda, per rinascere, per la resurrezione a nuova vita.

Per avere consapevolezza, che, nonostante l'apparente divisione, la frattura, la morte momentanea, siamo frattali della stessa Matrice Divina, come ci indica l'Archetipo Tsade', il diciottesimo, del Venerdì Santo, con un imperatore, come Arcano Maggiore, che emerge, che impera, come un Re, oltre il dolore umano, oltre la frattura, oltre il senso di abbandono.

Solo nella dimensione Sacra e solitaria del nostro intimo Sepolcro, dove elaboriamo lutti, perdite, morti, fratture, possiamo emergere. 

Il Giovedì Santo inizia con l'Archetipo Phe, in espansione, nel decretare la nostra potenziale divinità, con l'Arcano Maggiore della Stella, la Luna Piena in Bilancia, con Giove che ci indica la nostra potenziale sovranità.

Nel Venerdi Santo, siamo nella consapevolezza dell'Archetipo Tsade', smarriti dalla frattura, ma intimamente consapevoli, nonostante tutto, di questo universale amore Divino, che ci guida, per far emergere la migliore versione di noi stessi. Con un Arcano Maggiore XVIII della Luna, che ci mostra, come l'avanzare per sottrazione, può creare dolore, perché le identificazioni che spesso proiettiamo all'esterno, non ci rappresentano, non ci corrispondono. 

Ma la verità è che sono estremamente limitanti, rispetto alle nostre potenzialità.

Si può creare solo nell'assenza, nel vuoto, nello spazio, nel grembo che accoglie e porta a maturazione.

Il Sabato Santo, rappresenta l'Archetipo 19, la Qoph, con funzione legante.

È il preludio alla rinascita, dall'aver ritrovato il proprio Sole interiore. Il numero 19, infatti, anche negli Arcani Maggiori, indica il Sole.

Si crea nuovamente un legame, stavolta, di intima compenetrazione tra le due polarità, e tra l'umano e il divino.

Quell'energia Cristica solare, che è già dentro di noi, che dobbiamo riconoscere e onorare, perché è tutta nostra, e aspetta solo di essere manifestata, se pur attraverso percorsi che possono sembrarci ingiusti, penalizzanti, sofferenti.

Di privazione, spesso.

È un percorso, questo di questa settimana, così particolare è intensa, dal punto di vista energetico, che ci accompagna attraverso l'energia stabilizzante di questa Luna Piena in Bilancia, che si manifesta proprio il Giovedì Santo, quando si celebra quel rito carico di condivisione e di umiltà, quale è la "lavanda dei piedi".

Ed è un gesto di estrema espansione, come l'Archetipo che governa questo giovedì di plenilunio, guidato da Giove, il re dell'Olimpo.

Un gesto di estremo equilibrio, che annulla la gerarchia, di scambio reciproco, in uguaglianza.

Perché solo dove c'è scambio reciproco, corrispondenza, ci può essere crescita, espansione.

Si parte dai piedi, da una dimensione di umiltà, di "servizio" e corresponsione, e si arriva alla testa, di Domenica, il giorno della rinascita.

Della nostra intima resurrezione.

Domenica, il giorno di Pasqua, infatti, giorno dedicato al Sole, siamo sotto l'energia dell'Archetipo Reish, il ventesimo, con funzione "perfezionante".

È la sublimazione della Materia, il discernimento, la trasformazione, che, dal livello intimo ed emozionale, arriva alla testa ( Reish, significa testa), dove sta la bocca( era il geroglifico egizio della Reish), che stavolta decreta, autonomamente, con il pieno supporto della mente, in totale integrità, perché si è lasciata fecondare dall'energia Divina.

La sua stessa energia Divina, latente, già integrata, come frattali.

La dinamica energetica di questi quattro giorni sacri, dal Giovedì Santo sino alla Domenica di Pasqua, parte da un Archetipo Phe che pronuncia il suo si, rappresentato da una bocca che pronuncia, di risposta ad una chiamata.

Ma attraverso l'energia apparentemente disgregante del Venerdì Santo, con l'Archetipo Tsade', funzione divisione, e il ritrovato legame con la nostra intima energia radiante solare, attraverso l'Archetipo Qoph, con funzione "legame", per il Sabato Santo, arriviamo al perfezionamento e al coronamento di questo intenso percorso di Passione.

Domenica siamo infatti governati da questo meraviglioso Archetipo Reish, che nella sacralità della nostra intima rinascita e resurrezione, ci fa assaporare quella dimensione a cui l'Anima anela, di perfezione, impossibile da realizzare come Umani, perché siamo meravigliosamente imperfetti, ma verso la quale tendiamo, come condizione intima primordiale, primigenia.

Una condizione che ci consente e ci spinge a migliorarci sempre, a ricominciare, sapendo che niente è cristallizzato, e che è ancora tutto in un meraviglioso potenziale.

È la pace del cuore.

La pacificazione della testa, della Reish, dei pensieri.

Il Caos che acquisisce la consapevolezza della sua infinita potenzialità e creatività.

Che interiorizza il valore della sua Sacra Corona. Della sua regalità.

Infatti l'Archetipo Reish, corrisponde alla prima delle Sephiroth, la Keter, la Corona, il rinnovamento, il continuo mutamento della forma, attraverso una morte/resurrezione continua.

L'Archetipo Reish corrisponde anche all'Arcano Maggiore XX del Giudizio, che si sposa magnificamente con questo percorso Sacro di 4 giorni di Passione, che iniziano con il Plenilunio in Bilancia.

Il Giudizio esige equità, equilibrio, centratura.

L'intelligenza che si è lasciata fecondare da un'energia superiore, per essere Intelletto capace di discernere la verità.

Si è accolta la risonanza divina.

Si è stati nella dimensione della fiducia. L'equilibrio e la riunione degli Opposti ha ritrovato ricompantezza, coesione.

Passione

Pass-I-One, in inglese

Tradotto, "consentire che io diventi Uno".

Permettere di ritornare a quell'integrita, che, nonostante le spaccature del cuore e dell'Anima, preesistono a noi stessi come nostra intima Radice Monadica.

Come nostro intimo Sacro Sepolcro, dove avvengono le nostre trasmutazioni e rinascite, che danno vita a quel Bambino alchemico, capace di rinnovarsi a nuova vita, attraverso la sua innocenza e integrità,  dove gli Opposti sono in equilibrio, non ancora sbilanciati dalle speculazioni mentali o dalle esuberanze del cuore.

È una forma che si sta perfezionando in forma cristica, cristallina. 

Rilucente come un cristallo. 

E, come un cristallo, si deve avere consapevolezza che si brilla anche sotto terra. 

Si è cristalli, anche se nessuno ci vede.

La luce solare non può far altro che enfatizzare la nostra luce interiore, che è frutto del nostro intenso lavoro, del nostro esserci strutturati come cristalli di valore, non come semplici schegge di vetro. 

L'Archetipo Phe di giovedì, di questo Plenilunio, astrologicamente, nella cabala ebraica, corrisponde all'energia di Mercurio, ed esattamente, al giorno giovedì. 

Un giorno, quindi, energeticamente, molto trasmutativo, coadiuvato anche dalla Luna Piena in Bilancia, che crea comunicazione tra le due polarità, e un baricentro, grazie al quale si può affrontare questo intenso passaggio. 

Dove non esiste più contrapposizione tra carnefice e agnello sacrificale, per usare una metafora cristiana. 

Dalla sesta ora del Venerdì Santo, alla nona ora, si dice che calarono le tenebre sulla terra. Sono le ore di agonia e di morte del Cristo sulla croce. 

Ma è una profonda simbologia alchemica. 

Il Venerdì è legato a Venere, dea dell'amore. 

La Croce indica unione degli Opposti. 

La sesta e nona ora. 

Il sei, è esotericamente, unione degli Opposti, il nove è creazione, kundalini, gestazione, grembo.

6 + 9, mi da un 15.

Il numero 15 è il numero sacro della fertilità, ed è il momento di massima pressione del Divino sulla dimensione umana (quindicesimo Archetipo Samech, funzione divisione), che può portare ad una frattura, una divisione (Arcano Maggiore XV del Diavolo) o ad una ulteriore complementarietà tra opposti ( 15 > 1+5 = 6), perché le due polarità, i due Amanti, al cospetto del Diavolo, non sono imprigionati.

Le catene non li stringono. Si possono liberare con facilità.

Sta a noi, scegliere se essere agnello sacrificale che subisce da vittima, o se considerarci onorati e pieni di Gratitudine per questa opportunità di essere Agnelli sacrificati, nel senso, però, di essere resi sacri. 

Agnello come fattore equilibrante.

Come Fuoco Primo, fisico, che nella tradizione iniziatica segna l'inizio reale dell'anno, primo dei dodici segni zodiacali, inteso come il Sacro Ariete Celeste( e la Luna Nuova in Ariete, del 21 marzo, probabilmente ci stava preparando a questo intenso passaggio, in una corrispondenza energetica, sempre straordinaria). 

È questo il senso profondo. 

Come sempre, sono occasioni, circostanze, di crescita. 

È la nostra risposta, come sempre, a creare, e a fare la differenza. 

Fare l'agnello. 

O essere Agnello. 


Tiziana Fenu 

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Sophia Wilkins Surrealist Art

6/4/2023 Plenilunio in Bilancia




💙Plasma&dintorni

 Ho incominciato a pensare su "plasma&dintorni " svariati anni fa. 

Percepivo che ci fosse qualcosa oltre il nostro corpo fisico che si manifestasse come una "guaina" al di sopra di esso. 

Era la sensazione di percepire in astrale l'anima, di consistenza plasmatica, come se al tocco si creassero dei cerchi concentrici che si propagavano. 

Inoltre succedeva spesso( e tutt' ora succede) che vedessi sempre lateralmente, specie a sinistra, ma ora anche a destra, dei flash di luce, come filamenti di energia elettrica incandescente. 

Ho definito spesso anche le Anime più evolute, come il PUNTO ZERO, come una sorta di piattaforma sulla quale creare.

Un frammento di Dio su questa terra, un ologramma del grande punto zero per eccellenza.

il vuoto è come uno zero circoscritto da uno spazio.

È uno stato potenziale che non è vuoto assoluto, ma Pieno totale, il quale ha una energia E, fondamentale, duale( yin e yang, che funzionano per attrazione e repulsione( E+/E-) INDISSOLUBILMENTE legate nel PLASMA, contenente l'energia gravitomagnetica ed elettromagnetica.

Quindi questa energia E, contenente le due polarità, viaggia nell'Etere ( altra "E", .come etere e come energia) come pulsazioni, come pacchetti quantici, attraversando lo spazio e il tempo, annullandolo.

"E+" è la luce bianca, la materia visibile. 

"E-" , è la materia oscura, invisibile, la quale anche essa è formata dai suoi lati contrapposti( "E+"/"E-". Maschile e femminile).

Ma ciò che si deve superare in questa dualità e contrapposizione di segni( il "-" contrapposto al "+" e la divisione contrapposta alla moltiplicazione) è proprio la contrapposizione, che in ultima analisi è rappresentata dal segno grafico "X" per", che moltiplica ed espande, e che  riporta sia al centro dell'Etere, al punto zero, sia verso la propria Essenza, perche pulsa, dilata e restringe, come un respiro cosmico, ma pur sempre attratto in forza centripeta verso il punto zero, come se  la X consentisse il completamento della materia con l'antimateria, non più in contrapposizione ma in espansione. 

Un inglobamento della Dualità. 

Il plasma è il quarto stadio della materia. 

Il plasma è un gas ionizzato( il gas è inizialmente neutro, si ionizza facendogli passare la corrente elettrica), e a differenza del gas, ha una conducibilità molto molto alta e risponde bene ai campi magnetici, formando molti fenomeni(jets  e filamenti) , che guarda caso corrispondono ai filamenti elettrici che già da un pezzo vedo al lato dell'occhio sinistro. E le interazioni tra particelle nel plasma, sono molto più importanti e cariche elettricamente di quelle del gas e si crea proprio una dinamicità potenziatrice propulsoria che si estende anche ad altre particelle( non è un rapporto binario come nel gas). 

Questo mi fa pensare al tipo di importanza strategica che hanno le Anime che hanno la stessa frequenza, ma anche le Fiamme( sdoganiamo il termine una volta per tutte. Il rapporto di Fiamma è un 2:2. Siamo Fiamme anche senza  la nostra controparte terrena incarnata. Ci completa in questa dimensione) quando " plasmaticamente", nell'etere si incontrano e coinvolgono con le loro vibrazioni sature elettromagneticamente, anche altre particelle, che vengono investite dalle loro vibrazioni d'amore. 

Inoltre, nel plasma, se si supera una scala spaziale di movimento detta lunghezza di Deybe( è una minima distanza dove elettroni e ioni nel plasma si muovono in modo indipendente), si crea questa Energia potenziale( Energia X) capace di far muovere gli elettroni e ioni verso un corpo unico( fusione fiamme). 

La presenza del plasma sulla terra è quasi inesistente( è nell' etere), si manifesta solo nei fulmini e nell' aurora boreale, mentre nell'universo il plasma costituisce il 99% della materia sconosciuta. 

Quindi il plasma ha cariche in continuo movimento e hanno altissime temperature elettriche, come quelle del fulmine( 30.000°per il fulmine, milioni per il sole). 

Il plasma è un campo magnetico che si autogenera continuamente perche gli elettroni e gli ioni interagiscono continuamente grazie alla forza di Couloumb e nel nostro corpo i portali attivi di questo "accesso" all'antimateria, alle dimensioni "altre" sono i nostri chakra, che fungono da acceleratori di particelle. 

Non tutti sanno che la materia oscura porta molta più luce della materia in questa dimensione, e possiede una frequenza molto più alta della materia fisica. 

Solo campi magnetici specifici  sono in grado di sostenere il plasma dell' antimateria

Il nostro campo elettromagnetico della Merkaba, ben sviluppato è in grado  di trattenere questa energia e di trasportarla all' interno del nostro corpo. 

Tutto il nostro corpo fisico, tutto il nostro sistema nervoso è elettrico, e il nostro corpo di carbonio funge da condensatore. Quindi i campi elettrici naturali del corpo sono collegati ai campi elettromagnetici aurici attraverso i chakra. 

Il corpo bioplasmatico si evolve nella stella a tetraedo della Merkaba, che è una forma ibrida bioplasmatica

È gemellato al corpo fisico a base carbonio attraverso i coni doppi dei chakra, attraverso dei cristalli bioplasmatici che operano allo stato fluido, passando dalla materia all'antimateria.

Non dimentichiamo che la parola plasma indica anche la componente maggiore del nostro sangue. Non a caso. 

Quando si impara a sviluppare la Merkaba, i chakra sono in grado di emettere flussi che permettono geometrie più complesse verso gli stati Merkivici, e vengono attivati un maggior numero di chakra e sottochakra. 

Il corpo di luce è legato alla fisica dei quanti

Cristo ha operato la trasmutazione della materia in energia. Ed è la reintegrazione della Luce a cui siamo chiamati. 

" E io mandero' su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto(Lc, 24-49) 

Sembra così profetica questa frase, cosi attuale e consona a questo momento. L'uomo può ripartorire se stesso. La sua stessa luce, una luce generata da se stessa ( Vangelo di Tommaso 55). Gli apostoli assistettero alla trasfigurazione del corpo di Cristo in Corpo di Luce, e lo fece con una potente emissione di plasma, di natura stellare. 

"Osserva le stelle, tale sarà la tua discendenza"(Genesi 15:5).

Quella discendenza che viene da un Cristo stellare

Cristo. Cristallino. I Cristalli hanno la struttura molecolare merkabica, tridimensionale. 

La luce che si irradia dall'interno verso l'esterno( la Merkaba) viene definita "effusione" ( Atti 2:31). 

L'effusione cristica radiante, ed è ciò che sentiamo quando proviamo la radianza del cuore.

Un calore che si espande. Calore che ha origine nel Luz, che giace nell'osso sacro, il nostro Cristo dormiente che si risveglia nell'energia della kundalini, fino a risalire al chakra del cuore ed iniziare ad irradiare  la luce-plasma che ha la stessa potenza elettromagnetica di un fulmine che squarcia il guscio stesso della creazione. 

È vero che il plasma si autoproduce solo ad altissime temperature, ma è anche vero che la folgorazione cristica,  divina, avviene in un attimo. 

Più volte, in astrale, sono stata dentro aurore boreali, dentro le quali erano immerse delle stelle grandi trenta, quaranta centimetri

Il sole vicinissimo. 

Le aurore boreali, pare che si creino, dall'interazione di sacche di particelle cariche che si vengono a formare negli alti strati dell' atmosfera,  dove si accumulano particelle solari in grado di interagire con l'atmosfera in un secondo momento, dando vita alle aurore boreali a forma di teta( lettera greca), e ultimamente, per via delle grandi quantità emesse dal plasma solare, le autore boreali si stanno manifestando in zone mai viste prima, come Francia, Gran Bretagna, addirittura in California. 

E qui, mi emoziono, perché ancora una volta, l'incastro del puzzle, si è magnetizzato in modo perfetto, ed un altro "pezzo del mio Cielo" si è ricomposto. 

Teta, è la lettera che corrisponde al mio archetipo Sacro di nascita, Teth, il numero 9, e nella sua forma più arcaica rappresentava una città e un sole, quindi il simbolo del Leone. 

E qui ritorniamo al plasma, alla sacra città di Telos, la Sacra città di Lemuria, delle Sacre Fiamme Gemelle, chiamati " i Leoni Ruggenti"

Telos come telomeri. I telomeri che producono trascritti chiamati TERRA, implicati nella regolazione della telomerasi, e quindi nella trascrizione del DNA nella sua integrità. 

Guardate infatti la lettera Teta. Sembra una cellula prima della divisione della mitosi

La stanghetta trasversale mascolina che ingravida il cerchio femminile. 

Ci sarà un luogo, dove l'aurora boreale segnerà una nuova mitosi cromosomica, una nuova Teta, un 9 ingravidato che porterà a compimento la nascita di una nuova Mitosi-mito. 

Nascerà un nuovo mito. 

Nuovi Dei . 

Il cielo e la TERRA ci aspettano. 


Tiziana Fenu

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Plasma&dintorni






giovedì, aprile 13, 2023

💛Manine grotta Thiesi

 Da un articolo ( https://italialibera.online/cultura/1-misteri-di-sardegna-lincredibile-storia-di-quelle-mani-dipinte-nella-grotta/) 

riportato anche da Nurnet ( https://www.facebook.com/506410149437714/posts/6165513543527318/), in cui si parla della scoperta di impronte di mani in una grotta, qui in Sardegna, andando verso Siligo, nel Meilogu, in provincia di Sassari, e Thiesi, in una cavità quasi circolare, ad una quarantina di metri di altezza. 

Lo specialista spagnolo Hipólito Collado, la ritiene «una scoperta straordinaria per tutta l’archeologia europea». 

Nell'arte rupestre, le impronte, realizzate ‘in negativo’, sono comuni e risalgono a tempi antichissimi. 

Me ne ero occupata in occasione di un mio post (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/impronte-grotte-paleolitico.html?m=0) in cui parlavo delle impronte ritrovate Grotte de La Cueva de Los Manos", Argentina di Santa Cruz. 13.000/9.000 anni fa, anche se in Indonesia se ne trovano di più antiche. 

"Impronte che hanno una grande importanza antropologica e sociale. 

"Le impronte lasciate, rappresentano, secondo molti studi, le impronte di adolescenti, ragazzi, si presume undicenni, dodicenni, in particolare,  che proprio alla soglia dei dodici anni ( il numero dodici è sempre stato considerato un numero sacro in ogni civiltà), affrontavano, sia maschietti che femminucce, la loro prima prova iniziatica, che dava loro ufficiale accesso al mondo degli adulti: la prima mestruazione per le ragazze, che le "nobilitava" ad essere donne produttive e feconde all'interno della comunità, e una qualche prova di coraggio, o di caccia, per i ragazzi, che li rendeva così parte attiva nelle dinamiche giornaliere della comunità, come il rendersi utile per la pratica della cacciagione o dover provvedere alla difesa della stessa.

Dei riti importantissimi. Non solo per chi li viveva in prima persona, ma anche per tutta la comunità, che 'di riflesso', partecipava a questi passaggi alchemici importanti.

Ho scritto "di riflesso", virgolettato, perché questi riti, di cui le grotte serbano testimonianza, di solito avvenivano in solitaria.

Erano sfide che si dovevano affrontare da soli, così come si narra in molti racconti delle tradizioni popolari di ogni Civiltà.

Anche il menarca, un passaggio importante per ogni bambina, e ragazza, lo si viveva in solitaria, offrendo alle divinità il proprio primo sangue simbolo di fertilità, per assicurarsi benevolenza e protezione per eventuali gravidanze.

Il fatto che queste pitture siano state rappresentate in modo 'corale', indica una forte coesione identitaria all'interno dello stesso gruppo sociale, che vede i bambini/ragazzi, maschi e femmine, indifferentemente, uniti, al "servizio" della stessa comunità, per un benessere e potenziamento collettivo"


Queste impronte ritrovate in questa grotta qui in Sardegna, in questa cavità definita quasi circolare, sono molto significative, perché, da quel che vedo, si tratta di piccole mani, sicuramente di bambine, adolescenti, perché lo si vede dalle proporzioni delle dita, e sono tutte mani sinistre. 

Il lato sinistro è il lato del Femminino. 

Quella che viene definita "ocra rossa", potrebbe essere il primo sangue mestruale di queste giovani donne. 

La grotta circolare, è sicuramente simbolica di una cavità uterina, di un grembo, di un ventre, che viene benedetto e divinizzato dal fertile menarca di queste bambine, il cui passaggio all'età adulta, diventa una risorsa e una benedizione per l'intera comunità. 

Conosciamo bene il valore antropologico e simbolico delle nostre cavità nella roccia, delle nostre Domus de Janas. 

La caverna, la grotta, come simbologia del luogo ideale per la nascita( la grotta del Gesù Bambino, di Mitra, e di altre icone), ma anche della rinascita. 

La grotta come simbologia del ventre, dell'utero di Madre Terra, in cui si muore e si rinasce. 

Infatti le nostre Domus de Janas sono orientate tutte ai solstizi, verso il punto più alto in cui si manifesta il Sole, nel solstizio estivo, e verso il punto più basso in cui il sole si manifesta, il Solstizio invernale. 

Le Janas, le custodi di questi due portali, dei due solstizi, come millenni dopo lo sarà il Giano (Jano/Jana, anche in questo aspetto, i romani non si sono inventati nulla) bifronte. 

Una figura simbolica che già in tempi antichissimi, veniva associata alle due icone dei due leoni, che rappresentavano i solstizi. 

Ne avevo parlato in occasione della Dea anatolica Cibele (https://maldalchimia.blogspot.com/2022/08/dea-cibele-con-leone.html?m=0),  di Çatal Hüyük, risalente al 6000 aC circa, dove è stata ritrovata proprio la celebre statuina della prima dea Cibele, con i due leoni al fianco, iconografia che è rimasta anche per le altre rappresentanti del Sacro Femminino, che si sono alternate nel corso della storia dell'umanità, fino ad arrivare ai giorni nostri con un Arcano Maggiore XI, la Forza, con una giovane donna che domina un leone. 

La Dea dei solstizi. 

Come le nostre Janas, che vengono descritte come piccole donne, dalle piccole fattezze, come se fossero nane. 

Ed proprio questo particolare che le assimila alla divinità Bes, che era rappresentato come un nano, e che, guardacaso, in molte rappresentazioni originarie, era rappresentato con la testa di leone.. 

Un Dio egizio Bes, che, era originariamente rappresentato come un leone rampante. 

Il dio Bes, protettore delle famiglie, e in particolare, delle madri, dei bambini e del parto.

Dunque, abbiamo una divinità nana, come le nostre Janas, che è protettore delle nascite ( "Bes" è la radice della parola sarda "bessiu", uscito in senso lato, nato, venuto al mondo), una divinità rappresentata spesso come un leone (e le nostre Domus de Janas sono rivolte ai leoni solstiziali), ed è una divinità che spesso viene sovrapposta ed identificata con la Gorgone Medusa, iconografia cara alla nostra Antica Civiltà Sarda, e di cui ho già approfondito a riguardo (https://maldalchimia.blogspot.com/2022/08/dio-besgorgone.html?m=0). 

Le Janas nane, e i Giganti, entrambi simbolo di immortalità, di rinascita, di completezza cosmogonica, di perfetta alchimia di proporzioni, di equilibrio, di sinergia tra le polarità. 

Immaginate se queste impronte, questa scoperta straordinaria, sono esposte in una parete che coincide con uno dei due solstizi, come negli ingressi delle Domus de Janas. 

Quindi asse sud est/sud-ovest per il Solstizio invernale, o asse nord est/nord ovest, per il Solstizio estivo. 

Sarebbe estremamente simbolico, visto anche la forma circolare della grotta, di un luogo di culto, sia per l'iniziazione all'età adulta di queste giovani donne, sia come simbologia di un luogo di nascita e rinascita, come può essere una Domu De Jana, benedetto da questo simbolo di vita, il Femminino, che benedice con il suo stesso sangue. 

Un simbolismo molto forte, che attraversa il tempo, in modo trasversale, in ogni civiltà, ma sempre con questo filo conduttore drl Femminino custode di vita e di abbondanza. 

Come è sempre stato fin dall'origine dei tempi. Un simbolismo che via via è andato distorto, perso, sacrificato, svilito, ma che rimane come forte simbologia fin dalle antiche civiltà, impresso nella roccia, nei manufatti, nelle iconografie che sono giunte sino a noi, in tutta la loro prepotente bellezza e regalità. 


Tiziana Fenu 

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Manine grotta Thiesi




💛Dio Enki /scacchiera Pubusattile

 In queste due immagini, il Dio sumero Enki, Dio della conoscenza, dell'acqua, della stessa creazione (En-Ki, l'inseminatore della terra. Una complementarietà di acqua e terra, che si traduce, astrologicamente, con il glifo del Capricorno, un ibrido tra capra e pesce, che fa capo al solstizio d'inverno, e tutte le Domus sono orientate verso i solstizi), in procinto di attraversare un portale dimensionale, e il particolare al lato destro della "scacchiera" di Pubusattile, nella Domu de Jana di Villanova Monteleone, in provincia di Sassari, qui in Sardegna.

Della "scacchiera" ho approfondito in due miei post in particolare ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/la-scacchiera-de-sa-pala-larga-bonorva.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/il-kamasutra-e-la-scacchiera-di.html?m=0) 

Ciò che voglio sottolineare con questa comparazione, sono gli elementi in comune tra queste due immagini.

Inanzittutto il portale interdimensionale con tre cornici, esattamente come le nostre false porte nelle Domus de Janas.

Tre cornici che simboleggiano il concetto di "nascita /morte/rinascita", ma anche, probabilmente, molto altro, visto che le ritroviamo anche in altre civiltà.

E poi quelle "onde" laterali, scambiate per serpenti, che sono semplicemente la rappresentazione dell'energia elettromagnetica che si manifesta attraverso l'attivazione del portale.

I due individui ai lati possono essere tranquillamente una metafora delle due nadi della kundalini. Una sorta di viaggio astrale, con l'attivazione delle due energie

Nella nostra scacchiera, sono sei, simbolo della sinergia del maschile e femminile, necessaria alla rinascita.

64 quadrattini in tutto.

8 bianchi( il maschile) e 8 rossi( il femminile), che agiscono in sinergia complementare, per creare un'altra dimensione virtuale, rappresentata dalla griglia, la cui energia si manifesta attraverso la frequenza, le onde elettromagnetiche, che per stessa definizione, contengono sia la polarità  elettrica ( maschile), che quella magnetica (femminile).

Questa stessa griglia, la ritroviamo poi, millenni dopo (500 aC), nel testo sanscrito "Il Kamasutra", che più che un testo dell'arte amatoria, è una vera e propria dottrina delle vibrazioni, la cui griglia, ha la stessa struttura della nostra scacchiera del 5000 aC, rimasta poi anche come struttura schematica nel gioco degli scacchi, in cui guidano comunque, sempre le due polarità, il maschile e il femminile, il Re e la Regina.

64 quadrattini, come le 64 frazioni con cui è suddiviso l'occhio di Horus, che rappresenta, la vibrazione del Terzo Occhio, quello che è connesso con le vibrazioni dell'Universo.

La ghiandola pineale, tradotto in termini anatomici.

Ogni parte dell’Occhio di Horus è collegata di seguito a sezioni del cervello. Una visione, quindi, amplificata, un potenziale che si esprime in connessioni interdimensionali, come la griglia della nostra scacchiera, che sicuramente è una griglia vibrazionale.

Uno stargate, come tanti ne abbiamo nelle nostre Domus, e ovunque, nei nostri siti.

Se ne occupa anche la scienza. Sono zone, quelle degli antichi megaliti, che passano sulle Ley Lines, sulle linee del Drago, fortemente elettromagnetiche, che coincidono con portali iperdimensionali, spesso in prossimità 

grandi depositi di quarzo o altri minerali con proprietà piezioelettriche ( (dal greco πιέζειν, premere, comprimere) è la proprietà di alcuni materiali cristallini di polarizzarsi generando una differenza di potenziale elettrico quando sono soggetti a una deformazione meccanica). 

Dell'ossidiana, di cui è ricchissima la Sardegna, sappiamo che è un potente generatore di energia, usato sia come amuleto che per le sue proprietà terapeutiche, così come altri cristalli di cui è ricca la nostra terra. 

Studi approfonditi della NASA, già dal 2012 hanno accertato come questi portali esistano, e siano il risultato della interazione tra la Terra e le magnetosfere del Sole. Portali frequenti, che si aprono e si chiudono, e si trovano in particolari punti detti marcatori o punti X, attraversabili, visibilmente dagli elettroni, in cui i campi magnetici dei due corpi celesti si connettono e si disconnetto o, creando microesplosioni, e di conseguenza, aprendo questi portali.

Portali individuati come energeticamente anomali, e considerati, dalle antiche civiltà, come luoghi sacri, su cui poi sono state costruite, in tempi più recenti, le cattedrali gotiche, con tutta una particolare struttura basata sulla Geometria Sacra.

Uno di questi posti, di passaggi interdimensionali, tra i tanti, che abbiamo (vedi anche stonenge, Machu pichu, le piramidi Egizie, e molti altri ) pare che sia in Perù, in una struttura misteriosa,  detta Aramu-muru, o “Porta degli Dei“, usata per scopi cerimoniali o astrologici. 

Ma senza andare lontano, qui in Sardegna, ovunque vi è sinergia elettromagnetica.

Ho riportato più volte gli approfonditi scritti e studi del dott. Altana in merito.

Le nostre strutture sono oggetto di studio in ogni parte del mondo, a livello elettromagnetico, tranne che qui da noi.

Io stessa ho approfondito più volte, a riguardo, persino sulla possibilità che i nostri Antichi Shardana usassero l'elettromagnetismo come strumento di difesa. 

I "guerrieri che dominavano l'energia" 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-queste-tre-immagini-la-prima.html?m=0) 

Sicuramente conoscevano bene come sfruttare e incanalare l'energia. 

I nuraghi sono un esempio di questa dinamica catalizzatrice, così come le Tombe dei Giganti, sofisticate architetture, ancora usate a scopi terapeutici, come gli stessi nuraghi. 

Non creano energia, ma potenziano al massimo, e sfruttano, quella che esiste già in natura, racchiudendola dentro la stessa struttura, che oltre a sfruttare l'asse nord sud, con gli ingressi a sud, nei nuraghi, sfruttavano il campo elettrico generato dell'acqua che passa al di sotto della costruzione. 

Un'energia orgonica tangibile ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/05/osservavo-la-conformazione-triangolo.html?m=0) 

I nuraghi come riflesso di un'armonia celeste, che i nostri antenati percepivano, e di cui si sentivano parte, proprio a livello vibrazionale

( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/i-nuraghi-riflesso-dellarmonia-musicale.html?m=0) 

Un rapporto armonico rappresentato dalla spirale aurea, nella quale la forma si sviluppa in modo armonioso secondo natura, con una grande ottimizzazione di energia. 

Per questo motivo, il fenomeno sonico, la dimensione vibrazionale sonica è cosi importante per l'uomo. 

Il senso dell'orientamento è nell'orecchio, ed è questo "sentire" che porta l'uomo a piani elevati più spirituali"( tra parentesi, Enki viene chiamato anche "gestu'", che significa orecchio, il percepire con l'orecchio divino) 

I nuraghi, le Tombe dei Giganti, i pozzi Sacri, le Domus de Janas, sono tutti catalizzatori di energia, e non ci dovrebbe stupire, visto la ritualistica e la connessione con l'altra dimensione, se anche nella nostra Antica Civiltà si praticassero questi antichi riti sciamanici. 

La similitudine tra il portale delle stelle, attraversato dal Dio Enki, con tre cornici e le onde vibrazionali elettromagnetiche al fianco, e le nostri portali a tre cornici, e le rispettive onde vibrazionali, proprio su una griglia che indica la creazione sinergica nella dimensione del terzo occhio, del percepire oltre, è forte ed evidente, quando le due polarità, agiscono in sinergia. 

Perché lo si contempla in una civiltà sumera, che per molti tratti, rimanda alla nostra, e non nella nostra? 

Si dovrebbe imparare ad andare oltre l'archeologia, oltre il reperto, e avere una visione di insieme, che intrecci trasversalmente, simbolismi e concetti, apparentemente lontani, ma che invece fungono da filo conduttore semantico, da koine' simbolica che riguarda trasversalmente tutte le antiche civiltà, che, comunque dia, erano intimamente connesse con la dimensione divina e astrale. 


Tiziana Fenu 

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Dio Enki/scacchiera Pubusattile








💚Rosone scintoista /Apkalli

Da un post nel gruppo "Il sondaggio"
https://www.facebook.com/groups/210974976999246/permalink/770290861067652/
Un rosone in un santuario scintoista, di cui si chiede se abbia qualche affinità con i rosoni al polso degli Apkalli, le semidivinita' mesopotamiche, i risvegliatori dell'umanità, che al polso portano rosoni, ma spesso, con numero di petali differenti, talvolta 15, o 16
Mi sono già occupata del banduddu e della simbologia dei rosoni
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/banduddu-sacred-symbologies.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/banduddu-e-cintura-di-orione.html?m=0
Il banduddu, come sottolineato anche dagli studi del compianto ricercatore Alain Beydts, ha una simbologia che ritroviamo anche nella conformazione dell'esedra centrale delle nostre tombe dei Giganti, qui in Sardegna 
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/il-banduddu-e-le-tombe-dei-giganti.html?m=0

Ci sono anche rosoni, indossati dagli Apkalli, che hanno 18 petali. 
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/mano-apkallu-neo-assira.html?m=0
O addirittura 19
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/bassorilievo-assiro-babilonese.html?m=0

Il rosone scintoista ha 16 petali, un numero, un Archetipo molto simbolico, che è il principio universale dell'ermetismo :"come sopra, sotto", indica corrispondenza tra il piano materiale e quello fisico, con dei Kami, delle divinità, che si manifestano nella natura, come la dea del Sole Amaterasu. 
I luoghi sacri dello Scintoismo, si manifestano attraverso delle porte, dei portali, detti Torii, che hanno la stessa conformazione di alcune protomi "taurine", che comunque simboleggia un'energia solare, necessaria a fecondare la terra, per la rinascita dopo la morte, o per la guarigione, come la stessa Dea Amaterasu, estremamente allungate, che si trovano dentro le nostre antichissime Domus De Janas, qui in Sardegna, come avevo già approfondito
https://maldalchimia.blogspot.com/2023/02/spada-gigante-in-giappone.html?m=0
A dimostrazione, del fatto, che certi Archetipi, sono comuni ad ogni cultura e civiltà, pur differenziandosi attraverso diverse simbologie.
Lo scintoismo, è per definizione, la "via del Divino", che si manifesta nella materia , che è lo stesso concetto che troviamo anche in ambito Mesopotamico. 
I rosoni al polso degli Apkalli, variano di numero, come petali, a volte sono 16, a volte 15, 18, 19, come abbiamo visto. 
Questo rosone scintoista ha 16 petali. 
Sedicesimo Sacro Archetipo Ebraico (essendo Archetipi, hanno valenza universale), Ayin, funzione corrispondenza, Arcano Maggiore XVI,  la Torre, la propensione umana a creare connessione con il divino.
Quindicesimo Archetipo, Samech, funzione "pressione", la pressione che esercita il Divino, nell'umano, affinché la sua natura divina si manifesti. Arcano Maggiore XV del Diavolo, la capacità di discernimento di distinguere il bene dal male, che ci è data proprio da questa scintilla divina che emerge dall'umano.
Tra l'altro, il numero 15, è il numero sacro della fertilità. Quindicesimo giorno del ciclo lunare/femminile, quello dell'ovulazione.
Se ci pensiamo, gli Apkalli, i semidei, benedicono con una pigna, che rappresenta la ghiandola pineale, gli umani. La risvegliano, e con questi gesto, fecondano di conoscenza e di discernimento gli Umani, e tentano di far emergere, attraverso questo primordiale battesimo, la divinità che è nell'umano.
Creano una corrispondenza simbolica tra le due dimensioni, spirituale e materiale
Il banduddu, di cui ho approfondito in alcuni miei scritti, che contiene l'acqua della memoria, della conoscenza, dell'energia divina, se ci badiamo ha le stesse consonanti di "benedire".
BaNDuddu
BeNDire
I primi alfabeti, furono soprattutto consonantici.
Tutte le scritture più antiche sono consonantiche, cioè prive di  vocali, data la modalità della trasmissione orale che ne stabiliva i suoni e ne provocava la ritenuta mentale per mezzo della memoria. Ancora oggi ignoriamo i suoni di molte antiche lingue, ad esempio della lingua egizia.
Le prime scritture furono soprattutto ideogrammi a cui poi si associarono le lettere dell'alfabeto, seguite nel tempo dalla scomparsa degli ideogrammi a favore delle lettere.
Comunque sia, una corrispondenza molto interessante, questa, tra rosone scintoista e "rosone" degli Apkalli, a dimostrazione di una simbologia archetipale universale.

Tiziana Fenu
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giovedì, aprile 06, 2023

💚Dea Baubo/Pozzo S. Cristina

 La dea Baubo, è una dea greca un po particolare, in quanto viene rappresentata con un ventre che si sovrappone al volto.

Venne chiamata la dea dell'indecenza, e viene rappresentata anche con le gambe divaricate, spesso in groppa ad una scrofa.

Ma la versione che trovo più interessante, è proprio questa, con il volto sovrapposto al ventre.

Se notiamo, è come se i due chakra principali, quello Muladhara nell'area sacro-coccigea, che comprende anche gli organi genitali, e il quinto Chakra Vishudda, della gola, corrispindessero proprio nel punto particolare della vagina femminile.

Avevo già sottolineato questa corrispondenza, riguardo soprattutto la corrispondenza fonetica, e non solo simbolica, tra il nostro termine sardo "Udda" (apparato riproduttivo femminile) e la parola sanscrita Vishudda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/blog-post_18.html?m=0), sottolineando come entrambi siano un importante centro di creazione, vibrazionale (il suono emesso dalla gola, e in senso fisico, la vulva/utero che crea la vita).

Sappiamo bene come il suono, il Verbo, la frequenza, siano, a livello anche cosmogonico, fonte di creazione, di modificazione della materia. Gli antichi costruttori delle grandi civiltà si sono avvalsi di queste antiche tecniche.

Una Dea, quindi, la dea Baubo, potente, poiché i suoi due centri di creazione, gola e utero, corrispondono. 

Non solo corrispondono, ma tutta la costruzione plastica di questa Dea, in questa rappresentazione, mi ha fatto pensare sia alla lettera Omega, con la quale viene rappresentata anche la Dea Hathor egizia, madre di tutti gli Dei, la dea Madre Creatrice per eccellenza, sia alla conformazione del nostro pozzo Sacro di Santa Cristina, del quale ho scritto e approfondito più volte, anche in relazione alla stessa dea Hathor, e al suo simbolo, il Menat, che riproduce lo schema del nostro pozzo sacro ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/il-menat-portale-alchemico-dei-pozzi.html?m=0) 

La Dea Hathor in molte rappresentazioni, viene rappresentata con il Sole tra le corna, e, guardacaso, nella mitologia greca, la dea Balbo, appare quando Demetra, incinta del figlio Iacco, disperata per la discesa della figlia Persefone negli Inferi, trattenuta da Ade, viene "risollevata" e confortata da questa Dea, nella città di Eleusi, quando questa Dea, mostrò a Demetra i suoi genitali. 

La fragorosa risata di Demetra riportò serenità e conforto, e, metaforicamente, il senso di questa risata, liberatoria e creativa, trova spiegazione nel mito diffuso che gli dei possano essere nati proprio da una risata. 

Demetra porta in grembo Iacco, che, come dice prof. Dedola a riguardo, è il terzo nome del Dio sardiano, Iáccu, è , senz’altro il più intrigante, anch’esso panmediterraneo. Íaccos, Ἴακχος

Ed è pure il nome solenne di Bacco (Diónisos) nei Misteri Eleusini. Ricordo il grido rituale in onore del Dio: Iacco!

La sua base etimologica è ebraica, non per altro, ma solo perché gli Ebrei lo considerano il vero nome (quello segreto) del proprio Dio. Il sardo Iáccu, gr. Íaccos, è lo stesso tetragramma ebraico YHWH, il nome di Dio Onnipotente, da pronunciare così com’è scritto, ossia Yaḥuh. In Sardegna questo nome sacro è ripetuto numerose volte, nei nomi personali, nei cognomi, e anche in parecchi toponimi.

Demetra porta quindi in grembo, il Dio  solare, che trova corrispondenza anche nel nome "Iao"( che risulta un "Iacco" senza la doppia consonante" cc"), nel nome che veniva attribuito al Sole, presso l'oracolo del tempio di Apollo, sullo Ionio, in Turchia, a Claros. 

Quindi, la nascita del Sole/Iacco/Iaccu, è come se fosse stata benedetta dalla risata di Demetra, che ha squarciato l'inverno, in lutto per la perdita momentanea della figlia Persefone. 

Una meravigliosa metafora per indicare l'ingresso dell'equinozio di primavera. 

Equinozio, che, nella sua funzione equinoziale, quindi equilibrante, nel ciclo della morte e rinascita, rimanda al concetto equilibrante della funzione del Menat egizio, la cui forma, ricalca sia l'ingresso del nostro pozzo Sacro di Santa Cristina, che la stessa fisionomia della Dea Baubo. 

Una Dea Baubo irriverente, che viene rappresentata anche su un suino, che nonostante sia considerato un animale poco elegante, era sacro a Demetra (e a molte altre dee), come simbolo di fertilità. 

Simbolo antichissimo che ritroviamo anche in ambito egizio. 

Un mito, scritto sul soffitto del cenotafio di Seti I ad Abido, in cui si narra come Nut, la dea del cielo, in sembianze di scrofa, divori i suoi stessi figli, cioè le stelle, e li partorisca nuovamente ogni notte ad oriente

Questo mito ha un parallelo nel mito greco di Era e di Crono. 

Crono, o Saturno, che ricordiamo, era il padre di Demetra. 

Questa risata, equinoziale, equilibrante, rimette le cose al giusto posto, in una dimensione virtuale armoniosa, dove la vita si può creare, riproponendo quella dimensione perfetta, dell'età dell'Oro, che diede origine all'umanità, come ho scritto più volte nei miei precedenti post ( giusto per citarne uno, https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/i-nuraghi-riflesso-dellarmonia-musicale.html) 

"E questa concezione cosmogonica del "doppio", delle coppie primordiali Gemelle cosmogoniche che creano la prima civiltà, ha un'enorme importanza, perché astrologicamente, quella che venne definita l"eta' dell'Oro, si trovava, come cloruro equinoziale, quando il sole sorge, all'equinozio di primavera, sotto la costellazione dei Gemelli.

Si narra che il primo fuoco degli umani, venne acceso nell'età aurea dei Gemelli, forse un milione e mezzo di anni fa, quando si scoprì che con due bastoncini "gemelli", per confricazione, cioè per notevole sfregamento, si poteva creare la scintilla di vita, di sopravvivenza, del fuoco.

Questo concetto del "gemellare", dal quale scaturisce il fuoco vitale, poi è rimasto nel corso dei secoli, fino ad arrivare anche al periodo che riguarda le concezioni cosmogoniche in Egitto, quindi sino al 6000/4000 a.C.circa, periodo dell'era dei Gemelli, appunto.

Ecco perché le divinità creatrici sono come gemellari in una stessa entità, androgine. 

La Dea Baubo, infatti, sul suo capo, presenta due "teste gemellari". 

E il concetto di gemellare, è estremamente presente nella nostra Antica Civiltà Sarda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html?m=0). 

Forse la dea Baubo era una divinità androgina? 

Perché ha suscitato tanta ilarità in Demetra?  

Ma in tutte le mitologie, di tutto il mondo, si possono trovare esempi di questo moto di ilarità che funge da deterrente verso la morte, che crea un colpo di scena, un diversivo. 

Un gemellaggio tra il buio e la luce, tra la vita e la morte. Tra questa dimensione e l'altra. 

Tra umano e Divino. 

In tempi più recenti, quest'arte si è affinata in particolare, nel witz ebraico, quel moto di riso che riporta alla vita, nato  nei campi di concentramento, dove anche una risata può riportare in vita, con ironia, con imprevisto, con un colpo di scena.. 

Questo concetto lo ritroviamo anche nel nostro riso sardonico. Un riso di sprezzante sfida alla morte. Un inno alla vita, alla rinascita, di cui la nostra Maschera Ghignante Sarda, è rappresentativa ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-maschera-dellaldebaran-solare-di-san.html) 

Una celebrazione dell''immortalita'. 

Come è per gli Dei, che sono immortali.

La risata, per antonomasia, è immortale.

Sfida il tempo e lo spazio.

È trasversale, contagiosa. 

Una Dea Baubo che si fa portavoce degli Opposti, tra risa e pianto, tra lutto e gioia, tra maschile e femminile, che ostenta le due polarità gemellari sul suo capo, la cui struttura, è similabile al nostro pozzo sacro di Santa Cristina. 

È il punto Zero di creazione da cui la vita ricomincia, da cui Demetra esce dal lutto, perché ha il Sole da partorire. 

Il nostro punto Zero, il nostro uovo cosmico in cui le due polarità creano, nel nostro pozzo di Santa Cristina è rappresentato proprio da quella conformazione a uovo, nella quale la magia della creazione si compie ( 

https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/simbologia-uovo-cosmico.html) 

Pozzo Sacro, androgino, come la sacralità della Dea Baubo, che porta un nome maschile, custode degli Opposti. 

Nel nostro pozzo, convogliano e creano, Sole e luna, essendo un pozzo lunisolare, e vi si alternano le ierofanie solstiziali e le ombre capovolte equinoziali, delle quali ho già abbondantemente approfondito in merito, in una perfetta armonia, dove si compie, ogni volta, il miracolo della creazione, del Divino che si manifesta sulla terra. 

Questo ha fatto, la Dea Baubo. 

Ha consentito la manifestazione della Primavera, della vita, attraverso una Demetra che è ritornata in vita, attraverso una risata, emessa con il chakra della gola. 

Il quinto chakra, e il primo chakra, in simbiosi, per creare. 

Sovrapposti, in questa statuina altamente simbolica della Dea Baubo. 

Primo chakra = 1

Quinto chakra = 5

Il numero 15 era considerato il numero sacro della creazione, nelle antiche civiltà. 

Corrisponde al giorno centrale del ciclo lunare di 29 giorni, e al giorno dell'ovulazione, nel ciclo mestruale femminile. 

Una magnifica simbologia, su cui ci sarebbe ancora tanto da dire, in quanto ancestrale e portavoce di ricchezze che forse non sappiamo più custodire. 


Tiziana Fenu 

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Dea Baubo /Pozzo S Cristina








martedì, aprile 04, 2023

💚Demetra sul cubo

 Splendida statuina, nella prima immagine, di Demetra seduta, la Dea del Pantheon greco, dea dell'agricoltura e della fertilità, figlia di Rea e di Crono, e madre di Persefone e Iacco (entrambi con Zeus) e di Plutone, il dio della ricchezza (con il mortale cretese Iasion, che fu successivamente ucciso da un fulmine di un geloso Zeus).

Il Santuario di Eleusi, dedicato ai Misteri Eleusini, era dedicato sia a Demetra che alla figlia Persefone. 

Demetra e Persefone erano molto spesso accoppiate insieme e talvolta anche indicate come un'unica dea con un duplice aspetto. 

Le due dee, le due Demetra.

La storia di Demetra e Persefone, che fu rapita da Ade, era simbolica del mutare delle stagioni e del perenne cambiamento dalla vita alla morte, alla vita ancora una volta, e il ritorno della vita in primavera. 

Infine, come compromesso, fu deciso che Persefone sarebbe stata rilasciata ma che sarebbe dovuta tornare nell'Ade per metà dell'anno. 

Una simbologia che si ricollega alla pratica di seppellire i semi in estate in modo che non si secchino prima di poter essere seminati in autunno. Il ciclo divenne uno dei rituali dei sacri Misteri Eleusini; infatti i simboli del culto erano spighe di grano e una torcia, simbolo della ricerca di Persefone da parte di Demetra e promemoria del fatto che i rituali a Eleusi si svolgevano di notte. 

In questa rappresentazione, Demetra siede su un cubo, che implementa  in sé, la parte inferiore del corpo, la parte "produttiva" in senso fisico, dove ha sede il grembo, l'utero, l'apparato riproduttivo femminile, legato ai cicli. 

I cicli della produttività, della sterilità, dell'ovulazione. 

Infatti, a livello corporeo, il cubo è legato al primo chakra, o chakra di base, della radice, Muladhara, 

Ed è proprio per questo legame con i cicli, e con il tempo, che trovano riflesso nei cicli di Madre Natura, nei cicli lunari e solari, e cosmologici in genere, che troviamo la simbologia del cubo, legata al tempo, al padre di Demetra, Cronos/Saturno, Dio del Tempo, che è anche un dio distruttore, distruttore dei suoi stessi figli, nella mitologia greca. 

Il cubo ha un profondo significato esoterico. 

Inanzittutto è formato da 6 quadrati. 

Il quadrato è il simbolo della dimensione terrena, di Madre Terra. 

I quattro punti cardinali, i quattro elementi della materia, acqua, aria, terra e fuoco. 

Quindi la terra, ma anche la sua estensione nell'etere. 

Invece il 4, moltiplicato per il dieci, che esotericamente rappresenta l'Archetipo creativo della Yod, la prima lettera del tetragramma divino YHWH, diventa un 40 che rappresenta le prove iniziatiche di purificazione: la Quaresima, i 40 anni di attraversamento  nel Sinai, i 40 giorni di tentazione del Cristo nel deserto, tra le più importanti. 

Ma il numero 4 è anche l'Archetipo Dalet, la porta. 

Il cubo rappresenta l'elevazione spirituale, tridimensionale, dalla materia, attraverso la materia, verso il Divino. 

È un quadrato all'ottava, che convoglia, veicola e concretizza queste energie spirituali, nella dimensione terrena, attraverso il portale simbolico della Dalet, il quarto Sacro Archetipo Ebraico. 

Demetra non può prescindere da questa dimensione, fa parte dello stesso cubo, che l'ha creata, in una dimensione spazio temporale di solidità, di stabilità, di armonia, di fondamento, come manifestazione del Divino nella materia.. 

Quasi a simboleggiare "la prima pietra", la pietra di fondamento di tutta la struttura. 

La prima pietra simbolica, la Kephas, in aramaico, che indica un cubo di pietra, che metaforicamente, indica un frattale dell'intelletto divino, perché la radice Keph-, è presente anche nella parola  Kephale', che significa, la testa.

Il cubo, che è anche simbolo della Gerusalemme celeste, e della Pietra, la testata d'angolo, nella costruzione del Regno divino, affidata a Pietro, simbolicamente. Gerusalemme celeste che viene descritta come un cubo, che si inalza oltre la materia, che ha come misure un "12x12x12 cubiti". 

12 x12 fa 144

144 è il doppio di 72, un numero che corrisponde ad un grado precessionale, come ho scritto in svariati miei post, a riguardo della geometra Sacra, presente, proprio attraverso questo angolo a 72°, negli ingressi dei nuraghi, dei pozzi sacri e delle proporzioni auree dei Giganti di Mont'e Prama, delle Dee Madri sarde e dei bronzetti. 

A questo proposito, mi viene in mente, per associazione, un quadro di Sal­vador Dalí,

" Cru­ci­fix­ion" (Cor­pus Hyper­cubus), del 1954

Una rappresentazione del Cristo su un ipercubo volumetrico, disteso, a forma di croce, che rappresenta il principio androgino, Padre-Madre, maschile e femminile, che è lo stesso principio  della Radice della natura, i poli opposti che si manifestano in tutte le cose. 

Quindi, primaria manifestazione di vita. 

Lo Spirito che trova manifestazione nella Forma, nel Figlio, rappresentato dal Cristo. 

Una figura perfetta, quella del cubo, perché il suo centro di simmetria, l'incrocio delle quattro diagonali, è anche il centro della sfera, metafora del mondo spirituale, inscritta e circoscritta. 

Mi viene in mente che ho visto altre divinità, rappresentate sul cubo, come la divinità Xochipilli. La sua controparte femminile, di fatto la sua sposa, è Xochiquétzal, “Fiore prezioso”, madre di Quetzalcoatl, il dio serpente piumato 

ambito atzeco, anch'esso, come Demetra, dio dell'agricoltura, quindi legato ai cicli stagionali, dei fiori, della musica, del canto. 

In questa rappresentazione, Demetra, tiene sulle "gambe/cubo", un uccello, simbolo della dimensione ultraterrena, che guarda verso la sua destra, quindi verso l'est, il punto in cui il sole sorge, che rappresenta la nascita-rinascita, in quella dimensione un cui, come Persefone, rimane per sei mesi nel buio dell'Ade, dell'oltretomba, per poi rifiorire, rinascere, in primavera, quando durante l'equinozio  primaverile, il sole nasce esattamente ad est. 

Questa stupenda statuina è esposta al Museo Archeologico di Milano, proviene dalla Sicilia e risale al IV secolo aC


Tiziana Fenu

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Demetra sul cubo