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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

giovedì, aprile 06, 2023

💚Dea Baubo/Pozzo S. Cristina

 La dea Baubo, è una dea greca un po particolare, in quanto viene rappresentata con un ventre che si sovrappone al volto.

Venne chiamata la dea dell'indecenza, e viene rappresentata anche con le gambe divaricate, spesso in groppa ad una scrofa.

Ma la versione che trovo più interessante, è proprio questa, con il volto sovrapposto al ventre.

Se notiamo, è come se i due chakra principali, quello Muladhara nell'area sacro-coccigea, che comprende anche gli organi genitali, e il quinto Chakra Vishudda, della gola, corrispindessero proprio nel punto particolare della vagina femminile.

Avevo già sottolineato questa corrispondenza, riguardo soprattutto la corrispondenza fonetica, e non solo simbolica, tra il nostro termine sardo "Udda" (apparato riproduttivo femminile) e la parola sanscrita Vishudda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/blog-post_18.html?m=0), sottolineando come entrambi siano un importante centro di creazione, vibrazionale (il suono emesso dalla gola, e in senso fisico, la vulva/utero che crea la vita).

Sappiamo bene come il suono, il Verbo, la frequenza, siano, a livello anche cosmogonico, fonte di creazione, di modificazione della materia. Gli antichi costruttori delle grandi civiltà si sono avvalsi di queste antiche tecniche.

Una Dea, quindi, la dea Baubo, potente, poiché i suoi due centri di creazione, gola e utero, corrispondono. 

Non solo corrispondono, ma tutta la costruzione plastica di questa Dea, in questa rappresentazione, mi ha fatto pensare sia alla lettera Omega, con la quale viene rappresentata anche la Dea Hathor egizia, madre di tutti gli Dei, la dea Madre Creatrice per eccellenza, sia alla conformazione del nostro pozzo Sacro di Santa Cristina, del quale ho scritto e approfondito più volte, anche in relazione alla stessa dea Hathor, e al suo simbolo, il Menat, che riproduce lo schema del nostro pozzo sacro ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/il-menat-portale-alchemico-dei-pozzi.html?m=0) 

La Dea Hathor in molte rappresentazioni, viene rappresentata con il Sole tra le corna, e, guardacaso, nella mitologia greca, la dea Balbo, appare quando Demetra, incinta del figlio Iacco, disperata per la discesa della figlia Persefone negli Inferi, trattenuta da Ade, viene "risollevata" e confortata da questa Dea, nella città di Eleusi, quando questa Dea, mostrò a Demetra i suoi genitali. 

La fragorosa risata di Demetra riportò serenità e conforto, e, metaforicamente, il senso di questa risata, liberatoria e creativa, trova spiegazione nel mito diffuso che gli dei possano essere nati proprio da una risata. 

Demetra porta in grembo Iacco, che, come dice prof. Dedola a riguardo, è il terzo nome del Dio sardiano, Iáccu, è , senz’altro il più intrigante, anch’esso panmediterraneo. Íaccos, Ἴακχος

Ed è pure il nome solenne di Bacco (Diónisos) nei Misteri Eleusini. Ricordo il grido rituale in onore del Dio: Iacco!

La sua base etimologica è ebraica, non per altro, ma solo perché gli Ebrei lo considerano il vero nome (quello segreto) del proprio Dio. Il sardo Iáccu, gr. Íaccos, è lo stesso tetragramma ebraico YHWH, il nome di Dio Onnipotente, da pronunciare così com’è scritto, ossia Yaḥuh. In Sardegna questo nome sacro è ripetuto numerose volte, nei nomi personali, nei cognomi, e anche in parecchi toponimi.

Demetra porta quindi in grembo, il Dio  solare, che trova corrispondenza anche nel nome "Iao"( che risulta un "Iacco" senza la doppia consonante" cc"), nel nome che veniva attribuito al Sole, presso l'oracolo del tempio di Apollo, sullo Ionio, in Turchia, a Claros. 

Quindi, la nascita del Sole/Iacco/Iaccu, è come se fosse stata benedetta dalla risata di Demetra, che ha squarciato l'inverno, in lutto per la perdita momentanea della figlia Persefone. 

Una meravigliosa metafora per indicare l'ingresso dell'equinozio di primavera. 

Equinozio, che, nella sua funzione equinoziale, quindi equilibrante, nel ciclo della morte e rinascita, rimanda al concetto equilibrante della funzione del Menat egizio, la cui forma, ricalca sia l'ingresso del nostro pozzo Sacro di Santa Cristina, che la stessa fisionomia della Dea Baubo. 

Una Dea Baubo irriverente, che viene rappresentata anche su un suino, che nonostante sia considerato un animale poco elegante, era sacro a Demetra (e a molte altre dee), come simbolo di fertilità. 

Simbolo antichissimo che ritroviamo anche in ambito egizio. 

Un mito, scritto sul soffitto del cenotafio di Seti I ad Abido, in cui si narra come Nut, la dea del cielo, in sembianze di scrofa, divori i suoi stessi figli, cioè le stelle, e li partorisca nuovamente ogni notte ad oriente

Questo mito ha un parallelo nel mito greco di Era e di Crono. 

Crono, o Saturno, che ricordiamo, era il padre di Demetra. 

Questa risata, equinoziale, equilibrante, rimette le cose al giusto posto, in una dimensione virtuale armoniosa, dove la vita si può creare, riproponendo quella dimensione perfetta, dell'età dell'Oro, che diede origine all'umanità, come ho scritto più volte nei miei precedenti post ( giusto per citarne uno, https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/i-nuraghi-riflesso-dellarmonia-musicale.html) 

"E questa concezione cosmogonica del "doppio", delle coppie primordiali Gemelle cosmogoniche che creano la prima civiltà, ha un'enorme importanza, perché astrologicamente, quella che venne definita l"eta' dell'Oro, si trovava, come cloruro equinoziale, quando il sole sorge, all'equinozio di primavera, sotto la costellazione dei Gemelli.

Si narra che il primo fuoco degli umani, venne acceso nell'età aurea dei Gemelli, forse un milione e mezzo di anni fa, quando si scoprì che con due bastoncini "gemelli", per confricazione, cioè per notevole sfregamento, si poteva creare la scintilla di vita, di sopravvivenza, del fuoco.

Questo concetto del "gemellare", dal quale scaturisce il fuoco vitale, poi è rimasto nel corso dei secoli, fino ad arrivare anche al periodo che riguarda le concezioni cosmogoniche in Egitto, quindi sino al 6000/4000 a.C.circa, periodo dell'era dei Gemelli, appunto.

Ecco perché le divinità creatrici sono come gemellari in una stessa entità, androgine. 

La Dea Baubo, infatti, sul suo capo, presenta due "teste gemellari". 

E il concetto di gemellare, è estremamente presente nella nostra Antica Civiltà Sarda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html?m=0). 

Forse la dea Baubo era una divinità androgina? 

Perché ha suscitato tanta ilarità in Demetra?  

Ma in tutte le mitologie, di tutto il mondo, si possono trovare esempi di questo moto di ilarità che funge da deterrente verso la morte, che crea un colpo di scena, un diversivo. 

Un gemellaggio tra il buio e la luce, tra la vita e la morte. Tra questa dimensione e l'altra. 

Tra umano e Divino. 

In tempi più recenti, quest'arte si è affinata in particolare, nel witz ebraico, quel moto di riso che riporta alla vita, nato  nei campi di concentramento, dove anche una risata può riportare in vita, con ironia, con imprevisto, con un colpo di scena.. 

Questo concetto lo ritroviamo anche nel nostro riso sardonico. Un riso di sprezzante sfida alla morte. Un inno alla vita, alla rinascita, di cui la nostra Maschera Ghignante Sarda, è rappresentativa ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-maschera-dellaldebaran-solare-di-san.html) 

Una celebrazione dell''immortalita'. 

Come è per gli Dei, che sono immortali.

La risata, per antonomasia, è immortale.

Sfida il tempo e lo spazio.

È trasversale, contagiosa. 

Una Dea Baubo che si fa portavoce degli Opposti, tra risa e pianto, tra lutto e gioia, tra maschile e femminile, che ostenta le due polarità gemellari sul suo capo, la cui struttura, è similabile al nostro pozzo sacro di Santa Cristina. 

È il punto Zero di creazione da cui la vita ricomincia, da cui Demetra esce dal lutto, perché ha il Sole da partorire. 

Il nostro punto Zero, il nostro uovo cosmico in cui le due polarità creano, nel nostro pozzo di Santa Cristina è rappresentato proprio da quella conformazione a uovo, nella quale la magia della creazione si compie ( 

https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/simbologia-uovo-cosmico.html) 

Pozzo Sacro, androgino, come la sacralità della Dea Baubo, che porta un nome maschile, custode degli Opposti. 

Nel nostro pozzo, convogliano e creano, Sole e luna, essendo un pozzo lunisolare, e vi si alternano le ierofanie solstiziali e le ombre capovolte equinoziali, delle quali ho già abbondantemente approfondito in merito, in una perfetta armonia, dove si compie, ogni volta, il miracolo della creazione, del Divino che si manifesta sulla terra. 

Questo ha fatto, la Dea Baubo. 

Ha consentito la manifestazione della Primavera, della vita, attraverso una Demetra che è ritornata in vita, attraverso una risata, emessa con il chakra della gola. 

Il quinto chakra, e il primo chakra, in simbiosi, per creare. 

Sovrapposti, in questa statuina altamente simbolica della Dea Baubo. 

Primo chakra = 1

Quinto chakra = 5

Il numero 15 era considerato il numero sacro della creazione, nelle antiche civiltà. 

Corrisponde al giorno centrale del ciclo lunare di 29 giorni, e al giorno dell'ovulazione, nel ciclo mestruale femminile. 

Una magnifica simbologia, su cui ci sarebbe ancora tanto da dire, in quanto ancestrale e portavoce di ricchezze che forse non sappiamo più custodire. 


Tiziana Fenu 

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Dea Baubo /Pozzo S Cristina








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