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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

martedì, marzo 14, 2023

💚La Venere di Laussel

 La Venere di Laussel ( prima immagine) con i suoi 47 cm di altezza su un blocco di calcare di 54 cm, è una figura umana dalle dimensioni eccezionalmente grandi nel panorama del Paleolitico. 

Venne ritrovata nel giacimento di Laussel, frequentato per decine di millenni, a partire dal Musteriano (ca 200.000-40.000 a.C.) all’Aurignaziano (ca. 40.000-28.000 a.C.), al Gravettiano (ca. 28.000-22.000 a.C.), al Solutreano (ca. 22.000-18.000 a.C.), al Magdaleniano (ca. 18.000-12.000 a.C.).

Oggi il bassorilievo si trova nel Museo Archeologico d’Aquitania, a Bordeaux. Un tempo si trovava in aperta campagna, nella valle del fiume Grand Beune.

Il reperto si trovava protetto in uno strato di terreno del Gravettiano superiore (ca. 28.000 anni fa).

Dunque la signora con il corno di Laussel è una delle “Veneri” paleolitiche più antiche in assoluto.

Affianco ad essa, venne ritrovata una “Y” di 2,5 cm di lunghezza, simbolo del pube femminile, ma anche elemento triadico di creazione. 

Ma questo non fu l'unico ritrovamento. 

Infatti, vennero ritrovate altre quattro figure femminili, tutte con tracce di ocra rossa, che simboleggia il fertile sangue mestruale. 

Una venne chiamata la “Carta da gioco”(seconda immagine). 

Questa particolare conformazione mi fa pensare all'immagine di questa Venere del passato riflessa nell'acqua, che è l'elemento simbolo del Femminino. 

Ma potrebbe anche rappresentare il doppio, la sua controparte mascolina. 

Come ho già sottolineato in altre occasioni,  in particolare riguardo due Veneri, più recenti del Paleolitico superiore(23.000 aC circa),  la Venere di Kostienki, e la Venere di Willendorf. 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/02/le-due-veneri.html?m=0), le Veneri del passato, vengono rappresentate come se stessero uscendo dall'acqua. 

"E, forse può essere, che queste due Veneri, senza piedi, senza la parte inferiore delle gambe, con la testa china in avanti, quasi protese, con i "capelli/copricapo" bagnati che scendono sul volto fino a coprirlo, rappresentino proprio delle Dee che simboleggiano l'acqua, il loro elemento naturale, come se ne stessero emergendo, tenendosi i seni come per "strizzarli" dall'acqua. 

Non hanno la posa tipica delle statuine femminili successive, riprodotte nell'atto di tenersi entrambi i seni, da sotto, per offrirli per nutrimento. 

Inoltre la mancanza di piedi sarebbe giustificata dal fatto che immerse in acqua, almeno fin sotto al ginocchio, le estremità non si vedono. 

Sono due Dee totalmente immerse nella loro sovranità, nella loro regalità. 

Imponenti, maestose. Le Dee dell'acqua, del liquido Amniotico, della Memoria, dell'immortalita'. Raccolte in sé stesse, perfette nella loro volumetria a rombo. 

Come una grande vulva cosmica. Come due triangoli uniti per la base. Come le due polarità,  maschile e femminile, in sinergia creativa in questa Venere, di acqua e di terra, di accoglimento, riproduzione, di frutti e abbondanza. Due Veneri meravigliose, pure, sfrontate, integre. Opulente nell'energia, nel mostrare il loro potere sovrano, quello di creare". 


Poco più tardi, insieme alla Venere di Laussel, emerse un altro bassorilievo femminile detto “Venere con il copricapo a rete”( terza immagine), a causa delle incisioni che presenta sul capo (forse una sorta di retina, ma potrebbe essere anche una pettinatura). 

Presenta seni abbondanti e ombelico pronunciato, segno evidente di una gestazione in atto. 

Una decorazione simile, oltre che essere presente anche nella celebre

"Signora di Brassempouy", una statuina in avorio risalente al Paleolitico superiore( 28.000 aC circa), 

è presente anche nella nostra Dea Madre Dea Madre di Cuccuru Is Arrius ( Cabras, in provincia di Oristano) ritrovata in un’ampia necropoli ipogeica del Neolitico Medio (cultura di Bonu Ighinu), risalenti al 4800 aC circa

( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/dea-madre-sarda.html?m=0) 

All’interno delle 19 tombe che formavano la necropoli furono ritrovate statuine, tra cui questa Dea Madre, ritrovata nella tomba 386, con il copricapo decorato a rete, che richiama tutta una simbologia che riguarda la complementarietà degli opposti, delle due polarità, maschile e femminile. 

Perché questo, è ciò che rappresentavano le Dee Madri ancestrali, la complementarietà, l'integrità, la completezza. 

A quattro metri di distanza dalla “Venere con il copricapo a rete”, venne alla luce un altro blocco litico con la sagoma di una figura umana dal sesso indefinito chiamata sbrigativamente il “Cacciatore”( quarta immagine), mentre oggi si tende a pensare che rappresenti anch’essa una figura femminile. 

Infine emerse dalla terra di Laussel una quinta ed ultima donna ( quinta immagine) la cosiddetta “Venere di Berlino", in quanto ceduta al Museo Etnografico di Berlino, anche se L'originale andò perso, e ciò che è rimasto è solo un calco. 


Trovo questa rappresentazione primordiale,  della Venere di Laussel stupenda. 

È un Archetipo.

Sul "corno" ci sono tredici incisioni, chiaro riferimento ai cicli lunari,

di un calendario lunare: i tredici segni indicano i tredici mesi di ventotto giorni dell’anno basato sul moto apparente della Luna, detto "mese siderale“.

Mentre il "corno", ha il simbolismo sia della forza fallica fecondante mascolina( infatti è tenuto sulla destra, il lato Mascolino) riferito alle corna taurine o perlomeno agli animali di potere del periodo  paleolitico e neolitico poi, come il bisonte, il cui corno/corna, hanno una simbologia fallica, sia alla falce di luna come elemento simbolico che richiama il ventre, il grembo.

Ne ho parlato in un mio post ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/il-grembo-alchemico-delle-maschere.html?m=0) 

"Ritrovare la sua interezza e integrare in sé il Divino e il Femminino. 

E in questo, la donna, con il suo grembo alchemico, è Portatrice del Divino. 

Solo la donna può avvicinare l'uomo al Divino. 

Pensiamo alle prime rappresentazioni rupestri. Non vengono rappresentati uomini, se non pochi e animalizzati

Ma quella rappresentazione di una sorta di fusione tra donna e bisonte, nella grotta di Chauvet, in Francia, l'antenato del Toro, è esemplificativo di come esso sia legato al femminile, alla fecondità. 

Sono rappresentati anche i cavalli, ma per lo più, legati alla dimensione maschile, alla caccia

Si parla di 40.000 anni fa, e si pensava che gli animali, i loro spiriti, provenissero dal grembo della terra, da sottoterra, in una dimensione sotterranea, e che prendessero vita, una volta saliti in superficie, rinascendo continuamente. 

Il grembo di Madre Terra era sentito come rigenerante, come luogo di fecondità, dove la trasformazione poteva avvenire in un luogo sicuro, protetto".


La mano sinistra sul ventre, in questa Venere di Laussel, è simbolo proprio di questo messaggio veicolato da questi elementi, il concetto di fertilità e abbondanza.

Essendo presenti le due polarità energetiche, Mascolino e Femminino, credo che l'usanza, ancora attuale, di regalare alle coppie di sposi, una cornucopia, beneaugurante di abbondanza e fertilità, possa risalire a tempi lontanissimi, forse proprio a questa simbologia veicolata da questa primordiale Dea Madre straordinaria.


Tiziana Fenu

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bassorilievo della Venere di Laussel

Bassorilievo chiamato "carta da gioco", in quanto si vede un'immagine speculare

Venere con il copricapo a rete, l’originale si trova al Museo Archeologico di Aquitania, Bordeaux. ©Reimund Schertzl

La quarta immagine femminile scoperta nel riparo di Laussel e detta erroneamente „Il cacciatore“. Originale esposto oggi al Museo Archeologico di Aquitania, Bordeaux. ©Reimund Schertzl

La „Venere di Berlino“. L’originale è purtroppo perduto, un calco si trova oggi al Museo Archeologico di Aquitania, Bordeaux. ©Reimund Schertzl

Signora di Brassempouy", una statuina in avorio risalente al Paleolitico superiore( 28.000 aC circa),

Dea Madre Dea Madre di Cuccuru Is Arrius ( Cabras, in provincia di Oristano, Sardegna) ritrovata in un’ampia necropoli ipogeica del Neolitico Medio (cultura di Bonu Ighinu), risalenti al 4800 aC circa


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