Nel saggio "Propositi su Esoterismo e Simboli" , Schwaller de Lubicz scrive:
“La crittografia e il rebus nella composizione di un testo sacro hanno lo scopo di risvegliare l’attenzione del lettore e di guidarlo verso il carattere esoterico.
Bisogna essere preparati per coglierlo, vederlo o intenderlo.
Questa preparazione non é un sapere, ma un potere e non può acquisirsi che grazie allo sforzo della persona stessa, con un combattimento contro i suoi ostacoli e una vittoria sulla sua natura animale umana".
Ho voluto riportare questo brano, perché spesso mi si chiedono, a riguardo di ciò che scrivo nelle mie pagine, dei testi a riguardo, dei punti di riferimento.
Questa domanda mi coglie sempre impreparata, perché non ho testi specifici da consigliare, in quanto io stessa, spazio molto tra letture diverse tra loro.
Come dice l'autore del brano, "questa preparazione non é un sapere, ma un potere".
Concordo totalmente con questo pensiero, che non sento solo a livello di pensiero, ma proprio animicamente.
La "natura animale umana" di cui parla, è da intendersi come istinto primordiale alla sopravvivenza e alla conservazione della specie.
Come esseri umani, abbiamo si, latente, questo istinto, presente fin dalla notte dei tempi, ma spesso non ci basta.
Non ci basta, "sopravvivere", anche se per molti umani, questo basta e avanza.
Sentiamo il bisogno di un linguaggio "oltre", che non sia perimetrato dal segno, dalla convenzione.
È una predisposizione semantica, dell'Anima. Così ci nasci.
Nel ricercare sempre il Metalinguaggio.
Del simbolo, l'Archetipo.
Del singolo, l'Universale.
È come il dispiegarsi di un'ala, di cui molti vedono solo le piume aderenti al corpo.
Chi cerca questo "oltre", non solo percepisce l'ala totalmente aperta, ma vibra profondamente con la frequenza del volo stesso.
Si è qui, ma altrove, contemporaneamente.
Di solito sono i più solitari, coloro che necessitano di questi spazi vitali, per creare dimensioni tridimensionali, in cui, lo spazio-tempo che si crea, non è dato dalle variabili della ricerca, delle fonti storiche, ma dalla loro personale interpretazione e sentire.
"Uniscono i puntini", visionari e appassionati.
Animati da quel Fuoco Sacro, che fa di ogni giornata, come una sorta di caccia al tesoro.
Non amano quindi i sentieri già battuti.
Si avventurano nella boscaglia, districando i rovi aggrovigliati, al loro passaggio.
Non si tratta di predisposizione o attitudine a posizioni di prestigio, di gerarchia, come spesso si dice, in un modo di dire alquanto banale, riguardo il sapere, sinonimo di potere.
Il sapere non è mai elitario.
È selettivo.
Si manifesta in chi sa gestirlo.
Del potere, non sanno che farsene, questo tipo di Anime.
Potrebbero avere molto più potere, con "metodi" banali e standardizzati, senza vibrazione.
Il loro potere, consiste nel creare frequenze, oscillare tra esse, e creare un reticolo, fitto e colorato come una distesa di papaveri su un groviglio di rovi, e lasciare che gli altri, ci passino attraverso.
Sono a disposizione, al servizio.
Instillano curiosità, dubbi, spesso voglia di approfondire.
Sono come dei diapason, che fanno vibrare chi entra, o è già, nella loro frequenza.
E proprio perché si tratta di frequenza, di energia, non commisurabile con semplici e limitanti parametri umani, e guidata, soprattutto, da quella, che in noi, si manifesta come energia primaria, che trascende la nostra intelligenza : il nostro Intuito, il nostro Intelletto.
Quello che capta la crittografia di un simbolo, il linguaggio celato.
Non accessibile a tutti.
Non per una forma elitaria di snobismo.
Ma semplicemente perché così deve essere. Così è sempre stato.
A molti, questo surplus di conoscenza, non serve, non gli è funzionale, non lo percepiscono, non è di nessuna utilità.
Magari sono i migliori menager sulla faccia della terra.
Magari, e per la maggior parte delle volte è così, sono felici e realizzati.
Chi è mosso da questo Fuoco Sacro, è sempre un'Anima inquieta, non nel senso negativo che gli è stato arbitrariamente attribuito
"Che non si appaga mai".
Non stanno in superficie.
In superficie, si scivola, non si apprezza la profondità, l'intensità.
Si scivola, come quando di pattina su una lastra di ghiaccio. Si può sentire solo il vento della velocità.
Soffermarsi è pericoloso.
Il ghiaccio potrebbe cedere, e risalire in superficie potrebbe non essere facile.
Non a tutti interessano queste apnee dell'Anima.
A volte si rischia di restare sotto ghiaccio, e vedere la primavera esplodere, oltre la sua superficie, mentre si cerca il custodito, il preservato, il celato.
Non è per tutti.
È un viaggio in solitaria, difficilmente compreso a livello di sentire profondo.
Ma non potrebbe essere altrimenti.
Solitari, ma mai soli.
Tiziana Fenu
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