Da un post di Jaqueline Engel ( https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2454441448065602&id=100004993125345) in cui si parla della Dea Anuket, rappresentata con un copricapo di piume alla quale era Sacra la gazzella.
Diventata la dea della lussuria, rappresentata metaforicamente da un guscio di cowrie, simile alla vagina, venne celebrata per le alluvioni annuali del Nilo, per cui alcuni pesci, considerati sacri alla Dea, non venivano mangiati.
Questo particolare guscio, è una caratteristica piuttosto evidente di questi molluschi chiamati cipreidi, ed è una conchiglia, globosa, lucida e porcellanacea, con apertura denticolata che si diparte longitudinalmente, alla base, che ricorda la vulva femminile.
Questo tipo di conchiglia, la ciprea, era diffusa in Sardegna, per creare amuleti, in combinazione con un'altro tipico amuleto sardo, su Coccu, di cui ho già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/su-coccu-sardo_12.html?m=0)
Il copricapo di questa Dea Anuket, inoltre, ricorda moltissimo il copricapo del nostro Dio eponimo degli antichi Sardi, di cui ho già parlato( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/ovviamente-questa-possibile-e.html?m=0), il Sardus Pater, il "dio dei sardi nuragici", venerato in un luogo sacro, lo stesso dove oggi sorge il Tempio di Antas, a Fluminimaggiore. La divinità nuragica, in realtà, era Sid Addir che sotto il dominio punico diventa Sid Addir Babbai, nome cambiato ancora dai romani in “Sardus Pater Babbai”, un Dio benevolo e cacciatore, protettore delle famiglie".
[...] Sardus Peter, di cui prof Dedola, Individua 9 manifestazioni
Ani, Babày, El, Iàccu, Giogli, Luna, Merre, Nannài, Orca, Santu Jaccu, Déus, Palu, e gli altri nomi di importazione, come Ba' Al, particolarmente venerato a Cartagine nel V sec. a. C., insieme alla sua compagna Tanit.
Tutte manifestazioni, aspetti del "Dio Unico Sardiano ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/la-dimensione-cultuale-in-sardegna.html?m=0).
Ma c'è un altro particolare che mi ha colpito, oltre il copricapo.
In questa rappresentazione, la Dea, appare" rivestita", dal collo in giù, da un tessuto, o pelle, che ha la stessa struttura del mantello che indossa il nostro bronzetto sardo, del Sacerdote Musico, di cui ho parlato altre volte ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/la-dimensione-cultuale-in-sardegna.html?m=0), soprattutto riguardo la ritualistica, ancora presente in Sardegna, "de s'argia mexina", della "medicina del ragno", una ritualistica contro il morso del ragno che vive in Sardegna, chiamato proprio "s'argia", che può essere molto pericoloso e mortale che, e che in altre zone viene chiamata malmignatta o vedova nera mediterranea, con corpo nero, contraddistinta da 13 macchie rosse.
È stata sempre rappresentata come un terribile animale, avvolto da misteri, e ispiratore di un intero apparato di riti e rimedi che riportano nella credenza Popolare ai "riti dell'argia"
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/s-argia-mescina_17.html?m=0.
Durante questi rituali di guarigione dal morso del ragno, si eseguono dei balli a labirinto, che ricordano su "ballo tundu" sardo. Stesso ballo ritmico, del cerimoniale di guarigione di possessione dal morso di un' Argia, che affonda le radici in tempi antichissimi.
Voli estatici, parte di chi è posseduto da questo morso, paragonabili ai viaggi dei riti sciamanici, dove si entra in contatto con il Nume possessore, l'Argia, e che è cadenziato da due momenti in particolare che si alternano, la danza e il riposo
Cerimoniale che durava tre giorni e che era condotto da un musicista esperto, da un terapeuta ( forse, magari, una figura come quella del Sacerdote Musico, il cui mantello, è fatto un po come uno schema a ragnatela), che attraverso il suono, entrasse nel labirinto della follia momentanea del posseduto, perché questo rientrava nella prassi della individuazione dell'Argia.
Esperto suonatore e terapeuta, che, azzarderei, potrebbe anche essere individuato in quella figura del Sommo Sacerdote con le armille nei piedi e l'aulos, quello che ha al diadema con la scritta "sommo sacerdote", il Sa ' an", il "sanatore/ suonatore", "su sanadori/ sonadori", che guarisce con il suono, con la musica, con la frequenza Sacra.
"Su sanai" ("il guarire", in sardo)
Sanai/sanaj, parola che è speculare a Janas, sia a livello lessicale, perché magari come è nelle antiche scritture, si scriveva e leggeva da destra verso sinistra, sia a livello esoterico, perché lo speculare, il gemellare, rappresenta la parte divina della materia ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html?m=0).
Le antiche Janas donne di Medicina.
Sanai, inoltre, scomposto, diventa "Sa nai", la nave, il grembo alchemico del ritorno nel Grembo della Madre, dove si guarisce, e dove si rinasce.
S'Argia e il Sommo Sacerdote che pratica l'esorcismo, appartengono allo stesso rango, perché il ragno è una divinità Sacra, è creatrice, ed è lei che tiene i fili del destino degli uomini, che tesse il loro destino"
Quindi, la tessitura, la trama particolare di questo rivestimento di questa Dea, è fatta come il mantello del nostro Sacerdote musico, a rivestimento di un collo insolitamente lungo( forse lungo, come il collo di una gazzella), ma che, nei nostri bronzetti sardi, è talvolta presente, proprio come simbolo di regalità ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/10/statuina-iraniana-con-anelli-al-collo.html?m=0)
Similitudini importanti ed evidenti, quindi, ancora una volta, come spesso mi succede tra le due civiltà, quella Sarda e quella egizia, di cui quella Sarda, è sicuramente Matrice, come ho scritto tante altre volte.
Tiziana Fenu
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