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martedì, agosto 09, 2022

💛San Lorenzo e bronzetto Ittiri

 ðŸ’›San Lorenzo e Priapo


Il 10 agosto, si festeggia San Lorenzo, e le "lacrime di San Lorenzo" sono una metafora per indicare le Perseidi, che attraversano copiose i nostri cieli proprio in questa notte. 

La festa in onore di San Lorenzo, affonda le radici in epoca preromana e romana. 

San Lorenzo fu un arcidiacono cristiano ucciso sul rogo il 10 agosto a causa di un editto, secondo il quale vescovi e presbiteri dovevano essere uccisi. 

Lo sfavillio dei lapilli del rogo, ricorderebbe la pioggia di stelle cadenti. 

Ma la notte di San Lorenzo deriva da una tradizione ancora più antica, quando si festeggiava, nel mese di agosto, il dio della fertilità Priapo, e si portava in processione "il fallo di Priapo ", in segno beneaugurante di Abbondanza nei raccolti. 

Il nome Lorenzo rimanda a Larentia/Laurentia, ossia la Grande Madre, la controparte di Priapo. Una divinità itifallica, quella di Priapo, come tante altre, in ogni cultura. 

Abbiamo anche noi in Sardegna, il bronzetto itifallico di Ittiri, rappresentato mentre suona una launedda a doppia canna. 

Si presume risalente al VI sec.a.c., e richiama ad un contesto bucolico di riti e danze in onore di questa divinità della fertilità. 

Fertilità, che nella sua controparte femminile, Larentia, rappresenta l'elemento acqua, le lacrime di San Lorenzo, la pioggia, senza la quale il seme della fertilità non può germogliare. 

Fertilità esplicata anche attraverso la divinità egizia Min, anch'essa itifallica, la cui controparte femminile è la custode del Sacro Mascolino, l'ureo/urina, la nostra acqua interna di depurazione. 

In alchimia, questo Oro liquido potabile, è chiamato "Acqua di Fuoco", il Mercurio alchemico, citata in tutti i testi Sacri, comprese le Sacre Scritture( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-discrezione-della-regalita-sinergica.html?m=1). 

 Potenza fecondante, esemplificata anche dal Gigante di Mont'e Prama, come avevo scritto in un mio precedente post, (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-regalita-dell-ur.html?m=1), ma in un modo molto più completo e discreto, che esibisce, da sotto il gonnellino, il condotto uretrale sul suo organo genitale, indiscutibilmente maschile. 

Non femminile, come qualcuno continua a sostenere, poiché verrebbe meno il messaggio che veicola. 

Cioè quello di perfetto equilibrio tra le due parti, maschile e femminile, fuoco e acqua. 

E lo sperma creatore, passa nel meato, nel condotto urinario, che è presente anche nelle femmine, e che nel maschio, si alterna con il passaggio dell'urina 

Rappresentare questo esterno condotto ur-inario, nel Gigante di Mont'e Prama, in modo così inequivocabile, simboleggia la rappresentazione di una appartenenza Regale, a quella dimensione Solare e Sacra, a cui gli Antichi Sardi si sentivano devoti. 

 La particella "Ur" significa Fuoco Sacro, il Fuoco della trasmutazione 

È l'Oro della trasmutazione, l'urina, o per meglio dire, l'Ur-ina, è sempre stata considerata Sacra in ogni civiltà, fin dai tempi antichissimi, veicolo di purificazione e protagonista di riti importanti, compreso questo in onore di Priapo, in onore del quale, durante i festeggiamenti, era considerato sacro e beneaugurante, "benedire" e fertilizzare  il terreno, e i partecipanti alla cerimonia, con l'urina. 

L'Oro del sangue. 

L'acqua dorata del nostro corpo. Dove avviene la trasmutazione, se non in un ambiente acquifero, amniotico? 

Gli Antichi Sardi, rappresentando la regalità divina dei Giganti di Mont'e Prama, la Stirpe Divina, hanno rappresentato benissimo, attraverso un particolare così discreto e apparentemente di poca importanza o di puro vezzo estetico, un concetto importantissimo, che è il filo conduttore di tutta la nostra Antica Civiltà: la perfetta armonia e compenetrazione sinergica tra maschile e femminile. 

Non avevano bisogno di ostentare tramite una figura così importante come un Gigante semidivino, la sua potenza fecondante, con una rappresentazione itifallica ostentata, come abbiamo visto in altre culture, e nello stesso bronzetto itifallico. 

Implementare un concetto, significa integrarlo, per poi manifestarlo nella sua completezza e integrità, in modo chiaro e circolare, altamente raffinato e simbolico, come è nelle corde di tutta la nostra Antica e raffinatissima Civiltà. 

I Giganti che mostrano la potenza del " Nu", dello sperma Divino, attraverso l'Ur ( il Fuoco Divino), l'Ur-etra, visibile attraverso il meato uretrale ostentato. 

Prima del Priapo itifallico, precursore del San Lorenzo, con la sua padedra Larentia, che rappresenta le sue "lacrime dorate", l'elemento femminile della pioggia, prima del Dio itifallico Min, e di molte altre rappresentazioni ostentate, in ogni civiltà, abbiamo il nostro "Priapo del Sinis", discreto, divinizzato, regale, che esprime, insieme, attraverso il meato uretrale ostentato, la potenza fecondante femminile e maschile. Sperma ("Nu") e Urina, da Ur, fuoco, l'acqua di fuoco, senza la quale non c'è vita, come le lacrime di San Lorenzo, veicolo di trasformazione. 

Domani, 10/08/2022, come somma totale, cifra per cifra, é proprio un giorno 15. 

Archetipo XV,  Samech, con funzione "pressione, che indica proprio il fecondare, come può fare un Seme che fa pressione nel grembo che viene fecondato.

Il numero 15, simboleggia, il giorno della fertilità, dell'ovulazione, a metà percorso del ciclo lunare e drl ciclo mestruale femminile.

L'Archetipo Samech è successivo all'archetipo Nun, con funzione "trasformazione, che rappresenta il "pesce" divino, alchemico, della trasformazione. 

È il pesce/Mandorla Mistica della Vesica Piscis, l'unione delle due polarità opposte. 

L' archetipo Nun, consente questa trasformazione, questa opera alchemica dell'uomo che ha sviluppato la divinità in sé, che è emerso come un pesce sacro, dalle acque del caos e ha varcato la soglia della Dalet, l'altra lettera ebraica che è al fianco della Nun, rappresentata sotto il sigillo della tribù di Dan(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=1)

Insieme, formano la lettera Tau, la Tau dei Giudici divini, degli Iniziati. 

Per me, oggi, questo giorno di San Lorenzo, e questa notte, hanno questa forte valenza energetica : un richiamo ancestrale ai nostri Antichi Padri, detentori di quel seme fecondo che ha realizzato la civiltà delle Meraviglie, portando la grandiosità e perfezione delle stelle su questa terra. Simbolo della fecondità in ogni senso. Architetti divini. 

 Le manifestazioni itifalliche le hanno riservate a chi onorava questa magnificenza, come il suonatore di Launeddas di Ittiri.

Anche Ittiri, ha la stessa radice di ittico, che stranezza, che significa "concernente i pesci". Sicuramente, non i pesci in senso letterale, ma in senso simbolico come pesce mistico della Sacra Geometria esplicata nella Vesica Piscis.

Ittiri, il cui costume tipico, riprende questa complementarietà di opposti, con le maniche, sia del costume femminile, che maschile, che presentano le dieci asole che ospitano i dieci doppi bottoni Sardi, ripresi dalla protezione dell'avambraccio dell'arciere di Mont'e Prama.

"Sa buttoniera" ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/costume-ittiri-e-gigante.html?m=0)

10 come il decimo Sacro Archetipo Ebraico, la Yod, funzione "concentrazione", prima lettera del tetragramma divino YHWH, o, come si trova scritto, qui in Sardegna, YHW.

10 come i dieci comandamenti, le leggi donate a Mosè sul monte Sinai.

10, come le dieci Saphirot dell'albero della vita, di cui i sigilli di Tzricotu degli stessi Giganti di Mont'e Prama, ne sono un'esemplificazione.

https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/la-sephiroth-sarda.html?m=0


Visto le notevoli corrispondenze che stiamo, che sto, anche io, scoprendo, tra Sardegna/Israele, come potete vedere dai miei post, direi che molto ci sia da rivedere. 

E si ritorna al punto di Origine, gli Architetti divini, con la loro energia androgina, divina.

Forse i depositari delle leggi divine.. 

L'ostentazione ai più. La rivelazione, discreta, a pochi.

Anche questo bronzetto itifallico di Ittiri, precursore del Priamo, con la sua energia androgina, visto la presenza del fallo eretto, ma anche dei seni, visto che sto che dei capezzoli ben pronunciati, indica la sinergia feconda degli opposti che si complementano.

Il suono delle launeddas, è un suono ritualistico, sciamanico, ipnotizzante, che veniva sicuramente usato per le cerimonie ritualistiche, per le pratiche sciamaniche.

Un suono come uno sciame d'api( "sciame/sciamanico"), che agisce a livello vibrazionale, alterando gli stati di coscienza.

I nostri Antichi Avi, lo sapevano bene, prima ancora che questo strumento si diffondesse in altre civiltà, come quella egizia, o venisse adottato dai romani e dai greci. 

I cristiani si inventarono la figura di San Lorenzo traendola dalla Divinità etrusca Acca Larentia, poi acquisita dai Romani, un tempo  Madre Terra, poi: Sacra Prostituta (che si prostra ), protettrice di plebei e della fertilità dei campi. 

Quindi le celebrazioni del 10 agosto risalgono alle divinità fecondative che, oltre all'aspetto femminile di Acca Laurenzia, sono identificate nel maschile Priapo/Pan/Dioniso/Luperco/Inu/Fauno. Le Falloforìe, erano festeggiate il giorno dello Sciame meteorico annuale, come simbolo della pioggia del seme fecondatore che cade sulla terra.

Ma, come possiamo notare, Laurenzia/Laurentia, ha la stessa radice "Lau-", di Launeddas, e, Acca Laurentia, rimanda, con quella H, all'equilibrio delle due polarità, così ben rappresentato dal Sacro Femminino, fin dai tempi di Inanna, rappresentata a braccia aperte, mentre domina due serpenti, o leoni, le forze della natura più potenti.

E la H, graficamente, nell'Antica scrittura Sarda, era rappresentata proprio dalla Tanit.

Un equilibrio mercuriale ( il Mercurio ha una polarità femminile che interagisce con lo zolfo, di polarità maschile) tipico delle creature divinizzate, come questo bronzetto itifallico, precursore di San Lorenzo, del Priapo, figlio di Dionisio e di Afrodite, della stessa Laurentia, la grande Madre della fertilità e dell'abbondanza, c'era lui, il nostro bronzetto di Ittiri, simbolico in ogni tratto. 

Conoscenze e insegnamenti Iniziatici così importanti, necessitavano di discrezione. 

E, nell'Antica Civiltà Sarda, vi era maestria, soprattutto in questo.


 Tiziana Fenu 

 ©®Diritti intellettuali riservati 

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San Lorenzo e bronzetto Ittiri







7 commenti:

  1. Il bronzetto itifallico soffia TRE canne e non due

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  2. Curiosamente noto che i semantemi Nu e Ur sono presenti in molte denominazioni di luoghi che, com’è noto, sono le locuzioni piu conservative dal punto di vista linguisico. Ad esempio Nuoro e, per spostamento, Orune, Orani; penso se ne possano trovare molte altre.

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  3. Mi firmo per il commento precedente: Luigi Maccioni, Nuoro

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  4. Nu e Ur sono nuclei sillabici che troviamo nelle antiche civiltà mesopotamiche ed egizie. Non è a caso che poi sia diventate la componente principale , la radice fonetica, della parola che contraddistingue maggiormente la peculiarità della Nostra Antica Civiltà Sarda, i nuraghi. Questo perché, la nostra civiltà, è Matrice di tutte le altre

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  5. Beh che la nostra civiltà sia matrice di tutte le altre mi sembra un po’ esagerato. Direi che ogni civiltà è come un tessuto con tanti nodi che rappresentano altrettanti incroci delle civiltà che l’hanno preceduta. Una sorta di albero genealogico da cui emerge una civiltà come una singolarità foriera di ulteriori sviluppi e intrecci.

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  6. "Esagerato" perché? Ciò che troviamo nelle altre civiltà, nella nostra esiste già da secoli, se non da millenni. Simbolismi, architetture. Ci sono tracce di Sardegna ovunque. Non sono ormai pochi, gli studiosi che considerano la Sardegna come Atlantide, la Matrice.

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