Si è sostenuto da più parti che i nuragici fossero un popolo bellicoso, e paradossalmente non tanto verso popoli allotri, ma pronto invece ad aggredire il proprio dirimpettaio per le più svariate motivazioni: conquista di terreni coltivabili, pascoli, territori di caccia, zone minerarie o per chissà quale altro motivo.
Anche in questo caso l’invito è di provare a ragionare su alcuni dati: è possibile che un tale numero di nuraghi fossero in guerra tra loro?
Quando mai la popolazione avrebbe trovato il tempo di erigere costruzioni così grandi e complesse dal momento in cui erano impegnate o nella difesa e nel controllo del territorio, o peggio ancora in vere e proprie azioni di guerra?
Un esempio concreto: il nuraghe “Santu Antine” di Torralba sorge al centro di una piana che tutto potrà essere tranne che una soluzione logistica confacente allo scopo difensivo che si vuole attribuire ai nuraghi, non solo per la propria posizione aperta agli attacchi da ogni direzione, ma anche per la vicinanza ad altre “fortificazioni” nuragiche, vedi il nuraghe “Oes” posto a poco più di 800 metri di distanza dal Santu Antine, la qual cosa lascerebbe pensare a continui scontri fratricidi tra i due insediamenti.
Alcuni hanno cercato di risolvere il problema avanzando l’ipotesi che i nuragici fossero organizzati in una serie di cantoni per cui il nuraghe principale, solitamente un polilobato, era circondato da una serie di nuraghi di importanza e grandezza via via sempre minore, con lo scopo di difendere e vigilare sui territori circostanti il nuraghe principale, sede del capo di quella comunità a organizzazione piramidale.
Si dovrebbe allora spiegare quali rapporti effettivi esistessero tra il clan che abitava il nuraghe Santu Antine e quello che risiedeva nel nuraghe Oes, due nuraghi simili per mole, particolare non secondario, visto che questa teoria tende ad attribuire l’importanza maggiore o minore a seconda della grandezza della struttura e del suo posizionamento rispetto agli altri nuraghi.
Inoltre se il nuraghe Santu Antine è un trilobato mentre l’Oes è un nuraghe con addizione frontale di due torri, sicuramente quest’ultimo spicca rispetto al primo per l’eccelenza della tecnica costruttiva delle sue mura e per la perfezione delle scale elicoidali che si sviluppano al suo interno. Viene spontaneo domandarsi dove risiedeva il capo di quella comunità, dal momento che un nuraghe era più rappresentativo per imponenza e complessità di progetto, mentre l’altro mostrava una raffinatezza e cura dei propri conci sicuramente superiori al primo.
Mi pare invece importante sottolineare come la disposizione fisica di queste due imponenti fortezze nuragiche si riproponga uguale nell’orientamento e nella distanza in un altro sito, precisamente a Barumini.
Infatti il nuraghe “Nuraghe ‘e Cresia”, posto in direzione sud-est rispetto al nuraghe “Su Nuraxi”, come avviene tra il nuraghe Santu Antine e l’Oes, presenta la medesima distanza che intercorre tra questi ultimi due monumenti, precisamente 850 metri. Sarà solo un caso? Mi domando inoltre a cosa potesse servire da un punto di vista militare e strategico questo tipo di disposizione.
Tornando al discorso relativo al nuraghe Santu Antine, e ammesso che questo tipo di organizzazione territoriale possa essere plausibile, non bisogna sottovalutare che nel raggio di una decina di chilometri esistono altre enormi fortezze nuragiche, non indagate scientificamente, ma che comunque emergono con le loro possenti strutture, citiamo il “Santu Sistu” in territorio di Giave, oppure il nuraghe “Sa Reggia” della Foresta Burgos, insediamenti che in un tale contesto territoriale avrebbero avuto tutto l’interesse che una struttura importante come il Santu Antine, supposto che la sua costruzione fosse successiva agli altri nuraghi, con tutto il suo corollario di nuaghi preposti alla sua difesa, non fosse edificato.
Questo stesso ragionamento potrebbe essere applicato anche al contrario, cioè il clan con a capo la struttura del Santu Antine, in un contesto bellico così accentuato, avrebbe avuto interesse a che non si sviluppassero attorno a lui altre fortezze.
Per cercare di chiarire ulteriormente il mio pensiero è necessario introdurre un altro dato che avvalora l’ipotesi dell’impossibilità della costruzione di un numero così elevato di fortezze.
Studi recenti condotti sul nuraghe Santu Antine, eseguiti da personale specializzato, hanno dimostrato che la sua edificazione si articolò in diverse fasi, tra cui il reperimento dei massi necessari alla costruzione, la loro lavorazione, il trasporto, avvenuto in questo caso da alcune cave individuate recentemente non molto lontane dal sito, e ancora il tempo necessario per la loro messa in opera, sarebbero costati in termini di tempo ben 25-30 anni.
Viene subito da domandarsi come fosse possibile che in una società basata fondamentalmente sull’aggressione reciproca di clan continuamente in guerra tra di loro si sia potuto permettere che un clan rivale edificasse una tale struttura, o meglio una “fortezza” inespugnabile con tutto il suo apparato di nuraghi satellite, al centro o quasi di una pianura a dir poco adatta per l’agricoltura e l’allevamento, e quindi appetibile a tutti, senza che i rivali in 25/30 anni non tentassero di attaccarli e sconfiggerli.
C’è qualcosa che non quadra…
Tratto da
Augusto Mulas "L’isola Sacra Ipotesi sull’utilizzo cultuale dei nuraghi" Edizioni Condaghes
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Nell'immagine, il nuraghe Santu Antine di Torralba, in provincia di Sassari, perfetto esempio di una società teocratica, intimamente connessa con la dimensione divina e riflesso, nelle loro manifestazioni concettuali, simboliche e divine, di una perfetta Armonia Cosmica e di una Sacra Geometria, riprodotta in terra, di cui ho sempre parlato, e di cui, il perfetto trilobato di Santu Antine è Eccelsa testimonianza
(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/i-custodi-della-memoria-del-trilobato.html?m=0)
Si legge ancora, troppo spesso, che la nostra Antica Civiltà Sarda era bellica, e che i nuraghi siano fortezze..
Diffondiamo verità. La nostra civiltà ha apportato sempre Armonia, Bellezza, Saggezza ed evoluzione, non è stata serva di nessuno, totalmente auctotona e aperta agli scambi.. E basta anche con questa storia di fantomatiche colonizzazioni che avrebbero portato chissà quale civiltà, come leggo ancora in post anche internazionali.
Della serie "civiltà nuragica che abito' la nostra Terra per un tot di secoli".
Non se ne può più.
Riportiamo ordine.
Ripristiniamo la verità.
Sono piccoli passi.
Ma piccoli passi, fanno un lungo cammino.
Tiziana Fenu
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Funzione dei nuraghi
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