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domenica, febbraio 18, 2024

💛Sa Pippia de Caresima

 


Simbologia de "Sa Pippia de Caresima", "la bambina della Quaresima" sarda. 


È appena passato il Mercoledì delle Ceneri, che sancisce ufficialmente la fine del Carnevale, e l'inizio del periodo della Quaresima, considerato uno dei periodi più sacri durante l'anno.

Mi ha colpito molto, il fatto che questo periodo di penitenza e purificazione, venisse scandito, in passato, in molte zone della Sardegna, e specialmente nel Campidano, da una figura emblematica, chiamata "Sa Pippia de Caresima", cioè la riproduzione di una giovane donna, che ha la caratteristica di avere sette gambe, con una gonna larga, con due pesci tenuti in mano, e che poteva essere riprodotta in stoffa, pane o legno, e che si doveva posizionare dietro la porta di ingresso della propria casa.

I pesci, pare rappresentassero il periodo di restrizione alimentare durante i 40  giorni tra il Mercoledì delle Ceneri e il Sabato  Santo, in memoria del digiuno osservato da Cristo prima dell'inizio del suo pubblico ministero, ma questa è un'interpretazione generica e superficiale. .

40 giorni di purificazione, come i 40 giorni che intercorrono tra il giorno di Natale e la festa della Candelora, di cui ho già approfondito nella sua simbologia ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/01/sa-candelora-imbolc-in-sardegna.html?m=0) 

Il Mercoledì delle ceneri ricorre 40 giorni prima della Pasqua, escludendo però dal conteggio le domeniche (che non sono mai state considerate giorni di digiuno); ricorre quarantaquattro giorni prima del Venerdì santo se si includono anche le domeniche.

Il nostro Carnevale sardo, il nostro Carrasegare, si incastona perfettamente a cavallo di questi due periodi di purificazione e manifestazione, perché, come ho approfondito nei miei svariati scritti riguardo la simbologia del nostro Carrasegare, è la celebrazione della Purificazione e della trasmutazione, della rinascita, che viene inaugurata da un personaggio chiave, che coadiuva e dà un senso altamente simbolico, a questa rappresentazione antichissima, Sa Filonzana, di cui ho già approfondito( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/01/sa-filonzana-be-fanafanes-janas-sarda.html?m=0), rappresentante ancestrale del Sacro Femminino, veicolo di trasformazione. 

E di Femminino, ci parla anche questa simbolica "Pippia de Caresima". 

Ho scritto che la Quaresima comprende i 40 giorni di purificazione tra il Mercoledì delle Ceneri e la Pasqua, cosi come i 40 giorni tra il giorno di Natale e la Candelora, la festa della luce, della vittoria della luce sulle te*nebre. 

Il numero 40 è altamente simbolico, presente nei testi sacri, nella Bibbia, indica purificazione trasformazione, rinascita. 

Il numero 40, in Ghematria, è legato proprio al Sacro Femminino per eccellenza, l'Archetipo Mem, il tredicesimo, la Grande Madre Cosmica, le Grandi Acque universali della Creazione, ed è correlato all'Arcano Maggiore XIII della Mo*rte. 

Perché dove c'è vita, c'è anche mo*rte, funzionale alla rinascita. 

Sono le acque amniotiche della nascita e rinascita. 

Basti pensare alla simbologia del diluvio universale, durato 40 giorni e 40 notti.. 

Simbologie cosmogoniche che sottendono alla ciclicità della vita, con i suoi cicli di m*orte e rinascita. 

E, rappresentante del Sacro Femminino, è anche questa simbolica "Pippia de Caresima", una sagoma con sette gambe, che rappresenta un Femminile, una bambina, a braccia tese, con un pesce in ognuna delle due mani, la cui sagoma, fatta di cartone o anche di pane, via via, veniva privata di una gamba per ogni settimana, per i 46 giorni che intercorrono tra il mercoledì delle Ceneri e il Sabato Santo. 

A questi si aggiungono i tre giorni necessari per la Resurrezione, quindi diventano 49

7 moltiplicato 7

Le sette gambe, infatti, rappresentavano ciascuna delle sette domeniche quaresimali, tagliate via di volta in volta, per poi essere bruciate per intero il giorno di Pasqua, a simboleggiare la fine della penitenza.

Sa Pippia, veniva chiamata anche Maria Codreddara, spesso accompagnata ad una figura maschile, Giuanni Spadinu, un protettore armato di spada.

Forse di importazione spagnola, dicono, ma è sempre "utile" dal mio punto di vista, indagare oltre, e non fermarsi alla semplice simbologia dei "sette piedi" o della "graticola". 

Il 7 lo ritroviamo come numero importante in un simbolo che abbiamo in Sardegna, e che è formato proprio da 7 cerchi concentrici. 

Il labirinto Luzzanas nella Domus de Janas di Benetutti. 

Un simbolo antico, Archetipale, così come è archetipale la stessa simbologia Sacra del numero 7.

I 7 chakra, il percorso iniziatico, il numero di giorni di ogni fase della luna, e molto altro. 

I 7 percorsi del labirinto, simboleggiati dai 7 piedini della nostra Pippia de Caresima, affondano le radici in un'attenta osservazione del cielo, e dei moti delle sue costellazioni.

Costellazioni, tra cui la più importante, era considerata Orione, in quanto rappresentazione stellare dell'uomo asceso, divinizzato, indirizzato ai Misteri Iniziatici e pronto per l'incontro con Dio, nell'ottava sfera.

Si, perché le altre sette, riguardavano gli altri sette pianeti, e il percorso terreno che si compiva attraverso la simbologia dei pianeti, che erano considerati come facenti parte di una serie di sfere concentriche, e che rappresentano i 7 pianeti, il cui asse/tronco, è quello della Terra, a cui seguono gli altri sei pianeti, luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, esattamente rappresentati come la Men*orah eb*raica. 

Questa posizione, di questi pianeti allineati, pare che coincidesse, ai tempi del Cristo, con l'ascensione del Cristo, dopo la sua mo*rte, e, in tempi più lontani, con l'ascensione di Osiride. 

Quindi, in epoche diverse, vi è una sovrapposizione della simbologia di Osiride e Cristo, come uomini angelici e stellari, simboleggiati dalla costellazione di Orione, che ad un certo punto, devono fare ritorno in cielo.

Orione è una costellazione a forma di uomo, uomo come Cristo e Osiride, che si autodefiniscono come Alfa e Omega, inizio e fine.

In essa, nelle sue nove stelle, ci sono gli Archetipi di tutti gli uomini, poiché le sue nove stelle rappresentano il Primo Archetipo di Uomo stellare, che attraverso il percorso iniziatico delle 7 sfere terrene, e poi delle altre tre, arriva alla conoscenza divina.

E questa Ascensione, da terrena a celeste, poteva avvenire soltanto con una particolare congiunzione di questi pianeti, quando, tutti, tranne il sole, si trovano allineati sopra l'orizzonte, visibili ad occhio nudo.

E questa posizione, è indicata esattamente dalla Costellazione di Orione, quando il Sole si trova nella posizione chiamata "stretta di mano", sopra il braccio teso di Orione, che essendo identificato anche  con Osiride, veniva rappresentato tenendo stretto tra le mani un'Ankh, la chiave della vita.

Questo tipo di allineamento a "7 pianeti", era considerato importantissimo, poiché era considerato come uno stargate, per l'ascensione al cielo, e il ritorno ad una forma stellare, come il nonno di Osiride, la divinità Shu, il padre degli Dei, il Dio dell'arco, il Custode dei pilastri che sostengono il cielo, il cui corpo era composto da luce, come le stelle.

Shu, che stava nell'ottava sfera, quella poco prima della sfera, la nona, dove sta Dio, il punto di riunione tra l'anima dell'individuo e Dio.

Ottava sfera.

Otto, come la stella a otto punte, che abbiamo visto sopra il Toro, rappresentata nella moneta del Sardus Pater, descritta dal Pittau.

Nome, Shu, che potrebbe essere benissimo lo stesso Shu dell'iniziale della parola Shardana

Shu/Sha

Le vocali spesso traslitterano quando di tratta di parole composte.

Il Dio Shu aveva il corpo composto da luce come le stelle ed era il Custode dei pilastri che sostengono il cielo. 

"luce come le stelle". 

"pilastri che sostengono il cielo". 

Sono mesi, che sostengo che i Giganti di Mont'e Prama, sono come Titani che sostengono il cielo, e che quello che hanno in mano, non è uno scudo da pugilatore, ma una protezione simbolica  riferita al sole all'azimuth, loro che al sole riluciccano di arenaria lucente sotto i raggi del sole. 

L'aver rilevato, e mi dispiace sottolinearlo, l'ho rilevato e decodificato solo io, senza averlo letto da nessuna parte, il simbolo del Fiore della Vita sotto il mento del Gigante "Efis" di Mont'e Prama, proprio quello che regge l'arco del cielo con il sole all'azimuth, parla, come ho già spiegato, di una precisa geometria e calendarizzazione, basata sull'ossevazione dell'angolatura delle ombre proiettate sulla superficie terrestre, ad un momento preciso dell'anno, che, nel caso del fiore a sei punte, che costituisce la figura geometrica dell'esagono, traccia con i suoi sei triangoli equilateri interni, tutti angoli da 60°.

E questi 60°, come ho già scritto, erano in riferimento al primo prototipo/parametro di tutta quella che sarà la Geometria Sacra: l'Obelisco/meridiana/orologio, di Atum Re.

L'angolo di 60°, sarà poi il parametro per sviluppare le più importanti piramidi, compresa quella di Cheope, la più importante, che con questa angolazione, riporta il Sole all'equinozio, quando si ottiene una perfetta geometria "solare", tale da consentire, a livello geometrico, una perfetta inscrivibilita' all'interno della Vesica Piscis, la madre di tutte le forme geometriche. 

E la massima espressività solare, e quindi, la massima espressione della divinità nella materia, si aveva con il Sole all'equinozio nel segno del Toro, tra il 4.150 e il 1.850 a.C.

Quindi, bisogna spostare la datazione dei Giganti di Mont'e Prama, di almeno almeno, come minimo di 800/1000 anni, visto che sono stati datati al X-XII  sec. a.C.

Sa Pippia de Caresima, indica proprio una divinizzazione, la massima espressione dell'energia divinizzante e purificante, atta all'ascensione, alla resurrezione in correlazione alla resurrezione cristica, con un forte legame, come è sempre nella nostra Antica Civiltà, tra Umano e Divino. 

Ci tengo a sottolineare che "Sa Pippia" ha lo stesso nome de Sa Pippia de Majo, di cui ho approfondito la simbologia( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/beltane-simbologia-in-sardegna.html?m=0 - 

https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/osservavo-la-maschera-de-is-issohadores.html?m=0) perché è legata proprio ad un protagonista del nostro Carrasegare Sardo, su Componidori, una figura sacralizzata e divinizzata, che non può nemmeno toccare terra con i piedi, dopo la vestizione. 

Scrivevo:

"Il suo compito è quello di donare simbolicamente la fecondità dei raccolti, alla comunità, cercando di "infilzare" la stella a sei/otto  punte, durante la corsa a cavallo, la Sartiglia,  corsa alla stella che si corre l'ultima domenica e martedì di carnevale ad Oristano. 

Stella a sei punte  che indica l'unione del Maschile e del Femminile, che si uniscono proprio per il Calendimaggio, per Beltane, e che, attraverso l'azione fertilizzante e benedicente de "Su Componidori", come veicolo del Divino che feconda di divino la coppia, rappresentata dalla stella a sei punte, garantisce un buon raccolto, per il benessere dell'umanità.

Ma il momento culminante della cerimonia è proprio quello della benedizione con "Sa pippia de maju", la "bambina di maggio", chiaro riferimento alla fanciulla pura di Beltane, che diventa Papessa, Sacerdotessa, insieme al suo Re, insieme al suo Green Man, il verde re della vegetazione fertile. 

Infatti questo scettro, realizzato con un doppio mazzo di viole mammole incastonato su una fascina di pervinche (ricordo che la pervinca, come già dissi, era simbolo della divinità dell'acqua Maimone, molto sentita in Sardegna), tenute insieme da un nastro verde, dal maschile, che dona forma al Femminile, rappresenta la rigenerazione della natura, la fine dell'inverno, e l'arrivo del sole fertilizzante. 

Le "pippie di maggio", le reginette, le spose di Maggio, che andavano di porta in porta per la questua, per il Calendimaggio. 

Addirittura in un documento di fine '800, in possesso dei Gremi, si trova traccia di un compenso dato alla bambina, che portava "sa pippia de Maju" a su Componidori. 

Il mazzolino di viole mammole, ha la stessa forma del Vajra indiano, e di quel simbolo che nel Menhir di Laconi, viene chiamato il doppio pugnale. 

Credo che rappresenti invece la dualità che si fa una, il Maschile è il femminile, l'anima e il corpo dopo la morte, tant'è che si intravede, al centro del "doppio pugnale", una H Mercuriale, che unisce, come il gradino di una scala, tra il sopra e il sotto, tra il capovolto e chi sta in piedi. Tra la vita e la morte. Tra i due opposti, come il maschile e il femminile. 

È l'elemento di unione, rappresentato dal Sacro Vajra, dove la sinergia maschile e femminile, diventa sinergia creativa, energia dinamica che eleva l'uomo a stati di consapevolezza superiori, ad una maggiore unione con il divino, rappresentata anche da quel colore viola, che indica spiritualità, delle viole mammole de Sa pippia di Majo, che tra le mani di un essere divinizzato come su Componidori, diventa strumento di benedizione propiziatoria per tutta la comunità". 


Quindi vi è affinità tra Sa Pippia de Caresima e Sa Pippia de Majo de su Componidori. Entrambe, traguardano un momento di purificazione, attraverso questa, di benedizione intrinseca. 

Entrambe, offrono, con la loro simbologia, la possibilità di una rinascita, di resurrezione, di buon auspicio di abbondanza. 

E questa Vesica Piscis, quella che si ottiene con l'angolazione dei raggi solari durante l'equinozio, simbolo di rinascita, resurrezione e abbondanza, la ritroviamo, sia nella gonna triangolare de Sa Pippia, sia nella simbologia dei due pesci che tiene in mano. 

La posizione è quella di equilibrio e di potere, come tutti i potenti Sacri Femminini, da sempre rappresentati nella storia dell'umanità, a partire dalle grandi Dee, come Inanna, Astarte, e molte altre, rappresentate in questa posizione di potere in cui governano le due energie opposte e complementari, rappresentate da altrettanti animali di potere molto simbolici, come leonesse e serpenti. 

Teniamo presente, che il simbolo della lettera H, nella nostra Antica scrittura sarda, è rappresentato proprio da una Tanit con le braccia tese. 

La H di Hermes, il Mercurio trasmutante, simbolo del Femminino. 

Questa Pippia, rappresentante lunare del Sacro Femminino, tiene in mano i due pesci, che alchemicamente rappresentano il pesce della Vesica Piscis, della sinergia delle due polarità opposte. 

Ed è quindi, la stessa Pippia, con la sua ricca simbologia, a rappresentare quell'equilibrio necessario, attraverso il metaforico percorso iniziatico dei 7 chakra, che purifica e trasmuta, per accedere ad una dimensione divina, quindi a rinascere e a risorgere. 

D'altronde, se consideriamo i due periodi dei "40 + 40" giorni, da Natale alla Candelora, e, dal Mercoledì delle Ceneri a Pasqua, abbiamo 80 giorni. 

Il numero 80 in Ghematria, è legato al Sacro Archetipo Ebraico Phe, il diciasettesimo, con funzione "espansione" correlato all'Arcano Maggiore XVII della Stella. 

Rappresenta l'energia femminile, che consente all'energia mascolina, l'espansione, attraverso la bocca, poiché il glifo che rappresentava la Phe, era proprio una bocca. 

Una bocca che pronuncia il verbo, e che quindi pone in atto, l'energia mascolina. 

Inoltre, esotericamente, questo Archetipo è legato alla fase dell'Albedo, la seconda fase della trasmutazione alchemica, iniziatica, dopo la fase della Nigredo, e prima della fase risolutiva della Rubedo. 

Questa fase Albedo è caratterizzata dalla trasmutazione del piombo in argento, che per antonomasia, simboleggia il Femminino, la luna argentea. 

E una purificazione in acqua, argento vivo, la cui simbologia si ricollega a Venere/Afrodite, che nasce proprio dall'acqua. 

Venere come stella del mattino, portatrice di luce. 

La stella per eccellenza, come è rappresentata dall'Arcano Maggiore XVII, che, per quanto sia pianeta, per luminosità è considerata la Stella per eccellenza. 

L'Archetipo Phe, con il suo valore ghematrico 80, rappresenta il ciclo di purificazione arrivato alla massima espansione, che si rivela. 

Così, a fine percorso, si rivela anche Sa Pippia de Caresima. 

Si rivela il Cristo, che risorge. 

Si rivela la straordinaria importanza simbolica, metaforica, alchemica di questa Pippia, la cui tradizione è passata attraverso la bocca, una tradizione orale, tramandata di generazione in generazione, da secoli, da millenni. 

Una tradizione orale, che manifesta ancora il legame delle tradizioni sarde, con il Divino, che attraverso queste manifestazioni, che possono essere considerate anche folkloristiche, ma che celano una profonda e stratificata simbologia, si può ancora manifestare come Verbo, come presenza, attraverso la Forma, il Femminino. 

Vorrei sottolineare che il valore ghematrico della Phe, 80, non solo è il doppio della Mem, la Grande Madre amniotica delle acque, della creazione, il cui valore è 40, ma è anche un'estensione del valore ghematrico, 8, dell'ottavo Archetipo, Heit, con funzione "riparo", che indica proprio il riparo del grembo, la capacità di custodia del Femminino, che è rappresentato, come simbolismo archetipale, da una stella a 8 punte, presentissima, come simbologia, anche nella nostra tradizione Sarda, di cui ho approfondito la tematica ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/la-simbologia-della-stella-otto-punte.html?m=0) 

È, per finire, aggiungo che il significato della Pasqua, Pesach, in ebraico, significa proprio "Peh, la bocca( come il nostro Archetipo) - sach(  parla). 

Quindi, tradotto, " la bocca parla".

È l'espressione della divino che risorge, attraverso la forma, si manifesta, in espansione. 

Trovo questa antica tradizione, e straordinariamente esplicativa, della ricchissima simbologia della nostra Antica Civiltà Sarda, di cui sommariamente se ne conoscono gli intrinsechi e sincretici significati  simbolici. 


Tiziana Fenu 

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