Il giorno della Memoria del Fuoco di Vesta
Editto di Teodosio
24 febbraio 391
Il 24 febbraio del 391 venne spento il fuoco di Vesta. Il sacro fuoco rimasto acceso fin dalla fondazione di Roma ( 21 aprile 753 a) morì.
Quella struttura sacerdotale rimasta immutata dai tempi di Numa Pompilio, fondatore di Roma, venne così spazzata via.
Serena (sposa del magister militum Stilicone) a seguito dello spegnimento del Sacro Fuoco di Vesta, entrò nel tempio di Rea, la Madre degli Dei, si avvicinò alla statua della Dea e tolse la collana che la adornava, e reputandosi al suo pari la indossò.
Un’anziana donna di nome Celia Concordia, l’ultima Vestale, vedendo la scena prese a protestare, ma venne allontanata con la forza, e quindi cacciò una tremenda maledizione su Serena, il marito e tutti i suoi eredi.
Tale maledizione fu sbeffeggiata da Serena fino a quando non iniziarono ad apparirle notte e giorno visioni della morte propria e dei suoi figli: eventi che si avverarono con spietata precisione diciassette anni dopo con una condanna a morte da parte del Senato.
Una maledizione che continua anche adesso, per aver violato la Sacralità di un Fuoco.
Per ironia della sorte (o come sottolinea Zosimo, “di Vendetta”) la decisione venne presa da un Senato a maggioranza cristiano. Ancora oggi il 24 febbraio in Italia si piange ogni anno lo spegnimento del sacro fuoco di Vesta, e tutti i politeisti uccisi dall’intolleranza religiosa, con manifestazioni di lutto e triste commemorazione di varia natura presso varie realtà pagane e neopagane (anche non romane).
L'editto di Teodosio I, del 24 febbraio 391, così ordinava:
«L’Augusto Imperatore (Teodosio) ad Albino, prefetto del pretorio.
Nessuno violi la propria purezza con riti sacrificali, nessuno immoli vittime innocenti, nessuno si avvicini ai santuari, entri nei templi e volga lo sguardo alle statue scolpite da mano mortale perché non si renda meritevole di sanzioni divine ed umane. Questo decreto moderi anche i giudici, in modo che, se qualcuno dedito a un rito profano entra nel tempio di qualche località, mentre è in viaggio o nella sua stessa città, con l’intenzione di pregare, venga questi costretto a pagare immediatamente 15 libbre d’oro e tale pena non venga estinta se non si trova innanzi a un giudice e consegna tale somma subito con pubblica attestazione. Vigilino sull’esecuzione di tale norma, con egual esito, i sei governatori consolari, i quattro presidi e i loro subalterni.
Milano, in data VI calende di marzo sotto il consolato di Taziano e Simmaco».
L'imperatore Costantino nel
313 promulgò l’editto di Milano, noto come editto di tolleranza, «affinchè sia consentito ai Cristiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che ciascuno crede, affinché la divinità che sta in cielo, qualunque essa sia, a noi e a tutti i nostri sudditi dia pace e prosperità», come recitava il testo. Libertà di culto totale quindi ma i cristiani erano cresciuti di numero e importanza, andando a superare di gran lunga le altre fedi pagane e le antiche credenze romane.
Con l’editto di Tessalonica del 380, la religione cristiana uscita dal Concilio di Nicea diventava di Stato e tutti i popoli dovevano riconoscerla e sottomettersi.
Quindi con Teodosio si legittimò la distruzione dei templi pagani; si aggravarono le punizioni per coloro che si riconvertivano al paganesimo; per gli aruspici si legiferò la pena di morte. E si legittimò la repressione riguardo ai pagani «che tramavano contro l’impero», riportando l'unità all’impero grazie a un governo assolutista, retto con pugno di ferro.
Si narra il particolare dell'incontro di Teodosio I, imperatore romano, con l'arcivescovo di Milano Aurelio Ambrogio. Teodosio aveva fatto massacrare una folla della città di Tessalonica che, nel tumulto, aveva ucciso uno dei suoi generali. In procinto di entrare nell'antica basilica Porziana, dove oggi sorge la basilica di San Vittore al Corpo, l'imperatore fu fermato da Ambrogio, che pretese che rimanesse fuori dalla chiesa.
Ci sono dei particolari che vorrei sottolineare.
Inanzittutto la data 24/02/391, dell'editto di Teodosio, ultimo giorno in cui il Sacro Fuoco di Vesta restò acceso
La data, sommata numero per numero, mi da un 21, che corrispinde proprio al Sacro Archetipo Ebraico Shin, il Fuoco Sacro.
La data invece di accensione del primo Fuoco Sacro di Vesta, corrispondente alla data di fondazione di Roma è 21/04/753, quindi un 22, Sacro Archetipo Ebraico Tau, il sigillo divino degli Iniziati, data importantissima anche per la nostra Antica Civiltà Sarda, di cui ho approfondito in alcuni scritti ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/solstiziopales.html?m=0).
I giorni invece che separano le due date, che corrispondono ai giorni in cui il Fuoco di Vesta restò acceso, sono 132277, che, sommati tra loro, mi danno ancora un 22..
Questo, a livello simbolico, esoterico, alchemico, è molto importante, perché ciò che avviene in questo piano, è sempre un riflesso di una Geometria Sacra Divina, molto precisa, di cui gli Umani, credono di essere totali artefici.
L'iniziazione al Fuoco Sacro viene inaugurata in un un giorno 22, ha una durata simbolica di un "22", e termina con un giorno 21, giorno che rappresenta proprio la sua valenza simbolica, il Fuoco.
Inizia con il Fuoco, e termina con un altro fuoco.
È come se, il periodo in cui fosse rimasto acceso, quei 132277 giorni, fossero stati dei giorni sacri da Iniziati, da "Tau", fino a che non è cessato, e con esso, con l'ultimo giorno, si è segnato la fine di un ciclo.
D'altronde la conservazione del fuoco (risorsa e bene di straordinaria importanza) era un problema che comportava delle notevoli difficoltà; sia Virgilio che Ovidio riferiscono che all'epoca si otteneva col primitivo e laboriosissimo sistema dello sfregamento delle selci, pianta Sacra, legata all'elemento fuoco, alla purificazione, alla divinazione e alla connessione con il Divino, al servizio della comunità, quindi il Fuoco Sacro doveva stare in una struttura pubblica, prima al nucleo Palatino, poi al Foro Romano, in un tempio, sotto la custodia delle sacerdotesse vestali, da cui il nome, "il Fuoco di Vesta".
6 vestali, a custodia del Fuoco, che restavano vestali per trent'anni, a partire dai 6 o 10 anni, e dovevano rispettare un severo voto di verginità, di cuore e di fisico, pena la morte per seppellimento essendo sacrilego versare il sangue di una vestale. In cambio ricevevano prestigio, tributi pecuniari e onorifici, oltre a una numerosa serie di privilegi.
Un periodo di oltre 350 anni, in cui il Femminino, custode di questo Sacro Fuoco di Sapienza e Conoscenza, manifesto' la sua straordinaria potenza.
Basti pensare a Vesta, dea del focolare, di ogni dimora romana .
Vesta è l’equivalente di Estia la dea greca del focolare domestico, la primogenita di Crono e di Rea, sorella maggiore di Zeus. Corteggiata da Poseidone e da Apollo, la dea ottenne di poter mantenere per sempre la sua verginità, grandi onori e il culto in tutte le case degli uomini e nei templi.
Affiancata da Hermes/Mercurio, in quanto, il Femminino, per sua natura è mercuriale, alchemico, trasformatore, come lo stesso Fuoco Sacro che rappresenta.
Un Fuoco scomodo, quello del Femminino, che porta Sophia, Sapienza ancestrale.
Come scomoda, fu Ipazia, che nel 415 dC fu condannata a morte.
Filosofa, astronoma, matematica, figlia del filosofo Teone. Scrisse anche diversi testi che a noi non sono giunti. Per quanto ci riporta Sinesio ella inventò l’astrolabio, l’idroscopio, e gestiva la Scuola di Alessandria. Il fatto di essere donna ed al contempo di insegnare e parlare non coincideva con i dettami della cristianità del tempo, ciò la mise in contrasto con il Vescovo Cirillo.
Ipazia prima di esser uccisa da un gruppo di monaci cristiani su ordine del Vescovo venne stuprata, martoriata, e sacrificata sull’altare cristiano posto all’interno della -già saccheggiata- biblioteca di Alessandria, ed il corpo smembrato in quattro parti.
La data della morte è marzo 415.
Il giorno esatto non si sa.
3/415
Archetipo 13, la Mem, la Sacra Madre Cosmica.
Un Femminino che è stato violato e sottomesso secoli, millenni prima
La Shin, ventunesimo Archetipo, con funzione "traslante" di quest'ultimo giorno del Fuoco di Vesta, di cui celebriamo ancora la memoria è un Sacro Archetipo, rappresenta proprio il Fuoco Divino e ha valore ghematrico 300, e guardacaso è durato oltre i 300 anni.
È la forza ignea del Fuoco che tutto trasmuta, le cui tre lingue di fuoco, rappresentano la triade creativa che si sviluppa dalla sua azione "traslare", che trasla al di là della dimensione umana, che dà l'accesso al Divino, sacralizzati dal fuoco purificante e rigeneratore, come fuoco cosmico, trascendente.
Il fuoco che guarisce, come il serpente di Bronzo di Mosè.
A questo riguardo c'è un accostamento straordinario, che si è palesato proprio ieri, in un gruppo, "Simboli nell'arte" ( https://www.facebook.com/share/p/H89zmfQajY9T9nRR/), in cui si chiedeva la simbologia di una Madonna esposta nella chiesa di Sant'Ambrogio a Firenze, un dipinto che risale al 1400, in cui la Madonna è circondata da 12 code di serpente. Nel gruppo si chiedeva cosa rappresentassero, se fossero raggi.
Il mio commento è stato questo, e sono stupita oggi, da questo aggancio con Sant'Ambrogio.
"È lei stessa, come Sacro Femminino, come Sophia, come Kundalini, come Shekinah, come Archetipo Teth, il tredicesimo serpente. È la Mem, Archetipo Cosmogonico.
Lei non calpesta mai il serpente, lo protegge, con il tallone sinistro nudo, lo stesso Femminino, quindi vulnerabile, perché esso rivela la sua natura semidivina, capace di governare e custodire la sua stessa valenza energetica archetipale rappresentata dal serpente.
È l'iconografia cattolica, che la vuole nemica e calpestratrice del serpente, inteso come male.
Ma se andiamo a ritroso nelle simbologia delle antiche divinità femminili, erano sempre rappresentate con questi animali di potere,
Non capisco perché rifiutate l'idea che possano essere serpenti, quando invece l'iconografia archetipale del serpente ha sempre accompagnato il Sacro Femminino fin dai tempi antichissimi, arrivando fino ai giorni nostri, pur se, nel simbolismo sacro, è stato ampliamente mistificato e ribaltato dalla chiesa. Non approfondisco la simbologia del serpente, perché mi dilungherei troppo.
Sottolineo però, che nel dipinto è presente Sant'Ambrogio, che è legato ai serpenti.
Nella Basilica di Sant'Ambrogio a Milano vi è una colonna con un serpente nero.
Si narra, a livello simbolico, che quel serpente igneo nero di bronzo fu forgiato da Mosè in persona durante l’attraversamento del deserto, per difendersi dai serpenti veri, e che nel giorno del Giudizio Universale, quello stesso serpente si animerà e ridiscendendo da quella colonna, tornerà al suo luogo di origine.
Questo dipinto si trova in una chiesa dedicata a Sant'Ambrogio, no?
Quindi, di cosa vi stupite per la presenza dei Serpenti nel dipinto, che pure sono così evidenti?"
Molti non riescono a traslare, a vedere oltre. Eppure serpente e Femminino, sono legati a doppio filo.
12 code di serpente intorno alla Vergine Maria.
12 è lo speculare di 21.
L'energia del Soffio Divino in terra, del Fuoco alchemico, che non può essere che il Mercuriale Sacro Femminino
La lettera Shin, tra l'altro è composta da tre lettere Vav, con valore ghematrico 6
Un 6*6*6*
Un numero che riporta ad un altro Archetipo, il nono, la Teth( 6x3=18 = 9),il Grembo, la Kundalini, la Sophia
Numero tanto demonizzato, quanto divino nella sua Essenza, come ho scritto in un mio post.
"Sappiamo benissimo, e l'ho scritto altre volte, che questa combinazione numerica è stata altamente mistificata, demonizzata ad oltranza.
Il 666 è la Matrice olografica di una Architettura divina, Sacra.
Nella nostra dimensione, l'atomo base della vita, è l'atomo di carbonio, con i suoi 6 elettroni, 6 neutroni e 6 protoni., e questa sequenza, rappresenta quindi il codice Sacro di aggregazione della materia, la sua cristallizzazione, in forma tetraedica, seguendo una dinamica spiraliforme.
La sua forma Cristica.
L'Universo ha una Matrice olografica, e questi codici rappresentano la perfezione dell'energia divina nella materia.
E, come, non sottolineare che il Sacro Archetipo 22, la Tau, ha un valore ghematrico 400, e il Fuoco Sacro di Vesta rimase acceso proprio oltre i 350 anni, simbolicamente tra i due valori ghematrici della Shin ( 300) e della Tau( 400)?
Una Tau che battezza la data di inizio di questo Fuoco Sacro a Roma, con la sua fondazione, e, che, per la sua durata di giorni, 132277, mi riporta ad un 22.
Il 22, la Tau degli Iniziati, come solo un Sacro Femminino, custode della Sapienza ancestrale, poteva essere.
Un percorso completo , che inaugura e chiude un ciclo, il cui riverbero, però di questa potenza, rimane come traccia energetica potente, criptata e solo per chi "trasla", vede oltre, come nel dipinto di Alessio Baldovinetti, 1460, ripresa poi dal Graffione nel 1485 , di cui riporto l'immagine, per la quale mi sono espressa nei commenti nel gruppo, visto che chiedevano a riguardo.
Un'immagine, nella quale, come ho scritto, è presente anche sant'Ambrogio, il Sant'Ambrogio nel cui Duomo di Milano vi è, su una colonna, proprio il serpente nero, bronzeo, igneo, di Mosè, il Nehustan, che altro non è il bastone di comando mercuriale che rappresenta la Kundalini, con la sua capacità di guarigione o di distruzione.
Il Femminino, appunto, agente mercuriale per eccellenza, a cui, anche Sant'Ambrogio porta reverenza.
Un dipinto con chiaro riferimento iconografico all'ambito cattolico - cristiano, ma con evidentissima dimensione ontologica, che riporta alla primordiale, ancestrale, archetipale dimensione e sovrapposizione del Femminino che si identifica con lo stesso serpente, portatore di Sophia, con precisi rimandi astronomici, che adesso non approfondisco, che identificano il serpente con il solstizio invernale.
Il Femminino è da sempre, come da iconografia, custode dei due solstizi, ma di questo ho già accennato, riguardo la simbologia di Ecate( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/dea-ecate-solstiziale.html?m=0)
Un Giorno, della Memoria del Fuoco Sacro di Vesta, che si celebra proprio oggi, quest'anno, in corrispondenza( e siamo sotto il Sacro Archetipo Ayin, con funzione corrispondenza, oggi, come ho già approfondito) con il plenilunio in Vergine.
Proprio in Vergine, guardate che meraviglia, come il nostro cuore Virginale, custode di ogni nostro intimo Fuoco Sacro
Con infinita gratitudine, sempre, per questa Perfezione di Bellezza.
Tiziana Fenu
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