Colgo l'occasione per riallacciarmi al post di ieri( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/le-sacre-rocce-mitra.html?m=0), riguardo la particolare conformazione delle rocce sacre, che riprendono, in "tempi moderni", la mitra vescovile e arcivescovile.
Ho più volte riflettuto sulle mistificazioni riguardo le manifestazioni e l'importanza del Sacro Femminino, del concetto di Grande Madre e del Matriarcato nelle antiche civiltà, e di come sia stato inficiato e declassato nel corso dei secoli e dei millenni, fino a diventare l'ombra subordinata ad un Patriarcato, che ne ha ripercorso le tracce, usurpando il potere prioritario che ha sempre avuto l'energia del Femminino.
Riflettevo su delle figure chiave della storia dell'umanità, su cui mi sono soffermata altre volte: gli Oannes, i Nommo e gli Apkallu.
Oannes è un essere umano con mani e piedi palmati, considerato uno dei sette saggi apkallu, esseri Semi divini del periodo neo-assiro, colui che avrebbe insegnato agli uomini la civiltà, le scienze, le lettere e le arti prima del diluvio universale.
Era un uomo con particolari attitudini acquatiche, munito di branchie, ma poteva respirare anche all'aria con i polmoni, i piedi erano palmati come le mani ed il suo ambiente naturale era l'acqua.
I Nommo invece, sono spiriti antropomorfi venerati dal popolo Dogon del Mali. Il nome Nommo deriva da una parola Dogon che significa far bere; viene anche ricordato come Il Maestro dell'Acqua, l'Ammonitore o il Distruttore
Invece, il nome Apkallu, in lingua accadica, o Abgal, in sumero e nella mitologia sumera, è il termine che indica i Sette Sapienti.
Gli Apkallu sono esseri semidivini, in numero di 7, metà uomini e metà pesci (nel periodo neoassiro sono spesso rappresentati come uomini-aquile, emersi dall'Apsû, l'abisso primordiale, inviati dal dio Enki per insegnare agli uomini i Me, ovvero le arti, i mestieri, il codice morale ed in generale i princìpi della civiltà.
Avevo già approfondito sui Nommo, in correlazione alla nostra Antica Civiltà Sarda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/05/osservavo-stamattina-lultimo-bellissimo.html?m=0)
I Dogon hanno rappresentato le loro divinità, come anfibi, metà uomini e metà Pesce, i Nommo, custodi di antichissime e profonde conoscenze spirituali, attraverso le quali si può raggiungere la perfezione, l'integrazione degli opposti, attraverso la metamorfosi alchemica, rappresentata dall'Unione di una delle prime coppie che crearono, Osiride e Iside, principio maschile e femminile, per dar vita all'Horus, all' Oro Alchemico.
Questi antenati ermafroditi Dogon, le 8 creature che crearono le prime civiltà umane sulla terra, sono esemplificati in molti geroglifici con la presenza di tartarughe e rane
Su una scultura in particolare, su una porta di un Granaio, sono raffigurati i Dogon e le Rane, derivati proprio da questa copia ermafrodita Nun e Nunet , che simboleggiano le acque primordiali
Heqet era la dea egizia dal volto di rana che proteggeva le partorienti. Heqet era la dea levatrice, simbolo di fertilità
Nella lingua degli Egizi la parola Heka significava magia, e conteneva al suo interno il termine ka, cioè anima, energia vitale. Heka era quindi la magia intesa come rendere attivo il proprio Ka, plasmarlo, attivare l'energia vitale . Somiglianze così forti non possono essere casuali, così come il fatto che la rana sia un animale che dall’acqua passa alla terra, un animale quindi liminale, di confine, che ci riporta alla natura di Ecate, ricollegandoci al tempo stesso con uno dei volti della Grande Dea neolitica, spesso rappresentata in forma di rana quando associata soprattutto al culto della fertilità e alla protezione della nascita. Sono numerose le statuette ritrovate in vari siti archeologici neolitici in Europa e nel bacino del Mediterraneo che ci mostrano la dea con le gambe divaricate per partorire, che in effetti non sono altro che zampe di rana nella tipica posizione del nuoto. Dea legatissima al cane (collegamento con Sirio, il fedele cane di Osiride) come suo fedele compagno protettore
Shardana ,Popolo del mare
Shardana
S'arrana (rana in sardo)
Come si somigliano queste due parole
Nu- come, nuraghe anche se ufficialmente la radice "Nur-" significa "fuoco/ fulcro"
"Nu- " come acqua e fuoco Insieme.( Nu-n + Nu-r)
Connubio imprescindibile dalla stessa essenza del nostro popolo
Sinergia degli opposti che ha un' importanza basilare in ogni espressione della loro essenza come ho già scritto per le janas, che sono sacra sinergia del principio maschile e femminile insieme.
La Rana quindi, il Nommo, la parte maschile della coppia di ermafroditi, insieme alla compagna ermafrodita dalla testa di Serpente, come erano rappresentate le prime divinità femminili nelle antiche civiltà , gilaniche, come quella Vinca.
Ma "Nun" sappiamo che rappresenta anche il quattordicesimo archetipo ebraico, organo sessuale femminile, l'acqua ,la trasformazione della gestazione"
Ma ciò che mi salta agli occhi in questi giorni, è questa considerazione.
Tempo fa postai l'immagine di un'antichissima statuina Assira, nella prima immagine, che rappresentava una riproduzione femminile di un Oannes( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/statuina-oannes-neo-sumera.html?m=0)
Osservandola, avevo dedotto come quella che verrebbe identificata la bocca del pesce dalla quale emerge la testa, sia estremamente somigliante al velo delle suore.
"Questa statuina, che rappresenta chiaramente una Dea Madre, ha fattezze femminili, poiché presenta i seni, esposti e presi tra le mani in segno di nutrimento, e un triangolo pubico ostentato senza pudore.
Sul collo presenta quelle che potrebbero essere delle ali, e il viso ha chiaramente delle fattezze da uccello, da aquila, con un becco ben pronunciato, in ombra, al di sotto di quella che è inequivocabilmente una testa di pesce, poiché si vede un occhio laterale.
Testa di pesce, o, nello specifico, di balena.
Balena, in arabo, si dice "Nun".
Nun che è anche il Sacro Archetipo Ebraico 14, la Nun, con funzione trasformazione, legata all'acqua e al "Pesce/Mandorla" Mistica della Vesica Piscis, poiché la trasformazione può avvenire solo se le polarità, maschile e femminile, sono in equilibrio.
Ma Nun e Nunet erano anche la coppia di divinità cosmogoniche legate alla creazione delle acque primordiali del Caos.
Ma "Nun", in inglese, significa anche "suora".
La suora, che non è altro che un essere divinizzato, che è giunta alla divinizzazione attraverso l'equilibrio delle due polarità, maschile e femminile, ma anche cielo(maschile), rappresentato dall'aquila, e mare(femminile), rappresentato dalla balena.
Equilibrio che prelude ad una trasformazione che può avvenire solo nel ventre della Balena, come nella storia di Giona e la balena, dove Giona viene richiamato da Dio, nel III secolo a. C, a convertire all'ebraismo, la città assira di Ninive, città di perdizione nel peccato.
Solo dopo tre giorni nel ventre della balena(si imbarco' per sfuggire al suo compito), dopo un processo di depurazione e trasformazione alchemica, dopo che avrà bevuto "le sue stesse acque"(la stessa dinamica alchemica verrà riprodotta per la passione di Cristo, fino alla sua resurrezione, e completa divinizzazione) riesce ad assolvere al suo compito e a recarsi a Ninive.
Notare come Ninive sia, nella radice, simile a Nun, e che sia anche la radice della Dea Ninḫursaĝ (detta anche Ki o Aruru), che presso i Sumeri rappresentava la Terra, e formava con il dio An la montagna cosmica An-Ki.
Probabilmente questa è una rappresentazione della primordiale Dea NinḫursaĝN, rappresentata in seguito, anche come Ninmah, la "Signora maestosa", la dea che plasmò gli uomini dall'argilla. Tutti i diversi attributi della dea Ninḫursaĝ/Ki sottolineano la sua natura di Madre Terra, generatrice di vita.
Una Dea che ha fattezze simile a questa, ma questa è maggiormente primordiale, perché rivela quella che poi resterà come icona, fino ai giorni nostri.
Una Nun, una suora, con un velo in testa, che non è altro che la bocca della Balena Nun che rappresenta la trasformazione alchemica.
Osservate la testa. Non sembra un velo?
Velo che ha accompagnato le prime Madonne, fino ad arrivare alle suore, che ancora lo portano."
Ma la stessa posizione, la ritroviamo sia negli Oannes, sia nella più recente Artemide Efesia (o Artemide Farnese), che è una scultura risalente al II secolo d.C. della dea Artemide. Rinvenuta a Tivoli nella Villa Adriana, è una copia di epoca adrianea della statua di culto venerata nel santuario di Efeso.
Dea della quale ho parlato in un mio post, poiché ha collegamenti anche con la nostra Antica Civiltà Sarda, è con il toponimo Assemini, probabilmente legato ad Arsemine/Artemide, il cui tempio, dedicato alla Dea, era nella città di Sardis, nella Lidia ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/05/oggi-che-20-maggio-e-la-giornata.html?m=0)
Un' Artemide che, vista frontalmente, ha la stessa posizione degli Oannes, e le cui mammelle, o come orrendamente li definiscono, gli" scroti di toro", potrebbero essere benissimo le rappresentazioni delle squame del corpo, affusolato come quello degli Oannes, o delle uova del pesce,.
Ma trovo più verosimile l'identificazione con le squame del pesce, che poi nel corso dei secoli, hanno acquisito un'identificazione mascolina, legata alla fertilità, alla potenza del Toro e al liquido seminale contenuto nello scroto, e anche alla capacità di nutrimento della Dea, quando sono state identificate con le mammelle.
È il primordiale corpo degli Oannes, civilizzatori femminili, che avevano un'energia femminile.
Le prime società matriarcali.
Le Dee Pesce.
Le prime Dee Serpente della civiltà Matriarcale Vinca( siamo nel 5000 aC)
Anche il corpo del serpente presenta delle squame.
Le Dee pesce, alchemiche della creazione.
Nun, infatti, la radice fonetica della coppia cosmogonica della creazione, gli dei delle acque creatrici, caotiche del Caos, è identificabile con il Sacro quattordicesimo Archetipo Ebraico, Nun, legato proprio alla dimensione dell'acqua, che significa trasformazione.
Le prime Dee Uccello.
Anche gli Apkalli Sumeri, hanno come Matrice le Dee Uccello.
Anche degli Apkalli ho parlato più volte, riguardo anche il collegamento tra il banduddu e la simbologia delle Tombe dei Giganti ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/il-banduddu-e-le-tombe-dei-giganti.html?m=0), e anche ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/banduddu-e-cintura-di-orione.html?m=0)
e la figura stilizzata alata drl concio di Bosa ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/concio-di-bosa-apkalli.html?m=0).
E restando nell'ambito della nostra Antica Civiltà Sarda, visto che sono giunta alla conclusione che i primi civilizzatori dell'umanità, fossero di energia femminile, così come è naturale che lo sia, arriviamo anche al nostro bronzetto Sardo del Sacerdote Musico, del quale ho parlato più volte.
L'ho definito con un'energia androgina, e oggi più che mai, tendo ad affermare che rientri in quel ventaglio di sommi civilizzatori dell'umanità, che portano ancora con sé i segni primordiali dell'appartenenza al loro ambiente naturale, tipico del Femmineo, l'acqua.
Ne ho parlato riguardo la correlazione con la dea egizia Akunet ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/dea-akunetsacerdote-musico.html?m=0).
Dea della fertilità, viene rappresentata con un copricapo uguale a quello del nostro Sardus Pater, con un guscio di cowrie, una conchiglia simile alla vagina, chiamata anche ciprea, molto diffusa in Sardegna, e utilizzata per creare amuleti, in combinazione con un'altro tipico amuleto sardo, su Coccu.
Ma soprattutto, viene rappresentata con un tessuto, o pelle, che ha la stessa struttura del mantello che indossa il nostro bronzetto sardo, del Sacerdote Musico.
La stessa struttura, identica, si ritrova nelle descrizioni delle apparizioni della Madonna di Fatima destra, in una fedele riproduzione, secondo la descrizione della piccola Lucia, una dei tre bimbi pastorelli che assistettero all'apparizione della Madonna di Fatima, il 13 maggio 1917( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/09/sacerdote-musico-madonna-di-fatima.html?m=0)
Un sacerdote musico che ha perfette proporzioni che rientrano nella Geometria Sacra, nel Fiore della Vita, come ho scritto di recente ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/sommo-sacerdote-approfondimenti.html?m=0).
Fiore della Vita, la cui più antica rappresentazione, risale al 10.000 aC, dicono, ritrovats nel Tempio di Osiride ad Abydos, in Egitto, e che rappresenta, il ciclo della vita nella sua completezza.
Il centro alchemico, energetico, di questa creazione, è Vescica Piscis, un'ovale /pesce, che rappresenta la sinergia delle due polarità che vengono create dal Femminino Sacro, la vulva.
Simbolicamente, la porta della vita, e la porta della morte, il grembo dell'universo
Metaforicamente, i due solstizi, legati al Sacro Femminino, come approfondito riguardo il post sulla dea Ecate( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/dea-ecate-solstiziale.html?m=0)
Tutto questo, cosa significa?
Che siamo difronte a delle rappresentazioni archetipali, che avevano il Sacro Femminino, l'elemento acqua /pesce, come elemento primordiale cosmogonico.
Non solo per quanto riguarda l'acqua, ma anche per quanto riguarda l'elemento cielo, suo speculare.
Nun e Nut, acqua e cielo.
Le prime Dee Pesce e le prime Dee Uccello, sono state soppiantate da dei Mascolini civilizzatori, come gli Oannes e gli Apkalli.
Ma certe tracce, non si possono mistificare.
Pensavo anche che i solstizi sono da sempre legati al Femminino, e che il Capricorno, solstizio invernale, ha la sua parte femminile proprio nella parte inferiore, con la coda di pesce, con collegamento all'acqua. Quindi, andando a ritroso nei secoli, si ritorna agli Oannes.
Il potere era detenuto dal Sacro Femminino.
Ancora oggi, le rappresentazioni delle Madonne, sono rappresentazioni che hanno come Matrice la Vesica Piscis, e la posa delle mani aperte, come gli Oannes.
Nella nostra tradizione sarda, persino negli abiti tradizionali sardi, si è custodita la simbologia della Vesica Piscis, riconducibile alle antiche Madonne, e quindi alle prime portatrici di civiltà, tra gli Umani ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-perfezione-della-vesica-piscis-nel.html?m=0)
Madonna, che è chiamata "stella Maris"
"Stella del Mare", con chiaro riferimento alle due dimensioni ancestrali di appartenenza: l'acqua e il cielo.
I pesci e gli uccelli.
Gli Oannes ( o Nommo, gli uomini serpente, creature tra acqua e terra, anch'essi con le squame) e gli Apkalli.
Innumerevoli Dee, nelle civiltà preromane, sono legate alla simbologia del serpente, della spirale e dell'omphalos, l'ombelico del mondo dal quale, con una trama che rimanda quella della pelle del serpente e del pesce, si genera come una tessitura, l'uovo cosmico.
La parola "conoscenza" nell'antico Egitto, era designata da un ideogramma che rappresentava un tessuto.
Un tessuto a scaglie, a rombi, come la pelle del serpente /pesce /drago, di cui è depositario il Sacro Femminino, la Dea Madre Tessitrice ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/la-tanit-di-tresnuraghes-tessitrice.html?m=0)
Il Serpente, che la stessa Vergine Maria custodisce sotto il suo tallone nudo, la parte più vulnerabile del corpo, perché si identifica con esso.
Non lo sta schiacciando, come ci vuol far credere il pensiero clericale.
Lo sta proteggendo.
Essa stessa è Sophia, è kundalini, è sinergia delle due nadi serpentone della kundalini.
È archetipo Teth, il nono, l'anello che la lega al Divino, è creazione, è grembo, è eterno divenire e metamorfosi.
È gestazione perenne.
È accoglienza.
È l'athanor alchemico delle trasformazioni
È intelletto divino che si è fatto Forma, per trasformare l'umanità.
È il primo Sole.
Il Sole nero.
L'orobourus
La ruota del Tempo.
Saturno.
La ciclicità eterna.
Il Serpente, il volo fuori dall'acqua.
Le Dee Uccello.
L'albero della vita, del bene e del male.
Astarte, Inanna, Iside seraphide, e innumerevoli altre dee, legate alla simbologia del pesce, serpente, e via via, drago, sempre animali squamati, legati al concetto uterino della caverna, del buio, del sottosuolo, e dell'acqua uterina, nella quale avviene la trasformazione.
Solo un'energia femminile, poteva trasformare l'umanità in positivo, senza essere condannata al peccato e al dolore, come il pensiero ortodosso ci vuole far credere.
Pensiamo a Mitra, Apollo, Osiride, Fanes, rappresentati avviluppati dai serpenti, collegati al concetto di uovo cosmico, che è invece tutto femminile
Fanes
Be-fanes
Befana ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/sa-filonzana.html?m=0), la Parca del destino.
La custode dell'uovo Cosmico è la grande Dea Madre, per quanto sia stato usurpato anche questo, come simbologia apollinnea, e molto altro.
Un viaggio, se pur a grandi linee, perché ci sarebbe ancora moltissimo da dire, attraverso la stessa simbologia, attraverso un Archetipo comune. Che ci riporta lì.
Alla Matrice, che sopravvive al di là di ogni declassamento e svilimento.
Tiziana Fenu
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Un grazie di cuore ad un mio contatto, Veronica Mosaici, per lo scambio e la risonanza.
Il Sacro Femminino/Oannes/Apkallu
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