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giovedì, agosto 10, 2023

💚Dea Acca Laurentia/Accabadora/San Lorenzo

 Riprendo un attimo il mio post di ieri

( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/san-lorenzo-2023.html?m=0), che trovate sull'altra mia pagina JanaSophia, per approfondire riguardo la Dea Laurentia, in occasione proprio di questa giornata dedicata a San Lorenzo e alle stelle cadenti. 

Scrivevo :

"Il nome Lorenzo rimanda a Larentia/Laurentia, ossia la Grande Madre, la controparte di Priapo. Una divinità itifallica, quella di Priapo, come tante altre, in ogni cultura. 

Abbiamo anche noi in Sardegna, il bronzetto itifallico di Ittiri, rappresentato mentre suona una launedda a doppia canna. 

Si presume risalente al VI sec.a.c., e richiama ad un contesto bucolico di riti e danze in onore di questa divinità della fertilità. 

Fertilità, che nella sua controparte femminile, Larentia, rappresenta l'elemento acqua, le lacrime di San Lorenzo, la pioggia, senza la quale il seme della fertilità non può germogliare.

[...] I cristiani si inventarono la figura di San Lorenzo traendola dalla Divinità etrusca Acca Larentia, poi acquisita dai Romani, un tempo  Madre Terra, poi: Sacra Prostituta (che si prostra ), protettrice di plebei e della fertilità dei campi. 

Quindi le celebrazioni del 10 agosto risalgono alle divinità fecondative che, oltre all'aspetto femminile di Acca Laurenzia, sono identificate nel maschile Priapo/Pan/Dioniso/Luperco/Inu/Fauno. Le Falloforìe, erano festeggiate il giorno dello Sciame meteorico annuale, come simbolo della pioggia del seme fecondatore che cade sulla terra."


Ho già sottolineato, nel mio scritto, come il nome Laurentia abbia la stessa radice della parola Launeddas, il nostro tipico e ancestrale strumento a fiato sardo.

" Il suono delle launeddas, è un suono ritualistico, sciamanico, ipnotizzante, che veniva sicuramente usato per le cerimonie ritualistiche, per le pratiche sciamaniche.

Un suono come uno sciame d'api( "sciame/sciamanico"), che agisce a livello vibrazionale, alterando gli stati di coscienza.

I nostri Antichi Avi, lo sapevano bene.

I cristiani si inventarono la figura di San Lorenzo traendola dalla Divinità etrusca Acca Larentia, poi acquisita dai Romani, un tempo  Madre Terra, poi: Sacra Prostituta (che si prostra ), protettrice di plebei e della fertilità dei campi. 

Quindi le celebrazioni del 10 agosto risalgono alle divinità fecondative che, oltre all'aspetto femminile di Acca Laurenzia, sono identificate nel maschile Priapo/Pan/Dioniso/Luperco/Inu/Fauno. Le Falloforìe, erano festeggiate il giorno dello Sciame meteorico annuale, come simbolo della pioggia del seme fecondatore che cade sulla terra.

Ma, come possiamo notare, Laurenzia/Laurentia, ha la stessa radice "Lau-", di Launeddas, e, Acca Laurentia, rimanda, con quella H, all'equilibrio delle due polarità, così ben rappresentato dal Sacro Femminino, fin dai tempi di Inanna, rappresentata a braccia aperte, mentre domina due serpenti, o leoni, le forze della natura più potenti.

E la H, graficamente, nell'Antica scrittura Sarda, era rappresentata proprio dalla Tanit.

Un equilibrio mercuriale ( il Mercurio ha una polarità femminile che interagisce con lo zolfo, di polarità maschile) tipico delle creature divinizzate, come questo bronzetto itifallico, precursore di San Lorenzo, del Priapo, figlio di Dionisio e di Afrodite, della stessa Laurentia, la grande Madre della fertilità e dell'abbondanza, c'era lui, il nostro bronzetto di Ittiri, simbolico in ogni tratto. "


Ma ho scoperto altro, che mi fa pensare che questa antica divinità ancestrale,  Laurentia, di Dea Madre, affondi le radici nella nostra Antica Civiltà Sarda.

Oltre la radice" Lau-", in comune con le nostre Launeddas, rappresentate come elemento caratterizzante di quel bronzetto sardo itifallico precursore del Priapo, del Dionisio, e di quello stesso San Lorenzo, vi è un questa Dea, Matrice Androgina, un elemento che mi fa pensare che abbia una Matrice sarda.

Il suo nome per intero è Acca Laurentia, come ho già scritto, adorata soprattutto in ambito etrusco( ma molti studi, attualmente, identificano gli Etruschi, con gli antichi Sardi abitanti dell'Etruria, considerazione che condivido totalmente, visto le numerose similitudini che io stessa ho evidenziato, tra le due civiltà, nei miei scritti).

Una Dea prostituta, protettrice di Roma, che inizialmente era considerata una dea pennuta, in quanto correlata alla morte e al mondo dell'oltretomba.

Una Dea che agiva nell'ambito della prostituzione Sacra, e che probabilmente fu la Matrice del mito di Romolo e Remo, i due gemelli allattati da una lupa.

Sappiamo come il concetto di gemellare (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html?m=0) e di speculare, fosse molto sentito nella nostra Antica Civiltà Sarda, così come il concetto di speculare, che ho già approfondito. 

In questo senso, le Sacerdotesse di questa ierodulia in onore della Dea Laurentia, erano chiamate Lupanare, poiché durante le sacre cerimonie, indossavano le pelli di lupo.

L'appellativo "Acca", Acca Laurentia, riprende la parola sanscrita "Akka", che significa Madre, appellativo applicato anche a Demetra.

Ma c'è da sottolineare che Acca Laurentia, in questa sua peculiarità, ed emanazione, sia legata al mondo dei morti e dell'oltretomba.

D'altronde, anche Demetra, simbolo di Madre e della ciclicità delle stagioni, esemplificativa della metafora delle stagioni, in collegamento alla figlia Kore, è legata allo stesso concetto di vita e di morte, alle tenebre come momento catarchico di passaggio per una nuova vita.

E in questa dimensione, la Dea Acca Laurentia, era identificata come la Dea Muta, silenziosa, dei Sacri Misteri, celebrata come Accalia, il 23 dicembre, durante il Solstizio d'inverno.

Ho già scritto più volte, come i solstizi siano legati al Sacro Femminino.

Ciò che mi stupisce di questo aspetto di questa Dea Laurentia, è che, non solo, la radice del nome, rimanda alle nostre launeddas, simbolo sciamanico di potenza rigeneratrice, ma anche il nome Acca, in questa precisa manifestazione di Dea delloltreromba, rimanda alla nostra figura portante delle nostre antiche tradizioni, legata alla dimensione misterica della vita e della morte, è quindi alla dimensione della sacralità dell'oltretomba.

Sto parlando della figura dell'Accabadora, sulla quale ho già approfondito, per la quale vi rimando ad un mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/simbologia-de-s-accabadora-in-sardegna.html?m=0).

Ciò che vorrei sottolineare adesso, è che la parola "Accabadora", contiene la radice "Acca", la stessa della Dea Laurentia e della Dea Demetra..

Il filo conduttore è la dimensione del l'oltretomba, e la capacità di rinascita, in seno ad essa.

La figura de S'Accabadora, è una figura Sacra.

Aiuta nel passaggio alchemico dalla vita alla morte, trasmutando il dolore, equilibrando la sofferenza, con una ritualistica che è sempre stata estremamente rispettata.

La stessa "Acca", presente nel nome, anche nelle due Dee, richiama all'equilibrio necessario, mercuriale, per accedere a questa transizione.

Mercurio, Hermes, Thot.. Si parla di equilibrio delle due polarità, per accedere ad una dimensione superiore, divina, in cui L'umano viene trasceso.

Perché, se non vi è equilibrio, non vi può essere possibilità di trasmutazione.

Ne ho sempre parlato.

Il Sacro Femminino, è, per eccellenza, il custode di questo equilibrio, delle due polarità, dei due estremi, poiché è essa stessa, l'elemento mercuriale ( il mercurio, in alchimia è considerato come l'energia femminile, mentre lo zolfo, è Energia maschile), è equilibrio di per sé, e quindi può gestire anche gli estremi, che a livello astronomico, corrispondono ai solstizi, gli estremi della luce e del buio, rappresentati quasi sempre da leoni e da serpenti.

Abbiamo moltissime Dee e Veneri, anche molto antiche, come ho scritto altre volte, rappresentate dalla simbologia dei Serpenti e dei Leoni, gli estremi della dimensione del sottosuolo, del buio, della dimensione lunare, e della luce, della dimensione solare.

La nostra Accabadora, come dice il verbo sardo "accabare" ("finire"), pone fine, con rispetto, ed equilibrando il passaggio, con tutta una ritualistica particolare, alla vita in questa dimensione, per consentire la rinascita, equilibrata, come la H, la Acca-, mercuriale del suo nome, nell'altra dimensione.

Sono molto propensa a credere che questa Dea, Acca Laurentia, definita "etrusca", abbia origini qua in Sardegna, visto il suo collegamento con il primordiale San Lorenzo/Priapo/Dionisio, di cui il nostro suonatore di Launeddas, è primordiale rappresentante.

C'è anche l'aspetto della Dea silenziosa, della Dea muta.

Avevo scritto, tempo fa, di un nostro bronzetto sardo, in cui si rappresenta una Madre che tiene in braccio, non più un bambino, ma un uomo, già che fa il gesto del silenzio( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/seu-sou-seu-sousono-solosono-luovo-l.html?m=0). 

Un essere, che non è sicuramente un bambino, ma che ho sempre considerato come un anziano, perlomeno un adulto, che sta per passare in un'altra dimensione. 

Scrivevo:

"E questo Horus, è rappresentato in un'immagine iconografica che nell’arte egizia (anche geroglifica) è chiamato il "signum arpocraticum", che indica l’età infantile, ma già nella consapevolezza dell' età adulta, di chi porta l’indice destro alla bocca. 

Così fa Arpocrate, figlio di Iside e Osiride. 

Plutarco ne rilegge il gesto a comando del tacere, inaugurando un simbolismo che sarà universale. Nei templi antichi, per poter accedere ai Misteri Iniziatici e stare nei templi, bisognava osservare un anno di assoluto silenzio. 

Era il silenzio del segreto, dell'abbondanza , della conoscenza segreta. 

Arpocrate che era spesso interscambiato con Horus, poiché rappresenta Horus non più bambino, ma evoluto, cresciuto, consapevole. 

Arpocrate fanciullo, quindi già uomo, quello che Iside tiene in braccio, Horo il fanciullo, che punto da uno scorpione guarì grazie alla magia della madre. 

Rappresentazione di cui abbiamo un bronzetto in particolare, quello di Santa Vittoria di Serri che ha il bambino/adulto  con l'indice della mano destra sollevato, in gesto che sembra indicare il fare silenzio. Un bronzetto che risale al 1500 a.C, come minimo. 

Che anticipa l'Arpocrate/Horo egizio"


Una rappresentazione che è proprio emblematica di una Madre, grande Madre, capace, con la sua sinergia mercuriale, equilibrante, di consentire il trapasso nell'altra dimensione, accompagnando, nell'assoluta sacralità del silenzio, così come avviene nella ritualistica preparatoria de S'Accabbadora, il trapasso nella dimensione alchemica dell'Oro, dell'Horus, della trasmutazione compiuta. 

Oggi più che mai, aggiungo valore, alla sacralità di quel gesto del silenzio, rappresentato in questa nostra rappresentazione scultorea straordinariamente simbolica, che anticipa di secoli tutta una simbologia misterica che poi ritroviamo secoli dopo. 

È la Madre, il Sacro Femminino, che allatta, che da nutrimento, con il suo lato sinistro, il lato dell'energia Femminina, sia in vita, che dopo la morte, perché detiene le quattro energie, quelle equilibranti, equatoriali, e quelle da equilibrare, quelle solstiziali. 

Le governa tutte, da Grande Dea Madre Terra, quale è, ed è nutrimento sia in vita, che in morte, quando custodisce, come un grembo, la dimensione dell'oscurità, dei semi oltre la coltre di Terra, dei defunti adagiati nel suo grembo. 

E li accompagna, in sacrale e misterico silenzio. 

Perché la vita e la morte, sono un mistero che non si può spiegare, di cui lei stessa ne possiede gli enigmi, quando ovula, quando rilascia un ovulo non fecondato. 

Quando sanguina. Per una fecondazione non avvenuta. Per una vita persa. 

Per una vita che viene alla luce. 

Solo chi è portatrice di questa Sacralità misterica, può avere accesso, può accompagnare anche gli altri a questo mistero. 

In rigoroso silenzio 

Quello nel quale agiva la Sacra Accabadora, Sacra  Madre della vita e della Morte, ancora prima di Acca Laurentia e Acca Demetra ( voglio ricordare che il mito di Demetra, qui in Sardegna, era particolarmente sentito, e che ho scritto a riguardo, proprio in concomitanza della correlazione dei solstizi, con il tempio di Astarte, e la ierodulia, un'archetipo a cui risale anche la figura di Demetra, e quindi, anche la dea Acca Laurentia https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/sella-del-diavolo-e-solstizi.html?m=0) 


Tiziana Fenu 

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