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martedì, luglio 18, 2023

💜Brano La Dea delle Origini" di Stefania Tosi

 Nella Creta minoica le donne ricoprivano un ruolo di primissimo piano in ambito religioso, in quanto sacerdotesse.

Socialmente rilevanti, partecipavano come protagoniste agli spettacoli, alle cacce e alle varie celebrazioni. Erano libere e degne del massimo rispetto e figure di spicco della società.

Le donne etrusche godevano di libertà personale, partecipavano ai banchetti a fianco dei mariti, scandalizzando i Romani con il loro costume di giacere insieme sui triclini; ricoprivano funzioni civili impensabili per le matrone romane, assistevano ai giochi, alle danze e facevano sfoggio della loro bellezza. Le donne appartenenti ai ceti più elevati imparavano a leggere e scrivere.

L’archeologia conferma in modo decisivo che le donne partecipavano con gli uomini a numerose occupazioni della vita sociale. Anche l’universo della religione etrusca era dominato dall’onnipotenza di una divinità femminile, la Terra Madre, che Veio e Cere adoravano sotto il nome di Hera o Giunone, di Mater Matuta o Leucothea.

Le necropoli, da rivalutare archeologicamente, dimostrano che nella società la donna etrusca prendeva parte con tanto splendore agli avvenimenti e ai piaceri di ogni giorno e per questo veniva calunniata dagli invidiosi stranieri, ma in patria le era riconosciuta un’autorità quasi da sovrana, artista colta e promotrice essa stessa di civiltà nel proprio paese e venerata nella tomba quasi fosse un’emanazione della potenza divina, un posto privilegiato che ricordava quello di Fedra o di Arianna della Creta minoica.

Presso i Lici, in Asia Minore, i figli portavano il nome della madre e non del padre e «se uno di loro chiede al vicino chi è, l’interrogato dichiarerà la propria genealogia da lato materno, enumerando gli ascendenti materni della madre».

A partire dalla III dinastia (2650-2150 a.C.), la donna egizia era una “persona” nel senso più completo della parola: titolare di diritti e proprietaria di beni, esercitava la sua influenza su figli e famigliari, era la padrona della casa, giuridicamente uguale al marito. Viveva tutti i giorni anche a contatto gli uomini ed era utile consultarla per il suo equilibrio e per la sua saggezza.

La donna era un essere umano completo sia sulla terra che nell’ascesa all’aldilà. In ambito religioso sono stati rinvenuti titoli sacerdotali femminili di grande prestigio e potere. La donna, quindi, aveva un ruolo attivo nell’ambito della corte e del clero.

La sua educazione nei livelli sociali elevati era pari a quella impartita ai figli maschi. Secondo chi scrive, la prima radice della sensibilità spirituale fu femminina e panteistica, così come le prime comunità paleolitiche di sapiens furono socialmente più egualitarie, né matriarcali o né patriarcali, ma consapevoli che la donna fosse tutt’altro che un genere manchevole e imperfetto.


Tratto da "La Dea delle Origini" di Stefania Tosi

Maldalchimia.blogspot.com

Dea minoica (XII sec. aC, Grecia).

Brano La Dea delle Origini" di Stefania Tosi



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