Sono molto orgogliosa del Femminino, in questo momento.
Percepisco la rinascita, in un nuovo contesto esterno che ha riequilibrato quella disparità secolare, millenaria, che l'ha tenuta tra le pieghe di un'esistenza umbratile, a ridosso del Mascolino.
La situazione si è capovolta.
È ritornata all'Origine.
Un Femminino che ha fatto tesoro della sua capacità di osservazione, proprio dagli angoli in cui è stata relegata per troppo tempo.
E per questo motivo, ritenuta ancora più pericolosa di un tempo.
Ha imparato a muoversi sui fili di queste prospettive ai margini, oscillando tra ombra e luce, come un funambolo, per non rischiare di cadere di sotto.
Ha imparato che queste angolazioni, sono meglio del palco centrale di cui l'uomo, certi uomini, la maggior parte degli uomini, si vogliono Primedonne assolute.
È un Femminino che ha imparato ad apprezzare la penombra, e attraverso essa, scoprire la dolcezza delle sue forme, le sfumature della sua anima, la Bellezza dei chiaroscuri del suo canto in solitaria.
I riflettori addosso, impediscono di vedere.
Si vede solo se stessi, non i propri interlocutori.
Ma in fondo non interessa.
Ciò che conta, è che arrivino gli applausi.
Il compiacimento, la piaggeria.
Perché in fondo, non interessa interloquire con il Femminino.
Per la maggior parte del mascolino minuscolo, vai bene finché compiaci.
Quando poi ti sottrai dalla corte, ecco che si rivela l'energia femminile distorta che non si è saputa alchemizzare ed integrare.
Quella da Primadonna, appunto.
Quella a ridosso "del".
È un Mascolino in cerca di pubblico, di approvazione, di lusinghe.
Di accettazione.
Ma a senso unico.
Emula un Femminino che si comportava cosi, 'antamila" anni fa, eoni fa, prima che lo stesso Mascolino si rendesse conto di ciò che stava creando con le sue stesse mani, con il suo stesso comportamento.
Prima che buttasse in pasto ai lupi, un Femminino debole, piagato e impaurito.
E prima che lo stesso, ne uscisse da Capobranco. Come è sempre stata.
Altera e fiera.
Perché ha imparato a gestire il Fuoco e l'Acqua.
Il Giorno e la Notte.
La veglia e il sonno.
Perché lei è Ombra, e l'Ombra, contempla tutto, la Luce e l'oscurità.
Molto oltre, un semplice "capobranco".
'Io sono il mio Branco".
So cosa voglio.
Mi prendo ciò che voglio.
Non disperdo più Energie.
Riconosco la mia Sacralità.
Sono Grembo Sacro.
Creo e porto a gestazione.
Fucina alchemica ingravidata dalle Sacre Energie dell'Universo.
Devi riconoscere il suono liquido della vibrazione della mia voce, scuoterti l'Anima, come un diapason immerso nell'oceano dei miei stessi fluidi che ti portarono sulle rive del mio cuore.
Per riportarti a memoria, il tuo essermi Amante prima che Figlio, e farti rinascere in me, stavolta come Desiderio che prende forma dalla tua Nudità d'Anima, offerta come quel cordone ombelicale reciso per poter essere Connessione di Cuore e di Carne.
Perché non vi può essere Connessione intima, d'Anima, se non passa prima attraverso il Cuore.
Una Donna sente, quando un Uomo "entra", vibrazionalmente protetto, in lei.
È come un parto al contrario, in cui si entra protetti, come in un sacco amniotico.
Questo crea una barriera, a livello energetico.
Se l'uomo può sentirsi al sicuro, in questo modo, da coinvolgimenti eccessivi, la Donna deve poter sentire l'accogliere dentro di sé, non il proprio "figlio", ma il proprio Amante.
Il Re Nudo.
Quello che vuole conoscere la vibrazione della tua voce, delle tue parole, delle pause, tra un respiro e l'altro, ad occhi chiusi, per percepirne il riverbero nell'Anima, prima ancora di sentire la potenza della vibrazione, degli spasmi della vagina, a riverbero, sul suo membro.
Una Donna che non vuole sentire l'Uomo a ridosso per competizione, per emulazione.
Vuole sentirlo a ridosso, solo con il suo alito caldo, quando decide di averla, e di inchiodarla al suo desiderio, al suo Cuore.
Alla sua vita.
Perché una Donna, branco di sé stessa, non accetterà mai di vivere ai margini della vita di un Uomo.
Ha già dato.
Per troppo tempo.
Vuole sentire di essere lei stessa, Vita, per l'Uomo.
Ragione di vita o di morte.
Non è dipendenza.
È centralità.
È Presenza.
È essere Protagonisti Insieme.
Senza nessuno dei due ai Margini.
I margini insegnano l'Ombra.
E l'Ombra è Ventre da cui si rinasce a sé stesse.
Ma non è più tempo.
Finché non sarà, il desiderio rimane quello di rinascere continuamente negli occhi dell'Uomo che ci guarda con infinito amore.
Come un sole incastonato nell'iride.
Attraverso il quale, conoscerci e ri-conoscerci, e riprendere da dove ci siamo smarriti, e da dove abbiamo smesso di desiderare i nostri Cuori di Fiamma.
Ci sono Femminini che Ardono di Fuoco proprio, e che per risonanza vibrazionale, fanno ardere ciò con cui entrano in contatto.
La semplice paglia secca, ne viene incenerita.
Il Fuoco vitale, invece, ne risulta rinvigorito, amplificato, esteso.
E, insieme, portano luce e amore, inimmaginabili.
Un riverbero per l'intera umanità.
E poi ci sono donne, che prendono fuoco per un istante.
Il tempo di un'accensione di cerino.
Il tempo di una fumata.
E già, non Ardono più.
Anche queste, sono "donne a ridosso".
Svendute.
Lese.
Monche.
Bisognose di un bacio sul capo.
Come abbiamo visto ultimamente, da chi credevamo fosse "Branco", e si rivelata invece, colei che desidera farne parte, ma non può esserlo.
Come tutti quelli che credono di esserlo, ma emulano una strafottenza coercitiva, tipica dei deboli, di coloro che non sanno essere Branco da soli.
Questo è un Anno 8
L'Ottava sfera del Femminino.
Vetta o abisso.
Ottave alte e Ottave basse.
E quanto starnazzano, le ottave basse, per un po di visibilità.
Le Ottave alte, vengono, in un modo o nell'altro, limitate, svilite, non riconosciute, neutralizzate, piegate da dolori contronatura, quando vedono morire i propri figli, sfregiate come madri, donne, compagne, come è sempre stato nella storia dell'umanità.
Quella vile e bieca, che non sa riconoscere il Talento, il Dono.
Non può riconoscerlo.
Non puoi riconoscere ciò che non è già dentro di te.
Eppure, i Doni, continuano a muoversi silenziosi e umbratili, e compaiono come esplosioni diamantine tra le spaccature di catrame, ogni giorno, creando quella Bellezza soffice, non invasiva, che accarezza Cuore e Anima, dei passi di ogni creatura sulla terra.
Come un soffice tappeto di erba, che attutisce il cuore dalle cadute, dalle sbucciature.
Fa un po' meno male, cadere su questa ovatta di Bellezza.
Un'ovatta cresciuta su un gambo di rovi, come il candido cotone.
Tanto bella, quanto dolorosa.
Un ossimoro vivente.
Perché la Bellezza, quella vera, è un Dono che va meritato.
E si deve aver cura, nel coglierla.
La Bellezza, è sempre dolorosa.
La Bellezza è Donna.
Per questo, mi aspetto, da ogni Donna, che riconosca e rispetti il Dolore, perché lo conosce profondamente, le è connaturato.
E soprattutto, che non ne crei altro.
Che sia, e stia al mondo, per lenirlo, al cui operare, in fiducia e costante presenza discreta, va tutta la mia immensa Gratitudine.
Tiziana Fenu
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