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giovedì, marzo 07, 2024

💛Nuraghe Musciu e il drago Mušhuššu

 Dalla pagina "I Custodi della Memoria", di cui allego il link e la didascalia al video

https://www.facebook.com/share/v/5u7qrhNh3QNTZPk3/

"Siamo in territorio di Cardedu (NU) e i padroni del terreno gentilmente ci accolgono nella loro proprietà e ci danno l'opportunità di ammirare il Nuraghe Musciu.

Il porfido è un nome generico delle vulcaniti del Permiano, un periodo che in Sardegna è stato caratterizzato da un intensa attività vulcanica, grosso modo 200 milioni di anni fa e che ha lasciato questa meraviglia di roccia, dura e tenace: niente di più bello per costruire una meraviglia architettonica (oggi compromessa però)

Cari saluti a tutti, Corrado"


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Vorrei sottolineare una particolarità importante, che sottolinea, ancora una volta, come la Sardegna possa essere Cultura Madre a tutti gli effetti.

Il nome del nuraghe è Nuraghe Musciu, un nome alquanto particolare, costituito da blocchi di porfido, di origine vulcanica, per cui risulta rosso. 

Osservate la notevole somiglianza tra il nome Musciu e Mušhuššu.

Tenete presente che il drago/serpente come il Mušhuššu è rosso, precisamente un drago con il collo e la testa di un serpente corallo, dai pigmenti rossi e bianchi. 

Tenete presente anche che il drago è per antonomasia, legato ai vulcani 

E sottolineo che anche il porfido è di colore rosso, con pigmenti bianchi, quindi lo stesso cromatismo del serpente corallo che costituisce il collo e la testa del serpente corallo del drago Mušhuššu

Tra parentesi, la mia adorata nonna materna, mi chiamava sempre "Muscitta, Muscittedda di nonna", e mi sono sempre chiesta l'origine di questo nome, che indica comunque un Femmino. 

Un Femminino che, per possa essere stato associato alla civiltà mesopotamica, affonda le radici nella nostra civiltà sarda, da periodi, evidentemente, molto precedenti alla stessa civiltà mesopotamica. 

Tra parentesi, anche le rocce di Arbatax, sono in porfido rosso, così come il nuraghe di Tare' ad Ilbono e altri nuraghi. 


Di questo avevo già parlato in un mio post

(  https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/drago-drl-dio-marduk.html?m=0)

di cui riporto il testo

"Drago del Dio Marduk


 Il drago del dio Marduk.

Nabucodonosor II (che regnò tra il 604 e il 562 aC), re di Babilonia, iniziò una serie di ambiziosi progetti di costruzione tra cui la Porta di Ishtar riccamente decorata (575 aC). Un lungo viale processionale collegava la porta sacra al tempio del dio cittadino Marduk e alla sua famosa torre del tempio, conosciuta dalla Bibbia come la Torre di Babele. Le facciate della Porta di Ishtar erano decorate con rilievi su mattoni smaltati, raffiguranti draghi ( accadico: mušḫuššu ; dal sumero: MUŠ.ḪUS, lett. “serpente rossastro” talvolta tradotto anche come “serpente feroce” ), emblema di Marduk, e tori (uro) che simboleggiano il dio del tempo Adad. Il percorso processionale lontano dalla città era decorato con leoni, gli animali di Ishtar, dea dell'amore e della guerra. Dovevano proteggersi dall'avanzare dei nemici, come indica il nome della porta: "Ishtar conquista il suo nemico".

Questo drago è conservato al Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen (DK). Cm 115x164. 

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Questo dice la didascalia di questo splendido reperto. Vorrei fare alcune considerazioni e approfondimenti riguardo la simbologia. 

Come si vede dalle immagini, il drago presenta una testa di serpente ed un collo, visibilmente uguale a quello del serpente corallo. 

Ho avuto modo di verificare che anche la Dea dei Serpenti minoica, risalente al 1600 aC circa, come ho scritto nel mio post(https://www.facebook.com/104545201465861/posts/442172654369779/), ha tra le mani, due serpenti corallo, che sono simbolo del Sacro Femminino, come simbolo di origine della vita, dal mare. 

Perché, come racconterà Ovidio nelle sue Metamorfosi dell'VIII secolo, il corallo nasce dalla testa decapitata di Medusa, per mano di Perseo, che, deposta nell'acqua, fa indurire le piantine acquatiche, trasformandole in rossi coralli, rossi come il sangue. 

La Dea dei Serpenti Minoica anticipa la simbologia di Medusa. 

Ha la potenza del serpente corallo, che con il suo morso provoca paralisi proprio come fa Medusa con il suo sguardo, che pietrifica. 

Il corallo richiama alla simbologia dell'acqua, delle profondità marine dalle quali nascevano le Dee, Iside, Venere, la stessa Maria cristiana, chiamata "Stella Maris", stella del mare", e, come ho scritto nel mio post, nella Bibbia, il termine "nahash", indica sia il serpente, che la progenitrice Eva, tradotta come "vita/serpente femmina/madre di tutti i viventi". 

E trovo straordinario che anche questa Dea Babilonese Ishtar, nella sua porta Sacra, abbia l'immagine di un serpente corallo e di un drago insieme. 

Due animali che simboleggiano il Sacro Femminino. 

Il serpente corallo per la simbologia del "sangue che si cristallizza" nell'acqua, come il sangue della testa di Medusa e dei suoi serpenti sul capo, e anche per il morso che paralizza. La simbologia del serpente, insieme a quella dell'uccello, appartiene a tutte le grandi Dee del passato. 

E poi il drago, per la simbologia di riunire in sé, i 4 elementi di Madre Terra: aria( è un animale che vola), acqua( ama le paludi), terra( si nasconde nelle caverne) e fuoco(sputa fuoco). 

Il serpente corallo, che lungo i secoli, fa da filo conduttore tra le varie Dee Madri, fino ad arrivare alla Maria del Cattolicesimo, che spesso viene rappresentata con il corallo addosso o ricamato, e nell'atto di "schiacciare" il serpente. Ma non lo schiaccia, lo tiene protetto con la parte più vulnerabile del suo corpo, il tallone, la porta dell'Anima del corpo. 

Anche questa Dea babilonese Ishtar rappresenta il Femminino, collegata alla costellazione della Vergine, e al pianeta Venere. 

Il pianeta Venere era considerato una stella, però essendo un pianeta, emana luce riflessa, e il nome Ishtar significa proprio di far risplendere la luce. 

Il simbolo di Venere /Ishtar, la stella del mattino che annuncia la luce del giorno è una stella con otto raggi, associata alla figura del leone. 

Quello di Ishtar è considerato un archetipo. Ishtar è considerata un'intelligenza risplendente, spiritualmente elevata. 

Infatti, così come custodisce, nella terra, la porta Sacra del tempio del Dio Marduk, considerato il Creatore dell'universo, così nella Cabala, in ambito esoterico, Ishtar presiede alla sfera Malkuth, decima e ultima delle  Sephirot nell’Albero della vita. 

Rappresenta la “Sposa” della Sephirot Tipheret , ed è alla base dell’Albero delle Sephirot, l'Albero della Vita, ed è associata alla Terra e significa “sovranità” (della materia fisica), una fonte di vita per tutti gli esseri viventi, che, a differenza delle altre Sephirot, è un’emanazione che emana direttamente da ciò che è stato creato. 

L'unica che genera direttamente dal suo interno, riversano sulla realtà, l'emanazione divina, in piena autonomia, sotto forma di Shekinah. 

Malkuth come il Leviatano, il potentissimo serpente Marino della dimensione terrena, che poi è stato  deturpato nella sua accezione positiva originaria, perché i Levi-tannan, erano gli Iniziati, come Mosè, come anche Cristo, come le divinità femminili delle antiche civiltà legate alla saggezza del serpente. 

Il Dio Marduk infatti viene rappresentato mentre tiene sulla sinistra, la parte del Femminino, un serpente-drago con corna, chiamato Mušhuššu (lett. "serpente terribile"). 

Questo mi ha ricordato mia nonna, che era solita chiamarmi "muscitta", termine molto usato qui in Sardegna, a Cagliari soprattutto. 

Era un nome che mi piaceva moltissimo, e lei diceva che lo diceva anche sua nonna, ma non ne conosceva il significato. 

Mušhuššu e Mushitta( o Muscitta), hanno la stessa radice "Mush-". 

Sarà una coincidenza, ma mi piace pensare che questo vezzegiativo, che indica un Femminino dolce, affondi le radici nella notte dei tempi, fin dal periodo babilonese, e che sia arrivato fino ai giorni nostri, così come la simbologia del serpente corallo e del Serpente, come un filo rosso che unisce tutte le rappresentanti, le Dee del Sacro Femminino, fino ai giorni nostri. 

Corallo, voglio ricordare, che si trova per lo più in Sardegna". 


Alla luce di queste considerazioni, capite bene, che il nome del nuraghe, Musciu, non può essere un caso, essendo legato ai vulcani, come lo stesso drago  Mušhuššu. 

E se poi, vogliamo anche allargarci sulla simbologia del nome Cardedu, la località in cui si trova questo nuraghe Musciu, vediamo che somiglia moltissimo, con la stessa radice, alla parola sarda "cardiga", che significa "graticola che di usa per arrostire", quindi legato, anche questo nome, Cardedu, alla simbologia del Fuoco, dei vulcani, di questa roccia ignea rossa, che ha sempre avuto un'alta valenza esoterica in ogni civiltà, tanto da essere considerata Sacra. 


Tiziana Fenu

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Nuraghe Musciu e il drago Mušhuššu











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