Il primo Marzo, in epoca romana, si festeggiavano i Matronalia, una festa in onore di Iuno, Giunone, l'elemento, l'Essenza stessa, femminile, dell'universo, dei legami matrimoniali, moglie di Giove, la dea Era, della mitologia Greca, la madre anche di Marte, Dio dell'agricoltura, ma anche della guerra., e madre anche di Vulcano, il dio del Fuoco.
In ambito etrusco, era Uni, o dea Feronia, chiamata anche Giunone Sospita ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/01/dea-feronia.html?m=0)
A Giunone erano sacri i noviluni (calende), mentre a Giove erano sacri i pleniluni (idi)
Durante la festa le donne offrivano banchetti e doni ai loro schiavi, attuando un rovesciamento delle parti simile a quello dei Saturnali decembrini.
Le matronae erano le donne sposate.
Giunone, come moglie e sorella di Giove, dea della famiglia, delle unioni, esotericamente presiede alla dimensione delle Anime Gemelle.
Osservavo stamane la mia grande pianta di mimosa, che mi arriva fino al piano superiore della mia camera da letto, dalla quale mi fa sempre compagnia la luna per almeno tre, quattro ore buone, durante la sua apparizione notturna.
Finalmente, dopo tanti anni di fioritura anticipata, la vedo fiorire nel suo giusto periodo, in occasione della festa delle Donne.
Trovo sempre tanto sincronismo, tra cielo e terra, tra lunazioni, Archetipi, numerologia, e la Natura, sembra stia seguendo il suo naturale percorso, quest'anno, e noi con essa, con i sincronismi che l'Universo ci offre.
Sembra tutto orchestrato alla perfezione. Tutto al giusto posto.
Nel bene e nel male.
Come è giusto che sia.
Ieri eravamo governati dall'Archetipo Shin, il ventunesimo, la Fiamma Divina, che ha anticipato questo giorno, questo primo Marzo dedicato proprio alla Dea del Focolare, Giunone
Ritrovarci nella Fiamma, nel focolare, come veniva celebrato in onore di Giunone, la dea del matrimonio, delle unioni, della regalità e Intelletto Supremo.
La Regina.
Curioso come la parola "focolaio" con quella desinenza in "-io", sembra quasi rappresentare un'energia opposta a quella del fuoco, anche del focolare domestico.
Perche' diciamo il "calore del focolare domestico" e non il "focolaio del calore domestico"?
Il focolaio riporta ad un qualcosa di negativo, tutto concentrato e autoreferenziale verso "quell' -io" che non è radiante, e non si propaga come il calore del fuoco, o del focolare.
Un qualcosa che è purulento, infettivo.
Un concentrato di egoismo, di negatività, rispetto al focolare o al fuoco, che fa famiglia, nido, solidarietà.
Come quando nelle tribù ci si siede davanti al fuoco e si solidarizza, e si esce al di fuori del nostro io, del nostro egoismo.
I focolai epidemici, sono l'esatto riflesso della condizione patologia nella quale ristagna l'umanità, chiusa in un "io" egoistico. Autoreferenziale.
Che fa i propri interessi.
Che non riesce a trasformarsi da focola-io a focol-are.
Dove quella desinenza in - ARE, che in inglese corrisponde al verbo essere, declinato alla seconda persona singolare e plurale ( you are, we are, "tu sei/noi siamo" ), si incasella in una dimensione identificativa di appartenenza, di integrità con sé stessi.
In un contesto che prevede, ed ingloba anche l'altro/i, e, nel contempo, in una dimensione di scambio e di comunità, irrealizzabile.
In una declinazione sociale, e una desinenza lessicale, declinata in un "-io", governato da un "io" autoreferenziale.
Ecco dove nascono le epidemie.
Dove c'è ignoranza.
Nel senso che proprio si ignora l'altro e gli altri.
E si sta soli. Sul crinale delle proprie certezze.
Soli e infettati.
Infettare .
Da "infecto", dal latino, che significa "avvelenato'.
E "affetto", ha due valenze..
Affetto in senso buono, nel senso del bene che si vuole.
Ma anche "affetto", nel senso che si è stati contaminati da una malattia tramite "un'impressione".
Come dire, siamo stati impressionati nell'affezione.
Curioso, questo verbo che usa il vocabolario.
"Impressionare"
Creare una pressione, lasciare un segno, usato sia nell'accezione negativa che in quella positiva.
Per non parlare del termine. "affezionarsi", che indica un legame, un segno che l'uno imprime, "impressiona", appunto, sull'altro.
Sarebbe bello affezionarsi, creare infezioni d'amore, e riportare ad unità anche il senso di un una parola che dovrebbe avere solo una valenza, quella positiva.
Come quella del fuoco.
Che poi si è diramata in positiva e in negativa.
Per darci la possibilità continua di scegliere.
Di sceglierci.
Se essere focolari o focolai.
Se essere propulsori energetici e termici, verso l'esterno o verso l'interno.
E se morire infettati o affetti , nel senso " pervasi di affetto".
Anche la parola "contrarre", ha due valenze.
"Contrarre matrimonio", per stare nell'ambito giunonico delle unioni, e "contrarre malattia", nella sua accezione più negativa.
Come sempre l'Universo è meraviglioso.
Ci offre sempre le chiavi della scelta.
Sta a noi. Solo a noi. Capire e sentire.
Dove batte il cuore.
Sempre.
Dove creiamo un focolare, e non un focolaio, che in fondo rappresenta, l'energia distorta di Giunone, accecata dalla gelosia verso Zeus, e le sue numerose amanti, al punto da diventare vendicativa, punitiva, autoreferenziale, anche procreando senza il Mascolino.
Cerchiamo di stare in quella dimensione monadica, originaria, amniotica, ancestrale, propria del segno dello Scorpione , che presiede alla Lunazione calante nella giornata di oggi, di profonda connessione con il nostro abisso amniotico, con la nostra Essenza, con le nostre Radici monadiche.
Con il nostro valore, la nostra "misura", per usare lo stesso termine che contraddistingue l'Archetipo Lamed di oggi, con funzione "misura".
Giunone si perde nei meandri di sé stessa.
Relaziona il proprio valore in rapporto a quanto Giove la tradisce, e così, si snatura, viene meno a sé stessa, infettandosi di risentimento e odio.
Celebriamo la Giunone Regina del focolare, creando nidi, templi, dimensioni privilegiate.
Inanzittutto con noi stessi, in equilibrio e comunicazione con le due polarità.
Sottolineo questo aspetto, perché nel passaggio mitologico esegetico di Giunone come Dea Madre, la sua figura è stata declinata da "custode del focolare", a "focolaio" di gelosie e rancori, addirittura, tramatrice di inganni, poiché moglie tradita e invidiosa dello stesso marito Zeus.
Una penalizzazione che sicuramente l'ha declassata in concomitanza del passaggio dal Matriarcato al patriarcato, trasformandola da Grande Dea Madre, potente e misteriosa, carismatica, a "moglie ferita, incattivita, rancorosa", vittima degli accadimenti, piuttosto che nel pieno della sua potenzialità energetica di espressione.
È scivolata, dall'essere focolare, ad essere focolaio, nell'accezione negativa del termine.
Essendo, Giunone, figlia di Saturno, è facile intuire il veicolo metaforico di cui si è fatta Portavoce.
I nostri ruoli, spesso ci imprigionano in dinamiche karmiche che ci portano ad identificarci con essi.
Giunone non è la moglie tradita, o vendicativa, o dilaniata dalla gelosia.
Giunone è oltre questo.
Sono le dinamiche karmiche, ad averla inglobata nei loro meccanismi distruttivi, perché queste dinamiche, sono sempre distruttive.
Ci allontanano dalla nostra Essenza, e finché si ripresentano, significa che abbiamo un'identità Animica, non sociale, di ruolo, da ripristinare.
In questo modo, il nostro autentico Fuoco interiore, rimane inespresso.
Un potere vulcanico ribollente.
E, per restare in tema del venerdì di oggi, legato a Venere, secondo Omero Giunone era nemica dei Troiani perchè Paride perché aveva dato la mela della bellezza a Venere anziché a lei.
Ma Venere, è uno degli aspetti stessi della bellezza giunonica, abbondante, in esubero, di Giunone, che lei più non riconosce.
Dobbiamo essere quello stesso tempio integro, caleidoscopio, che fa venire voglia di entrarci a piedi scalzi, con sacralità, sapendo di trovare un focolare, una Fiamma sempre ardente, viva, nutriente, luminosa, centro propulsore di Bellezza e Giustizia, e soprattutto della nostra intima Essenza.
In Verità, sempre.
Con infinita Gratitudine sempre.
Tiziana Fenu
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Primo marzo Matronalia di Giunone
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