C'è una differenza abissale tra conoscere e sapere.
Il conoscere sfama.
Il Sapere nutre.
Ci si accorge subito, della differenza, quando ci agganciamo a cose che non nutrono.
È una crescita apparente, che manca però della sostanza.
Il Sapere è come un Pin universale, che apre le porte a più dimensioni, a più contesti, collegandoli tra loro.
Creando un reticolo di informazioni che acquisiscono tridimensionalità e contesti spazio temporali nei quali ci insinuiamo, come un cuneo di sostegno che diventa collante tra due elementi.
È in quel momento, che si percepisce la fluidità del sapere, e come in esso si celi, attraverso il veicolo del significante, il codice del significato.
Significato, che, più si restringono i giri, i percorsi spiralizzati che creano le nostre cattedrali proiettate verso l'Origine, più ci riconduce alla percezione della nostra intima Essenza.
Poiché, attraverso il Sapere, ricompattiamo l'Integrità Originaria perduta, frammentata.
Il Sapere ci riconduce a quel frammento ci cielo, di universale, di Divino, che è in noi.
È un ebbrezza difficile da spiegare.
È come sentirsi parte di una dinamica in cui noi stessi siamo dinamica energia.
In cui ci sganciamo da quella sterile e bidimensionale condizione di ingranaggio di una catena di montaggio sociale a cui questa dimensione ci limita e perimetra.
In cui siamo un numero, un codice a barre, un codice identificativo, ma non un'identità nella sua accezione più nobile.
Identità
Dal latino tardo identitāte(m), deriv. di ĭdem ‘la medesima cosa’.
"Creati, uomo e donna, ad immagine e somiglianza di Dio", così dice la Genesi.
Non siamo stati creati per essere dei cloni mal riusciti e limitati da questo scafandro umano.
Nel momento del concepimento stesso, si crea una notevole fonte luminosa di energia.
Il nostro stesso corpo, produce energia.
La nostra Anima, trova espressione e Manifestazione in noi, in base a quanta energia le offriamo a disposizione, come pensieri, come emozioni, come reazioni.
Non ci si può mai sentire soli, se si entra in questa Dimensione, perché è come un reticolo che si aggancia a migliaia di altre situazioni, dove non esiste la percezione spazio -temporale, perché la creiamo noi, non appena vi accediamo con il nostro Pin.
Con la nostra Pin-eale.
Con la consapevolezza, e la capacità di vedere oltre il segno.
Oltre il limite, oltre la forma.
Perché la forma, "in-forma" soltanto.
Ci obbliga a starci dentro.
A non spaziare.
Con il desiderio, e l'istinto sospeso, di andare a colorare oltre i bordi, con i colori della nostra Anima.
Ma vedere oltre essa, eviscerarne la sua intima Essenza, significa capirne le Frequenze che modulano le dimensioni e gli equilibri tra esse.
Tra i vari Regni.
È una sinfonia polifonica perfettamente accordata, se si riesce ad entrarci con passo leggero.
Con cuore curioso.
Con mente ricettiva.
Con umiltà, cuore puro, e voglia di imparare.
Di imparare noi stessi.
Per metterci "in pari" alle Frequenze dell'Universo, e percepire l'Assoluta Bellezza che ha attraversato, come un percorso atemporale, la linea del tempo.
Come un funambolo.
Sospeso tra stupore e meraviglia tra le vette degli Dei.
Ci sono giorni, multidimensionali, come quello di ieri.
Momenti condivisi con Anime di Frequenza, che ti portano lontano, attraverso le quali riallacci i fili di orditi sfilacciati dal tempo, dalle Memorie, ma che ancora vibrano, in Anime Diapason Diamantine.
Ci sono giorni, come quello di ieri, in cui la pioggia battente è benedizione che lava via ogni conoscenza e riporta alla nudità del Sapere.
Come un esoscheletro di millenarie incrostazioni che fai defluire nel Sacro Cuore di Madre Terra.
Come la ruggine del ferro.
Che ha ossidato la struttura originaria fino a renderla malleabile e cedevole.
Rossa brunita, come il sa*ngue di un ciclo, versato per tutte quelle volte che non sei stata fe*rtile ad accogliere i semi del Sapere.
Per tutte le volte che ti sei fidata della conoscenza.
Per convinzione, per sentito dire.
Per insegnamento appreso.
Per convenzione.
Ma non sempre, tutto ciò corrisponde al Sapere.
La conoscenza è solo la punta di un iceberg in cui ciò che è sotto il livello del mare, ne costituisce il vero Sapere.
E ci si deve immergere confidando nel proprio ossigeno, nei propri polmoni, nella propria capacità, di essere, nel contempo, vetta e abisso, come è nella nostra intima Sacra Natura, senza confidare nell'ossigeno esterno, artificiale, a scadenza.
La conoscenza è a scadenza, segue le linee spazio - temporali su una linea diacronica, storica, cronologica.
Il Sapere appartiene alla dimensione sincronica, alle infinite possibilità delle dimensioni parallele.
Delle nostre infinite possibilità energetiche, mnemoniche.
Come una Matrioska dalle infinite scatole.
Tiziana Fenu
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Differenza tra conoscenza e Sapere
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