8 Marzo. E che Donna sia.
Riflettevo sulla costellazione dell'Ofiuco.
Ofiuco non è contemplato tra i segni zodiacali, perché semplicemente è quel "13" che cabalisticamente fa la differenza.
È l'Arcano Maggiore XIII dei tarocchi, la Morte, il cambiamento
Nell'ottica di un'impronta cattolica, non è contemplabile un uomo che riesca a dominare il serpente( Ofiuco), quindi la conoscenza.
Il serpente, dal cattolicesimo, non è considerato come gnosi, conoscenza, Sophia, kundalini, Cristo, apertura.
È considerato solo il male da dominare , da calpestare.
Tant'è che nell'iconografia classica la Vergine Maria lo calpesta con il calcagno.
Ma non è un calpestare. Il calcagno, il tallone, è considerato l'unico punto del corpo dal quale si ha accesso all'Anima, tant'è che anche nella mitologia, Achille ha il suo punto debole, di semidio, nel tallone.
Un Femminino che è stato piegato da un patriarcato, a voler sopraffare la sua stessa Natura, perché Serpente e Femminino si equivalgono. È la conoscenza, la consapevolezza, l'equilibrio tra i due serpenti energetici della kundalini.
La Dea dei Serpenti minoica esprime molto bene questo concetto.
La Madre Cosmica Inanna è sublime Archetipo di questa potente energia.
Il 13 è l'asse centrale tra due "6".
È un "1+3", quindi un "4", la materia.
La Mater-Materia. La Madre Terra.
Le acque primordiali. Sacro Archetipo Ebraico Mem, il tredicesimo.
13 è anche 12+ 1
Una vibrazione unificante dei 12 apostoli più Cristo, che va a squilibrare quell'asse trinitaria intoccabile del 12( 1+2= 3) che non consente nessuna interazione con un'altro uno, rappresentato dall'umano.
Perché 13 diventa uno più tre..quindi 4.
La Mater/Materia.
Materializzazione dell'Ascensione.
Manifestazione del Femminile Cristificato, dei 13 cicli lunari in un anno solare che onorano il Sacro Femminino e i cicli di Madre Terra.
Il "13" era anche un numero sacro presso gli Egizi, catalizzatore e attivatore del Corpo di Luce, così come lo era presso le antiche culture precolombiane.
È l'Essenza della Madre che trasforma ogni cosa, che muore continuamente, come l'Arcano XIII della Morte.
Che ogni mese rilascia il suo ovulo non fecondato, morto, nella terra, per fecondarla, come un sacrificio necessario, affinché la Natura possa Germogliare.
Il mito di Mitra che uccide il toro, affinché il suo sangue possa fertilizzare la terra, l'immagine drl Cristo, il cui sangue versato dalla ferita nel costato, è sacrificio necessario per la salvezza dell'umanità.
Così come, secoli prima, il corpo di Osiride dopo la morte, da cui germoglieranno 28 spighe.
La spiga rappresenta il corpo di luce, l'Oro, l'Horus, l'Essenza trasfigurata in qualcosa di più elevato, di più nobile, purificato.
È il culto misterico dell'iniziazione ai cicli della vita. 28 come il ciclo lunare.
É il culto dionisiaco, dei misteri eleusini, di Iside, il culto di Demetra, che si ripete in epoche diverse, con "testimoni" diversi.
La spiga è collegata alla costellazione della Vergine, la "Spica", poiché il "corpo di luce", può nascere solo in un cuore vergine, non corrotto, collegata alla Venere di questo Venerdì, in onore della Donna.
Lo smembramento della spiga, e quindi di Osiride, sono stati necessari, poiché solo smembrando la spiga, trasformandola in farina, si può poi impastare simbolicamente con l'acqua amniotica del Femminino, di Iside, che darà vita ad Horus.
Ne ho parlato in un mio post, riguardo un'antica usanza pre pasquale, sarda
(https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/su-nenniri.html?m=0)
Ma è il Femminino, l'athanor alchemico della creazione.
Il suo fertile sangue mestruale, che veniva offerto alla terra, in origine, fulcro e Matrice di tutti i riti di nascita e rinascita, del succedersi dei cicli della vita e dei cicli stagionali.
E di questa trasformazione alchemica, di dominio del Sacro Femminino, si è voluto demonizzare solo quel lato oscuro, creato apposta per tenere lontano l'uomo dalla vera vibrazione sacra di consapevolezza e di unione con il Divino, che passa attraverso il Femminino.
Quel Femminino, che si fa colomba, veicolo, con la sua purezza e integrità, nell'iconografia cristiana, dell'energia maschile, per consentire ad essa, di manifestarsi.
Che si fa Shekinah, antica parola caldea, che significa "dimora".
Perché l'energia femminile, la Donna in quanto tale, è "dimora" in tutto.
L'energia maschile confida in lei, è stata scelta per fare, del Verbo divino, carne.
E lei è stata pronta.
Con il suo "hineni"
"Eccomi"
"Hineni" è un'antica parola ebraica, la cui energia ho sentito profondamente nel 2021(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/hineni-il-mio-eccomi-per-il-2021.html?m=0).
Un richiamo a cui i patriarchi Ebraici risposero a Dio.
Ma prima ancora, lo fece la Donna, la prima Donna, Lilith.
Non quella d'ufficio, subordinata alla costola adamitica.
Lilith la Prima Madre. La Sposa dello stesso Figlio. Il Sole Nero che genera il Sole.
La controparte animica di Adamo, con la stessa energia, a immagine di Dio
"Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò" (Genesi, 1:27; 10)
Poi correggono il tiro nel secondo capitolo della Genesi. Prima fanno nascere la donna dalla polvere, poi dalla costola di Adamo.
Ma sappiamo che anche nelle antiche civiltà, in ambito Mesopotamico ed Ebraico, chi deteneva il potere di padroneggiare le due energie, maschile e femminile, era soprattutto la donna.
Basta vedere la potenza che esprime la Dea Inanna, con le due polarità in equilibrio.
Una Donna, che è la fucina alchemica per eccellenza. L'athanor. Il Grembo, naturalmente predisposto alla trasformazione, e a custodire il Dono più importante che esista: la Vita.
Ho visto più volte, rappresentato, un gesto della mano, nei dipinti.
Con la mano destra, con il dito medio, e il dito anulare, uniti.
È un gesto, questo, che appartiene alla via alchemica del Femminino, perché riguarda la mano sinistra, adottato dal Mascolino, soprattutto dal cristianesimo patriarcale e maschilista.
È un gesto che si chiama "mano del Rebis", o più comunemente "Mano Marrana-Mano Marrano"). E' un gesto che simboleggia una forma di palingenesi, tipica del Femminino, che può generare da sola, per partenogenesi.
Il dito medio è collegato a Saturno ed esprime la palingenesi.
L'anulare è il dito medico, terapeuta, legato al cuore, organo sacro ad Apollo, definito il dito "del serpente".
La via del Cuore, della guarigione, è il Femminino.
Chi era alchimista, guaritrice, strega, era la donna, il serpente.
Anche la scelta di mettere un anello nuziale nella mano sinistra, piuttosto che nella destra, ha significato tenere sotto controllo, con un anello, con un "nodo", il flusso taumaturgico del Femminino. Una coercizione, un controllo anche sul flusso di energia femminile.
Ed ecco che invece lo si rappresenta tranquillamente sul lato destro, il lato Mascolino. Su un Rebis, un Cristo androgino.
Per quanto possano "aver cambiato mano", la via della guarigione passa per il Femminino.
Mistificatori come al solito.
La partenogenesi non è solo in ambito mitologico, "adottata" dal patriarcato per legittimare la nascita di guide, di eroi o messia, senza macchia, virginalmente, senza la macchia del concepimento (che ricade solo sulla donna, naturalmente, come una vergogna). La partenogenesi, nella donna, è possibile, perché ha un apparato sessuale completo. L'androgino XX.
C'è la possibilità della donna di concepire partenogeneticamente attraverso la vibrazione elettromagnetica del clitoride.
Questo spiega perché l'infibulazione è così diffusa. L'umanità, ai primordi, era ermafrodita, era un Rebis, si riproduceva senza sperma.
"I ricercatori Lidya e Alexander Gurwitsch hanno dimostrato che le cellule possono emettere raggi in grado di provocare la divisione cellulare nelle cellule di un secondo corpo che si trova a poca distanza dal primo: radiazione mitogenetica. Il ricercatore Crile George dichiara che “la fecondazione” è un processo di materia sottile chiamato anche “fenomeno elettrico”. Generazione dopo generazione verrebbe così trasmessa la fiamma della vita.
Una fiamma” accesa e trasmessa a tutto il genere umano, per mezzo di ogni Madre, dimadreinmadre°, col filo d’oro della vita, il plus biologico, dono del DNAmt, il DNA mitocondriale. (cit. Maria Gabriella Santolisier, ricercatrice).
Quindi inizialmente l’umanità era prevalentemente femminile e si riproduceva senza sperma.
Questa è stata, ed è, la potenza più temuta nella donna, al punto da volerla tenere sottomessa, svilita, deturpata nella sua femminilità.
Una donna che può creare sé stessa dal nulla, spaventa, e anche molto.
Partenogenesi infatti significa creare da una vergine, da un qualcosa che non ha subito contaminazioni.
Le Sacre Vergini che riproducevano se stesse.
Come Demetra e Persefone, fino a che non si è sentita la necessità prevaricante di far creare, alla Vergine, un Figlio maschio, da sacrificare, naturalmente.
In modo brutale, animale.
Un agnello sacrificale, letteralmente.
Mal si è riuscito a conciliare il concetto di continuità matrilineare, senza l'intervento dell'uomo.
Per legittimare l'assoluta necessità della presenza maschile, ci si è dovuti inventare anche un'interferenza divina negli accoppiamenti sessuali.
Mi riferisco ai Nefilim citati dalla Bibbia, i semidei che si unirono con le umane, così come è rimasto nella mitologia greco-romana.
I Giganti Atlantidei sono esistiti a prescindere dalla conferma biblica.
Ora come ora, i feti nati per partenogenesi, sono considerati, dalla scienza, come delle cisti, e vengono asportati chirurgicamente.
E si è fatto di tutto, nelle varie civiltà, da quando ha iniziato a prevalere il patriarcato, per osteggiare e indebolire la donna in fase pre-fertilita', per impedirle di procreare in modo partenogenico.
Anche alcune specie di serpenti si riproducono per partenogenesi, tra altri animali.
Per questo, la Donna, sente il Serpente come suo simile. Si identifica con esso.
Non lo teme. Lo protegge.
Con quella parte del suo corpo, il tallone, che è la più vulnerabile. Perché si fida.
Inanzittutto di sé stessa, della sua stessa Essenza.
E in questo fidarsi, e riconoscersi, dovrebbe identificarsi anche la sua controparte animica, il Mascolino.
Non si può essere sempre Guerrieri.
Il Mascolino ha un'energia elettrica, che stimola il magnetismo del Femminino.
Senza l'energia del Mascolino, il caos entropico del Femminino, non trova una direzione.
Sono necessari l'uno all'altra.
Per questo venerdì 8 marzo 2024, abbiamo una Luna Calante ancora in Acquario, governati dal diciannovesimo Sacro Archetipo Ebraico Qoph, e dall'Arcano Maggiore XIX del Sole.
Un venerdì che onora Venere, il Femminino, la Luna, che oggi si ritrova in dialettica energetica con il sole, con il Mascolino, di cui è Forma e Manifestazione.
L'Archetipo Qoph ha una funzione "legante", con una valenza sublimata, quasi dall'elemento Aria, elemento di questa luna calante in Acquario, un cui i due elementi opposti, si fondono, sublimati nelle loro Essenze, a formarne uno nuovo, svincolati dalle vecchie forme.
È il numero della luce, che rivela e sublima anche le ombre.
Ogni 19 anni, nel calendario di Meton il ciclo solare, corrisponde al ciclo lunare.
In questo 19, si ritrova l'armonia, la perfezione della creazione, come le 19 circonferenze che formano il Fiore della vita completo, che, guardacaso, si trova in un tempio dedicato al Sole, a Osiride, nel tempio egizio di Abydos, che ha in sé, lo schema della Genesi.
Si trascende il dualismo e si entra nella dimensione del legame sacro, della ierogamia, perché si entra nel legame energetico, di frequenza.
È questo, il senso dell'espansione energetica, superando il dualismo oppositore della materia
Un'esperienza estatica, perché si percepisce il Tutto dentro di noi.
Ci si autorigenera.
Esattamente come la partenogenesi femminile. Come un grande grembo caleidoscopio.
Questo è un grande Dono, dal punto di vista alchemico, da imparare.
E le donne, sono grande maestre in questo.
Assorbono, cambiano pelle, colore dei capelli, delle unghie, alchemizzano, si adattano, piangono, ridono.
Amano.
Fanno l'amore.
Creano Amore.
Sanno essere Amore.
Pur essendo sempre presenti a sé stesse.
Pur restando sempre integre, nella loro Essenza.
Per poter cambiare, si deve avere un punto fermo.
In sé stesse.
"Hineni"
"Eccomi".
Se sto in me, in me ritorno.
E che Donna sia.
Nell'immagine "La Scapigliata" di Leonardo da Vinci, 1508
Tiziana Fenu
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