Ebe – la giovinezza – è per i Greci una divinità femminile, figlia di Zeus ed Era, sorella di Ares e Ilizia, la dea che sovrintende ai parti. Essa svolge la mansione di aiutante degli altri numi ed è associata a immagini di grazia e gioia, per il suo legame con attività quali il banchetto e la danza .
Quando Eracle , dopo la morte, ottiene il privilegio di abitare sull’Olimpo, riceve in sposa Ebe.
In questo modo, il personaggio accede a quella condizione di giovinezza perenne che è prerogativa esclusiva delle divinità. L’essere umano, che dagli dèi riceve le sventure, non può trovare rimedio contro la morte né difesa dalla vecchiaia: cosí cantano le Muse al suono della cetra apollinea, mentre un coro di dee, tra le quali figura Ebe, si muove a passi di danza.
Eracle stesso, durante la sua vita, combatte contro Geras, nemico terribile.
Si tratta della personificazione della vecchiaia, raffigurata con le fattezze di un uomo nudo, molto piccolo ed emaciato. La senilità come sciagura e privazione dei beni della giovinezza è tema che attraversa tutto il pensiero greco. Il mito valorizza tuttavia anche il prestigio sociale guadagnato dal vecchio, che ha acquisito un bagaglio di conoscenze e abilità fondamentali per la vita comunitaria.
La caratterizzazione di Nestore re di Pilo è emblematica in questo senso. A causa dell’età, egli non prende parte alle competizioni sportive , non affronta gli avversari in duello ed è lento nel guidare il carro.
Eppure, riceve i massimi onori da parte degli Achei e a Troia primeggia in saggezza; è abilissimo oratore e dalle sue labbra scorrono parole piú dolci del miele.
Raggiungere un’età straordinariamente avanzata è segno di particolare predilezione divina: è un dio infatti che ha concesso all’essere umano di superare la misura del destino di norma assegnato ai mortali.
Cosí accade nel caso dell’indovino tebano Tiresia, che vive per sette o nove generazioni . Vecchiaie prodigiose di questo tipo suscitano grande ammirazione agli occhi degli altri uomini: il giovane Telemaco , figlio di Odisseo, quando incontra per la prima volta Nestore è impressionato dal vegliardo, che ha conosciuto tre generazioni di uomini, e lo paragona a un nume immortale .
Il modello degli dèi che vivono in una condizione di eterna giovinezza torna in racconti che hanno per protagoniste alcune collettività mitiche, collocate in un altrove remoto.
Tratto da "Il sapere mitico" A cura di Maurizio Bettini. Giulio Einaudi Editore
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Dea Ebe, la dea della giovinezza. Scultura di Antonio Canova, 1799
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