L' agrifoglio, il "colostru" sardo.
Pochi sanno che il Natale non è una festa cristiana, e che le sue origini sono di molto precedenti alla nascita di Gesù.
Ma questo l'ho già sottolineato parlandovi dello Yule, del solstizio d'inverno del 21 dicembre, quando il Sole raggiunge il punto più basso nel cielo, poi inverte la rotta, e torna a salire, rinasce ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/12/yule-in-sardegna.html?m=0)
Era questo, ciò che si celebrava anticamente
Era il culto del 'Sol Invictus", della nascita del Sole Bambino
Un Sol Invictus celebrato anche negli antichi santuari orientali, dove si celebrava una vera e propria natività di un Sole nato da una Vergine, con un Padre Cosmico creatore.
Questo lo abbiamo visto anche in quella rappresentazione triadica custodita da due cerchi, quella della quale vi ho parlato nel mio post sulla Domus de Janas Mesu e' Montes di Ossi( Ss) ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/perche-il-nostro-presepe-in-sardegna-lo.html?m=0)
Ma la mia attenzione, oggi, si vuole soffermare su quella Y dello Yule, del Bambino Solare nascente, che in Sardegna, acquisisce la valenza di Suprema Divinità solare, intesa come Padre Solare.
Una Y che è la chiave di lettura di tutta la simbologia di tutta la nostra civiltà, come abbiamo visto dal mio ultimo post.
Ma la Y, mi colpisce anche per un'altra cosa oggi, che contribuisce a creare un'altro tassello che si incastra benissimo con i precedenti.
La Y è anche lo schema della struttura dell'agrifoglio, simbolo per eccellenza, del Natale, e presente anche in Sardegna.
Quando ho letto il nome della sua trasposizione in lingua sarda, non potevo credere ai miei occhi.
In sardo, l' agrifoglio si chiama "colostru", (.. Agrivoddu, alasiu, arangiu furisteni, golostru, lau spinosu.. Basta cercare nel sito ufficiale "Sardegnaflora", e cercare agrifoglio), ed è lo stesso nome con il quale si chiama anche il colostro, la sostanza preziosissima prodotta dalla ghiandola mammaria, nelle prime 12/24 ore dopo il parto, che ha una funzione immunitaria importantissima.
Mi sono chiesta perché chiamare l'agrifoglio, con questo nome, che senso aveva, e soprattutto che legame ha con il colostro.
Poi ho capito che non è tanto la pianta in sé, a portare in grembo questo significato così importante, ma proprio la sua struttura ad Y, che nella civiltà Sarda è così prepotentemente presente, come simbolo di regalità solare, di potenza, di immunità, anche, come il colostro, visto che si parla di regalità, di figli di un Dio solare, taurino e uterino insieme.
-Agrifoglio
-Toro
-Utero
-Nuraghe trilobato
-Tombe dei Giganti
-Struttura uterina interno delle Domus
-Y come prima lettera del tetragramma/trigramma divino, estremamente presente nella nostra Antica Civiltà Sarda.
Tutte queste cose, hanno una struttura ad Y, e tutte queste cose rimandano ad un unico concetto: natività regale.
Talmente forte, questo concetto di regalità nella natività, che la stessa Y, di per sé, nella traduzione sanscrito-inglese (e sappiamo bene, e visto più volte, come il sanscrito, così come la spiritualità indù, abbia cose in comune con la civiltà e lingua sarda), significa "corona e ricchezza".
In celtico, la Y, rappresenta la nascita, il roveto ardente di Mosè, il rovo sul monte di Dio, il monte Oreb, che brucia, ma non si consuma, quando Dio ordina a Mosè di portare fuori gli Israeliti dall'Egitto. O forse erano gli antichi Shardana, visto che una tribù dei Dan, era proprio attivamente presente per la protezione di Mosè, durante l'attraversamento del deserto.
-La Y come la pietra filosofale, la pietra della creazione.
-Unione dei complementari.
-La Kundalini con le sue due Nadi, la completezza.
Ma la Y ha anche un corrispondente numerico 700, che la associa alla lettera Tau, il ventiduesimo e ultimo, Sacro Archetipo Ebraico, che non sto qui a spiegare, ma dico solo che indica la completezza avvenuta, dell'opera divina.
Ricordo solo che la Y/Tau, viene ripresa in ambito cristiano, come ho già scritto nel mio post sullo Yule, come simbologia della croce della crocifissione, ma che, inizialmente, in tutto l'ambito egizio, siriano e mediorientale, rappresentava il Tau/Y degli Iniziati ai Sacri Misteri, nei quali venivano adagiati su queste "croci", per ricevere l'iniziazione, in un luogo al buio, e vi restavano per tre giorni, fino a quando, il terzo giorno, venivano esposti ad un raggio di sole in corridoio, sul viso, ad abdicare che l'iniziazione alla saggezza e consapevolezza solare, era avvenuta.
Pratica che sembrerebbe proprio come quella delle Tombe dei Giganti, dove avvenivano i riti di incubatio e di guarigione .
Y/Tau che poi è diventata il simbolo di San Francesco e dei Cavalieri del Sacro Graal, i Templari.
Infatti la Y, il Decimo archetipo ebraico Yod, la prima lettera del tetragramma divino Yhwh, che ritroviamo, come spiegato tante volte dal prof. Sanna, anche nella nostra scrittura Sarda, come "yh", come "padre solare", oltre che significare il 10 (una stanghetta e un cerchio, perfezione divina di maschile e femminile), rappresenta il primo grado di livello di iniziazione, il passaggio dal dualismo all'unità e la rinascita, poiché indica anche l'autorità divina, Regale, del Semidio, del "sacerdote/sciamano".
Infatti secondo un metodo di studio e di decodifica numerica detta "gematria inversa" con metodo J. King, alla Y corrisponde il 12, che ridotto teosoficamente diventa 3(1+2),e sappiamo bene, quanto nella civiltà sarda, il tre e multipli, siano sempre presenti, soprattutto il numero 12, tanto da essere chiamato" su Santu Doxi", numero estremamente simbolico.
Ma un altro passaggio importante, per capire il collegamento tra "agrifoglio e la sua traduzione in sardo in colostru", inteso come nutrimento immunitario, è il fatto che la struttura ad Y dell'agrifoglio, è la stessa di un'altra struttura ad Y, che, ancora una volta, nel suo giro, approda alla Sardegna.
La struttura ad Y nelle rune celtiche ( .. e mai dimenticare che parlare di celti, é parlare anche di Antichi Sardi) rappresenta la Runa Algiz, che viene chiamata "orma del Cigno".
Infatti in antico germanico, "alkaz", significa "cigno".
Così come è presente, nella mitologia indù, ed è chiamato Ham-sa, ed è calvacato da Brahma, e rappresenta, nella sua forma più alta e mistica, l'unione di Shiva e Parvati, la sua Sposa, che si uniscono fino a raggiungere un livello superiore di consapevolezza, in unione mistica tra principio maschile e femminile, tra Shiva e Shakti, la sua sposa d'Anima.
E proprio il Cigno, abbiamo visto, come sia strettamente legato, come disposizione "triangolare/ad Y" stellare, e come fonetica, al "Cygnus" "cunnus" (in latino, "cunnu" in sardo), che riproduce il Sacro Graal uterino, nutrimento immunitario, poiché indica la Croce del Nord, la stella Polare, che porta alla salvezza, alla protezione e alla sicurezza.
Quindi, il Cigno rappresentato da una Runa Algiz che è a forma di Y triadica
Cigno che era animale Sacro alle Walkyrie, le Donne Sacerdotesse, come le Janas.
Cigni, che sono in stretta correlazione con i Tuatha De Danaan, (e ritorniamo agli Shar-Dan, agli Antichi Sardi), simbolo di saggezza, purezza, Fedeltà.
Legato ai tre elementi dell'acqua( dove nuota), dell'aria (dove vola) e alla terra(dove si posa)
Ma, il cigno, rappresenta soprattutto il Fuoco del Sole, da cui trae il suo potere per padroneggiare gli altri tre elementi, che entrano in comunicazione tramite esso.
-Il Cigno "Fuoco/Nur"
Il Nur di Nuraghe, che è Cigno/Cono/Cunnus/utero/Fuoco
Perché, come ho già spiegato in un mio precedente post, è il Fuoco/Athanor femminile, che consente la creazione, come un calderone
Il Cigno simbolo del Santo Graal, del Sacro Femminino, e della sua cavalleria mistica di protezione della Rosa Mistica, incarnata poi, nell'Avatar della Maria Maddalena, come altre prima di lei, Iside, e tutte le Dee Madri a partire dal Paleolitico , I Templari, con la T del Tau, che è un adattamento della Y iniziale, come simbolo degli Iniziati, e della coppa della Conoscenza, del Sacro Graal, di cui il Femminino, il Cygnus/Cunnus, è depositario .
Perché nel suo ventre, custodisce il trilobato, il seme creativo della vita.
Ed ecco perché, l'agrifoglio, viene chiamato, in lingua sarda, "colostru" .
Perché la sua disposizione ad Y, con le Bacche rosse del fertile sangue mestruale al centro, rappresenta il nutrimento immunitario, che protegge. Quasi un'investitura Regale, così come rappresenta la Y nella scrittura.
-Un'appartenenza alla divinità solare, che è Padre e Madre insieme
-E insieme, immunizzano, come il colostro materno, da contaminazioni
-Un simbolo elitario di appartenenza
-Di immunità permanente, quella della Y
Perché non solo è Padre solare, ma anche Sacro Graal, Cigno/cunnus, Sacra Madre Lunare.
Chi più, dei propri genitori energetici, Cosmici, può offrire immunità?
Dall'agrifoglio in senso stretto, non se ne ricava niente. È pure tossico.
Ma visto in questo senso, come un seme della vita, un trilobato Y, grembo, l'agrifoglio/colostru, acquista tutto il senso del mondo, anche e soprattutto, come colostro simbolico.
Agrifoglio sacro, usato per i Solstizi Saturnali.
Simbolo del Natale.
Ma anche l'albero, con la sua tipica conformazione a cono, come un nuraghe.
Gli Antichi Sardi, continuano sempre a stupirmi. E chissà, quanto ancora da scoprire, tra le pieghe di ciò che ci sembra banale e scontato.
Tiziana Fenu
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L'agrifoglio, "su colostru" sardo
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