Stavo visionando questo video,
https://fb.watch/ocvxWn1HJR/ in cui si illustra un bellissimo anello esposto al
Museo Archeologico Ferruccio Barreca (MAB) rinvenuto in una necropoli "Punica" vicino a Sant'Antioco.
Poi mi spiegano come fanno a definire punico questo reperto ( immortalato nel fermo immagine del video), quando sono presenti elementi decorativi esplicitamente sardi come simbologia e come struttura.
Il fiore centrale ha 8 petali.
Ho sottolineato e approfondito più volte( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/la-simbologia-della-stella-otto-punte.html?m=0) come la simbologia della stella a 8 punte, che rappresenta il Sacro Femminino( basta pensare alla stella di Ishtar in ambito Mesopotamico) fin dai tempi antichissimi, sia estremamente presente anche nella nostra Civiltà, tanto da arrivare fino ai giorni nostri, presente negli antichi rosari di eccellente manifattura.
Intorno alla stella a 8 punte, cinque cordonature.
Il cinque è ancora numero, del Femminino, Archetipo He, con funzione "vita", la H del tetragramma divino YHW, presentissima in Sardegna. Lettera rappresentata da una Tanit, perché la conformazione ad H simboleggia il Sacro Femminino in equilibrio con le due polarità delle due energie, come sempre è stato rappresentato.
Ishtar, Inanna, la dea dei Serpenti minoica, e molte altre Dee, che rappresentano in questo equilibrio mercuriale, di scambio equo tra le due energie, le due nadi della kundalini, Ida e Pingala, il Femminile e il maschile, la possibilità di accesso alla dimensione divina, che era prerogativa della dimensione Femminina, prima che, con il subentrare del Patriarcato, diventasse di esclusivo dominio del Mascolino.
A ridosso delle 5 cordonature, c'è una decorazione formata da 34 elementi decorativi in "vetro", bianchi e blu, così li hanno definiti, ma potrebbero essere cristalli più preziosi.
Ma comunque sia, sono il simbolo dell'integrazione delle due polarità, 17 "femminili" e 17 maschili.
Il 17, sommato, è un "1+ 7", che mi dà un 8, e ritorniamo alla rosetta con 8 petali, simbolo del Femminino.
Una corrispondenza, quella del 17, che ritroviamo anche in un altro anello, con rubini, tipicamente sardo, chiamato "Sa mura sarda" ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/sa-mura-sarda-anello.html?m=0), in cui abbiamo 17 rubini.
"L' Arcano Maggiore 17, nei Tarocchi è simboleggiato da una stella.
"Nascere sotto una buona stella" è altamente beneaugurante
Ma il 17, nella sua riduzione teosofica, diventa un' otto (1+7),che indica l'infinito, ciclicità che si ripete, unione di cielo e terra, unione continua e dinamica tra gli opposti, tra maschile e femminile. È il simbolo stesso della creazione dinamica, del divenire"
Ma se vogliamo, il 34, è un 3+4, la dimensione spirituale( 3) che dimora nella dimensione materica (4), che sommati tra loro, mi danno un 7, numero Femminino per eccellenza.
Un ciclo lunare di 7 giorni.
I 7 chakra della kundalini, che è l'energia Femminile, la Shekinah, che contiene, come una coppa, le due polarità.
Intorno a questa decorazione di 34 elementi, un'altra "crodonatura", la sesta, tecnica tipica delle nostre lavorazioni, sia orafe, che nei cestini, chiamati, appunto, "is crobeddasa".
Ma l'elemento forse tipicamente più sardo, sono le doppie spirali, presentissime nella nostra Antica Civiltà Sarda.
Ho già approfondito sulla simbologia delle spirali, anche nel mio recente post sul bassorilievo presente nella Domu de Jana di Bonorva( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/10/domus-de-janas-bonorva-sa-pala-larga.html?m=0)
Ma una doppia spirale, speculare, è una simbogia antichissima nella nostra Civiltà Sarda, che troviamo addirittura in una Domu de Jana, a Oredda, in un bassorilievo Oredda in una colonna all'interno della Domus
I nostri Antichi Padri e Madri, amavano moltissimo la simbologia della spirale
Come nel petroglifo della Domus de Janas Corongiu , nella necropoli di S'Acqua Salida, a Pimentel (Ca)., di cui ho già approfondito la simbologia ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/gli-dei-delle-spirali.html?m=0)
"Sembra un racconto. una storia con ideogrammi.
Simbologia che ritroviamo anche nella sua versione singola, non speculare, come nel
bassorilievo nella nostra Domu de Jana dell'Ariete, a Perfugas(Ss), in Sardegna, metà IV millennio aC. (https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/petroglifo-sardo-e-siciliano-confronto.html?m=0), per il quale è stata evidenziata la similitudine con il bassorilievo proveniente dalla Necropoli di Castelluccio, in Sicilia, in provincia di Siracusa, ed esposto al museo Paolo Orsi di Siracusa, fine III millennio a. C.
Una simbologia presente, in modo evidente, anche in questo anello, molto più recente( si parla della metà del secondo millennio aC), ma che siruramente è un elemento simbolico identificativo della nostra civiltà, come unione di sinergie terrene e cosmiche, contrapposte e complementari, finalizzate alla creazione, che fanno da cornice ad una "crodonatura" a sei circonferenze.
Il numero 6 è la perfezione dell'Unione degli Opposti, riconducibile anche alla simbologia dell'esagono, di cui ho approfondito più volte e legato all'Archetipo Vav, la W del trigramma /tetragramma YHW /YHWH, di cui, come vedete, abbiamo già due Archetipi presenti, La He, e la Vav/Waw
Perché è un anello che simboleggia un'unione Sacra, che parla di fertilità, di grembo Femminino che accoglie e porta il fiore di questa fe*condazione.
Il particolare motivo a "crodonatura", è assemblato a moduli di due, in modo che formi la disposizione della spiga del grano, simbolo di fertilità ed elemento contraddistintivo strutturale e architettonico dei nostri nuraghi, simbolo di fertilità, di incontro, tra cielo e terra ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/05/lavorazione-spiga.html?m=0)
Anello "punico", dicono.
Ma anche no.
Anello tipicamente sardo.
Tiziana Fenu
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