Questo è stato un anno benedetto per me.
Mi ha insegnato a portare nella materia tutto ciò per il quale la vita mi ha sempre allenato.
Ho provato la stessa soddisfazione che si prova nel ripercorrere a ritroso, all'indietro, le orme dei piedi sulla neve.
A far finta di essere scomparsa ad un certo punto, dal percorso, dalla mia stessa vita, e ricomparire.
Con tutto il carico di un pupazzo di neve creato dal nulla.
Sono abituata alla neve.
Ho imparato a giocarci, con le nevicate ghiacciate sull'Anima.
Come quelle palle di vetro che rovesci come una clessidra, e a forza di farlo, ne scorgi anche l'incanto.
Ho imparato a fare lo stesso gioco con la clessidra.
Con lo scorrere del tempo.
A dilatarlo, a modellarlo al mio tempo interiore.
Ero già allenata a questo.
A crearmi un tempo-tempio che consentisse la mia manifestazione.
Nella mia solitudine.
E a non sentirmi sola in essa.
Due parole così simili, tempo e tempio.
Perché in fondo, il tempo, è come un tempio.
Ogni volta che dedichiamo del tempo a qualcosa, a qualcuno, a noi stessi, con amore, profondità e trasporto, stiamo creando un tempio di raccoglimento, di preghiera, di intima connessione.
Questo tempo-tempio, quest'anno, è stato per me.
Non perché l'abbia voluto o cercato.
Ma semplicemente perché la vita, le circostanze, le persone, mi hanno preparato ad esso.
Con la loro presenza o con la loro assenza.
Su molte cose/persone /emozioni/occasioni, ho perso tempo.
Ho perso tempo.
Ho perso peso.
Ho limato.
Ho alleggerito.
Ho fatto decantare.
Mi sono ubriacata di me.
Ho perso tempo.
Ho ritrovato il tempio.
È stato l'anno della mia Manifestazione.
Del mio personale Logos.
Mi sono ascoltata, come ho fatto tante altre volte, e ho percepito la mia personale frequenza.
Sapevo già.
Ma c'era ancora troppo rumore, affinché potessi percepirla chiaramente.
Quando impari a rilasciare, a fare vuoto, diventi cassa di risonanza, e puoi percepire anche il lieve battito delle tue ciglia.
Ho imparato a lasciare.
A non guardarmi indietro.
A non elemosinare.
A non chiedere.
A non credere.
Ad ascoltare.
A percepire.
A ricordare.
A non aver paura del già visto
A non credere alle parole, ma solo ai fatti.
Ma ho imparato a creare con le parole, quella dimensione che mi è stata, di volta in volta, concessa di vivere, di ricordare, di ammirare, di sentire incastonata nel cuore.
Di essere portata tra le mani, come un Dono, per il tempo che mi è stata concessa.
Le Dimensioni del mio Altrove.
Dove ero, e sono, Pienezza e Completezza, in respiro sincrono con l'Universo.
Dove sono stata Manifestazione in altre Forme.
Ho centinaia di vite in me.
Non posso essere mai sola.
Ho imparato a dire "Amore", senza la paura che mi si frantumasse tra le mani.
Ho imparato che non esistono legami, ma solo Frequenze.
E che a volte, si cambia stazione, e non è più importante.
L'importante è continuare a danzare, e percepire l'emozione delle note.
Un ballo lento, in due è meglio.
Ma se non hai la musica nel cuore, anche in due, può essere l'abisso.
Ho imparato ad amare in silenzio, e a quanta dolcezza e protezione possa esserci, anche solo in un pensiero d'amore, di passione.
Ho imparato a non stagnare.
A tenere la mente attiva su più fronti.
A renderla elastica.
Ciò che non segue, lo lascio fermo.
Se anche il corpo non vorrà più seguire, sarà giusto così.
Ha un'intelligenza sua
E sa cosa è meglio per la mia Anima.
Io non inseguo più.
Non disperdo più.
Ho imparato a capire quanto valgo.
Valgo tutto ciò che non mi è stato ancora donato.
Poiché ne valgo l'attesa.
Valgo quell'ombra che ho sempre lasciato alle mie spalle, pur di seguire il sole.
Valgo la luna argentea che mi scalda di tepore, come una figlia partorita ad ogni lunazione.
Valgo un uomo che nei miei occhi veda tutto ciò che può desiderare al mondo, e mi tenga tra le mani come una gemma preziosa.
Sono stata vetro per chi non mi ha riconosciuta.
Ma un Diamante non lesina luce altrui, quando può brillare della propria luce.
Valgo ciò che ancora sta accumulando e custodendo valore per me.
Ho imparato a ridere di me, e con me.
L'affollamento non fa per me.
Devo sentire esclusività.
Attenzione, riguardo.
Sulla distrazione, non mi soffermo più.
So dare attenzione. E attenzione esigo.
Oltrepasso gli occhi e arrivo fin dentro l'Anima. Ma solo se sono fissi sui miei.
Non seguo più. Ho trovato il mio centro.
E il centro, è sempre l'inizio del tutto.
Tiziana Fenu
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Immagine : "Metamorphosis" di Kristian Zaire
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