Il nostro Presepe, lo abbiamo sempre avuto, da millenni, qui in Sardegna.
Siamo nelle Domus de Janas Mesu'e Montes ( Ossi-Sassari). Datazione 3500/4.000 a.C. circa.
Le immagini sono di Paolo Lombardi( https://www.neroargento.com/page_galle/montes_gallery.htm
-https://idese.cultura.gov.it/place/necropoli-a-domus-de-janas-di-mesu-e-montes/)
Le Domus de Janas, dono 18, e in particolare, le Tombe I e II, si distinguono per ricchezza di particolari, entrambe con la pianta a T.
Ho definito la Tomba II, in particolare, come la Sala della Sacra Natività, perché ci sono elementi che mi rimandano a questa dimensione.
Inanzitutto, i tre elementi disposti in modo triangolare ( triade creativa), dentro due circonferenze ( maschile e femminile uniti, che creano) , simbolicamente l'esemplificazione di un nucleo creativo, familiare, come la rappresentazione del Presepe( prima immagine)
Si continua, erroneamente a chiamare questa coppella, come focolare, ma non veniva usato certo come focolare, ma piuttosto, come ho già spiegato, essendo allineato con la falsa porta quadrata, che in questa Domu è sormontata da delle "doppie corna" piuttosto allungate, e con l'ingresso quadrato, è stata creata in modo che attraverso la benedizione dell'acqua, contenuta nel catino, simbolo di purificazione, ma anche archetipalmente, di ritorno nel liquido amniotico del grembo materno, ingravidata, simbolicamente, dal sole, che passa attraverso l'ingresso, anch'esso quadrato, simbolo di Madre Terra, possa creare una ierofania luminosa che si riflette sulla falsa porta nella parete, per benedire il passaggio alchemico nell'altra dimensione.
È un allineamento, ingresso/catino!/falsa porta sulla parete, che si trova anche in altre Domus de Janas, come quella de S'Incantu( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/allineamento-domus-sincantu.html?m=0)
Domu, nella quale troviamo, come in questa di Ossi, la doppia protome allungata al di sopra della falsa porta.
Concettualmente, come ho scritto altre volte, questa conformazione, che rimanda sempre, comunque, ad un concetto di sinergia delle due polarità, finalizzate alla nascita/ rinascita, e che quindi presiedono, come Guardiani della Soglia, a questa zona di confine, rappresentata dalla falsa porta, è estremamente simile alla conformazione dei Torii giapponesi. che rappresentano proprio un portare di accesso, una porta che porta ad una Jinja, cioè ad un santuario, o molto più semplicemente ad un'area sacra.
Praticamente sono dei Sacri Portali che sono semplicemente delle porte che sono simbolicamente dei passaggi dal mondo terreno verso il mondo ultraterreno.
L'etimologia della parola "Torii", pare che derivi dalla parola "Torana", che letteralmente significa "palo per gli uccelli", ed era utilizzata per identificare le strutture ornamentali di ingresso ai templi nella religione buddista, induista e giainista.
Quindi che anche in Sardegna , nelle Domus de janas abbiamo esattamente le stesse porte, con la stessa forma, chiamate "false porte', che erano dei portali di purificazione, quindi un punto di passaggio tra puro e impuro, tra mondo dei vivi e mondo dei morti.
E la presenza di questi Torii anche nella religione giainista mi rimanda anche ad un altro concetto.
Giano era la Divinita' romana degli inizi materiali e immateriali, raffigurato con due volti, e che quindi può guardare sia il futuro che il passato, quindi un ponte tra futuro e passato, esattamente come le "jannas/ janas", le Sacre porte sarde, e non solo.
E allora non sarà che forse i torii( le cui protomi taurine si trovano nelle Domus del Janas) oltre che rappresentare l'elemento fertilizzante che si legava a Madre Terra, forse erano proprio una rappresentazione di una Divinità femminile con le ali ?
D'altronde anche il nome "babbaiola" e' inteso come "b-abba"/acqua che vola".
L'elemento femminile che può passare da una dimensione all'altra.
O anche la parola barbagianni.
( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/simbologia-gonna-plissettata-sarda.html?m=0)
"Barbagianni, e non civetta, come genericamente si attribuisce, alla simbologia del femminino "Dea Uccello", in Sardegna. Innanzitutto, basta esaminare il nome, che già parla da solo, come ho scritto tante volte.
Barbagianni > b-abba(acqua) > jani/o/a ( con riferimento alla jana/ jano/ Giano bifronte, capace di vedere passato e futuro).
Quindi "Jana" ( janna, come porta multidimensionale, anche per l' aldilà, colei che vede passato e futuro. Psicopompo anche nell'aldilà, come lo è simbolicamente, per eccellenza il barbagianni, con il suo manto candido, puro, che può accompagnare le anime nell'aldilà)
Una "B-Abba-Jana" tutta Sarda, simbolo della prima rappresentazione delle divinità femminili legate all'acqua, insieme alla Dea Serpente. Icone archetipali, che sono rimaste nella tradizione, fino ai giorni nostri.
Una traghettatrice tra le due dimensioni, la cui rappresentazione è proprio in quel Torii o "porte finte" che si trovano in ogni Domus de Janas, che non sono semicircolari come le protomi taurine, ma sono stilizzate esattamente le Torii giapponesi.
Una falsa porta alle spalle, sovrastata da due elementi a protome allungata.
Due elementi come il maschile e il femminile uniti, che contemplano la Creazione triadico, circolare, protetta dalla doppia cintura di protezione del Padre e Madre Creatori.
Ancora, su una parete, due "protomi/imbarcazioni/falci di luna" ( notate, sempre la sinergia solare e lunare insieme)
sovrapposte sulla sinistra, di cui una, con un elemento "fal*lico/nuragico" doppio, a clessidra, al suo interno, accolta dalla protome sottostante, un po più grande, poiché è Grembo che deve accogliere la Creazione( seconda immagine)
La conformazione a clessidra, che viene accolta e traghettata dall'elemento femminile, perché è grembo che trasporta il Sole e il suo riflesso.
Alla loro destra, tre protomi in successione, ad indicare il processo creativo avvenuto, e, se non sbaglio, si vedono anche delle conformazioni circolari, tra le protomi.
Potrebbe simboleggiare il Sole, con la sua simbologia di nascita e rinascita, che è giunto al termine del suo percorso, traghettato da Padre e Madre Celesti, nell'altra dimensione.
Su un'altra parete, un'immagine emblematica estremamente stilizzata ma facilmente riconoscibile( terza immagine)
Un ibrido tra una M allungata, che rimanda ad una protome taurina, ma anche alla "M" della posizione delle gambe "a rana", tipiche del parto in posizione accovacciata, che richiama le "donne rana partorienti", già comparse in Anatolia nel 7000 a. C., che poi si evolveranno nelle rappresentazioni delle Sh*eela na Gig, presenti soprattutto nelle chiese romaniche e irlandesi del 1000/1200 a. C.
La loro ostentazione della v*ulva, era un avvertimento contro il peccato e la lus*suria.
In questa particolare rappresentazione, la M dilatata si interseca con un rombo, che rappresenta la v*ulva femminile.
Una chiara rappresentazione del parto, e quindi del momento della creazione.
In un pilastro( quarta immagine), si vede chiaramente il concetto di riproduzione, di duplicazione, e quindi di nascita, che riguarda il Femminino.
Infatti vi è la rappresentazione di due conformazioni a "V", che richiamano la simbologia della polarità femminile, con il vertice vul*vare verso il basso.
Può anche rappresentare la doppia polarità in atto di riproduzione, poiché anche questa configurazione a V, richiama anche la protome taurina stilizzata.
Le protomi taurine, nelle nostre Domus assumono svariate conformazioni, che spesso si prestano ad una doppia chiave di lettura, che implementa in sé anche la polarità femminile, come in questo caso.
D'altronde, la costellazione del Toro, nella sua declinazione astrologica, è un segno femminile governato da Venere.
Un segno di terra, che appartiene a Madre Terra, quindi con una doppia valenza simbolica e archetipale, monadica.
Spirali e altre decorazioni come clessidre, indicano unione del maschile e femminile.
Un contesto assolutamente sacrale quindi.
Di natività, che ricorda una Sacra Famiglia primordiale, vissuta in un contesto in cui viene rappresentato un parto, con quella M stilizzata che interseca il rombo v*ulvare, che è al contempo, maschile e femminile, poiché sembrano delle corna taurine
Rappresentazione stilizzata del parto, ben lontana da quella che poi è stata demonizzata come volgare, ed esposta nelle chiese a monito dall'esporre e dal praticare una se*ssualità ostentata.
Trovo, in questa rappresentazione della nostra Domus de Janas, un'estrema raffinatezza e sacralità.
L' elemento triadico centrale, che non è un "focolare" con la simbologia delle tre fiamme, racconta di una Sacra Creazione protetta dal doppio cerchio, solare e lunare, dei Genitori Cosmici Creatori.
Un moderno Presepe, benedetto dalle doppie protomi lunari, sia sulla falsa porta, che sulla parete, di cui una, con un tronco di cono all'interno, che non può che essere il prototipo fall*ico, di quelli che sarebbero stati poi i Nuraghi, i semi energetici di Madre Terra.
Una sala per partorienti, magari.
Lo dico in base al fatto, che invece delle solite protomi che viaggiano "a tre", a simboleggiare il passaggio Alchemico della "nascita/morte/rinascita", stavolta sono "assemblate" in coppia, con una più grande,il femminile, il grembo, che contiene quella più piccola, sessuata a tronco di cono," nuraghizzata".
E la figura stilizzata partoriente, a "gambe da rana" e rombo/v*ulva in bella mostra, parla, appunto di un parto, di parti, che si sono consumati dentro quella Domus de Janas.
Dentro "quelle" Domus de Janas.
Ne parlo al plurale, perché hanno quasi tutte una conformazione Interna a "T", come un ut*ero.
Stavolta, non credo si tratti di onorare soltanto la rinascita dopo la morte, ma la vita che si celebra dall'unione dei due elementi, sottolineati più volte, dalle due (e non tre) protomi sovrapposte.
Elementi che quasi fanno da custodi a quella Sacra Composizione centrale
Con quelle tre pietre disposte a triangolo.
Come il trilobato.
Come il fiore della vita.
Come i tre estremi della Y regale.
Della Stirpe regale, figli della divinità solare.
È un Sacro Presepe stupendo, realizzato nel cuore di Madre Pietra e della Terra Madre.
Il Sacro Fiore della Vita della Creazione.
Al di là del guado, o in questa dimensione.
Credo che per gli Antichi Sardi, non facesse differenza, visto la sacralità con la quale si rapportavano anche alla morte.
Che non era morte, ma solo una trasformazione, un passaggio, per un'altra dimensione.
Se notate, nella quarta immagine, quella del pilastro, si vede il soffitto con "le travi".
Soffitto che simboleggia, come ho già avuto modo di scrivere, dal mio punto di vista, la carena di un'imbarcazione, che traghetta nell'altra dimensione, ma anche "sa carena"( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/le-domus-de-janas-non-sono-capanne.html?m=0), la cassa toracica di risonanza, della vibrazione del cuore, del diaframma, del suono, del verbo
Su sanaj, il guarire, e sa nai, la nave, l'imbarcazione, speculari e concettualmente /alchemicamente, complementari alle Janas, che guariscono e che traghettano, custodi delle porte solstiziali, degli estremi del buio e della luce.
Perché, come simbolo del Femminino, sono il punto alchemico equilibrante, terapeutico, equinoziale, in cui la trasmutazione da un estremo all'altro è possibile.
E d'altronde, molti studi attuali affermano che la vera data della nascita del Cristo, risalga al VII secolo aC, e che il mese di nascita sia agosto, o al più tardi, settembre, e non il 25 dicembre, che è una data convenzionale stabilità dal Sacro Romano impero per celebrare il Sol Invictus, la festa solenne del Solstizio d'inverno, in cui il sole si è lissa, ma risorge tre giorni dopo, sconfiggendo le tenebre, come il Sole Bambino.
Una celebrazione, che riguarda quasi tutti i popoli della terra, il dio Mitra, il dio Osiride, il dio Tammuz, il dio Quetzalcoatl messicano, il dio Bacco, il dio Adone, il dio semitico Shamash, di cui ho palato in un mio scritto.
È la simbologia della discesa nelle tenebre, per poi rinascere tre giorni dopo, come un nuovo Sole, o durante l'equinozio di primavera.
Agosto/settembre, per la vera nascita del Cristo quindi, in pieno periodo solstiziale estivo ( le Domus de Janas sono tutte orientate ai solstizi, e quelle settentrionali, in particolare, verso il Solstizio estivo), considerando anche il fatto, che settembre è considerato il nostro capodanno sardo( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/settembre-prof-dedola.html?m=0)
E, visto in quest'ottica, tutto acquisisce un senso ancora più radicato, se, in una Domu de Jana così ricca di simbolismo, viene rappresentata proprio una celebrazione di una natività.
La vera Natività delle Origini.
E su questo, abbiamo, da loro, ancora molto da imparare, e molto da scrollarci di dosso, tutte le "incrostazioni" sociali "e teologiche che il" sistema " ci ha sempre imposto
Tiziana Fenu
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Il nostro Presepe Sardo (Domu di Ossi)
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