.. Quando dico che l'ebraismo può essere nato in seno alla spiritualità degli antichi sardi..
Anche l' antico simbolo della tribù dei Dan era la stella di David a sei punte, che è rimasta nella Sartiglia a rappresentare la sinergia di Padre e Madre Creatore
Dove si parla, del "Gigante, figlio della Divinità, ma anche padre del suo popolo"
La tavoletta A1, rinvenuta nei pressi del Nuraghe Tzricotu di Cabras, ( che rappresenta un sigillo reale di tipo funerario, databile tra il XIV e il XII sec. a. C. Nelle tavolette di Tzrigotu vi sono anche i nomi dei re, anzi dei srdn, da leggere forse shardana, che però significava non popolo del
mare, ma re-giudice, troviamo anche i nomi dei nuragici ad esempio : (iacu= giaci: forse iacob=giacobbe?) e cognomi (de Zori = Dettori, Dezzori, de Atzori o de Zori, e soprannomi (gaurru, gavurru). Sempre nel libro Sanna ci dice che nelle tavolette sono stati usati tre alfabeti sovrapposti ugaritico, protosinaitico o
paleocananeo,e gublita il messaggio però aveva lo stesso significato) secondo me è la rappresentazione della Sephiroth ( Sefirot)
"La parola Sefirot è connessa con sefer (scrittura), sefar (computo) e sippur (discorso), che derivano dalla stessa radice SFR. Il significato basilare è considerato come emanazioni: le Sephiroth della
Cabala ebraica sono le dieci modalità o gli “strumenti” di Dio attraverso cui l’Ein Sof (l’Infinito) si rivela e continuativamente crea sia il reame fisico che la Catena dei Reami metafisici superiori (Seder hishtalshelus).
Le dieci Sephiroth sono:
Kèter, corona o diadema regale (centro della volontà creatrice, ispirazione dell’universo)
Chokhmàh, saggezza (inizio e fine di tutto, pensiero)
Binàh, comprensione, intelligenza (elaborazione e dunque matrice femminile dell’universo)
Dàat, conoscenza (grande biblioteca cosmica che racchiude tutte le memorie dell’universo): è la cosiddetta “sephirà nascosta” e normalmente non entra nel computo delle dieci
Chèssed, misericordia, grazia (centro dell’organizzazione e della concretizzazione, dell’abbondanza, del potere e dell’autonomia)
Ghevuràh, giustizia, potenza, rigore (dimora del “chirurgo celeste” che agisce perché le leggi cosmiche siano rispettate: si tratta del centro maschile dell’universo)
Tifèret, bellezza (legame tra i mondi dello spirito e le realtà materiali, questo centro impianta nell’uomo la coscienza)
Nèzakh, Vittoria, trionfo (centro della bellezza che ispira, della materializzazione dell’amore)
Hod, gloria, onore, eternità (centro che applica le leggi della sephirà di Binah a un livello vicino alla dimensione materiale: si tratta dello stadio finale dell’elaborazione del piano della vita)
Yessòd, fondamento (centro che produce la realtà materiale: trasmette le informazioni di provenienza della coscienza superiore di Tiferet verso il mondo fisico e viceversa)
Malkhùth, regno (centro che rappresenta la realtà fisica, associata al pianeta Terra).
Le dieci Sephiroth (più una) costituiscono l’Albero della Vita ossia il programma secondo il quale si è svolta la creazione dei mondi; è il cammino di discesa lungo la quale le anime e le creature hanno raggiunto la loro forma attuale. Esso è anche il sentiero di risalita, attraverso cui l’intero creato può ritornare al traguardo cui tutto anela: l’unità del “grembo del Creatore”, secondo una famosa espressione cabalistica. L”‘Albero della Vita” è “La Scala di Giacobbe” (vedi Genesi 28), la cui base è appoggiata sulla terra, e la cui cima tocca il cielo. Lungo di essa gli angeli, cioè le molteplici forme di consapevolezza che animano la creazione, salgono e scendono in continuazione. Lungo di essa sale e scende anche la consapevolezza degli esseri umani.
Tramite l’Albero della Vita ci arriva il nutrimento energetico presente nei campi di Luce divina che circondano la creazione. Tale nutrimento scorre e discende lungo la serie dei canali e delle Sephiroth, assottigliandosi e suddividendosi, fino a raggiungere le creature, che ne hanno bisogno per sostenersi in vita. Lungo l’Albero della Vita salgono infine le preghiere e i pensieri di coloro che cercano Dio e che desiderano esplorare reami sempre più vasti e perfetti dell’Essere.
L’Albero della Vita son le Sephiroth costituisce la sintesi dei più noti e importanti insegnamenti della Cabalà. È un diagramma, astratto e simbolico costituito dalle dieci Sephiroth, disposte lungo tre pilastri verticali paralleli (le tre vie iniziatiche) tre a sinistra (la via “ardua” femminile), tre nel pilastro a destra (la via “agevole” maschile) e quattro nel pilastro centrale (la via “regale” che armonizza e concilia gli opposti).
Le Sephiroth corrispondono ad importanti concetti metafisici, a veri e propri livelli all’interno della Divinità. Inoltre, esse sono anche associate alle situazioni pratiche ed emotive attraversate da ognuno di noi, nella vita quotidiana. Le Sephiroth sono dieci principi basilari, riconoscibili nella molteplicità disordinata e complessa della vita umana, capaci di unificarla e darle senso e pienezza."(dal web)
Questo, per spiegarvi, brevemente, molto brevemente, il significato dell"'Albero della Vita con le sue dieci Sephiroth.
Ma che cosa è in fondo, la "scala di Giacobbe", se non quella conformazione triangolare alla base di tutta la koinè della Antica Civiltà Sarda, il tre e i suoi multipli, il trilobato, l'evoluzione del triangolo, in cono nuragico, l' ingresso triangolare dei pozzi sacri e tutto il linguaggio simbolico che si è sviluppato intorno al tre e i suoi multipli, unita e intrecciata ad una Koinè che parla di cicli lunari, solari, della forte valenza cultuale degli elementi della terra, degli Astri?
Un connubio straordinario, che solo una Civiltà come la nostra, poteva conciliare, attraverso un ricercato equilibrio, in ogni campo, delle due polarità, maschile e femminile, rilevabile in ogni espressione formale della nostra civiltà, a partire dalla protome taurina /uterina
Io credo che la storia vada rivista proprio dall' Origine. Gli Antichi Sardi come i Primi Patriarchi, gli Iniziati. I depositari di antiche conoscenze
È stato assolutamente straordinario, per me, vedere e scoprire quale precisa corrispondenza tra la tavoletta di Tzricotu e le dieci Sephiroth, nella loro disposizione
Anche il simbolo del giudicato di Arborea era un albero della vita con 7 rami, come il Sacro Candelabro Menorah ebraico a 7 braccia
Sette, numero femminile. Numero sacro perché indica la completezza dell' umano 4, con la dimensione spirituale 3
Non può essere un caso. Gli Antichi Sardi non lasciavano niente al caso
Non dimentichiamo che l'antico simbolo del popolo dei Dan, gli Antichi Shar-Dan, come ho esposto nel mio precedente post, era proprio lo stesso del popolo ebraico, la stella a 6 punte, la stella di Da-vid, stessa iniziale.
E dire "ebrei", non è in riferimento alle distorsioni che sono nate dopo
Gli "ebrei" spiccavano per intelligenza, acume, senso del commercio
Erano scomodi.
Eravamo scomodi
Per questo hanno cercato di far sparire ogni traccia della nostra Sacra Civiltà
Ma qualche trama è rimasta
Il tanto necessario per riannodarla a quell'ordito che dobbiamo ricomporre, per arrivare alle Origini
Gli elementi ci sono tutti. Sono tutti sotto i nostri occhi.
Ma dobbiamo imparare a decodificarli senza pregiudizi, smantellando ciò che di distorto ci hanno insegnato, e riportare tutto alla luce. Nel modo giusto
Nel modo in cui si merita una civiltà pioniera come la nostra.
Tiziana Fenu
©®Diritti intellettuali riservati
Maldalchimia.blogspot.com
Nessun commento:
Posta un commento