In questo giorno che anticipa il solstizio d'inverno, mi piace omaggiare questo passaggio alchemico così importante postando un gioiello che è sempre stato molto presente nella tradizione orafa sarda, e che in queste due versioni in particolare, rimandano alla simbologia del Sole, della Sv*astica Solare originaria, alla quale gli Antichi Sardi erano estremamente legati( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/pugnaletto-svastica-solare.html?m=0), soprattutto alla simbologia di questo Sole "Taurino/ute*rino" (per me, le due parole sono inscindibili l'una dall'altra) , simbolo di fertilità e di abbondanza
Così come lo sono questi "amuleti funzionali", chiamati "ispuligadentes" ( i "pulisci denti", la versione nobilitata degli stuzzicadenti), che sembrano dei soli radianti, con due estremità uncinate, di cui una, a spatolina, che servivano per tenere puliti i denti, ed eventualmente le orecchie
Un oggetto che denota una grande accuratezza nella cura della propria persona, anche in occasioni pubbliche
Questo tipo di amuleto-gioiello non poteva mancare, nel "corredo" delle donne
Spesso al suo interno venivano custoditi dei "brebus", delle preghiere di protezione contro gli spiriti maligni, e lungo la catenella, spesso venivano incastonati "occhi di Santa Lucia", anche essi protettivi e beneauguranti, di cui ho approfondito in un mio ultimo scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/12/santa-lucia-2023.html?m=0)
Venivano usati anche dagli uomini, ed era usanza che venissero regalati o dalla propria madre, o dal fidanzato, che si assicurava così, di avere una fidanzata "sempre in ordine".
Concetto estremamente legato al concetto di purezza, e di certe pratiche cultuali che esigevano la stessa purezza simbolica delle acque, in una terra, come la Sardegna, nella quale il culto delle acque era estremamente sentito e praticato
Ma al di là della sua funzionalità, resta comunque un oggetto stupendo, realizzato anche in altre varianti che rappresentano il mondo animale.
Se non fossero oggetti prettamente per uso estetico e apotropaico, potrebbero far pensare a delle raffinate e sofisticate armi di difesa, come quelle degli antichi ninja, i "dischetti solari", o a stella con più punte, che venivano lanciati in caso di difesa, gli Shuriken giapponesi, che tradotto significa" arma nascosta in mano"
Che siano nati prima gli "spuligadentes" e poi gli Shuriken giapponesi?
Tutto mi sembra possibile, visto che l'Antica Civiltà Sarda era molto avanti su moltissimi aspetti, rispetto alle altre civiltà
E a ben vedere, uno "spuligadente" sardo, tenuto stretto in pugno, con uno dei due uncini sporgenti, tra le dita, assolve benissimo ad un'azione di difesa improvvisata, se non altro per "sfregiare" l'attaccante con l'uncino appuntito
Niente di strano, visto che veniva usato per lo più dalle donne, che necessitavano, comunque, per sicurezza, anche di un'improvvisata arma di protezione
Trovo che questo sia assolutamente geniale
Una Raffinatezza che unisce tradizione, bellezza, funzionalità, credenze popolari, misticismo, ed estremo rispetto per la figura della Donna.
In una società Matriarcale come quella Sarda, che della Donna, del Sacro Femminino, ha fatto la sua colonna portante, il Sacro Graal nel quale si è sviluppata tutta la Civiltà Sarda
Tiziana Fenu
©®Diritti intellettuali riservati
Maldalchimia.blogspot.com
Nell'immagine Ispuligadentes in oro esposti al Museo Sardo Etnografico di Nuoro
Is puligadendes sardi/solstizio
Nessun commento:
Posta un commento