Domani si celebra la Festa dell'Immacolata Concezione.
Celebrare l'Origine.
Quell'attimo in cui si concepisce.
Etimologicamente " concepire", significa "prendere con sé".
"con-cepire".
Da "capere", "prendere".
Prendere con sé un qualcosa e dargli vita.
Alimentarlo di Sacro Fuoco Creatore.
Accogliere, diventare grembo.
Athanor creativo e alchemico.
Che si tratti di un' idea, di uno sper*matozoo, di un nuovo progetto.
Essere dimensione, fucina di incontro e di sviluppo.
Creare un' immacolato spazio, dove si fa il percorso a ritroso. Verso la non divisione, la non dualità.
Perché questo, esige, "l'Immacolata Concezione".
La Purezza di pensiero creativa. Dove impera l'Uno, la Fusione, l'accettazione totale.
Il farsi "uno" con ciò che stiamo accogliendo, perché ci riconosciamo nella stessa purezza, nella stessa verità.
Solo due verità, possono dare origine ad una storia, ad un canovaccio che poi si sviluppi nella realtà.
Ritornare a sé stessi, a quel momento di integrità, senza nessuna divisione, nemmeno da sé stessi.
Senza nessun giudizio.
Non vi è giudizio, dove vi è integrità.
Si celebra il ritorno a se stessi.
A quella condizione di potenzialità creativa originaria, che può dare origine all'impensato.
Poiché in essa, già tutto è
È quindi, già il tutto è possibile
È il Divino in noi, che si aggancia al Divino esterno.
E questo, andrebbe celebrato ogni giorno, poiché siamo Sacri Attimi di Immacolata Concezione.
Si festeggia, appunto, l'8 dicembre
8/12
8/3
Otto, che è infinito, unione tra cielo e terra, unione degli opposti.
Il tre che è Triade Divina Creativa
La creazione dell'infinito
Momento alchemico di creazione con i nostri Complementari opposti
Nel quale diventiamo un'unico Fuoco Sacro di vita
Sempre pronti per questa Unione.
Domani, siamo infatti, in Luna Calante in Bilancia,
Una Bilancia che chiede Armonia, che venga riconosciuta e integrata la sua parte gemellare, speculare, complementare.
8 dicembre
8/12
8/3
11
L'11, come Numero Maestro delle due integrità, che insieme sfornano una terza dimensione, un terzo Sacro Tempio.
Siamo anche sotto l'energia del Sacro Archetipo Ebraico Tsade', il diciottesimo, con funzione "divisione".
Una divisione apparente, perché porta in grembo, l'Essenza dell'essere frattale di una Coscienza Universale.
Archetipo legato all'Arcano Maggiore XVIII della Luna.
Il Femminino che consapevolizza la chiamata, con quel suo "hineni", "eccomi" in ebraico.
Un'antica parola ebraica che sento profondamente, perché ha l'energia, non della resa, non della passività, ma della consapevolezza del proprio valore, del proprio imprinting divino, su una "piattaforma" mortale, dalle infinite possibilità.
"Hineni" è fiducia, non fede.
È riconoscimento e Memoria.
L'Immacolata Concezione è Coscienza Divina, consapevolizzata in un Sacro Femminino.
Tralasciando le interpretazioni puramente religiose, che limitano questo concetto, ho sempre pensato che la verginità, la purezza, siano una condizione dell'Anima, e, traslato in questa Dimensione densa e terrena, uno stato mentale.
Vergini, si diventa, in questa Dimensione.
Lo si diventa quando si implementa quello stato di unità primigenia e originaria, prima della divisione, di cui il Femminino è portatore e custode per natura, poiché crea uno spazio di accoglienza in cui Idea e Forma, maschile e femminile, umano e divino, trovano una dimensione di manifestazione, di sinergia senza separazione, almeno per quell'attimo creativo che li vede uniti.
Un atto creativo che non dovrebbe essere inficiato dal proprio percorso storico ed esperienziale, che non influenzi "l'idea", ma che consenta ad essa di manifestarsi facendo tabula rasa di questo background lineare, storico, consequenziale.
Dove l'idea non è conseguenza di un qualcosa che abbiamo già esperito, ma sia Matrice di un qualcosa di totalmente nuovo, innocente, immacolato, virginale.
Come se fosse la prima volta che venisse concepito.
Che sia Causa, e, non effetto della nostra manifestazione creativa.
Dove si è solo Presenza.
Pre-senza.
Senza un "pre".
Senza un antecedente, senza un prima, senza bagaglio, senza un dietrologia concettuale.
Senza un prima. Semplicemente "nell'adesso".
E se si è nell'adesso, nella Presenza, significa che si sono implementate nell'unica dimensione senza spazio-tempo, le coordinate del prima e del dopo, della causa e dell'effetto.
Nella dimensione del Divino, della Sorgente, dell'eterno presente, che è eternità, è immortalità, che bypassa questa dimensione terrena.
Dove si è nella dimensione dell'Origine, dove Maschile e Femminile, continuamente creano e si manifestano, in una continua partenogenesi di sé stessi, perché sono parte della stessa Energia Monadica Divina.
In modo virginale e innocente, prima ancora della stessa idea di Idea, che presuppone già la separazione dalla Forma, del Maschile dal Femminile.
La separazione è geneticamente inizio della vita, ma è la Conoscenza ad esserne la sua finalità, che va oltre lo stesso principio di separazione insito nello stesso concetto di vita.
Per venire alla luce, ci si deve separare dalla madre, dalla matrice.
Per avere invece, consapevolezza dell'altro, conoscenza dell'altro, si deve bypassare il concetto stesso di vita, che ha in sé, la dimensione della divisione, ed entrare in quell'ancestrale Mistero Femmineo che è collante tra le parti, perché è Conoscenza, è Sophia.
Che si fa "coppa", che si fa isola, per attraversare mille oceani, le stesse acque del Caos primordiale, ed essere Fiore della Vita, ovunque ci si posi.
Come una Sacra Semenza che può germogliare a prescindere dalle circostanze esterne.
Che può manifestarsi anche nel deserto, nel pertugio di una roccia.
Nell'inaspettato.
Nell'imprevedibile.
Quando si è im-plementato in sé il prevedibile, ciò che si "vede prima"
Il "prima, prima del prima".
Questa consapevolezza dell'altro, da accogliere nel nostro grembo, nel nostro Sacro Graal, non è possibile, se non si trascende la Vita stessa, se non si entra nella dimensione della Conoscenza, della Sophia.
Io so di te, ancora prima di sapere di me.
Io ero te, e tu eri me, ancora prima del nostro concepimento in Idea.
Perché siamo già, l'uno nel cuore dell'altro, oltre la stessa vita, oltre la divisione.
Siamo in quell'Oltre che si rinnova continuamente, perché nasce in sinergia.
Nella sinergia del Sapersi. Con occhi e cuore incontaminati, unico accesso alla vera Conoscenza.
Far l'amore con la Vita, e non solo con l'altro, è questo.
Una Co-creazione continua.
Oltre.
Nella dimensione del non-tempo.
Come la dimensione di Bellezza, di Immacolata Purezza di questa "Madonna del Magnificat" del Botticelli, 1483, per la storia.
Senza tempo, per chi si lascia virginalmente ingravidare dalla sua Bellezza, oltre la Forma, oltre il concetto stesso di Idea che l'ha concepita.
Rinasce continuamente da sé stessa. Non ha bisogno di un creatore, di una Forma. È Origine.
È Monade di Bellezza, che incanta e ingravida i cuori e le Anime, in una partenogenesi continua.
Come quando due Cuori Puri si incastrano in sinergia. Oltre la vita stessa.
Oltre le vite.
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