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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

lunedì, dicembre 04, 2023

💛Santa Barbara

 Santa Barbara. 

La Santa dei fulmini. 

La si festeggia il 4 dicembre perché in questa data, nel 306 morì martire, torturata secondo la leggenda. con il fuoco. E per questo viene invocata contro la morte improvvisa per fuoco, contro i fulmini e le esplosioni. Esplosivi e armi vengono tenuti in depositi che si chiamano, non a caso, “santabarbara”.

È la patrona di artificieri, Vigili del fuoco (la cui preghiera recita "La nostra vita è il fuoco, la nostra fede è Dio per Santa Barbara Martire!"), minatori, marinai, artiglieri, architetti, ingegneri ambientali, muratori, campanari, ombrellai.

Per festeggiarla c’è chi spara a salve in aria e chi visita le caserme dei Vigili del fuoco.

Il fulmine è l'elemento, in natura, che amo di più, insieme a pioggia e vento. 

"Su Plasma & Co." ho avuto sempre il mio bel pensare, con  le mie teorie, su "plasma e Fiamme", nel senso di Daimon, di Fuoco Sacro interiore, che ho avuto già modo di esporre.

Siamo fatti di plasma, il nostro sangue è plasma, per lo più, e la parola plasma ha due valenze, una biologica, una "elettrica", come la componente dei fulmini. 

Il 555 è il numero della Santa Vergine che, come sappiamo, è Colei che "schiaccia" la testa del serpente, immagine iconografica presente in moltissime rappresentazioni artistiche sacre. 

Ho scritto "schiaccia" tra virgolette, perché più che un calpestare, come ho scritto altre volte, è quasi un proteggere, con la parte più vulnerabile del corpo, il tallone, che per convenzione, è l'accesso dell'Anima, quella parte del corpo che è confine tra il mortale e il Divino. 

Tutte le dee precristiane, a cominciare da Lilith, che sono riuscite a dominare il Serpente, a diventare esse stesse, Serpente e Conoscenza. 

Avere come Archetipo di nascita un 9, la Teth serpentina, un 3/3/3, conferma questa mia indole verso la Bellezza della Conoscenza, alla quale sono infinitamente grata per la fiducia, e lo scambio continuo. 

Il 333 è il valore numerico ebraico della neve, che in ebraico si dice "sheleg", formata dal 300 della Shin( Fuoco), 30  della Lamed(l'unità di misura ), e il 3 della Ghimel(la rotazione/creazione del terzo occhio) 

L'abbinamento "lamed/ghimel" rende la profondità del Fuoco. 

Perché la profondità del Fuoco è il ghiaccio, la neve. 

I mistici della Merkaba ci dicono come nelle profondità dei Palazzi Celesti, ci siano depositi e tesori di neve. 

Ma il nome è legato anche a Shegal, la Maestra della Quinta Via, la consorte del Messia, la Regina in "ori di Ofir". 

Astrologicamente, l'elemento acqua del segno dell'Ofiuco, il tredicesimo segno di cui abbiamo una rappresentazione nel nostro bronzetto dell'Ofiotauro, di cui ho approfondito di recente ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/10/ofiotauro-simbolo-del-toro-e-del.html), splendido simbolo che rappresenta quella Koine' concettuale e simbolica, presente in ogni suo aspetto, nella nostra Antica Civiltà Sarda, della sinergia tra Mascolino e Femminino, tra Serpente e Toro, entrambi elementi femminili. 

E nel caso dell'Ofiuco, si trova, come elemento Acqua, proprio all'interno del periodo astrologico del Sagittario, elemento Fuoco. 

L'acqua è il migliore conduttore naturale di energia.. 

Il Femminino, si lascia attraversare dall'energia elettrica del fulmine, del Fuoco, ma ha la capacità di scaricare a terra, nell'elemento di dominio del Toro, ed elemento simbolo del Femminino, di Madre Terra 

In alchimia, i simboli terra e acqua, sono entrambi rappresentati da un triangolo con il vertice verso il basso. 

La terra, a cui appartiene la sua natura serpentina. 

Nelle rappresentazioni cristiane, la Vergine Maria, il Sacro Femminino  del Cristianesimo, viene rappresentata con il tallone che tiene ferma la testa del serpente. Ma è un Sacro Femminino che ha attraversato la notte dei tempi, da Ishtar, Inanna, Iside, la Signora minoica dei serpenti, è tutte quelle dee, che i serpenti li governavano, come simbologia delle due polarità della kundalini che devono essere in equilibrio, per poter manifestare il talento divino. 

Il piede nudo della Vergine Maria, vulnerabile al punto che si pensava potesse essere il punto di passaggio dell'Anima, la transizione tra umano e divino(  come il tallone di Achille), viene "pericolosamente" esposto al morso del serpente. 

Ciò che ci viene fatto credere, è la sopraffazione e la vittoria del Bene, su questa creatura" malefica ", che non potevano certo far sparire, dopo secoli, millenni, di simbiosi e identitarieta' con il Femminino.

Ma il gesto, tradisce una fiducia totale, un riconoscimento tra Essenze affini. 

Ciò che il Femminino offre alla sua stessa natura serpentina, è protezione, in assoluta fiducia reciproca, proprio attraverso la parte del suo corpo, il tallone, più vulnerabile. 

Serpente portatore di conoscenza. 

Un Femminino che è acqua e terra. 

Che veicola energia attraverso la sua composizione amniotica, ma che nel contempo, riesce a gestirla, perché è anche terra, attraverso una "messa a terra" che la mette al riparo da danni irreversibili. 

Perché in lei, è il crisma del rinnovamento continuo, ed è portatrice di conoscenza, vita e bellezza, ovunque posi il passo. 

Si va quindi, verso la complementarietà  degli Opposti, come è nella caratteristica del segno, l'Ofiuco, che governa questo lasso di tempo tra 30 novembre e 18 dicembre, massimo rappresentante, dal mio punto di vista di quel Sacro Femminino che da sempre ha governato il serpente, in complementarietà e dialettica energetica. 

Una figura scomoda, persino in campo astrologico. 

E, più si è scomodi, più si è fieri di esserlo.

Santa Barbara, nella sua simbologia archetipale, che trova radici qui in Sardegna, è la rappresentante simbolica di questo Femminino. 

Abbiamo anche l'antica tradizione dei nostri "fulguratores", coloro che attivavano la potenza delle tempeste, dei fulmini e delle saette, attraverso dei movimenti toroidali della "pietra del tuono", di cui ho già parlato( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/pietra-del-tuono-pinacoteca-cagliari.html) 

 che guardacaso, ha una forma vul*vare. 

Perché il movimento toroidale che si attiva, è la sinergia dinamica dei due Opposti, di cui è custode il Femminino. 

Simbologia che ritroviamo anche nei nostri Antichi vasi della cultura di Ozieri( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/ballu-tundu.html), o nei nostri bassorilievi e petroglifi nelle nostre Domus de Janas, in cui è presente proprio la simbologia, che trasversalmente, è presente in ogni civiltà, quella della manifestazione del plasma ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/spirale-speculare-domus-di-oredda.html) 

Santa Barbara è la patrona dei fulmini. 

Quindi dell'elemento Fuoco. 

Ma, fulmine, in sardo è "frumini", e l'elemento opposto e complementare, è "frumi", fiume in sardo, quindi l'elemento acqua. 

Un fulmine che si dirama in cielo, come un fiume di fuoco, con i suoi affluenti. 

Quindi vediamo, già da questo aspetto, che la simbologia di Santa Barbara, in quanto Sacro Femminino, risponde alla simbologia archetipale, antichissima, della custode degli Opposti, acqua e Fuoco. 

Nella nostra tradizione, sappiamo che fulmini e temporali, sono legati anche alla figura de "su carru de Nannai", di cui ho approfondito in un mio post 

Riporto un breve passo che rimanda ad una corrispondenza in ambito sumero, con la Ninḫursaĝ. 


( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/la-simbologia-del-tuono-e-del-fulmine.html) 

"Dea Nunhsarg, chiamata anche Ninmah, Mami, Mama, la signora del cielo . 

Il cielo, che era di dominio del fratello An

Essendo la padrona del cielo insieme al fratello AN, viene spontaneo l'accostamento con il modo di dire sardo " su carr'e nannai", nel quale la parola "nannai", sembra una ripetizione del blocco sillabico "AN", un modo di dire sardo per indicare il temporale  e  i fulmini. 

Un riferimento all' antica figura mitologica della tempesta, dei temporali, che correva con un carro trainato dai cavalli neri e che trasportava dei massi, che sbattendo tra di loro  facevano scintille e  rumore. 

Il riferimento al nome "nannai", può essere collegato al signore dei cieli sumero An, che viveva nelle Ennai, "la  Casa dei cieli", un dio dei temporali e dei fulmini. 

Una sorta di Dio primordiale

Un Dio "nonno", più importante del padre stesso. 

Questo potrebbe essere l'interpretazione più immediata, accostando "nannai", alla parola "nonno", in senso di importanza genealogica come capostipite. Interpretazione che è anche la più diffusa. 

Ma c'è anche un'altra interpretazione da considerare. 

"Nannai" potrebbe essere riferito anche ad una dimensione femminile lunare. 

"Nannai", come "sa Nai", la nave. 

Nave intesa come utero primordiale, traghettatrice tra le  dimensioni. 

Sappiamo bene come la falce di luna taurina, simile alle corna del toro, sia anche rappresentativa dell'ut*ero". 


Ed ecco, che abbiamo una magnifica rappresentazione di questa triade creatrice, "acqua/fuoco/terra", proprio in uno dei nostri nuraghi più belli, il nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu, in provincia di Oristano(  https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/ierofania-del-torello-nelle-canarie.html?m=0) 

Il 21 dicembre, in occasione del solstizio d'inverno, si manifesta la ierofania di una protome di torello sulla parete di un altare rivolto all'alba del solstizio d'inverno, quindi a sud-est. 

Un orientamento che corrisponde anche al l'orientamento del nostro pozzo di Santa Cristina, di cui ho approfondito tante volte, che è orientato, nel suo ingresso, verso sud-est, come il nuraghe Sisini( speculare al pozzo di Is Piriois ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/09/orientamento-solstizio-invernale-pozzo.html) all'alba del solstizio invernale, in cui domina, in questo orientamento, sud-est, l'elemento maschile, fuoco e aria, che va a fecondare, simbolicamente, l'elemento terra e acqua, Femminino, della struttura, del nuraghe Santa Barbara, il cui nome, per antonomasia, legato al Sacro Femminino dell'acqua, dei fiumi/fulmini, "frumi/frumini", è simbolo di un Sacro Femminino, custode dell'Abbondanza, fecondato in un alba di un solstizio invernale ( che rappresenta il Fuoco fecondante, attraverso la ierofania taurina proprio sul lato sud-est. 

Le corna, per antonomasia, sono veicolo simbolico di fertilità, perché, non solo rimandano alla simbologia lunare del Femminino, del grembo, ma anche alla forza fecondante del Toro, astrologicamente appartenente alla dimensione "terra" e, per antonomasia, segno femminile governato da Venere. 

Ma c'è anche l'aspetto importantissimo, che lega le corna all'abbondanza, all'energia del fulmini veicolano l'acqua, portatrici del Fuoco di Sant'Elmo

"I buoi con le corna addobbate, che sfilano per le sagre, per la festa di Sant'Efisio il primo maggio, con "is traccas", i carri addobbati a festa, per auspicare abbondanza, fertilità, fulmini che presagiscono ai temporali, portatori di acqua e nutrimento per la terra, custodiscono ancora oggi, questa usanza che evidentemente ha radici antichissime". 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/01/fuoco-di-santelmo.html) 

Come vedete, una Santa Barbara, ricca, nella nostra civiltà sarda, di corrispondenze, soprattutto con il suo complementare Mascolino. 

Non a caso Santa Barbara, viene invocata insieme a Santu Jaccu

"Santa Barbara e Santu Jacu (Santa Barbara e San Giacomo)

bosu portais is crais de lampu (voi avete le chiavi dei lampi)

bosu portais is crais de celu (voi avete le chiavi del cielo)

no tocheis fillu allenu (non toccate i figli altrui)

ne in domu ne in su sartu (né in casa né in campagna)

Santa Barbara e Santu Jacu (Santa Barbara e San Giacomo)"


Quel Santu Jaccu, che altro non è che, secondo prof. Dedola lo stesso YHWH 

" IÁCCU. Terzo nome del Dio sardiano, senz’altro il più intrigante, è Iáccu, anch’esso panmediterraneo. Íaccos, Ἴακχος è pure il nome solenne di Bacco (Diónisos) nei Misteri Eleusini. Ricordo il grido rituale in onore del Dio: Iacco! Nei Misteri Íaccos era considerato figlio di Zeus e di Demetra ovvero sposo di Demetra, e veniva distinto dal Dioniso tebano, figlio di Zeus e Sémele. In alcune tradizioni Iaccos è considerato figlio di Bacco, ma in altre i due personaggi sono identici. Nel mondo latino talvolta era identificato con Libero.


Circa l’etimo di Iáccu, Íaccos, Ἴακχος, possiamo inferire che la sua base etimologica è ebraica, non per altro, ma solo perché gli Ebrei lo considerano il vero nome (quello segreto) del proprio Dio. Il sardo Iáccu, gr. Íaccos, è lo stesso tetragramma ebraico YHWH, il nome di Dio Onnipotente, da pronunciare così com’è scritto, ossia Yaḥuh. In Sardegna questo nome sacro è ripetuto numerose volte, nei nomi personali, nei cognomi, e anche in parecchi toponimi."


In questo contesto, capite bene, che importanza possa assumere la simbologia di Santa Barbara e della trasposizione e manifestazione ierofanica e teofanica, proprio nel nuraghe di Santa Barbara, durante il primo giorno del solstizio d'inverno, che per antonomasia, segna la catabasi nelle tenebre, ribaltata, invece, tramite la ierofania luminosa, in vittoria della luce, della fertilità, sulle tenebre, sulla morte momentanea della Natura. 

E, in ogni caso, anche in questo contesto, sinergia degli Opposti, Jaccu e Santa Barbara, per creare la vita, demiurghi creativi. 


E d'altronde, anche l'iconografia della torre, rimanda ai nostri nuraghi

Si narra, che suo padre Dioscuro fece costruire una torre in cui rinchiudre la bellissima figlia, richiesta in sposa da molti pretendnti. La fanciulla aveva intenzione di consacrarsi a Dio e di non sposarsi. Prima di entrare nella torre, non essendo battezzata, volle ricevere il sacramento della rigenerazione e, recatasi in una piscina vicino alla torre, vi si immerse tre volte, dicendo: “Battezzasi Barbara nel nome del Padre, dl Figlio e dello Spirito Santo”. La torre è stata in ogni tradizione “porta dl cielo”, via per elevarsi fino alla dimora degli Dei.


E i Dioscuri, i figli della costellazione del Cigno, hanno un legame con la nostra tradizione, essendo, la costellazione del cigno, fondamentale, per la nostra Antica Civiltà Sarda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0) 


Tiziana Fenu 

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