Venerdì 22 dicembre, con Luna Crescente in Toro, in attesa del plenilunio in Cancro di Mercoledì 27, abbiamo il passaggio del Solstizio invernale.
Un passaggio importante, perché energeticamente, si ricollega al novilunio in Sagittario del 12 dicembre, traguardato anche dal passaggio di Santa Lucia, poiché a lvello archetipale, energetico, si passa, in successione, da un Sacro Archetipo Ebraico Mem, il tredicesimo, e da un Arcano Maggiore XIII della Morte, del novilunio, ad una Nun, funzione "trasformazione", quattordicesimo Archetipo, e un Arcano Maggiore XIV della Temperanza.
Abbiamo quindi una successione, un potenziamento energetico, molto importante.
Se con il novilunio, abbiamo avuto la possibilità di scendere a fondo nel nostro grembo, coadiuvati anche dall'energia del passaggio di Santa Lucia, come ho approfondito nel mio scritto a riguardo, questa discesa nel nostro personale Ade, nel grembo della Madre, attivando il nostro percepire, le nostre piccole morti, funzionali alla rinascita, la spinta propulsiva del Sagittario, ci ha potenziato in quella dimensione alchemica della trasformazione, che deve radicarsi nell'elemento terra.
Infatti il Solstizio invernale di quest'anno, non solo è traguardato da una Luna Crescente in Toro, segno femminile di terra, governato proprio da Venere, che presiede il venerdì di questo solstizio, ma è anche traguardato dall'ingresso del segno zodiacale del Capricorno, altro segno di Terra.
Delle coordinate energetiche importanti, che ci aiutano a radicalizzare nella materia, ciò che è già, continuamente "in essere", "in fieri", a livello animico.
Il Capricorno offre questa spinta propulsiva verso l'alto, verso le vette, ed è interessante notare, come anche in esso, come nel Sagittario, siano manifeste due nature.
Nel Sagittario, essendo un Centauro, la natura animale e umana.
Nel Capricorno, è presente sia la dimensione marina, perché la parte inferiore del suo corpo, è una coda di pesce, sia la parte terrena, poiché la parte superiore è una capra.
Quindi il Capricorno, alchemicamente, affonda le radici in quella dimensione archetipale della Mem, del grembo amnionitico cosmico, che ha traguardato l'ultimo novilunio, e nel contempo, si aggancia perfettamente a quella dimensione terrena del Toro, la cui luna crescente di questo solstizio, ne delinea l'energia terrena, la fertilità, abbondanza e la dimensione della creazione, in un Tempio intimo, ctonio, discreto, lontano dal frastuono della superficie, in cui la nostra voce interiore è Guida Suprema.
Energia del Toro, in Luna Crescente, che per antonomasia, implementa in sé, essendo un segno femminile, anche l'energia del Femminino, perché, archetipalmente, la simbologia delle corna taurine, fin dai tempi antichissimi, coincide anche con la simbologia del grembo, della conformazione ute*rina, della falce di luna che accoglie il Mascolino.
Una sinergia taurina /u*terina, che crea fertilità, abbondanza, ricchezza.
E questo concetto è esemplificato molto bene proprio dal quattordicesimo Arcano Maggiore della Temperanza, che traguarda questo solstizio invernale.
La Temperanza presuppone equilibrio tra le due parti, in un travaso continuo, in una dialettica costruttiva, che è abbondanza, accrescimento.
Ed è a ciò a cui ci spinge questo importante passaggio solstiziale.
È tempo di intimità, di raccoglimento, di preservare per il raccolto futuro.
È importante, dare energia a ciò che nutre questo letargo necessario di custodia, di intima dialettica con ciò che ci nutre, oltre il gelo e la coltre invernale, per la manifestazione prossima, per il raccolto futuro.
La Nun ci guida verso questa complementarietà.
È il simbolo della trasformazione, ma anche il simbolo archetipale e alchemico, di quella Vesica Piscis che presuppone questa dialettica intima tra Opposti e complementari.
Lo Yule, assimila in sé, queste due dimensioni, dell'oscurità e della luce, della morte e della rinascita, enfatizzata dalla nascita del Sole Bambino, proprio per l'occasione del Natale, proprio in seno alla Grande Madre, alla Grande Dea, alla Mem, che accoglie, alchemizza e trasforma, a nuova vita, a nuova luce, custode di quel Fuoco Sacro interiore che apporta vita in ogni contesto
I solstizi, di cui parlo spesso, perché sono intimamente legati alla mia Terra, alla Sardegna, e alla loro importantissima simbologia, fin dagli albori della nostra antichissima civiltà sarda, rappresentano gli estremi, quindi, esotericamente, sono come delle iniziazioni( nei nostri nuraghi, durante i solstizio estivo, si manifesta la trasmutazione in Corpo di luce), in cui attraverso il passaggio nei quattro elementi( e per questo solstizio li abbiamo tutti: la terra del Capricorno e del Toro, l'acqua della Nun, il fuoco, simbolo dell'Angelo della Temperanza, l'aria della spinta propulsiva verso le vette, verso la dimensione spirituale, tipico del Capricorno nelle sue Ottave alte), per ritrovare la nostra Essenza Monadica ( la Vesica Piscis della Nun) e portarla a trasformazione( la funzione propria della Nun), per poter manifestare la nostra luce interiore.
Come ho scritto nel mio post riguardo lo Yule nella nostra Antica Civiltà Sarda ( https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=869304875196203&id=100063500951210)
"Infatti dopo l'equinozio di autunno, del 22 settembre, la Dea lunare ha raggiunto il suo Dio solare, come nel mito di Persefone, regina degli Inferi e sposa di Ade, dio degli Inferi, e insieme hanno trascorso l'inverno abbracciati, con l'energia a riposo.
Ogni anno la Dea, va e viene dal mondo di sotto, al mondo di sopra, generando così le stagioni, poiché la dea lunare è immortale.
Invece il dio solare , il suo amore, ogni anno si deve sacrificare per portare la luce in un continuo ciclo di nascita, morte e rinascita, in una traiettoria dell'anno solare ciclica.
Questa festa di Yule, è un Dio bambino che si evolverà, da amore individuale a quello universale, attivo nel raccolto del seme che riposa nel grembo della sua Sposa .
È un Dio bambino che si lascia le spalle, con questa festa, il dio morente, il vecchio sole, e contemporaneamente, nasce come Dio bambino, guidato da lei, la dea lunare, che lo esorta a festeggiare la festa della morte, necessaria, perché lei sa porta in grembo, come Madre Terra, il suo seme, che nascerà con il raccolto della Primavera e dell'estate.
Durante lo Samhain, e fino allo Yule, si vive il "tempo del sogno", una sorta di "incubatio", dove si affronta se stessi, nella propria profondità, come il Minotauro al centro del labirinto, nel cordone ombelicale, da ripercorrere a ritroso, nel grembo ut*erino di una nuova rinascita.
Il toro, simbolicamente, non può ancora manifestarsi perché deve morire a se stesso .
Lo Samhain viene considerata come una dea addormentata.
Come le nostre Dee Madri sarde che venivano riposte nelle mani dei defunti, le Dee addormentate.
Si dorme, per poter ricordare la propria origine Divina e solare, e rinascere a sé stessi.
La morte è necessaria alla vita.
La polarità genera la vita.
Questa notte di Yule, a cavallo tra il 21 e il. 22 dicembre, la notte del Solstizio d'Inverno, segna un passaggio, la promessa di portare a maturazione la nostra potenzialità.
La nascita del Sole Bambino".
Il nostro Sacro Fuoco interiore.
Con infinita Gratitudine, sempre, per l'amorevolezza con cui l'Universo ci guida in questi passaggi energetici.
Tiziana Fenu
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Complimenti Tiziana
RispondiEliminaGrazie 🤗🙏
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