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domenica, settembre 12, 2021

💛Tomba dei Giganti di Nixias

 Simbologia della Tomba dei Giganti di Nixias, rilevatore astronomico


Dalla descrizione di un post di cui vi lascio il link(https://www.facebook.com/506410149437714/posts/4370784859666871/)

"La tomba dei giganti di Su cuaddu 'e Nixias è un monumento archeologico che si trova nel territorio comunale di Lunamatrona. Il nome dato alla stele nuragica dalla fantasia popolare (il cavallo di Nixias) è dovuto alla presenza di un foro circolare sulla parte superiore che, secondo la leggenda, serviva a legare i cavalli. In realtà non si conosce il reale utilizzo del foro, creato con molta probabilità in epoca più recente.(wikypedia)"


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Credo che si tratti invece di un rilevatore astronomico di solstizi, così come ce ne sono in tanti altri luoghi, perché la stele centrale è diversa dalla stele delle altre Tombe dei Giganti, in genere senza foro superiore.

La tomba dei Giganti è orientata ai solstizi.

Ha un orientamento Nord-ovest, tramonto del solstizio estivo, e sud- est, alba del solstizio invernale. 

Perché solstizi e non equinozi?

Perché durante il solstizio, in particolare il solstizio d'estate che va dal 21 giugno al 21 settembre, il Sole è alla sua massima espressione e potenza energetica.

Il termine “Solstizio” deriva dal latino  "solstitium", ed è composto da "sol"(Sole) e "sistere"(fermarsi), per cui il suo significato è il momento dove il sole si ferma, solstizia

A livello astronomico, rappresenta il momento in cui il sole culmina allo zenith; il sole raggiunge il punto di inclinazione massima, fenomeno questo, dovuto all’inclinazione dell’asse terrestre rispetto ai raggi solari. Ciò avviene  lungo il tropico del cancro a mezzogiorno, mentre tra il circolo polare artico e il polo nord, il sole non tramonta e si assiste ad una durata di 24 ore di luce. 

Il 21 giugno, quindi, il sole celebra il suo massimo trionfo in quello che è il giorno più lungo dell’anno. 

È il momento in cui il raccolto è arrivato a maturazione. Vi è abbondanza  che coinvolge tutti e cinque i sensi. 

È anche il giorno in cui il sole entra nel segno del Cancro, che è un segno d'acqua governato dalla luna, per cui si crea anche la corrispondenza simbolica del Fuoco e dell'acqua, della luce contrapposta al buio, del Maschile e del Femminile. 

Di una sinergia creativa sempre molto presente nell'Antica Civiltà Sarda, e che consentiva, in quanto Unione iegoramica divina, un matrimonio alchemico creativo, ricco di benedizioni, di rinascita, di fecondità.

Celebrare il solstizio d'estate, dal punto di vista sciamanico, significa avere padronanza del "Pugnale Supremo del Comando o dell'Arte" che ha influenza nella gestione degli eventi e sui poteri lunari della dimensione astrale.

È una purificazione che avviene tramite, appunto, la potenza solstiziale del sole, che apre l'accesso alla "dimensione cosmica del Tempio", dove cosmo e natura si fondono, e umano e divino si enfatizzano e sublimano vicendevolmente. 

Dove il sole lascia la sua impronta rigenerante e divinizzante, attraverso, e sulla pietra, cristallizzandosi in una ierofania d'oro, divina. 

Il solstizio cade, e viene celebrato, sia quello invernale(21 dicembre), che quello estivo(21 giugno), nelle importanti date del 24 dicembre, quando nasce il bambino solare, e il 14 giugno, quando si festeggia San Giovanni Battista, colui che con l'acqua, battezza lo stesso Sole Cristico, quando viene sancita l'unione sacra, ierogamica dell'acqua e del fuoco.

Il solstizio, in epoca romana era in onore del Giano bifronte, la divinità custode dei portali astrali, del passato e del futuro. 

Questa simbologia del "Pugnale dell'arte", segna, anche nel nome "Arte", un significato che lo associa al tendere verso il divino.

Infatti la particella "ar", in sanscrito, significa "andare verso, essere condotto a perfezione".

L’espressione ar-tistica è la volontà della parte perfetta dell’uomo, ovvero lo spirito, che rimane incontaminato, candido.

Espressione artistica anche nel megalitismo sardo. 

E per quel gioco degli specchi, del doppio(doppie scale, doppia ombra, capovolto, Tanit rovesciata, simboli taurini/uterini simili ed opposti), ecco che "il Pugnale del Comando, o dell'Arte", come già avevo intuito, ma questa ulteriore ricerca sui rilevatori in pietra, forati, solstiziali, me ne dà conferma, il Pugnaletto sardo, quello che chiamano "ad elsa gammata", mi offre un ulteriore spunto di riflessione. 

La conformazione, come ho già scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/origine-nome-atlantide.html) 

non ha nulla a che vedere con la lettera gamma, minuscola, dell'alfabeto greco, che poi si è evoluta in una "c" 

Piuttosto che ad elsa gammata, e ad elsa a svastica. 

Svastica solare, per indenderci, come è la vera origine della svastica, che simboleggiava il moto rotatorio del sole, della divinità solare/taurina, e la "A", ne è una sua evoluzione naturale, iniziale della parola Atlantide. 

Sardegna. 

Sardegna. 

S'ardia. 

Ancora la radice "ar-" ("tendere verso il divino") 

"ardia" (significa bardare, custodire, proteggere) 

S'Ardia viene celebrata come festa di "balentia" con una corsa a cavallo, di coraggio, in onore di San Costantino, a Sedilo(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/07/ardia-di-sedilo.html) 

S'Ardia di Sedilo di Santu Antine, come il nome del nostro nuraghe trilobato più sacro. 

Quindi Pugnaletto, come svastica solare, che poi, nel corso del tempo, si è evoluto in "arrasoja", nel coltellino a scomparsa, affilatissimo, vanto dei nostri migliori Maestri artigiani, per bellezza e raffinatezza decorativa. 

Arrasoja. 

Ar-ra-soja. 

Ancora "ar" (tendere verso il divino) e "Ra" (che significa divinità solare, il sole). 

"Ar/ra", speculari, ancora un gioco di specchi, che fa da portale verso il divino. 

Il Pugnaletto sardo come simbolo dei Figli Solari.

Un simbolo regale, divino. 

Un Pugnaletto, la cui origine, antichissima, può essere stata proprio in occasione di questi riti solstiziali, quando sciamanicamente, si otteneva la padronanza del "Pugnale Supremo del Comando o dell'Arte". 

Riti solstiziali nei quali il sole entra con i suoi raggi attraverso un foro circolare (ma anche ogivale, ad indicare la Mandorla Mistica femminile, la vagina), per inseminare e  fecondare simbolicamente il Femminino, quando il Sole culmina allo Zenith, come in questa stele centrale dell'esedra della tomba dei Giganti di Lunamatrona,, per poi estendere il proprio potere fecondante e di rinascita, lungo la camera sepolcrale, lunga 10,30 metri e larga 60 cm. 

Ma i raggi, passano, anche nel solstizio invernale, quando sono al loro punto più basso, quando il Sole raggiungerà il punto di inclinazione minima, anche nel passaggio quadrato in basso, che indica ugualmente il Femminino, la Madre Terra, con i suoi 4 elementi(aria, acqua, fuoco, terra) e i suoi 4 punti cardinali, per fecondare la terra, e quindi favorire la rinascita simbolica, anche durante il solstizio invernale, quando la potenza del sole è al minimo.

Ma in questo lo aiuta Madre Terra, con quel suo passaggio uterino, quadrato come quello delle Domus de Janas, basso, in modo che si ottenga il massimo beneficio anche con la minima intensità dei raggi solari invernali. 

Un vero e proprio calendario astronomico, al di là del simbolismo e della funzione delle tombe dei Giganti. 

Ho osservato questa stele. 

Si chiama "su cuaddu de Nixias" ("il cavallo di Nixia") 

Mettiamo definitivamente da parte l'infondata giustificazione riguardo il nome, che del foro, vorrebbe farne, secondo la leggenda, un foro che serviva per legare i cavalli.

Riguarda i cavalli, magari, ma il foro è un foro astronomico di veicolo del Divino, della potenza della manifestazione solare.

Il cavallo è da sempre considerato un simbolo solare. Nella religione vedica, i cavalli trainano il carro solare degli Aŝvin, che forse, in origine, erano essi stessi divinità-cavallo: associati alla luce e al sole Surya, che assume l’aspetto di un cavallo bianco, sono raffigurati a loro volta come aurighi dalla testa di cavallo. Nella mitologia greca, quattro bianchi cavalli trainano il carro di fuoco dell’antico dio solare Helios. Anche nella mitologia nordica le Divinità creano il Sole da una scintilla e lo depositano su un carro tirato da due cavalli, con il quale la Dea Sol attraversa il cielo. 

"Cuaddu"(cavallo), in sardo, è molto simile alla parola "cuau", che significa "nascosto, custodito, ben conservato", che si accosta molto al significato della parola "ardia", che appunto significa "bardare, custodire, proteggere". 

E, guardacaso, "S'Ardia" è legata ai cavalli. 

Teniamo presente che la razza del cavallo sarda, è la più antica in assoluto, e che forse, questa stele, questo osservatorio astronomico dei solstizi, fosse anche un punto in cui di celebrava o dei riti in proposito, di iniziazione spirituale, dove di raggiungeva la padronanza de "s'arrasoja", del Pugnaletto sardo, del Pugnale di comando e d'Arte. 

Esotericamente viene chiamata "la padronanza dell'Argento," l'opera al Rosso", quella che poi consente di arrivare all'Opera completa, all'Oro. 

Padronanza dell'Argento, fino ad arrivare all'equilibrio equinoziale, dove le due polarità in equilibrio, generano Horus, l'Oro. 

E guardacaso, ma mai per caso(mi stupisco sempre di come le cose si incastrino perfettissimamente), la zona di questa Tomba dei Giganti, che si chiama Nixias, è nel territorio di Lunamatrona(1800 a.C.circa, età del bronzo), zona del sud Sardegna. 

La luna, che è legata, esotericamente, proprio all'Argento.

Nyx era la personificazione della notte terrestre, in contrapposizione al fratello Erebo, che rappresentava la notte del mondo infernale. 

Ma c'è un'altra cosa da sottolineare. 

"Egua", il nome in sardo della cavalla femmina(che nel corso del tempo, è andato ad assumere un'accezione negativa, con il predominare del patriarcato), è molto simile al nome della runa celtica Ehwaz, che significa "unione divina", e che rappresenta l'unione mistica per eccellenza, quella rappresentata da una coppia di cavalli, animali considerati sacri, gli Dei guaritori, che proteggevano le unioni. 

I gemelli sacri, legati al mondo dello sciamanesimo, della connessione tra dimensioni, delle ierogamie, come i Dioscuri, protettori dei naviganti, i figli del Cigno(costellazione a cui siamo molto legati, come antica civiltà. https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0),  di Zeus, che indossano il copricapo pileo, simile alla "berritta" sarda

La stele in arenaria, alta 2.90 metri, arcuata alla sommità, presenta tre fasce scolpite, delimitate da un bordo in rilievo. 

Queste tre fasce sono un chiaro riferimento alla triade sacra della "nascita/morte/rinascita", in un luogo sacro di iniziazione, di "balentia", di presa di coscienza e consapevolezza della propria divinità interiore e del proprio percorso iniziatico su questa terra,

"Cuau", non decodificabile facilmente, non visibile a tutti. Non solo una Tomba dei Giganti, ma un vero e proprio rito da "figli del Sole", con "s'arrasoja" sul petto. 

Ar/Ra.

Tendenti al divino, con il simbolo atlantideo, solare, sul petto, s'arrasoja, che con il suo movimento di apertura, emula il movimento del sole, con i suoi raggi, e i suoi rebbi, come gli antichi Pugnaletti. 

Svastica solare che rappresenta anche Orione, fuoco solare dinamico che consente l'ascensione(ricordiamo che anche gli inumati di Mont'e Prama sono rivolti ad Orione, ma di questo avevo già parlato, https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html) 

Una stele, questa, straordinaria, che rivela moltissimo, simbolica e profondamente spirituale. 

Così come l'Anima degli Antichi Sardi, benedetti dal Sole, dalla Luna e dalle stelle. 


Tiziana Fenu 

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Tomba dei Giganti di Nixias

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