[LXX]
Le senti come chiedono realtà,
scarmigliate, feroci,
le ombre che forgiammo insieme
in questo immenso letto di distanze?
Stanche ormai di infinito, di tempo
senza misura, di anonimato,
ferite da una grande
nostalgia di materia,
chiedono limiti, giorni, nomi.
Non possono
vivere piú cosí: sono alle soglie
della morte delle ombre, che è il nulla.
Accorri, vieni, con me.
Tendi le tue mani, tendi loro il tuo corpo.
Insieme cercheremo per loro
un colore, una data, un petto, un sole.
Che riposino in te, sii tu la loro carne.
Si placherà la loro enorme ansia errante,
mentre noi le stringiamo avidamente
fra i nostri corpi
dove potranno trovare nutrimento e riposo.
Si assopiranno infine nel nostro sonno
abbracciato, abbracciate. E cosí,
quando ci separeremo, nutrendoci
solo di ombre, fra lontananze,
esse
avranno ormai ricordi,
avranno un passato di carne ed ossa,
il tempo vissuto dentro di noi.
E il loro tormentato sonno
di ombre sarà, di nuovo, il ritorno
alla corporeità mortale e rosa
dove l’amore inventa il suo infinito.
Pedro Salinas
Maldalchimia.blogspot.com
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