L'immagine mostra una STELE in calcare del periodo cananeo (1500-1200 a.C.), esposta al museo Hecht presso l'Università di Haifa, Israele
La stele raffigura una divinità, probabilmente la DEA ASHERAH , che adora l'Albero della Vita.
La divinità è mostrata seduta, con le mani protese verso l'albero stilizzato.
Un albero che presenta dei FIORI TRILOBATI, come il fiore della vita di cui parla Gilgames, che è la chiave della vita stessa.
Come i nostri nuraghi-templi più importanti, il Santu Antine e il nuraghe Losa, due trilobati perfetti, due triangoli ad angoli a 60°
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/i-custodi-della-memoria-del-trilobato.html?m=0
"Specialmente il Santo Antine di Torralba(Ss), che è orientato verso le Pleiadi, e il Nuraghe Losa, di Abbasanta( Or) ma soprattutto il Santo Antine, che forma un perfetto triangolo equilatero nella sua planimetria, una forma che fa parte della Geometria Sacra, e di tutti i solidi pitagorici tridimensionali definiti sacri.
Strano, che uno dei due più importanti nuraghi trilobati, si trovi in una zona, Oristano, che ha la stessa radice di "orgonico".
L' avevo già notato per Dorgali(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/05/osservavo-la-conformazione-triangolo.html?m=0), Orosei, e adesso anche qui.
Sicuramente sono zone ad alta concentrazione energetica
Ma questa parola, "trilobato", l'avevo già letta da qualche parte e ho faticato a risalire alla fonte, ma alla fine ci sono arrivata
Era un pezzo che riguardava l' epopea di Gilgamesh, l' Eroe accadico alla ricerca della memoria dell'immortalità, il quale narra di quando Noè/Enki, ricevette l'ordine di costruire l'Arca e introdurre in essa, in questo "Bozzolo gigante", il seme della vita, che viene chiamato proprio il "trilobato"
Ecco il passo in cui viene nominato :
"Il Trilobato
che ha una parte oscura
e un' altra luminosa
e una terza parte, che le unisce, amorosa".
Quindi anche i nostri nuraghi trilobati, potrebbero essere una trasposizione architettonica del principio molto semplice della creazione, dove i due poli opposti si uniscono e danno vita a un terzo elemento, che è la parte più bella, il frutto dell'amore, ed è l'unione tra i due.
La parte inferiore della stele è rovinata, ma la parte superiore con la raffigurazione è ben conservata".
Ma notate cosa ha la Dea Asherah sul capo, il simbolo del Mundus Patet, la CROCE nel CERCHIO , che non solo è il sincretismo della simbologia della COSTELLAZIONE del CIGNO unità alla simbologia della circumpolare costellazione DELL'ORSA MAGGIORE ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/croce-nel-cerchioshamain-mundus-patet.html?m=0), ma affonda le radici nella nostra Antica Civiltà Sarda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/nuraghi-i-primordiali-mundus-patet.html?m=0), tanto da essere ancora ritualizzato proprio con il simbolo della Croce nel cerchio portato in processione da S'URTZU di Seui, durante il nostro Carrasegare sardo (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-simbologia-della-croce-nel-cerchio.html?m=0), da quell'Orco che in epoca romana era custode del Mundus Patet.
Ma sopratutto, era ASHERAH , che simboleggiava il palo centrale, L'AXIS MUNDI di connessione con le tre dimensioni, i tre regni del Mundus Patet.
Un'Asherah primordiale, di cui abbiamo l'archetipo qui in Sardegna, in un petroglifo a BRUNCU SUERGIU , sull'altopiano della GIARA
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/statuina-dea-madre-asherah.html?m=0
"Asherah, consorte di Yahweh, che ha il suo stesso rango divino, come "regina dei cieli e creatrice degli Dei", e che porta le sue benedizioni, attraverso la sua rappresentazione iconografica di albero, di palo, perché il suo nome significa "albero consacrato".
Come oggetto di culto, infatti, l'asherah può essere costruito, abbattuto, bruciato.
Una coppia divina, quella di Yahweh e Asherah, confermato anche da alcuni passaggi della Bibbia
Asherah può essere considerata UN'ANTECEDENTE della dea Ishtar e Astarte e Hator, dea egizia. Una dea che piano piano è scomparsa, nell'antico Testamento, assorbita da una dinivita monoteista e patriarcale, israelita( nel Deuteronomio si vieta esplicitamente di piantare pali sacri, e quindi, degli Asherah, "accanto all'altare del Signore Dio tuo" (Deut. 16,21)
Ma la morfologia di questa statuina, è un qualcosa che ho già visto.
L'ho vista nella sua forma primordiale e stilizzata, nel petroglifo di Ilbono, provincia di Nuoro, in quella che viene chiamata "Sa Pedra e' Is Cincus coros( "la pietra dei cinque cuori)", definizione dalla quale mi discostai, e feci bene, perché oggi ne ho ulteriore conferma(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/la-sacra-vulva-di-ilbono.html?m=0),
Riprende sia il petroglifo di Bruncu Suergiu, provincia di Oristano, sempre qui in Sardegna, ma anche la statuina neolitica in terracotta dipinta, esposta al Brooklyn Museum, conosciuta come "la Dea o Danzatrice del Nilo", risalente all'Egitto predinastico, esattamente periodo Naqada II(3500-3400 a.C.)
Essendo state ritrovate diverse statuine di figure femminili di questo tipo, nell'atto di celebrare una danza con le braccia alzate, si è pensato che fossero sacerdotesse del culto della Dea HATOR, la maggiore rappresentante del principio Femminino tra le divinità egizie.
La Dea Hator è la Dea Madre per eccellenza, è la Dea del parto, della nascita, della celebrazione della vita, la Vacca Alata che dà vita al creato.
Esattamente come la Dea Asherah, e come la nostra primordiale dea del Petroglifo di Bruncu Suergiu, così simili nella morfologia.
La statuina di Asherah, si presenta con due doppie conformazioni a "goccia/vulva", delineate dalla forma dei capelli e delle spalle e braccia, che contengono i due GEMELLI SPECULARI .
[...]La concezione cosmogonica del "DOPPIO ", delle coppie primordiali Gemelle cosmogoniche che creano la prima civiltà, il primo fuoco degli umani, venne acceso nell'età aurea dei Gemelli, forse un milione e mezzo di anni fa, quando si scoprì che con due bastoncini "GEMELLI ", per CONFRICAZIONE , cioè per notevole sfregamento, si poteva creare la scintilla di vita, di sopravvivenza, del fuoco( il concetto di fuoco, si lega bene con la simbologia dell'asherah sacro da bruciare. Che sia iniziato in questo modo, la ritualistica degli incensi sacri durante i riti?)
Questo concetto del "GEMELLARE ", dal quale scaturisce il fuoco vitale, poi è rimasto nel corso dei secoli, e appare anche nel simbolo della civiltà, per eccellenza, l'Arca dell'Alleanza, nella sua riproduzione, dove i due Cherubini fungono da due elettrodi. (https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/fuoco-di-santelmo.html?m=0).
L'era astrologica dei GEMELLI , va dal 6000 al 4000 aC, chiamata così, perché presso la luna nuova di primavera, erano visibili le due stelle Gemelle, Castore e Polluce.
[*E Castore e Polluce sono figli di Leda, concepiti dopo che Zeus si unì a lei in forma di Cigno, quindi sono collegati alla simbologia della Costellazione del Cigno, la Croce del Nord, collegata al Mundus Patet /Mundus Cereris]
L'era della comunicazione, degli scambi, governata da Mercurio.
Mercurio/Hermes, la cui H mercuriale, indica, alchemicamente l'agente collante e trasmutante tra le due energie, tra Opposti, tra Gemelli, tra due energie che devono stare in equilibrio, per consentire la creazione e la manifestazione della divinità interiore(ogni divinità, in ogni cultura e civiltà, è infatti rappresentata con questa conformazione ad H, mentre tiene per mano, in equilibrio a braccia aperte, due figure speculari, due gemelli, appunto).
Una statuina, quella Dea Asherah, straordinaria, altamente simbolica.
[...]BRUNCU SUERGIU si trova nel parco della GIARA , nell'altopiano omonimo, in territorio di Genoni.
Sa giara, è anche un contenitore che ha proprio la forma bombata di un grembo.
Genoni
Gen-
Generare. La stessa radice.
Chiamata anche sa Jara.
Ma "SA JARA " è anche il nome dell'albume DELL'UOVO .
De S'OU
La padedra simbolica del tuorlo solare. Avevo approfondito in un mio post la valenza alchemica di questo "ou"
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/seu-sou-seu-sousono-solosono-luovo-l.html?m=0
"Al suo interno abbiamo un albume madreperlato, lunare, chiamato "sa Jara" in sardo, e un centro, giallo, tondo, solare, chiamato in sardo, "Torulu", con un guscio conico/piramidale che li protegge.
Uovo sorgente di energia vitale.
L'albume, "sa Jara".
Una parola simile a jana, ma anche simile a giara(come anche il nostro altopiano), che indica un grande recipiente cilindrico e panciuto, per la conservazione di liquidi o granaglie, come un utero materno.
E "Torulu", 'tuorlo", somiglia molto a Toro, sembra un Toro piccolino.
E la parola "OU",(uovo in sardo) nel segno grafico, sembra proprio un grembo, una barca solare (la U) che trasporta l' Horus, il figlio di Iside e Osiride, da est a ovest,
Metaforicamente, questa rappresentazione è molto importante, perché simbolicamente delinea l'inizio dell'umanità, che avviene per "confricazione" di due gemelli, di due polarità opposte".
Il MUNDUS PATET, detto anche MUNDUS CERERIS, perché il palo centrale simboleggiava la dea Cerere, l'archetipale Asherah
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/mundus-patet-romani-24-agosto.html?m=0) ,
"Un solco fertile, il cui albero centrale diventava l'axis Mundi della città, protetto con una cinta muraria.
La Roma quadrata delle origini, nella cui simbologia della croce nel cerchio si intersecano le ancestrali simbologie della terra e del cielo.
La quadratura del cerchio.
Venivano piantati sopratutto cereali in onore di Cerere /Demetra
CERERE . C'era un legame fra Cerere e il mondo dei morti, sia Dea della crescita, sia come Demetra.
Anche l'albero centrale ha a che fare con Cerere, ne ho parlato in un mio scritto, e il periodo di Carnevale, si chiude proprio con il mercoledì delle Ceneri"
Dal mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2025/03/cenereashasherah.html?m=0
"CENERE /CERERE.
Cerere era già presente nel pantheon dei popoli italici preromani, specialmente gli osco umbro sabelli e fu, in seguito, identificata con Demetra.
Il suo nome deriva dalla radice indoeuropea *ker e significa "colei che ha in sé il principio della crescita.
Ker/kerere/cerere/cenere
CENERE , invece, in inglese, si dice" ASH ", che è la radice del nome ASHERAH , una Dea che mi è cara, di cui ho già parlato altre volte, di cui abbiamo traccia ancestrale in un petroglifo qui in Sardegna, a Bruncu Suergiu, in provincia di Oristano.
[...] Quindi, la correlazione Cenere/Albero/fertilità /rinascita, e vista la stessa radice fonetica di ASH ( INGLESE =CENERE ) con la dea Asherah, si capisce come sia una dimensione, quella del Mercoledì delle Ceneri, di cui ho già approfondito ieri( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/03/mercoledi-delle-ceneri-2025.html?m=0), che affonda le radici in tempi antichissimi, in relazione al Sacro Femminino archetipale".
Asherah, l'archetipale Madre ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/07/santanna-asherah.html?m=0)
Ma in questa rappresentazione della croce nel cerchio, presente sul capo di questa Asherah nella stele cananea, sono presenti anche 4 ELEMENTI CIRCOLARI.
Ancora più simbolico e significativo, perché questo riflette non solo la croce nel cerchio, simbolismo archetipale della Sardegna, ma i 4 ELEMENTI riflettono la disposizione della nostra BANDIERA SARDA
Avevo approfondito a riguardo.
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/antico-stemma-4-mori-mongkol.html?m=0
"... perché esiste un antico
STEMMA dei QUATTRO MORI che si trovava a SARAGOZZA
nel palazzo della Deputazione del Regno D'Aragona, risalente
al sec. XVI. Attualmente è conservato nel museo della città.
I quattro mori hanno il capo circondato da una fascia attorcigliata
che passa sulla fronte
[...] La bandiera dei Quattro Mori secondo la versione maggiormente diffusa, simboleggia il trionfo della Cristianità sui Saraceni, con le teste che rappresentano le quattro vittorie aragonesi in Spagna e la croce rossa che rimanda alla Croce di San Giorgio, simbolo della lotta contro l'Islam. Un'altra interpretazione, più autoctona, la lega agli antichi quattro Giudicati sardi, che rappresentano le autonomie dell'isola.
Ma non concordo con questa interpretazione e questo antico stemma me ne dà conferma.
Come vedete, la BENDA non è sugli occhi, e probabilmente è sempre stato così.
È una FASCIA ATTORCIGLIATA , come una CORDA , e questo coincide con la simbologia del SACRO MONGKOL sardo( che magari da noi aveva un altro nome), come simbolo regale di appartenenza, presente in svariati bronzetti sardi, di cui ho approfondito 4 anni e mezzo fa( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/il-monkgol-sardo-come-segno-di.html?m=0)
Dal mio scritto
".. particolare che ho notato in svariati bronzetti.
Un particolare che parla di devozione, sacralità, e Fedeltà al proprio Signore, al proprio Re e Maestro.
Sono Bronzetti sardi diversificati tra loro, risalenti probabilmente all' VIII sec. a. C.
Fromboliere di Uta, donna orante, offerenti, suonatore di Ittiri, arciere di Sardara, Capotribu' di Uta, e altri.
In tutto, ma sicuramente ce ne sono anche altre, una quindicina di bronzetti, tutti contrassegnati con un particolare, che presenta anche il capotribu' di Uta : quella benda, arrotolata come una corda, intorno alla testa.
Che non è una semplice fascia piatta.
È proprio una CORDA con spessore, e sembrerebbe arrotolata.
[...] Avevo sottolineato anche, come, il LAZO che su Issohadore usa per prendere al lazo il suo Mamutone, è un Lazo ricco di simbolismo, poiché la parte finale, è assimilabile alla parte uncinata del Sacro ANKH , che significa "bocca/passaggio/apertura/vagina/nascita/rinascita".
Ho approfondito poi, successivamente, sulla simbologia de SA SOHA , il lazo de Su Issohadore ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/sa-soha-il-nostro-ankh-sardo.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/sa-soha-il-nostro-ankh-sardo.html?m=0)
Quindi, prendere un Mamutone per il lazo, significa, simbolicamente, offrirgli, per mano di un essere divinizzato e purificato, come su Issohadore, che porta una maschera bianca, simbolo di questa divinizzazione in corso(come quella de su Componidori e dei Giganti di Mont'e Prama, che portano i solchi di una maschera intorno al viso, segno di Eroi Divini), la possibilità di una una rinascita, di una purificazione dalla sua natura animale.
Un'elevazione, una sublimazione, una redenzione.
[...] Sto parlando del Sacro Mongkol, della benda, dell'arte Marziale del Muaythai, un'arte marziale di difesa thailandese.
Questo copricapo è considerato Sacro, e viene indossato durante i combattimenti e mentre fanno il loro cerimoniale Wai Kru Ram Muay prima che il loro Maestro /allenatore, chiamato Krhu, lo tolga e lo metta in cima al loro angolo, nel ring, in segno di buon auspicio.
Il Monkgol è talmente sacro, che non può toccare il terreno, e può essere toccato solo dal maestro, una volta che l'investitura è stata fatta.
Anticamente veniva benedetto dai monaci Theravada.
I Monkgol sono fatti tradizionalmente di corda, filo e materiale di seta, che sono tessuti e intrecciati insieme.
Esattamente la stessa struttura intrecciata che si vede in mano al Fromboliere del Bronzetto offerente di Uta, e la stessa sezione tubolare delle corde intorno al capo, degli altri bronzetti visionati.
[...] Perché portare una corda intrecciata, perché di questo si tratta, in offertorio?
Cosa poteva rappresentare, se non l'appartenenza Regale ad una comunità?
Si è parlato, nella descrizione di questo bronzetto, che potrebbe trattarsi di una delle corde ritorte e robuste delle navi di Thartshish (Tartesso, Tharros..) che solcavano i mari, nominate nella Bibbia.
Ma io non credo si tratti di questo.
Il MONGKOL è come un ANKH, è sacro, riporta alla vita, alla rinascita, come quello de SU ISSOHADORE.
Sacralizza chi lo indossa.
Segna un'appartenenza.
I nostri bronzetti lo rappresentano.
Dalla donna offerente, al suonatore di launedda, fino a passare per l'arciere, e arrivare al Capotribu'.
Lo indossano indifferentemente tutti coloro che appartengono a quella comunità
[...] Nella fase preparatoria della cerimonia iniziale Ram Muay, nella fase chiamata Taa Phrom Naang, ci sono tutta una serie di gestualità, eseguite con movimenti lenti e precisi, che simulano i vecchi bendaggi utilizzati nei tempi antichi, e soprattutto, simulano il VOLO del CIGNO , considerato un animale sacro.
E questo aspetto del Cigno è importantissimo, perché ha un riferimento diretto con l'antica Civiltà Sarda.
Ne ho parlato nel mio post riguardo l'ingresso triangolare dei Nuraghi, chiedendomi e spiegando, perché l'ingresso dei Nuraghi sia sempre triangolare ( come ho approfondito in un mio precedente scritto - https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0), e perché gli antichi Sardi erano identificati dagli stessi Egizi con le 9 stelle della costellazione del cigno, in riferimento alla Confederazione Sarda dei "Nove Archi", i Pelasgici, gli Antichi Sardi, i figli del Cigno/cygnus/cono nuragico/cunnus/cunno/Cuneo.
"E quel triangolo sagomato dell'ingresso dei nuraghi è proprio la sezione del cono.
Cono
Cunnu/cuno (apparato riproduttivo femminile)
Ma la sezione del cono triangolare, anche come la costellazione del Cigno, per la quale si fa riferimento nella stele di Thutmose III datata più o meno 1500 a. C, nelle quale si legge delle 9 stelle della costellazione del Cigno, in riferimento alla confederazione sarda dei "nove archi", i Pelasgici, gli Antichi Sardi".
CORDA e COSTELLAZIONE del CIGNO
I due elementi portanti del MUNDUS PATET
La CORDA
La cerimonia della "TIRATURA della FUNE ", la Peddj Shes, di cui ho approfondito anche di recente https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/la-cerimonia-della-tiratura-della-fune.html?m=0
Un simbolo regale, da antichi Architetti Divini.
Un CORDONE OMBELICALE simbolico, che ritualizzava la nascita del tempio sacro, del Mundus Patet piu tardivo,
I quattro elementi circolari, nelle 4 sezioni della suddivisione della croce, traguardano i quattro punti cardinali della tiratura della fune, della corda.
Quella corda che è sempre stata intorno al capo dei nostri Antichi Sardi.
Tra l'altro, una corda intorno al capo è presente anche in svariati nostri bronzetti sciamanici, che potrebbero rappresentare anche coloro che erano addetti alla Sacra cerimonia della tiratura della fune ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/simbologia-anelli-al-collo.html)
Erano mori?
Gli EBREI ETIOPI della REGINA di SABA , gli antichi FALASHA , gli antichi Iniziati
La regina di Saba( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/01/la-regina-di-saba-y.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/great-zimbawe-regina-di-saba.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/i-motivi-pibiones-nella-cultura-sarda.html?m=0)
"In nessuna parte del mondo, il cognome Saba è diffuso quanto in Sardegna
E la SAPA / SA SABA , è tipica degli straordinari dolci che si usano per la tradizione de Is Animeddas, dello SHAMAIN , che è correlatissimo con il MUNDUS PATET /MUNDUS CERERIS ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/croce-nel-cerchioshamain-mundus-patet.html?m=0)
Poi, la corda intorno al capo, è declinata in benda intorno agli occhi.
Ma anche la BENDA sugli OCCHI , è simbolismo del Mundus Patet, perché rappresenta una cecità volontaria e virtuosa al mondo fenomenico (il mondo come appare) per concentrarsi sul mondo noumenico (il mondo dei principi, della legge e della verità assoluta).
Una riconnessione, che trascende il visibile.
E anche la DEA FORTUNA , il cui simbolismo è proprio la benda sugli occhi, è una declinazione della simbologia dell'antica cerimonia ancestrale della corda tesa, che traguardava l'apertura del fossato sacro di connessione tra le tre dimensioni, perché è strettamente connessa alla ritualistica DELL'APERTURA del MUNDUS PATET ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/mundus-patet-romani-24-agosto.html?m=0)
La DEA FORTUNA era infatti la DIVINITÀ CHIAVE invocata durante quei giorni "aperti" per placare le forze caotiche dell'aldilà e assicurare che la "fortuna" e il destino della comunità rimanessero favorevoli. Il suo ruolo era quello di governare simbolicamente il caos potenziale rappresentato dall'apertura del passaggio per il mondo dei morti.
Inoltre, nel FORO ROMANO , a pochi passi dal Mundus, sorgeva il Tempio della FORTUNA PRIMIGENIA ,
la dea che aveva il potere di influenzare e rivelare i destini. Era la forza divina che poteva governare il disordine potenziale scatenato dagli spiriti dei morti.
La vicinanza fisica non era casuale. Significava che il culto della dea del destino era strettamente integrato nei rituali e nelle preoccupazioni legate al mondo dei morti e alla stabilità della città.
Come vedete, sono simbolismi archetipali, che poi si agganciano cronologicamente a diverse contestualizzazioni, a diverse civiltà, conservando però l'archetipale simbologia di cui sono veicolo.
Trovo sempre interessantissimo indagare su questi sincretismi, che poi, infine, trovano sempre Matrice archetipale nella nostra Antica Civiltà Sarda
Sardegna Cultura Madre, sempre.
Tiziana Fenu
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Stele cananea con Asherah e croce nel cerchio







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