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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

lunedì, ottobre 31, 2022

💛Navicella nuragica in Calabria

 In Calabria era stata trovata una navicella nuragica che sembra un portaconteiner. 


https://www.vistanet.it/ogliastra/2022/10/29/lo-sapevate-in-calabria-e-stata-trovata-una-navicella-nuragica-che-sembra-un-portacontainer/


Come dimostrano gli studi, i Nuragici portarono avanti numerosi traffici con le altre zone d’Italia, mentre in Sardegna arrivavano prodotti, anche molto pregiati, dal Continente. Sicuramente è stato il caso dell’ambra, giunta da noi dall’Italia peninsulare ma a sua volta proveniente dal lontanissimo Baltico. Come racconta Alberto Caocci nel suo libro “La Sardegna” ( Edizioni Mursia), infatti, ne sono stati trovati dei chicchi nel villaggio di Romanzesu a Bitti ( nel Nuorese) e un’intera, bellissima collana nel nuraghe Attentu di Sassari.


In Calabria, invece, nei pressi di Crotone, a capo Colonna, vicino a un tempio greco è venuta alla luce nel 1987, grazie a degli scavi, una navicella nuragica bronzea di 26 centimetri, che rappresentava in scala una nave mercantile di grandi proporzioni, una sorta di “portacontainer”. Per comprendere quali dovessero essere le sue grosse dimensioni, basta osservare il piccolo spazio occupato dal carro trainato dai buoi, sul lato. Una grande novità per quei tempi, poi, ( stiamo parlando VII-VI secolo a.C.), è rappresentata sicuramente dalle tre murate dotate di grandi finestre, alle quali i passeggeri potevano affacciarsi senza rischiare di cadere in acqua.


La navicella faceva parte dell’insieme di oggetti votivi e doni sacri portati dai pellegrini al Santuario di Hera Lacinia, il cosiddetto “Tesoro di Hera” e che proviene in gran parte dagli scavi condotti sul Parco Archeologico di Capo Colonna. E’ uno tra i reperti più interessanti e misteriosi del Tesoro di Hera, in cui spicca anche il famoso Diadema Aureo.


La barchetta in bronzo – come spiegano gli esperti del Gruppo Archeologico Krotoniate –  è in chiaro stile nuragico e riprende lo stile delle navicelle in bronzo opera della civiltà nuragica, che ha avuto il suo sviluppo autoctono in Sardegna tra il secondo ed il primo millennio a.C., fino all’occupazione (parziale) dei Cartaginesi nel 510 a.C. e poi dei romani nel 238 a.C.


Oggi il prezioso reperto si trova nel Museo Archeologico di Crotone


Tiziana Fenu 

Maldalchimia.blogspot.com 

Navicella nuragica in Calabria





Sulle navicelle nuragiche

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