Un insediamento urbano, il sito archeologico del Great Zimbawe, molto particolare, a circa 240 chilometri dalla capitale dello Zimbabwe( parola che significa "case di pietra") Harare, vicino al lago Mutirikwe e alla città di Masvingo. L’altitudine è di 1.140 metri sul livello del mare e l’ubicazione corrisponde ad una posizione strategica per la difesa e il commercio.
Le mura dell’insediamento, a dir poco possenti e in alcuni punti alte 11 metri, erano state edificate utilizzando tonnellate e tonnellate di pietra granitica a secco, assemblate insieme con dovizia.
Si ipotizza che la città non può essere stata edificata dagli africani, poiché lo stile architettonico è troppo elaborato.
Uno stile architettonico estremamente simile a quello delle nostre antiche architetture sarde, che presenta una torre alta più di 22 metri.
Il nostro nuraghe più alto è il nuraghe Arrubiu di Orroli, 16 metri.
Gli indigeni del Paese chiamano questi edifici "Symbaoe", che nella loro lingua significa corte, e i loro antenati narrano che un tempo questi edifici appartenevano al palazzo della regina di Saba, e alla residenza di re Salomone.
Della regina di Saba ho già parlato, in un due miei scritti, perché ha molto a che fare con la nostra Antica Civiltà Sarda
( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/i-motivi-pibiones-nella-cultura-sarda.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/01/la-regina-di-saba-y.html?m=0)
"La regina di Saba.
In nessuna parte del mondo il cognome Saba, è diffuso come in Sardegna.
"Sa sapa" .
"In nessuna parte del mondo, i dolci con la sapa, il mosto d'uva( come il nostro inconfondibile "pan'e saba), sono così diffusi in modo capillare, in ogni parte dell'isola, simbolismo del fertile limo in cui nasce la vita.
Quindi in virtù di tutti questi collegamenti con l'uva, la regina dei Vigneti, la Regina di Saba, la saba/sapa dei nostri dolci più tradizionali, il richiamo della granulazione che simboleggia l'immortalità, la trasformazione, la fecondità dell' uva e del vino, e la straordinaria somiglianza tra le parole sarde "bingia" (vigna) e " pringia" ( che indica una donna incinta, in dolce attesa), considerando la Sardegna come patria internazionale del vino, prodotto ed esportato, , e considerando la discendenza dalla Regina di Saba, mi è molto difficile pensare che abbiamo aspettato gli etruschi per rappresentare la lavorazione a "pibiones"
[...] E se proprio vogliamo andare nel dettaglio preciso, i tre piedi a ventaglio, del tripode( mi riferisco al tripode sacro di Santadi), sembrano la struttura ossea dei piedi palmati dell' oca.
Oca, legata al Sole, alla fertilità, alla Regina dei Vigneti, la Regina di Saba.
Un'antica eucarestia ( [dal lat. tardo eucharistĭa, gr. eccles. εὐχαριστία, propr. «riconoscenza, rendimento di grazie», der. di χάρις «grazia»]) nell' accezione più primordiale del termine.
Un brindisi di ringraziamento alla vita, e per la vita, attraverso la vite, e il suo vino che vince ( ingl. "to win" sulla morte), rosso come il san*gue me*struale, simbolo di vita e di fecondità.
Questo bellissimo tripode è stato ritrovato a Santadi, la zona della Sardegna dove vigneti sono maggiormente diffusi.
E questo rientra perfettamente in quel discorso di Tripodi usati per sminuzzare le spezie che servivano per aromatizzare il vino speziato, che sicuramente veniva usato in un contesto sacrale/ cerimoniale, o perlomeno in occasioni particolari, visto la ricchezza decorativa di questo tripode e la sua particolare simbologia legata all'uva, alla fertilità e all'immortalità.
Ed è stato quindi naturale, che la naturale trasposizione in arte manifatturiera, in ambito orafo e tessile, della vite nella sua simbologia, diventasse la lavorazione " a pibiones", ad acini d' uva, sarda, così ricchi di significato per la nostra terra.
Ancora più simbolici, se li colleghiamo ad un altro aspetto, assolutamente non trascurabile
Il mosto concentrato dell'uva, qui viene chiamato sapa o saba.
Il cognome Saba è molto diffuso qui in Sardegna, e la saba è molto usata nella preparazione dei dolci, soprattutto per il famoso "pan'e saba", il pane fatto con sapa, uvetta e noci, che è tradizione preparare per la festività di "tutti i Santi" e di "tutti i morti", insieme alle "pabassine" .
Un pane Alchemico che simboleggia la rigenerazione verso la vita, e un' onorare la vita dopo la morte.
Ma "sapa/saba", è legato anche alla storia della bellissima Regina di Saba, di cui si narra nel primo libro dei Re, nella Bibbia e a cui si fa riferimento anche nel Cantico dei Cantici"
Immortalità.
Via di rinascita dopo la morte
La Y, dalla forte valenza taurina/uterina, presente come simbologia, ovunque, nella nostra Antica Civiltà Sarda, come protomi dalla sinergia mascolina e Femminina, e come strutture delle Tombe dei Giganti, simbolo, così come le Domus, di Rinascita dopo la morte, che riproduce la via alchemica celeste che passa per la Via Lattea, attraverso i 3 Soli, le tre porte/cornici alchemiche, fino alla costellazione del Toro, e che unisce il Mascolino e il Femminino, Sirio e la costellazione del Toro, per l'immortalità( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0), così come i piedi palmati della Regina di Saba, simboleggiano immortalità
"Su pei de cocca"
Il piede d'oca
Cocca
"Su coccu", il nostro sardo amuleto, il più rappresentativo di tutta la nostra tradizione orafa, protettivo, di lunga vita
( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/su-coccu-sardo_12.html?m=0)
La Y, simbolo de "su colostru" sardo, che contrassegna lo Yule, al cui approfondimento vi lascio il link di riferimento ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/12/lagrifoglio-su-colostru-sardo.html?m=0)
Yule, uno degli 8 sabbat
8, simbologia del Femminino, della stella a 8 punte, radicata anche nella nostra tradizione orafa che la vede presente, come simbolo ancestrale e pagano, anche nei nostri Antichi rosari
( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/la-simbologia-della-stella-otto-punte.html?m=0)
E, a proposito
Sabbat, deriva chiaramente da Saba, il Sacro Femminino simbolo della stirpe degli Iniziati
La stirpe regale dei Falasha, gli Etiopi neri, eb*rei.
I quattro mori della bandiera sarda
Le antiche capanne dei pescatori di Cabras, in falasco.
I pescatori.
Gli apostoli.
Gli Iniziati.
Gli antichi Nommo e Oannes, gli uomini che venivano dal mare per civilizzare l'umanità, che comunque, è un Sacro Femminino( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/il-sacro-femmininooannesapkallu.html?m=0)
"Sa Mastrucca" sarda degli Oannes( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/sa-mastrucca-degli-oannes.html?m=0).
Dicono che in questa zona archeologica del Great Zimbawe, siano state ritrovate grandi quantità di oro, trasportato per nave lungo il fiume Cuamas fino all’oceano Indiano, Altri raccontano che le rovine appartengono a una residenza di re Salomone.
Ma in molti hanno ipotizzato che le ricchezze di Re Salomone, accumulate a Gerusalemme provenisseo dalla Sardegna
Il capitolo 10 del 1° Libro dei Re descrive la grandezza e la ricchezza di Salomone, il suo legame con il regno di Tiritsi e la costruzione del tempio, e la sua gloriosa corte reale, sottolineando la grande quantità d'oro a Gerusalemme. In particolare, si menzionano le sue navi di Tarsis, che insieme a quelle di Hiram, erano di grande valore e importanza per il commercio.
Una flotta, quella di Tarsis, che portava carichi provenienti dalla Sardegna, in epoca antica era nota per le proprie miniere di argento, che fecero ricca Roma, oltre che per il piombo e il rame.
Le vene minearie del Gennargentu?
Una iscrizione di Esarhaddon, Re di Assiria, parla di un Tharshis, terra che gli rese omaggio, e che sicuramente era un'isola, poiché anche nella Bibbia, è citata più volte, come isola in mezzo al mare, e collegata in modo continuativo ad Israele.
Quindi il re Salomone, commerciava per lo più con questa terra biblica di Ofhir, del Great Zimbawe, ricca di oro e avorio, la terra della regina di Saba,
Anche l'iscrizione della stele di Nora, trovata nel 1773, parla di una guerra fra i "Fenici" e i sardi abitanti di Tharshis, conclusa con una pace fra le due popolazioni.
Nella stele è scritta anche la parola ŠRDN, "quelli di Sardegna", oltre che PTRŠŠ "," quelli di Tartesso", o più precisamente, quelli del fiume Tirsu.
Il Tirso scorre in Sardegna, e ha una grande valenza simbolica, perché, non solo ha stesso nome del tirso, bastone di comando che regge la simbologia della ghiandola pineale, ma anche perché con la 131, la nostra strada principale, che ha una sua simbologia, forma una Y( approfondimenti nel mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2024/04/la-131-e-il-fiume-tirso.html?m=0)
E ritorniamo alla Y simbolo della regina di Saba e alla via divina di rinascita e di immortalità, la Y della Via Lattea lungo i tre Soli.
Questa antica struttura del Great Zimbawe è molto simile alle nostre strutture regali, come il Santu Antine, o il nuraghe Losa, evidentemente, non solo nuraghi, ma veri e propri templi, dimore regali.
Dei trilobati perfetti. Con proporzioni auree.
I custodi del trilobato, del primordiale fiore della vita che Gilgamesh custodi' attraverso le acque del diluvio ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/i-custodi-della-memoria-del-trilobato.html?m=0
Il trilobato è una Y.
Memoria da custodire sulla terra, e nella dimensione astrale, nella via del ritorno, ad Y, lungo la Via Lattea.
Trovo straordinaria questa corresponsione tra il Great Zimbawe e le nostre strutture architettoniche, perché questo dimostra il filo conduttore tra le due civiltà, unite probabilmente, da una Matrice in comune, forse la stessa Regina di Saba.
Tiziana Fenu
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