Ho iniziato a celebrare la Dea Diana 4 anni fa (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/13-agosto-dea-diana.html?m=0) e ogni anno scopro sfumature diverse.
Un tempo, in epoca romana, la data di oggi, 13 agosto, segnava l'inizio dei festeggiamenti in onore della Dea. Diana, che culminavano il 15 agosto.
Erano chiamati i Nemoralia, e si festeggiavano nel tempio di Diana sul Lago di Nemi, con le torce in processione.
Era quindi la festa dell'Acqua e del Fuoco.
Di questo Sacro Femminino, Diana Lucifera, Portatrice di Luce.
Un numero importante quello della data di oggi.
Simbolica, la scelta del numero 13, per l'inizio dei festeggiamenti.
Il tredici fa riferimento all'Archetipo femminile per eccellenza, la Mem, la seconda delle tre lettere Madri nel Sacro Alfabeto ebraico.
Significa acqua, ventre primordiale, le acque del Caos primordiale, della Genesi, con la sua capacità di custodire e far germogliare il seme.
Così come il grembo femminile dona la vita, così è capace di accogliere le sue creature, nel grembo di Madre Terra, dopo la morte, in un passaggio, che non è mai definitivo, ma è una continua trasformazione.
Infatti l'Arcano Maggiore che rappresenta la Morte, è proprio l'Arcano XIII.
Acqua come fonte di vita, simbolo dell'Amore. Infatti i festeggiamenti in onore di Diana, si svolgevano sul lago Nemi.
La Mem viene considerata la lettera più sacra, e anche il simbolo dell'androginia, del maschile e del femminile, poiché, se contiene la vita, contiene in sé anche la morte.
Questo concetto è ben rappresentato dal movimento della Spirale, in ascesa verso il Divino.
Il tredici è però anche legato al numero delle lunazioni in un anno, in perfetta armonia e corrispondenza dei cicli di fertilità delle donne.
Un tredici che nei tempi passati, rappresentava Iside, il Sole Nero al centro della Galassia, l'aspetto, l'utero nascosto della creazione.
È questo, il mistero del Sacro Femminino, che arriverà fino ai giorni nostri, manifestato attraverso l'energia della Maria Maddalena, l'acqua che contiene in sé anche la Terra, poiché, 13, in riduzione teosofica, diventa un "1+3', quindi un" 4" che rappresenta la terra con i suoi 4 elementi e 4 punti cardinali.
Acqua di purificazione, morte e rinascita.
Si muore con la consapevolezza di saper morire, e di rinascere alleggeriti, fluendo, come indica la Runa Laguz, associata a questo Archetipo, che indica il fluire, manifestando la propria Essenza, essendo Madre Creatrice, in ogni momento.
Ma in questo stesso periodo, in ambito celtico si festeggiava la nascita della Dea Madre Nemetona, un sincretismo che vede corrispondere il lago Nemi, consacrato a Diana, con la stessa Nemetona, il cui nome contiene la radice "Nem-".
Il simbolo di Nemetona era un albero di melo, simbolo di Sapienza ancestrale, ed era usanza cuocere le carni infilzandole con rami di melo, in questo bosco sacro, il Nemeton, al cui centro vi era una quercia Sacra.
Avevo già parlato di questo culto in un mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/nemetona-roberto-giacalone.html?m=0)
"Sapevo che questa Dea era anche la custode delle sorgenti Sacre, e il culto delle acque, è molto diffuso qui in Sardegna.
A Nemetona era sacro il cingjiale/maiale, ed essendo questa Dea legata al culto delle acque, la correlazione anche con i nostri pozzi sacri, è confermata anche dal simbolo della Dea Baubo, rappresentata sul dorso di un cinghiale /maiale, della quale parlai già nel 2020 ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/08/le-dee-silenziose.html?m=0) e della quale ho approfondito più volte, in relazione alla dimensione di fertilità collegata anche alla struttura e simbologia del nostro pozzo pozzo Sacro di Santa Cristina, come già anticipai (https://maldalchimia.blogspot.com/2023/04/dea-baubopozzo-s-cristina.html?m=0), e in relazione alla dimensione della risata Sacra, particolarmente sentita qui in Sardegna ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/la-risata-degli-dei-bauboabba.html?m=0). Simbologia correlata anche al "bubbolo" di Baunei, simbolo del custode, S'Iscultone, del Gorgo ( quindi ancora acqua, fertilità) di Baunei
( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/04/bauneibaubobubbolobasilisco.html?m=0)
In Britannia e in Germania, Nemetona era associata a Marte, come nell’iscrizione di Bath, in cui viene indicata come sua consorte, probabilmente perché era una Dèa della guerra, forse identica all’irlandese Nemon.
Probabilmente era associata al pianeta Marte perché è simboleggiato dal Fuoco, e non poteva che essere una sua controparte femminile, associata all'acqua, per equilibrare la coppia di divinità.
In Irlanda, le Dèe guerriere erano più importanti degli dèi guerrieri e di solito formavano una triade: Morrigan, Neman e Macha. Apparivano in forma di corvo. Talvolta Neman era consorte di Net, uno dei Tuatha De Danann, forse equivalente di Neton, che in una iscrizione spagnola è identificato con Marte. Forse Neman può essere identificata con Nemetona.
I Tuatha de Danaan sono considerati gli Antichi Shardana irlandesi, e sicuramente vi erano dei Nemeton sacri anche in Sardegna, che è ricca di querce.
Un sincretismo di cui ho parlato anche per il mio ultimo scritto du Lammas( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/lammas.html?m=0), che rimanda al legame Tuatha de Daanan /Lugh( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/festa-di-lughnasadh.html?m=0)
/Orotelli/simbologia del cinghiale, carnevale sardo /Baubo.
Ancora in ambito di sincretismi, il 13 agosto si celebra la dormizione della Vergine Maria, in seguito alla sua morte, e alla successiva Assunzione in cielo, dopo i 3 giorni, celebrata con l'Assunzione del 15 agosto, la festa dell'Assunta, di cui ho già parlato perché a Sassari è particolarmente sentita, attraverso la celebrazione della Festa dei Candelieri ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/festa-candelieri-sassari-2023.html?m=0)
Celebrazione che affonda le radici, in quella simbologia del palo sacro, protagonista di questa celebrazione, che altro non è che la celebrazione di quel sacro, ancestrale Femminino Asherah, di cui ho approfondito tante volte ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/statuina-dea-madre-asherah.html?m=0), che ritroviamo proprio, come forma archetipale in un nostro bosco, il Bruncu Suergiu sulla Giara ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/statuina-dea-madre-asherah.html?m=0) fino ad arrivare alla rappresentazione in un nostro bronzetto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/bronzetto-ofiotauro-palo-asherah.html?m=0)
Un albero sacro, che ritroviamo come sincretismo anche nel simbolismo del mercoledì delle Ceneri (https://maldalchimia.blogspot.com/2025/03/cenereashasherah.html?m=0)
Un archetipale filo di Arianna che unisce i Femminini.
Notate come anche nel nome "Arianna", ci sia la particella "AN", che è presente anche in Diana, anche nella più importante dea del passato, la più archetipale, Inanna.
È una particella che indica Il dio sumero AN, la divinità celeste, considerato l'artefice del creato e padre di tutti i dei.
Secondo la mitologia mesopotamica il dio An nasce dal mare primordiale (Nammu, e anche qui abbiamo AN ribaltato).
AN-, come Anubi, il Dio cane-sciacallo.
Ma i cani sono rappresentanti del Sacro Femminino, della Dea Ecate, signora dei solstizi, come ho già approfondito su Ecate in più occasioni ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/dea-ecate-solstiziale.html?m=0/
https://maldalchimia.blogspot.com/2024/04/ecate-signora-dei-noviluni-e-delle.html?m=0)
Come dea della morte, Diana fu venerata come Ecate.
Infatti, il figlio della dea Diana era Giano, sua controparte maschile, quel Giano bifronte, che presiede, come guardiano della soglia, al due solstizi, che prima erano custoditi solo da Diana, estivo ed invernale, alla Porta degli Umani, del Cancro, e alla porta del Capricorno, la Porta degli Dei.
Jana, significa porta, così come Giano.
"janna", in sardo, è la porta.
E tutte le Domus de Janas, sono esposte ai solstizi, sia invernale, che estivo, quindi, metaforicamente, indicano la nascita e la morte, in un ciclo continuo di gestazione e di rinascita.
Proprio come la vegetazione, di cui Diana è Dea assoluta.
Le Janas sarde, prima, ma molto prima, delle Janare sacerdotesse del culto di Diana, erano coloro che presedievano e officiavano questi riti di passaggio dalla vita alla morte.
Simboli solstiziali, prima che il Patriarcato, con Giano bifronte, si appropiasse anche di questo.
Erano Janas "bogadoras", coloro che "bogano", che tolgono fuori il bambino dal grembo materno, e Janas "accabadoras", coloro che "fanno finire" la vita, di chi soffre, in modo dignitoso. Un'eut*anasia approvata da tutta la comunità.
Gestivano i ritmi degli umani, in perfetta sincronia con i ritmi vegetativi.
Diana è infatti un derivato del nome Jana, che un portale per tante dimensioni.
La Dea Diana, puntando verso l'alto, verso l'otre, la sua freccia, ci spinge in una dimensione superiore
Siamo proprio dentro l'ancestrale celebrazione del Fuoco e dell'Acqua insieme.
Ma non è un femminile contrapposto al maschile.
È un Femminile archetipale.
Quello delle origini.
Il Sole nero creatore di tutto, di cui parlano gli Egizi, l'Iside nera.
La metafora del filo di Arianna, legata al labirinto di Cnosso.
An
Come Di-an-a
Come Ari-an-na
Come In-an-na, archetipale Dea Madre.
È nel labirinto di Arianna, simbologia della spirale ut*erina del divenire, con tutta la simbologia legata anche alle spirali, nella loro dinamica contrazione ed espansione orgasmica, necessaria all'espansione dell'Universo, che il Minotauro può tramutarsi da Minus-taurus, a T-Aurus, ad Horus, il Figlio-Oro, che raggiunge la completezza della Tau, del percorso iniziatico, fino al massimo livello.
La trasmutazione alchemica completa.
Avvenuta per mano del Femminino, di Iside, rappresentante di tutto il Sacro Femminino alchemico, capace di compiere la trasmutazione con i 13 pezzi rimanenti di Osiride.
I quattordicesimo (Archetipo Nun, trasformate), fu "sacrificato", fu reso Sacro.
Il fallo di Osiride ingoiato dall'Ossirinco, il pesce nero del Nilo, per rendere fertile la terra inondata dal Nilo.
Ma è Iside, il Sole nero, il Sole dietro il Sole, identificata con Sirio della levata eliaca, proprio di questo periodo( anche con Saturno, la ruota del tempo, del divenire, con i suoi cicli temporali, mes*truali, in collegamento con la dimensione donna, karmici) a rendere possibile la trasmutazione, l'alchimia.
A unire, con la funzione "perfezionante", tipica di questo Archetipo, tutti i tasselli, i 13 pezzi sparsi di Osiride, e farne dimensione nuova di creazione.
Questo è possibile solo che creiamo un legame anche con le nostre controparti.
La massima espressione di questo legame è proprio in quella doppia simbologia della protome taurina/uterina che simboleggia al contempo, la potenza creatrice fallica, taurina, accolta nel grembo lunare femmineo.
Iside è rappresentata con le corna taurine che trasportano il disco solare.
Il nostro sguardo, l'anelito della nostra Anima, deve sempre, come Diana, come un cacciatore, cercare questi legami, nella realtà, negli altri, in modo da creare una connessione di Bellezza, del Giusto, dell'Armonia, dell'appartenenza ad un qualcosa di più grande, legato alla dimensione dell'Universo, del Cosmo, dei cicli che regolano e scandiscono anche la dimensione umana.
Perché
Essere Jana-Diana, è gestire vita e morte, senza perdere di vista la propria Essenza.
È sentirsi alchimisti, capaci di creare una nuova dimensione anche da ciò che è apparentemente frammentato, perché siamo noi stesse quel filo di Arianna, che è complementare e speculare al Caos della Creazione, specificità del Femminino.
Un Femminino, che si fa vuoto, oscuro, grembo, che riannoda fili che parevano persi, ma che segue una logica divina, in tutto questo.
Un Femminino che non perde di vista il bersaglio, perché ha trovato il suo baricentro e può spingersi oltre.
Azzardare l'impensabile.
Un Femminino, dalle infinite possibilità.
Tiziana Fenu
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