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mercoledì, maggio 14, 2025

💜Druidi

 La partecipazione delle donne.

Come abbiamo visto, a un dato momento fu posto il problema delle conhospitae, poiché i vescovi romani rimproveravano i Bretoni armoricani di associare le donne al ministero sacerdotale. 

A dire il vero è l’unica prova assoluta che possediamo sull'argomento e riguarda unicamente la Bretagna armoricana. Ma poiché sappiamo che tutte le particolarità della Chiesa armoricana erano provenienti dalla Gran Bretagna o dall’Irlanda, si può affermare che questa prassi esistesse in tutto il mondo celtico, senza per ciò stesso pretendere che fosse una caratteristica generale. 

Far partecipare le donne al culto è perfettamente coerente con la mentalità celtica. 

Nelle società celtiche primitive la donna ha sempre avuto un ruolo, se non di primo piano, almeno molto al di sopra di quello a lei riservato nelle società mediterranee. 

E se il Cristianesimo ha introdotto una certa traccia di antifemminismo, dovuto in gran parte a san Paolo, non poté comunque annullare l’importanza della donna nell’ambito delle cristianità celtiche. 

La prova migliore è costituita dall’esistenza di numerose comunità fondate e dirette da donne, e persino di alcuni monasteri duplici di uomini e donne, come quello di Kildare, di cui Brigida, personaggio alquanto misterioso, fu la venerata badessa. Per contro è difficile ammettere quelle teorie che fanno delle conhospitae le eredi delle antiche druidesse. Innanzitutto nessun documento prova che vi siano state delle druidesse, checché ne dicesse Chateaubriand e i seguaci della storia romantica. 

Le donne fecero effettivamente parte della classe sacerdotale druidica, ma ciò non vuol dire che fossero vere e proprie druidesse. 

Sembra piuttosto che i loro ruoli siano stati soprattutto la profezia, forse l’insegnamento, sicuramente la medicina e alcune pratiche che si potrebbero abusivamente considerare magiche. In tal senso, le streghe dei villaggi sono davvero le discendenti di quelle donne appartenenti alla classe druidica. 

Quanto all’ipotesi che la “druidessa” sia confluita nella figura delle conhospitae, ciò significa muoversi sulle sabbie mobili, nonostante ciò non fosse impossibile. 

Ciò che è sicuro è che alcune donne assistevano i sacerdoti nelle cerimonie del culto, e potevano anche distribuire la comunione. 

Ciò fu sufficiente per sconvolgere gli ortodossi romani, soprattutto dopo ciò che i Padri della Chiesa avevano scritto sulle donne, strumenti del diavolo e occasioni di peccato.


Tratto da "Il Cristianesimo celtico e le sue sopravvivenze popolari" Jean Markale. Introduzione di Gianfranco de Turris. Traduzione di Pasquale Faccia

Collana "La via dei Simboli

Edizioni Arkeios

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