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Nel Medioevo, il “tribolo” (conosciuto anche come abrojo in spagnolo) era un'arma semplice ma estremamente efficace, utilizzata per bloccare l’avanzata della cavalleria o della fanteria nemica.
Con un design compatto ma ingegnoso, il tribolo non era solo un simbolo delle tattiche difensive, ma anche una prova dell’intelligenza strategica dei guerrieri dell’epoca.
Era realizzato in metallo, con quattro punte appuntite disposte in modo tale che, qualunque fosse il lato con cui veniva lanciato a terra, una punta restava sempre rivolta verso l’alto, pronta a ferire.
Questo rendeva l’avanzata di soldati o cavalli estremamente pericolosa, perché ogni passo poteva causare gravi lesioni.
Durante le battaglie, i triboli venivano sparsi lungo i percorsi di marcia del nemico, oppure attorno a fortificazioni e accampamenti, creando un anello difensivo quasi impenetrabile.
Non solo fermavano l’avanzata: rallentavano anche la velocità di interi eserciti, offrendo prezioso tempo ai difensori per riorganizzarsi.
Inoltre, erano spesso utilizzati per proteggere zone strategiche, come porte cittadine, ponti o strade strette.
Il tribolo è una testimonianza concreta della sofisticazione dell’arte militare medievale, dove anche le armi più piccole potevano avere un impatto tattico enorme.
Facile da fabbricare, semplice nel design, ma altamente dannoso, il tribolo è stato un elemento fondamentale negli arsenali militari, fin dai tempi dell’Impero Romano fino al pieno Medioevo.
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Mie personali considerazioni
In Sardegna cresce abbondante, è una pianta medicinale - terapeutica, usata per la fertilità in particolare, come energizzante, e anche un cucina
Il tribolo sardo" si riferisce al Tribulus terrestris
Qui viene chiamato anche "basapeis", che tradotto significa "bacia piedi".
Questo lo ricollega al fatto che il tribolo veniva usato per un ostacolare la corsa dei cavalli, dei nemici, infortunandoli proprio ai piedi
Viene chiamato anche, sempre in sardo, "isspina turpa", "spina cieca" ( va alla cieca, dove si conficca, si conficca)
Altra versione in sardo, "isproneddu", che richiama molto il verbo "spronare" riferito ai cavalli, quando li si sprona per la corsa".
Viene chiamato anche "spronitu".
Il tribolo è una pianta erbacea diffusa in Sardegna in particolare e altre zone calde del mondo, con fusti prostrati e frutti spinosi che ricordano i triboli.
Direi quindi che l'origine è prettamente sarda, ma come ho sottolineato tante volte, i romani, hanno ripreso dagli antichi Sardi
Approfondimenti a riguardo
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Tiziana Fenu
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