Un'insolita rappresentazione della dea cananea e semitica Asherah.,prima immagine.
Più che insolita, direi primordiale, perché Asherah è una delle divinità più antiche e misteriose del pantheon semitico.
È stata identificata con la dea ugaritica Athirat e spesso è considerata la paredra del dio del cielo El.
Nei testi ugaritici, il suo nome completo potrebbe significare "grande signora del mare" o "grande signora del giorno e della luce".
È spesso associata a pali sacri, chiamati asherim, che erano oggetti di culto a lei dedicati.
In alcune iscrizioni israelite, Asherah sembra essere stata considerata la consorte di Yahweh.
Ho già avuto modo di parlarne in più occasioni, a partire dal maggio del 2022, in cui individuo un primordiale petroglifo ( seconda immagine) di Asherah nel sito di Bruncu Suergiu, nel Parco della Giara, nell'area del comune di Genoni, in Sardegna, in cui faccio riferimento anche all''iconografia della giara di Kuntillet Ajrud, con tre figure antropomorfe e l'iscrizione: «Yahweh [...] e la sua Ashera. Giara che appartiene al periodo della civiltà del Regno di Giuda e Israele, X-VIII secolo e rappresenta Yahweh, il Dio Bes(Dio protettore della gravidanza e fertilità), e Asherah, consorte di Yahweh, che ha il suo stesso rango divino, come "regina dei cieli e creatrice degli Dei"
Ha correlazione anche con la danzatrice del Nilo.
Sulle correlazioni Israele /Sardegna, ho scritto più volte, come sapete, così come ho approfondito sul Dio Bes, svariate volte.
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/statuina-dea-madre-asherah.html?m=0
Il culto di Asherah prevedeva l'installazione di pali o di alberi stilizzati, chiamati anch'essi, con il nome di "asherah".
Ha un albero sacro e uno stambecco rappresentati sulla coscia.
Madre di due gemelli.
La dimensione cosmogonica del gemellare. Dall'uno, dalla Monade, al duale, iniziatrice della civiltà, in cui ci sono sempre coppie gemellari
Essendo Dea Madre primordiale, una e trina, trimorfa.
I tre aspetti del Femminino.
Un'impronta che è rimasta, stilizzata nell'iconografia della Y, che comprende anche la polarità mascolina, la Yod, di Yahweh.
Avevo trovato una particolare correlazione, proprio con la simbologia della Y anche in terra di Tuscia, l'antica Etruria, terra dei Sardi, per quanto riguarda una chiesa di Sant'Anna, la relativa correlazione Sant'Anna/Asherah, di cui l'Asherah è icona archetipale.
Ne ho parlato in un mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/03/cenereashasherah.html?m=0
"Cerere era già presente nel pantheon dei popoli italici preromani, specialmente gli osco umbro sabelli e fu, in seguito, identificata con Demetra.
Il suo nome deriva dalla radice indoeuropea *ker e significa "colei che ha in sé il principio della crescita.
Ker/kerere/cerere/cenere
Cenere, invece, in inglese, si dice" ash", che è la radice del nome Asherah
[...] Asherah, consorte di Yahweh, che ha il suo stesso rango divino, come "regina dei cieli e creatrice degli Dei", e che porta le sue benedizioni, attraverso la sua rappresentazione iconografica di albero, di palo, perché il suo nome significa "albero consacrato.
Come oggetto di culto, infatti, l'asherah può essere costruito, abbattuto, bruciato.
( *dell'asherah bruciato, resta appunto, la cenere, come le palme consacrate che vengono bruciate per il mercoledì delle Ceneri)
[...] Asherah può essere considerata un'antecedente della dea Ishtar e Astarte e Hator, dea egizia. Una dea che piano piano è scomparsa.
Quindi, la correlazione Cenere/Albero/fertilità /rinascita, e vista la stessa radice fonetica di Ash(inglese=cenere) con la dea Asherah, si capisce come sia una dimensione, quella del Mercoledì delle Ceneri, di cui ho già approfondito ieri( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/03/mercoledi-delle-ceneri-2025.html?m=0), che affonda le radici in tempi antichissimi, in relazione al Sacro Femminino archetipale.
C'è anche una correlazione tra Sant'Anna, la Madre della Vergine Maria e la stessa Asherah, che funge quindi da iconografia archetipale.
Ne ho parlato in un mio scritto, a cui vi rimando la lettura nel mio blog( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/07/santanna-asherah.html?m=0), in relazione, in particolare, all'usanza, in alcuni luoghi, di festeggiare Sant'Anna, con un "totem/cippo".
In particolare, ho fatto riferimento, nello stesso scritto, anche ad una chiesetta in terra di Tuscia, l'antica Etruria, che sappiamo essere stata abitata dagli Antichi Sardi, nel lato Nord-occidentale del Lazio, una chiesa molto esoterica, con chiari richiami pagani, come le false porte, presentissime nelle nostre Domus de Janas
"La chiesa di Sant’Anna, così rinominata nel 1603 dalla sua originale intitolazione a S. Maria della Cavarella, il cui nome derivava da una tagliata etrusca che corre vicino alla chiesa, costituisce il più completo esempio di come nella famiglia Farnese l’interesse per l’Ermetismo fosse profondo (e probabilmente non solo per curiosità).
La chiesa sorge nell’angolo della Y ( Y Yahweh, di cui Asherah era la consorte) che si viene a formare dall’incrocio di due vie provenienti dai paesi del Ducato di Làtera che si uniscono per raggiungere Farnese a circa 500 mt. dall’abitato, e con la facciata d’ingresso orientata verso Est".
La simbologia dell'albero dell'Asherah, del Sacro Femminino, è rappresentato anche in un nostro bronzetto Ofiotauro( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/bronzetto-ofiotauro-palo-asherah.html?m=0), che come sapete dai miei vari approfondimenti a riguardo, rappresenta il Serpente, il Sacro Femminino.
Una simbologia che ha radici nella Y di Ascensione lungo la Via Lattea ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0), che è una Via di Rinascita al Femminile, da Sirio, attraverso i tre Soli, attraverso le tre stelle della Cintura di Orione, fino ad arrivare ad Aldebaran, l'occhio rosso della costellazione del Toro, esotericamente, simbolo del Femminino, anche la sua stretta correlazione con le Pleiadi.
Una via al Femminile, in cielo così come in terra.
La via dei Misteri Isiaci, della nascita e rinascita.
Delle Sacre Iniziate.
La Y del Sacro nutrimento.
Da noi in Sardegna, simbolo del Natale, quindi della Nascita per antonomasia, l'agrifoglio, si chiama "colostru".
Un nome molto simile al colostro, il primo latte materno, il più prezioso.
Ne ho parlato in un mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-agrifoglio-il-colostru-sardo.html?m=0
Ma la mia attenzione, oggi, si vuole soffermare su quella Y dello Yule, del Bambino Solare nascente, che in Sardegna, acquisisce la valenza di Suprema Divinità solare, intesa come Padre Solare.
Una Y che è la chiave di lettura di tutta la simbologia di tutta la nostra civiltà,, secondo me, in quanto la ritroviamo, come schema triadico creativo e simbolico, anche in alcuni aspetti che finora, non avevo preso in considerazione, e che ora vi illustrero'
Quindi abbiamo, come già visto altre volte
-Y come simbologia e schema del fiore della vita creativo, del trilobato (vedi nuraghe Santu Antine, e Nuraghe Losa, per esempio)
-Y come schematizzazione della protome taurina/uterina, come presenti nelle Domus e planimetria delle Domus de Janas
-Y come Yule, natività di un Sole Bambino cosmico, nato da una trinità cosmica creativa
-Y come il Triskel, celtico, le tre spirali delle forze dell'universo, Aria, Terra e Acqua, e il Fuoco al centro, nato dall'energia di queste tre forze
-Tre come le fasi solari, le tre età dell'uomo, i cicli del tempo, della vita umana.. Ecc..
Se pensiamo che è stato stabilito scientificamente che il DNA delle antenate celtiche, quindi si parla di ambito addirittura Pre-celtico, è totalmente sardo, viene facile capire, come anche da tutti gli approfondimenti da parte di storici e studiosi, riguardo i Tuatha De Danann, gli Dei Luminosi d'Irlanda, la sovrapposizione, di queste genie, nostra e loro, e quindi anche la corrispondenza in moltissime simbologie
Ma la Y, mi colpisce anche per un'altra cosa oggi, che contribuisce a creare un'altro tassello che si incastra benissimo con i precedenti.
La Y è anche lo schema della struttura dell'agrifoglio, simbolo per eccellenza, del Natale, e presente anche in Sardegna
Quando ho letto il nome della sua trasposizione in lingua sarda, non potevo credere ai miei occhi
In sardo, l' agrifoglio si chiama "colostru", (.. Agrivoddu, alasiu, arangiu furisteni, golostru, lau spinosu.. Basta cercare nel sito ufficiale "Sardegnaflora", e cercare agrifoglio), ed è lo stesso nome con il quale si chiama anche il colostro, la sostanza preziosissima prodotta dalla ghiandola mammaria, nelle prime 12/24 ore dopo il parto, che ha una funzione immunitaria importantissima
Mi sono chiesta perché chiamare l'agrifoglio, con questo nome, che senso aveva, e soprattutto che legame ha con il colostro
Poi ho capito che non è tanto la pianta in sé, a portare in grembo questo significato così importante, ma proprio la sua struttura ad Y, che nella civiltà Sarda è così prepotentemente presente, come simbolo di regalità solare, di potenza, di immunità, anche, come il colostro, visto che si parla di regalità, di figli di un Dio solare, taurino e uterino insieme
-Agrifoglio
-Toro
-Utero
-Nuraghe trilobato
-Tombe dei Giganti
-Struttura uterina interno delle Domus
Tutte queste cose, hanno una struttura ad Y, e tutte queste cose rimandano ad un unico concetto : natività regale
Talmente forte, questo concetto di regalità nella natività, che la stessa Y, di per sé, nella traduzione sanscrito-inglese (e sappiamo bene, e visto più volte, come il sanscrito, così come la spiritualità indù, abbia cose in comune con la civiltà e lingua sarda), significa "corona e ricchezza"
In celtico, la Y, rappresenta la nascita, il roveto ardente di Mosè (il rovo sul monte di Dio, il monte Oreb, che brucia, ma non si consuma, quando Dio ordina a Mosè di portare fuori gli Israeliti dall'Egitto. O forse erano gli antichi Shardana, visto che una tribù dei Dan, era proprio attivamente presente per la protezione di Mosè, durante l'attraversamento del deserto)
-La Y come la pietra filosofale, la pietra della creazione
-Unione dei complementari
-La Kundalini con le sue due Nadi, la completezza
Ma la Y ha anche un corrispondente numerico 700, che la associa alla lettera Tau, il ventiduesimo e ultimo, archetipo ebraico, che non sto qui a spiegare, ma dico solo che indica la completezza avvenuta, dell' opera divina.
Ricordo solo che la Y/Tau, viene ripresa in ambito cristiano, come ho già scritto nel mio post sullo Yule, come simbologia della croce della crocifissione, ma che, inizialmente, in tutto l'ambito egizio, siriano e mediorientale, rappresentava il Tau/Y degli Iniziati ai Sacri Misteri, nei quali venivano adagiati su queste "croci", per ricevere l'iniziazione, in un luogo al buio, e vi restavano per tre giorni, fino a quando, il terzo giorno, venivano esposti ad un raggio di sole in corridoio, sul viso, ad abdicare che l'iniziazione alla saggezza e consapevolezza solare, era avvenuta.
Pratica che sembrerebbe proprio come quella delle Tombe dei Giganti, dove avvenivano i riti di incubatio e di guarigione
Y/Tau che poi è diventata il simbolo di San Francesco e dei Cavalieri del Sacro Graal, i Templari
Infatti la Y, il Decimo archetipo ebraico Yod, la prima lettera del tetragramma divino Yhwh, che ritroviamo, come spiegato tante volte dal prof. Sanna, anche nella nostra scrittura Sarda, come "yh", come "padre solare", oltre che significare il 10 (una stanghetta e un cerchio, perfezione divina di maschile e femminile), rappresenta il primo grado di livello di iniziazione, il passaggio dal dualismo all'unità e la rinascita, poiché indica anche l'autorità divina, Regale, del Semidio, del "sacerdote/sciamano"
Infatti secondo un metodo di studio e di decodifica numerica detta "gematria inversa" con metodo J. King, alla Y corrisponde il 12, che ridotto teosoficamente diventa 3(1+2),e sappiamo bene, quanto nella civiltà sarda, il tre e multipli, siano sempre presenti, soprattutto il numero 12, tanto da essere chiamato" su Santu Doxi", numero estremamente simbolico
Ma un altro passaggio importante, per capire il collegamento tra "agrifoglio e la sua traduzione in sardo in colostru", inteso come nutrimento immunitario, è il fatto che la struttura ad Y dell'agrifoglio, è la stessa di un'altra struttura ad Y, che, ancora una volta, nel suo giro, approda alla Sardegna.
La struttura ad Y nelle rune celtiche(.. e mai dimenticare che parlare di celti, é parlare anche di Antichi Sardi) rappresenta la Runa Algiz, che viene chiamata "orma del Cigno"
Infatti in antico germanico, alkaz, significa "cigno"
Così come è presente, nella mitologia indù, ed è chiamato Ham-sa, ed è calvacato da Brahma, e rappresenta, nella sua forma più alta e mistica, l' unione di Shiva e Parvati, la sua Sposa, che si uniscono fino a raggiungere un livello superiore di consapevolezza, in unione mistica tra principio maschile e femminile, tra Shiva e Shakti, la sua sposa D' Anima
E proprio il Cigno, abbiamo visto, come sia strettamente legato, come disposizione "triangolare/ad Y" stellare, e come fonetica, al "Cygnus" "cunnus" (in latino), che riproduce il Sacro Graal uterino, nutrimento immunitario, poiché indica la Croce del Nord, la stella Polare, che porta alla salvezza, alla protezione e alla sicurezza"
Sull'importanza della Costellazione del Cigno per la nostra Antica Civiltà Sarda ho scritto tante volte.
Quindi, il Cigno rappresentato da una Runa Algiz che è a forma di Y triadica.
Cigno che era animale Sacro alle Walkyrie, le Donne Sacerdotesse, come le Janas.
Cigni, che sono in stretta correlazione con i Tuatha De Danaan, (e ritorniamo agli Shar-Dan, agli Antichi Sardi), simbolo di saggezza, purezza, Fedeltà( uno dei miei ultimi s ritti a riguardo della Costellazione del Cigno https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/nuraghi-samatzai-lunamatrona.html?m=0)
Legato ai tre elementi dell'acqua( dove nuota), dell'aria (dove vola) e alla terra(dove si posa)
Ma, cigno, che rappresenta soprattutto il Fuoco del Sole, da cui trae il suo potere per padroneggiare gli altri tre elementi, che entrano in comunicazione tramite esso
-Il Cigno "Fuoco/Nur"
Il Nur di Nuraghe, che è Cigno/Cono/Cunnus, utero, Fuoco"
Simbolo, la Y, anche della stirpe regale della regina di Saba, la grande Iniziata, moglie del Re Salomone, il cui simbolo era il piede d'oca, di cui parlai già nel 2020( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/i-motivi-pibiones-nella-cultura-sarda.html?m=0), approfonditi poi successivamente.
La Regina di Saba, la stirpe dei Falasha ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/01/la-regina-di-saba-y.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/great-zimbawe-regina-di-saba.html?m=0) degli Ebrei Etiopi rappresentati anche nell'antico stemma sardo, senza la benda sugli occhi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/antico-stemma-4-mori-mongkol.html?m=0)
Come vedete, anche stavolta, tanti rimandi con la nostra Antica Civiltà Sarda.
Sardegna Cultura Madre
Tiziana Fenu
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