Dai miei scritti, sapete bene che altre volte ho approfondito sulle correlazioni Israele/Antica Civiltà Sarda.
Stavolta la correlazione riguarda anche il già approfondito simbolismo del dio Shu/l'akhet/su juvale
Prima immagine
Antico manufatto ritrovato a Gezer, città di re Saul, era una delle città più importanti della Terra d'Israele durante il periodo cananeo, a 30 km a ovest di Israele, punto strategico di controllo per la costa.
Manufatto che risale al periodo cananeo, probabilmente parte di un'offerta cerimoniale, ritrovato all'interno di un vaso, avvolto in un tessuto, il che è significativo, perché in Israele, sono stati ritrovati solo due tessuti risalenti al periodo cananeo.
Questo medaglione è costituito da un disco d'argento su cui è incisa una stella a otto punte.
Il disco è fiancheggiato da due sottili "corna" e si ritiene che fosse collegato a una corda o a una catena.
Probabilmente i simboli sul disco rappresentano divinità cananee simili alle divinità mesopotamiche Ishtar e Sin.
A me, a primo impatto è sembrata l'archetipale rappresentazione del Dio Shu, seconda e terza immagine.
Sulla simbologia stella ad 8 punte, ho già approfondito, simbolo, insieme alla stella a 6 punte, dell'antica civiltà sarda, talmente importante, da essere non solo simbolo della Sartiglia di Oristano, ma da restare fino ai giorni nostri nei nostri bellissimi rosari sardi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/la-simbologia-della-stella-otto-punte.html)
L'archetipale simbolo del Femminino, ma anche il traguardare, sulla ruota del tempo, gli 8 passaggi solstiziali ed equinoziali, rimasti, fortemente sentiti, nelle celebrazioni pagane degli 8 Sabba.
"La stella a otto punte era importante, perché rappresentava il Sacro Femminino, la Dea Ishtar mesopotamica, e tutte le Dee che poi si sono susseguite, Astarte, Iside, Afrodite, Venere...
Questo perché queste Dee erano associate al pianeta Venere, la "stella del mattino e della sera", che segue un ciclo di fasi che corrispondono agli otto anni terresti.
Già gli Antichi Sumeri avevano osservato che ogni 1,6 anni, Sole/Venere/Terra si trovano allineati, con Venere a minima distanza dalla terra.
Questo periodo di 1,6 anni è chiamato periodo Sinodico, e solamente attraverso 5 congiunzioni inferiori ogni volta, dopo 8 anni, Venere e Terra ritornano esattamente alle stesse posizioni iniziali.
Ecco perché anche il 5, il pentacolo regolare stellato, è legato a Venere, oltre che il numero 8.
L'otto indica l'infinito, la connessione tra umano e divino, che passa per il Sacro Femminino, ed è simbolo di equilibrio cosmico.
[...] In epoche lontane, Sirio, rappresentata da una stella a otto punte, era considerata più importante del Sole. In effetti è 20 volte più luminosa e due volte più grande del nostro sole, e con il suo bagliore bianco-bluastro è stata sempre venerata in ogni civiltà.
Venerata, ma anche di grandissima importanza a livello gnostico ed esoterico, poiché era considerata "il Sole dietro il Sole", colei che manteneva in vita il Sole e il mondo spirituale, tanto da essere considerata la casa dei Grandi Maestri dell'umanità.
In ambito egizio, era così importante, da essere considerata il fondamento dell'intero sistema religioso, associata a Iside e venerata come Sothis.
La triade Sacra, che ha anticipato di secoli quella cattolica, era composta da Iside, Osiride e il loro figlio Horus.
Nella piramide di Giza, Orione( l'Osiride divino ) è allineato con la Camera del Re, mentre Sirio (la Dea Iside), è allineata con la Camera della Regina.
Viene accostata in ogni civiltà ad una figura dalle sembianze canine.
Nella mitologia egizia Ogdoade, l'origine del mondo si esplica attraverso otto Divinità creatrici ermafrodite, accoppiate a due a due;
4 maschi con la testa di rana e 4 femmine con la testa di serpente.
La massima emissione di energia, infatti, si ottiene con due elementi complementari".
[...] È simbolo anche riconducibile agli analemmi, i percorsi che gli astri descrivono nel cielo, nel loro movimento intorno alla terra".
Ogdoade
8, come la stella a 8 punte.
Ma è un 8 legato anche all'antica simbologia della nostra scacchiera della Domu de Jana di Pubusattile a Villanova Monteleone,, un "8 x 8", di cui ho iniziato ad approfondire nel 2020( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/la-scacchiera-de-sa-pala-larga-bonorva.html), per poi arrivare ai miei ultimi importanti approfondimenti, che si correlano perfettamente alla simbologia egizia dell'occhio di Horus ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/04/locchio-di-horus-e-la-scacchiera-di.html) e ai parametri astronomici della quadratura del cerchio, per ricreare le coordinate divine in terra ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/la-scacchiera-di-pubusattile-e-la.html).
Del Dio Shu ne ho parlato svariate volte, a partire dal febbraio 2021.
Dal mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/lo-stargate-di-orione-attraverso-sa.html)
"E questa Ascensione, da terrena a celeste, poteva avvenire soltanto con una particolare congiunzione di questi pianeti, quando, tutti, tranne il sole, si trovano allineati sopra l'orizzonte, visibili ad occhio nudo.
E questa posizione, è indicata esattamente dalla Costellazione di Orione, quando il Sole si trova nella posizione chiamata "stretta di mano", sopra il braccio teso di Orione, che essendo identificato anche con Osiride, veniva rappresentato tenendo stretto tra le mani un'Ankh, la chiave della vita.
Questo tipo di allineamento a "7 pianeti", era considerato importantissimo, poiché era considerato come uno stargate, per l'ascensione al cielo, e il ritorno ad una forma stellare, come il nonno di Osiride, la divinità Shu, il padre degli Dei, il Dio dell'arco, il Custode dei pilastri che sostengono il cielo, il cui corpo era composto da luce, come le stelle.
Il dio Shu egizio rappresenta la simbologia dell'Akhet.
Akhet, dal geroglifico "akht", che significa orizzonte, indica quel "luogo nel cielo dove sorge il sole" e là, in quella parte misteriosa del cosmo, dove si compie il miracolo della rinascita solare.
È la dimensione della rinascita.
Il luogo alchemico tra i due poli della dualità, delle due montagne, delle due torri, del passato e del futuro, in cui avviene la rinascita ciclica del percorso solare e individuale,
Della manifestazione solare, del proprio sé.
In alcune rappresentazioni la simbologia dell'Akhet è rappresentata da due leoni che custodisco l'orizzonte.
Sono i leoni del Dwaw (domani) e Sf (ieri) e tra loro si trova il destino, personale e cosmico.
Shu, che stava nell'ottava sfera, quella poco prima della sfera, la nona, dove sta Dio, il punto di riunione tra l'anima dell' individuo e Dio.
Ottava sfera.
Otto, come la stella a otto punte, che abbiamo visto sopra il Toro, rappresentata nella moneta del Sardus Pater, descritta dal Pittau.
Nome, Shu, che potrebbe essere benissimo lo stesso Shu. dell'iniziale della parola Shardana.
Shu/Sha.
Le vocali spesso traslitterano quando di tratta di parole composte.
Il Dio Shu aveva il corpo composto da luce come le stelle ed era il Custode dei pilastri che sostengono il cielo.
"luce come le stelle".
"pilastri che sostengono il cielo".
Sono mesi, che sostengo che i Giganti di Mont'e Prama, sono come Titani che sostengono il cielo, e che quello che hanno in mano, non è uno scudo da pugilatore, ma una protezione simbolica riferita al sole all'azimuth, loro che al sole riluciccano di arenaria lucente sotto i raggi del sole.
[...]
E la massima espressività solare, e quindi, la massima espressione della divinità nella materia, si aveva con il Sole all'equinozio nel segno del Toro, tra il 4.150 e il 1.850 a.C".
Equinozio
Equilibrio
Le due polarità.
Quindi, il Dio Shu, governa l'Ottava Sfera, la cui simbologia archetipale, è riflessa nella stella a 8 punte.
Discorso sul Dio Shu, poi approfondito in altri miei scritti più recenti
Su Juvale, conformazione astronomica dell'Orsa Maggiore che troviamo anche nei nostri nuraghi
( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/01/mogoro-e-lorsa-maggiore.html), perché comunque Shu, è legato al Femminino, all'Ottava Sfera.
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/giovanni-juvaleorsa-maggiore.html?m=0
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/orsa-maggiore-akhetjuvale.html)
"C'e da sottolineare che l'Akhet indica anche un geroglifico che rappresenta il sole che sorge tra due montagne, spesso tradotto come "orizzonte" associato al concetto di rinascita e ri-creazione.
Il sole che sorge tra due montagne, tra due torri.
Le due torri collegate da una retta, l'orizzonte, proprio come le due torri/nuraghi in molti nostri nuraghi.
Avete notato come Juvale sia anche la radice di Juanni, il Giovanni, il San Giovanni che segna l'inizio del solstizio estivo, di cui ho già approfondito( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/san-giovanni-in-sardegna.html?m=0)?
Come ho scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/salome-e-il-giovanni-battista.html?m=0) la decapitazione di San Giovanni è simbolica.
Deve perdere potenza, come uno spermatozoo che per perde la testa, per donare la vita, affinché l'Horus del solstizio invernale possa nascere
Un sacri-ficio necessario, per mano di un Femminino.
E, come San Giovanni, fa nascere il Cristo dalle acque, lo battezza, così le costellazioni del Mesket, le guardiane del cielo, riguardavano i misteri della nascita e rinascita, poiché il Meska, durante i riti Iniziatici, misterici, di rinascita, di incubatio, era la pelle sotto la quale si poneva l’iniziando, la pelle che simboleggiava l‘amnios o il chorion, la placenta, la membrana che avvolge il feto.
Meska, da "mes" che significa “nascita” e ka, “doppio”.
Il passaggio per la pelle, che era simbolo anche dei riti di mummificazione, attraverso la pelle di leopardo, agnello o cervo.
Mentre scrivo, penso a "su juvale", che veniva posto anche sotto la nuca dei faraoni, o sotto la nuca di chi guidava verso la fine delle sofferenze, su Juvale usato dalla nostra Accabadora, o forse, sarebbe meglio scrivere Akabadora, con la Ka, perché guidava verso la rinascita.
Le Mesket, le guardiane del cielo, sempre vigili, quelle fanno girare il mondo ( come il giogo, il carro, che gira sempre su se stesso) e rendono immortali), che offrono vita, ma anche morte.
"Bogadoras" ( coloro che fanno nascere, che portano/bogano, in sardo, fuori) e "Accabadoras" ( coloro che mettono fine alla vita)".
C'era una ritualistica molto precisa, in ambito egizio, descritta nel Libro di Toth, esattamente, nel libro della Fondazione, per la quale, il Re, capo dei Maestri Costruttori, il Faraone, per individuare meglio l'Orsa Maggiore, e quindi, la Stella Polare, si serviva di uno strumento, detto Merkhet( una sorta di livella alla cui estremità e collegato un filo a piombo), è individuava i 4 vertici del luogo sacro.
Con un mazzuolo ( stesso nome de su matzolu de S'Accabbadora), solcava per 4 volte, il solco del perimetro, come se fosse un'aratura.
L'aratura del carro dell'Orsa Maggiore, che sacralizzava, in questo modo, le fondamenta del tempio, della piramide.
In questo spazio, nasce l'Akhet".
Il Dio Shu, regge i confini, le due polarità tra le quali vi è lo spazio sacro della creazione.
La luce della creazione.
L'archetipale "E luce fu".
La terra d’Egitto, fin dal tempo degli Dei, è l’unica figlia della Luce, il cui figlio è colui che siede sul trono del Dio Shu.
In una stele di Israele, si parla di Shu, il padre di Geb e di Nut, l’energia solare.
È la Stele di Merenptah o Stele d'Israele, una stele di granito nero fatta erigere dal sovrano egizio Amenhotep III (regno circa 1387 a.C.-1348 a.C)
Un dio Shu, che quindi, non regge una sfera, ma le sue rappresentazioni creano una Vesica Piscis dalle due polarità che si complementano.
Anche la dea Nut, non è rappresentata con una volta di cielo circolare
Nelle rappresentazioni del Dio Shu, come queste che ho scelto, vedete che le proporzioni si corrispondono tra loro.
Nella prima immagine di Shu, abbiamo l'altezza di Shu, di diametro uguale alle due circonferenze, che formano una Vesica Piscis, uguale, alla distanza di Shu dai due leoni, uguale, infine, alla stessa lunghezza dei due leoni.
Shu, regge le due polarità, un occhio, la Vesica Piscis, rappresentate dai due estremi.
Separa il cielo dalla terra, sollevando Nut, affinché formasse l'arco del firmamento, con Geb, disteso, a formare la terra
Nut e Geb, poi crearono Osiride e iside e Seth e Nefti.
È la stessa simbologia dei poggiatesta faraonici, come questo, di Tutankhamon, la cui colonna è stata sostituita da una raffigurazione del dio Shu, che solleva la testa.
Ai suoi lati si trovano due leoni, identificati con Aker o con la coppia di leoni Ruty, personificazione di ieri e domani, oppure con Shu e Tefnut.
La testa, simbolo di rinascita, sollevata rispetto al corpo.
La dualità, anima, immortale, e corpo mortale.
Shu è il dio dell'aria, sorella e compagna, Tefnet è stata interpretata come fuoco, da alcuni validi testi.
Aria e fuoco, grandissima luce.
Primo stadio cosmogonico.
Il caldo vento creatore.
Il primo levare del Sole.
Shu, il fiato caldo di Atum, figlio del creatore, che appartiene, un un bellissimo gioco di parole, a questa dimensione detta cratogonica, cioè di creazione dei primi cratoni, le zone stabili della crosta terrestre.
Shu, che dispensa aria e vita, e che ha implementata in sé, anche la polarità femminile, essendo un Dio creatore, demiurgo.
Come la simbologia della stella a 8 punte del manufatto israeliano.
Come il tempio sacro, creatore, della nostra Scacchiera di Pubusattile, un "8 x 8", che et Matrice di creazione
Approfondimenti sulle correlazioni con Isra*ele
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Tiziana Fenu
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Seconda immagine
Manufatto Nuovo Regno, fine XVIII dinastia, regno di Tutankhamon, ca. 1332-1323 a.C. Dalla Tomba di Tutankhamon (KV62), Valle dei Re, Tebe Ovest. Ora al Museo Egizio del Cairo






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