PRIMA IMMAGINE
Scoperto, pochi giorni fa, nel sito archeologico di Karahan Tepe, sito che si trova nella stessa regione geografica di Göbekli Tepe
risalente al Neolitico preceramico a Şanlıurfa, in Turchia, un pilastro a forma di «T» con un volto umano scolpito nella parte superiore
Un sito che potrebbe essere il più antico villaggio umano conosciuto, precedente alla costruzione di Göbekli Tepe di diversi secoli, databile tra il 10.000 e il 9.500
Già nel settembre 2023, avevano scoperto ulteriori sculture delle cosiddette culture di Tepeler, comprendenti una statua di un avvoltoio e una statua antropomorfa alta 2,3 metri, nuda, rappresentata seduta, mentre tiene il fallo con entrambe le mani, con costole profondamente incise e una decorazione a V intorno al collo( SECONDA IMMAGINE)
Quest'ultimo particolare, non solo lo ricollega all'Uomo di Urfa( TERZA IMMAGINE) , alta quasi 2 metri, con due frammenti di nera ossidiana inseriti nelle cavità degli occhi( di cui è ricchissima la Sardegna)
detta anche statua di Balıklıgöl, zona vicino a Urfa, Alta Mesopotamia, Turchia sud-orientale nel sud-est della moderna Turchia, considerata contemporanea al Sito di Gobleki Tepe, risalente all'8.600 aC, ma è straordinariamente simile alla nostra statuina ritrovata a Riola Sardo, nel Sinis, Oristano, alta 21 cm( QUARTA IMMAGINE)
Provenienza presumibilmente da Riola Sardo (Sinis) H. 21 cm.
Scolpito in un marmo bianco a grana spessa con due grandi venature grigio-bluastre.
Gli occhi sono cavi, forse un tempo intarsiati. Le orecchie sono indicate.
La superficie, originariamente liscia e levigata come ancora visibile in alcuni punti, è incrostata con deposito calcareo beige-marrone chiaro, spesso e ruvido sulla parte inferiore dei glutei, sulla parte posteriore delle gambe e sotto. Il volto è stato esposto alle intemperie.
Ne ho parlato in un mio scritto, nel settembre del 2021, riguardo la simbologia delle mani sul plesso solare, simbologia che si trova anche nei pilastri di Gobleki Tepe( QUINTA IMMAGINE)
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/simbolismo-mani-sul-plesso-solare.html?m=0
"Le mani in questa posizione sono sul chakra del plesso solare, il centro energetico della creazione, del potere, della volontà, dell'affermazione, nell'essere umano. È frequente in moltissime statuine in ogni parte del mondo, in ogni epoca e in ogni civiltà..
Ancora si arrovellano a capire perché sono posizionate su quella parte del corpo, dai tempi di Goblekli Tepe, il sito archeologico più antico, in Turchia, risalente al 10.000 a.C.Circa.
Simbologia delle mani sul plesso solare, a cui si sussegue quella sul chakra del cuore
( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/simbolismo-mani-sul-chakra-del-cuore.html?m=0)
"Invece le mani sul chakra del cuore, il terzo, Anahata, come le tiene la nostra Dea Madre per eccellenza, rappresentino un importante passaggio evolutivo, di integrazione e consapevolezza tra le due polarità, maschile e femminile, nella storia dell'umanità.
Questo è stato la naturale evoluzione di una società che, partita da un'impronta matriarcale, come nelle antiche società gilaniche, è riuscita ad arrivare ad un punto di equilibrio con le due polarità.
A portare la "concretezza del fare, del realizzare", dell'impostare i primi nuclei di società organizzata su più livelli, ad un livello superiore, di vera integrazione spirituale e alchemica Questa è la posizione delle mani sul chakra del cuore, il quarto, il vero centro radiante della creazione, quando le due polarità, maschile e femminile sono in equilibrio. Vediamo in queste immagini, statuine per lo più femminili. Come la nostra Dea Madre sarda di Cuccuru S'Arriu, a Cabras. Siamo nell'era astrologica del Toro (4000-2000 a.C circa). Il Toro è androgino, è un segno di terra, simbolo della Fertilità maschile, ma dominato da Venere.
Perché, dunque, considerare antichissima, come la più antica statuina al mondo, quella dell'uomo di Urfa, risalente addirittura al 9000 aC, e non prendere in considerazione una sua quasi copia, ritrovata nella nostra terra sarda, come appartenente allo stesso periodo?"
Il sito di Karahan Tepe( SESTA IMMAGINE) somiglia al sito de su Crocifissu Mannu( SETTIMA IMMAGINE) , di cui ho approfondito nel mio scritto.
https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/necropoli-su-crucifissu-mannu.html?m=0
Un pianoro calcareo composto da 22 tombe suddivise in 3 settori, scavato,
Il sito si caratterizza per la straordinaria conformazione a chiave, quasi una chiave di lettura che lo collega alla conformazione dei nostri pozzi Sacri, a Menat( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/il-menat-portale-alchemico-dei-pozzi.html?m=0) o, a toppa di chiave, come vengono generalmente definiti.
Ma la conformazione ha una simbologia equilibrante, che ritroviamo trasversalmente in ogni civiltà, dalla nostra, sarda a quella indiana( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/pozzo-sacro-di-dholavira-india.html) a quella giapponese ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/02/spada-gigante-in-giappone.html)
È un sito caratterizzato anche dalle car Ruts.
Car ruts che divinizzano il terreno.
Cielo e terra che si incontrano.
La terra che viene solcata con un vomere, come le corna del Toro.
Le Iadi, le lacrime celesti.
In questo sito furono ritrovati anche due crani trapanati, concetto strettamente legato alla conformazione dei crani allungati, come la conformazione di questa testa umana trovata di recente nel sito di Karahan Tepe,
Dal mio scritto, di cui ho approfondito a riguardo
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/in-questo-periodo-in-cui-la-malattia.html?m=0
"Questi crani sono stati ritrovati in tutte le parti del mondo specialmente nelle regioni appartenenti al ciclo matriarcale più antico.
Da questa primitiva medicina empirica e magica si sviluppa per logica necessità, una successiva organizzazione di Caste, le quali vantavano le conoscenze di forze superiori, in grado di dominare le forze della natura e di capire tutti i segreti tra cielo e terra, ma anche di decidere tra la vita la morte e quindi di guarire la malattia
Ma la cosa più interessante riguardo la strana assonanza tra le due parole "Moba" e "Mobadiu" è che fin da tempi antichissimi era molto diffusa l'usanza dei crani allungati, usanza che accomuna tutte le popolazioni del mondo e che veniva effettuata con fasciature o con tavolette applicate ai lati, e pressate con una sorta di pressa, come in una macina, una "Moba", appunto, che facendo pressione sul cranio ne favoriva la deformità, o la fuoriuscita di ciò che era intaccato da malattia
La forma allungata era agevolata anche da fasciature molto strette, oltre che dalla pressa
Si sono trovati esempi di manipolazioni cranica dal 10.000 a. C. fino al XIX sec. A.C.
Il più antico è stato ritrovato in Australia e non è una tradizione partita dall'Egitto
In Sardegna gli appartenenti all' Etnia Ozieri( 3500-2800 aC) erano dolicomorfi, ossia con il cranio allungato, con spalle larghe, tronco lungo, di statura medio-bassa e arti superiori più sviluppati di quelli inferiori.
L' allungamento del cranio non era per chiunque , ma veniva fatto su alcuni individui ben selezionati ,per accrescerne l'intelligenza (diversa dal concetto di Anima)che si pensava fosse correlata all' aumentarne il volume, come ho scritto prima (a parte delle popolazioni arcaiche che credevano che l'intelligenza fosse nel cuore e non nel cervello)
Quindi deformità imposta, per distinguere chi aveva uno status sociale importante come i Faraoni, ed esaltata dall'uso di capigliature e copricapi importanti
Forse i primi esseri con il cranio deformato furono gli uomini di Atlantide, perché avevano naturalmente il cranio deformato
Nella religione dell'Antico Egitto, l'anima può essere suddivisa in più parti, 9 parti, tra le quali il Ba,( Mo-Ba, la pressa che cura la personalità) che riguarda lo spirito,la personalità, la parte Divina totalmente spirituale riconducibile alla personalità dell'anima di una persona.
Riguarda l' essenza soggettiva rispetto alla permanenza dei Mondi Spirituali oggettivi, e poteva moltiplicarsi in relazione alla potenza del suo detentore
Infatti il Ba usciva dal corpo del defunto , e vi ritornava a mummificazione avvenuta e grazie al Ba, anche il defunto poteva assumere varie forme e manifestazioni ed eventualmente rivestire una personalità dotata di memoria
L' ideogramma del Ba era rappresentato dalla grande cicogna africana, come un trampoliere
Per quanto riguarda la diffusione della perforazione del cranio, parte dal 7000 a. C.
In Sardegna ci sono ritrovamenti di crani trapanati che risalgono al 4480 a.C. ,che corrisponde all'età del rame sardo e in tutto ne sono stati ritrovati una quindicina rispetto al resto dell'Europa.
Iniziati, dunque, gli antichi Atlantidei.
Anche la conformazione a T del l'arcata sopraciliare e del setto nasale unito, tradisce una conformazione da Sacri Iniziati, che conosciamo molto bene, perché è presente non solo nei nostri Giganti di Mont'e Prama, ma anche nelle nostre Dee Madri e nei nostri bronzetti sardi.
È la Tau del simbolo della tribù dei Dan, che è composta dalla Nun e dalla Dalet, quattordicesimo e quarto Sacri Archetipi Ebraici, che insieme formano la Tau, il ventiduesimo archetipo, quello del Sigillo Divino, dei Sacri Giudici ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0)
Anche la presenza dei pilastri a T( OTTAVA IMMAGINE) in questi siti turchi( ho già evidenziato, in miei svariati scritti, la correlazione tra Turchia /Sardegna, di cui gli ultimi due https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/moneta-sardis-ittita-con-caduceobussola.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/10/artemidezeus-polimasti.html?m=0-, riportano le referenze dei precedenti) sono correlati alla nostra archetipale simbologia de "Sa Taula", che nella sua simbologia archetipale è un vero e proprio altare a cielo aperto, come il Sacro altare di Monte d'Accodi( NONA IMMAGINE)
e che rimanda alla T dei Sacri Iniziati, ma non solo.
Dal mio scritto a riguardo
https://maldalchimia.blogspot.com/2024/01/sa-taula.html?m=0
"Struttura, che, vista dall'alto, sembra uno dei tanti pilastri a T, di Gobleki Tepe, lo straordinario sito archeologico turco, risalente a 12.000 anni fa, che presenta similitudini con i nostri siti( la conformazione ad utero, la H nei pilastri, gli stessi pilastri a T..)
La conformazione a T, di per sé, indica una zona Sacra di confine tra le due dimensioni. Indica una zona Sacra, divinizzata.
Un portale degli Dei.
Ma non solo.
L'orientamento dei pilastri centrali nei recinti principali del sito di Gobleki Tepe, puntano a Nord, verso Deneb, che è la stella più luminosa della costellazione del Cigno, la parte finale, la Croce del Nord, e puntano verso la Via Lattea, che, abbiamo visto molte volte, era, per gli Antichi Sardi, la via di ritorno verso l'altra dimensione.
( sull'importanza della Costellazione del Cigno, il mio ultimo scritto a riguardo https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/nuraghi-samatzai-lunamatrona.html)
Il luogo delle divinità, il centro della creazione della vita, della rinascita, e dell'universo.
Ho controllato su Google Earth.
Anche l'altare di Monte d'accoddi, è perfettamente orientato verso Nord, verso Deneb, che era la stella Polare nel 10.900 a.C. ( le stelle polari cambiano ogni 2000 anni circa. Adesso siamo sotto Polaris, la stella più luminosa dell'Orsa Minore).
[Sapete benissimo, dai miei ultimi approfondimenti a riguardo, di un tema già trattato tempo fa, quanto la costellazione dell'Orsa Maggiore fosse importante nella nostra Antica Civiltà Sarda, e non solo. Fulcro delle architetture terrene, su base astrale, uno scritto, indicativo, per riportarli tutti https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/orsa-maggiore-akhetjuvale.html?m=0)
Una stella Polare, quindi, visibile proprio durante l'edificazione del sito di Gobleki Tepe, che ha importanza simbolica in ogni Civita e in ogni contesto, come avevo scritto tempo fa".
[...] La mia attenzione si vuole soffermare su una parola sarda, "sa taula", che indica, genericamente, la tavola, ma che, sicuramente, in origine, era la "tavola Sacra", l'altare per eccellenza
L'altare di Monte d'Accoddi, è un altare sacro, è una tavola Sacra, dove si celebravano unioni ierogamiche.
"sa Taula", in sardo, significa tavolo, ma anticamente, rappresentava sicuramente quel tavolo simbolico, quell'altare, i due pilastri dell'altare sacro.
Taula
Tau-la
Il nome tradisce la radice "Tau-", Sacro ventiduesimo Archetipo Ebraico, che indica il sigillo degli Iniziati.
Un tratto distintivo anche nella fisionomia del viso. Abbiamo tante Conformazioni a T, e anche ad H, qui in Sardegna, come nell'ipogeo di Tissi( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/simbologia-dellh-nellipogeo-di-sas.html?m=0)
Elementi che si trovano in siti archeologici antichissimi, come quello di Gobleki Tepe, ma che qui in Sardegna, non vengono considerati, come se fosse una civiltà fantasma, rispetto alle altre, che emergono sempre al di sopra di essa"
Simbologia dei pilastri a T, di Gobleki Tepe, particolari anche nella simbologia decorativa, in particolare uno( DECIMA IMMAGINE)
( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/stele-serpenti-gobleki-tepe.html?m=0)
Sulle correlazioni Monte D'Accoddi e Gobleki Tepe, ho approfondito nel mio scritto, una simbologia che si riallaccia alla simbologia numerica dell'ingresso angolare aureo a 72° del nostro pozzo Sacro di Santa Cristina
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/monte-daccoddigobleki-tepe.html?m=0
Sulla correlazione Banduddu, la "borsetta degli Dei", presenti nei pilastri di Gobleki Tepe( UNDICESIMA IMMAGINE)
, ne avevo già parlato in un mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/il-banduddu-e-le-tombe-dei-giganti.html?m=0).
Come vedete, le correlazioni tra la nostra Antica Civiltà Sarda e questi siti antichissimi, datati al 10.000 /8000 aC, sono tante, con la differenza che i nostri siti, che eppure custodiscono le tracce di quelle civiltà primordiali che "reggevano il cielo", come gli Atlanti di Tula( DODICESIMA MMAGINE), in chiara corresponsione con la nostra Tula sarda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/giganti-di-tulatula-mandra-manna.html?m=0) vengono sempre meno retrodatati, eppure hanno una Matrice archetipale, punto di referenza per le altre civiltà.
Per quanto riguarda altri "visi/pilastri" ritrovati a Karahan Tepe( TREDICESIMA IMMAGINE ) che considero dei Sacri Guardiani, io trovo una similitudine con la protome( QUATTORDICESIMA IMMAGINE) presente nel protonuraghe Fronte ‘e Mola nel territorio di Thiesi, di cui ho avuto già modo di approfondire
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/protonuraghe-fronte-mola.html?m=0
"Inequivocabilmente un pesce, anche se a primo impatto era sembrato un serpente.
Poi approfondendo, scopriamo che la parola "sesi" (il nome delle strutture funerarie di Pantelleria), in spagnolo(che è molto simile al sardo), significa un tipo di pesce molto simile al dentice, un pesce di acqua salata.
Poi, subito dopo, realizziamo che il dentice, in sardo, si dice "sa boga".
"La boga o boba è un pesce d'acqua salata appartenente alla famiglia delle Sparidae, come i saraghi e il dentice.
Il suo nome etimologicamente significa "occhio di bue", dato il suo occhio molto grande rispetto al muso, ed il termine scientifico usato per indicarla è boops boops.
Sa boga è una specie ermafrodita proterogina: tutti gli esemplari nascono femmine e invecchiando si trasformano in maschi. "
Quindi abbiamo un pesce ermafrodita.. Maschile e femminile.
" Boga"
Dal verbo sardo "bogare", "togliere/togliere fuori".
Da cui "Bogadora", (la levatrice, colei che dava la vita, colei che "boga", tira fuori i bambini dal ventre materno, contrapposta ad "accabbadora", colei che pone fine alla vita dei sofferenti).
Quindi una sorta di "divinità primigenia", Monade, ermafrodita, che ha in sé, due principi, maschile e femminile, e che richiama anche il Toro, simbolo per eccellenza dell'Antica Civiltà Sarda.
Un toro taurino/uterino, come possiamo vedere dalla tipologia delle strutture funerarie delle Tombe dei Giganti(risalenti al 1500-1300 circa), successive ai protonuraghi, o nuraghi a corridoio, o arcaici, differenziati da quelli a tholos, successivi, del Bronzo medio.
Il periodo prenuragico in Sardegna, è caratterizzato dai circoli funerari, dai dolmen e dai menhir, e dalle ciste litiche, specie durante la cultura di Ozieri. I menhir sono protagonisti di riti fecondatori, elementi maschili infissi nella terra per ingravidarla, per renderla fertile e fruttuosa.
Il Dio Toro padedro della Grande Madre, cultualizzati, in sinergia e complementarietà nelle Domus de Janas, nelle Tombe dei Giganti successivamente.
[...] La scoperta di questa scultura a forma di testa di dentice, di "boga", in sardo, o di "sesi", detto in spagnolo(lo stesso nome delle strutture funerarie nell'isola di Pantelleria), deve far riflettere sul grande significato che potesse avere questa protome all'interno del nostro protonuraghe di Thiesi.
Una "boga" dall'occhio di bue/toro.
Una boga che, come le nostre antiche bogadoras", le nostre levatrici, ha una valenza sacrale di nascita, di rinascita, di fertilità, di "tirare fuori" la vita dalla stessa morte.
Potrebbe essere il grande pesce collegato a Nommo, il dio anfibio, arrivato sulla terra su una barca piena di acqua (questo spiegherebbe anche la forma a "fassones", a punta, come la chiglia navale, di alcuni protonuraghi)
Nommo, il Maestro dell'acqua, metà uomo e metà pesce, è l'istruttore dell'umanità, dei Dogon, che ha insegnato loro tutto ciò che riguarda la sapienza di Sirio.
Colui che ha fatto nascere l'umanità, che ha tirato fuori, come una levatrice, come una bogadora, i loro talenti.
Divenne Oamnes per i Sumeri
[..] questo dentice ermafrodito, questa "boga" con l'occhio taurino, non può che rappresentare le energie primordiali della civilizzazione dell'umanità, incarnate in un "Re/Pesce"
Un passaggio ad una conoscenza superiore, che necessita di entrambe le energie, e perché anche per la nascita e rinascita, si necessita della sinergia degli opposti.
Il dentice/Nommo, che arriva su un'arca, tra pioggia e fulmini."
" Su carr'e Nannai "sardo
( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/la-simbologia-del-tuono-e-del-fulmine.html?m=0)
Il Femminino.
Oannes
Janas
Sono archetipi Femminini, questo non mi stancherò mai di ripeterlo
( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/il-sacro-femmininooannesapkallu.html?m=0)
Tiziana Fenu
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